domenica 13 marzo 2011

Questo magistrato si deve dimettere


Certo che ai lettori del Giornale, oggi, non manca proprio niente per passare una domenica felice. Prima l'editoriale di Ferrara, poi, sempre in prima pagina, la richiesta di dimissioni per Antonio Ingroia, uno dei magistrati più attivi sul fronte dell'antimafia. Si dirà: accidenti, e cosa mai avrà fatto di grave il noto PM? Che sia stata scoperta magari qualche sua collusione con la mafia che ufficialmente combatte? Forse passava carte segrete a qualche capoclan?

Macché! Peggio, molto peggio: ha parlato sul palco alla manifestazione nazionale di ieri in difesa della Costituzione e della scuola pubblica. Un magistrato che difende la Costituzione e che partecipa a una manifestazione organizzata dall'area di sinistra? Imperdonabile, altroché la mafia. Qui ci vogliono le dimissioni e il pubblico ludibrio, nel qual campo il Giornale, è noto, vanta una certa esperienza. E giù un bell'articolone arrabbiato a firma Anna Maria Greco. Ve la ricordate? E' la giornalista che un paio di mesi fa aveva tirato fuori in un memorabile articolo la storia della Boccassini, 31 anni fa sorpresa a baciare il fidanzato fuori dal palazzo di giustizia di Milano e quindi, per questo, incompatibile a indagare sulla vicenda Ruby. Così, giusto per inquadrare di chi stiamo parlando.

Ecco, si potrebbe spiegare alla signora Anna Maria che i magistrati quando non sono nell'esercizio delle loro funzioni sono persone comunissime. E, come tutti, hanno diritto di andare dove pare loro, di fare quello che pare loro e, se lo ritengono giusto, di partecipare a una manifestazione. Mi risulta addirittura che abbiano anche la tessera elettorale e che quando ci sono le elezioni vadano a votare secondo la loro idea politica.

Il fatto che abbiano una idea politica pregiudica per caso la qualità e l'imparzialità del loro operato una volta che sono rientrati nelle loro funzioni? Lo provi, la signora Greco, se è in grado. Altrimenti, forse, sarebbe il caso che non facesse simili insinuazioni: qualche lettore del Giornale potrebbe mangiare la foglia. Però un po' la capisco: è sempre più semplice chiedere le dimissioni a un magistrato antimafia piuttosto che a un capo di governo con quattro processi aperti. O magari al suo braccio destro, che può vantare una condanna a 7 anni in appello per fatti di mafia. Chiederle a un magistrato, evidentemente, è più trendy.

1 commento:

andynaz ha detto...

diciamo che è più difficile chiederlo al suo datore di lavoro... :-)

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