lunedì 26 giugno 2017

Mica ha perso...

È fantastico. Non avrebbe ammesso la sconfitta neppure se tutti i comuni sotto ballottaggio fossero passati alla destra. Perché lui è così. Un bambino alla materna se lo mangia, a maturità.

domenica 25 giugno 2017

Banche venete

Ciò che non mi spiego nella vicenda del disastro delle banche venete, disastro che come al solito contribuiremo tutti a mettere a posto, è come possa dire Gianni Zonin, noto imprenditore vinicolo veneto e presidente per vent'anni della popolare di Vicenza, di non aver mai saputo niente dei dissesti in cui versava la sua banca. Ma come? Tu sei presidente di una banca per quattro lustri e non sai niente di ciò che succede al suo interno? Non sai niente di ciò che combinano amministratori e manager? Ma che presidente sei? Boh...
Ah, visto che la malagestione e le malefatte di tali amministratori e manager hanno creato i dissesti che saranno ripianati anche con soldi pubblici - la bad bank sarà messa a carico dello Stato, un po' come accadde per Alitalia ai tempi del leggendario salvataggio targato Berlusconi - ci aspettiamo che Salvini si precipiti a organizzare sit-in di protesta di fronte alle due banche venete come fece un paio di anni fa a Siena davanti alla sede di Mps.
Perché ci andrà, no?

venerdì 23 giugno 2017

Morire di morbillo nel 2017

Non credo che la tragedia del piccolo di sei anni, leucemico, morto per le complicanze cerebrali e polmonari generate dal morbillo, trasmessogli da fratelli non vaccinati, servirà a far rinsavire qualcuno dei tanti (come definirli?) antivax in circolazione. Perché queste sono persone che, in generale, non hanno margini di elasticità mentale sufficienti a smuoverli dalle loro granitiche e assurde convinzioni, e, catalogato rapidamente come mero colpo di sfortuna quanto accaduto, continueranno a pensare che i vaccini siano il male e la libertà di rifiutarli un diritto sacrosanto - è una balla, ovviamente: la libertà di non vaccinare finisce quando va a mettere a rischio l'incolumità pubblica, in questo caso ben più importante. E questi non si smuoveranno dalle loro idiote idee perché il meccanismo mentale che le genera è il medesimo che sta alla base di ogni complottismo: scie chimiche, undici settembre, Luna e tutto quello che volete.
Sperando di sbagliarmi, temo proprio che questo sfortunato bambino sia morto invano.

martedì 20 giugno 2017

Traccie ministeriali

Ora, l'errore di grammatica ci può anche stare, anche se sul sito del Miur, converrete con me, una gaffe di questo tipo acquista una valenza peggiorativa assai più marcata rispetto ad altri ambiti. E ammettiamo pure, ché qua si è ottimisti, che l'estensore della pagina sia caduto vittima di una banale distrazione ma che in realtà sappia benissimo come si scrive tracce. Però, cavolo, almeno la fonetica, eh. Voglio dire che se il tapino avesse anche solo mentalmente ripetuto l'abominevole frase, si sarebbe probabilmente accorto subito dell'errore. E andiamo, su, chi mai pronuncerebbe traccie con la i? Quindi, a questo punto, l'ottimismo di cui sopra scema miserevolmente e si fa strada la triste certezza che l'estensore non sapesse veramente che la i non ci vuole.

lunedì 19 giugno 2017

Kidman

L'attrice Nicole Kidman spegne cinquanta candeline e dice di essere felice - qui verrebbe automatico un grazie al cavolo; poi, ripensandoci, mica è scontato che un'attrice famosissima a cinquant'anni sia felice. Aggiunge che mai e poi mai tornerebbe indietro a quando ne aveva venti o trenta, adducendo qualche motivazione a mio avviso abbastanza banale e scontata. Diciamo che qua si è propensi a credere che, se potesse, a venti o trent'anni ci tornerebbe eccome. Hai voglia.

venerdì 16 giugno 2017

Come i cani

Si sono avvicinati (per caso? Mah...), si sono guardati, hanno cominciato a scodinzolare, ad annusarsi; come i cani, avete presente? Poi e' stato amore, che ha avuto la sua sublimazione definitiva dopo il flop alle amministrative di domenica scorsa. E siccome ogni volta che qualcuno prende una bastonata nei denti ha immediatamente bisogno di recuperare, dopo essersi leccato (a proposito di cani) e rammendato alla bell'e meglio le ferite si butta in quello che da sempre e' un porto sicuro per il recupero veloce di consensi: lo sfruttamento della paura e della xenofobia. Quindi, subito una rapida e tonificante demonizzazione di immigrati e Rom e, come ciliegina sulla torta, niente appoggio allo Ius Soli, cosa che ha scatenato orgasmi multipli a quello della felpa, il quale ha prontamente abbracciato i nuovi partners.
Come i cani per strada. Magari all'inizio sono un po' diffidenti. Ma passa subito.

martedì 13 giugno 2017

Alfredino

Quando successe la tragedia del piccolo Alfredino (http://tinyurl.com/yc6tel49) avevo undici anni, troppo pochi per poter ricordare i dettagli della vicenda ma sufficienti a permettere alla mia mente di fissare indelebilmente qualche scampolo di ricordo. Tra questi, sicuramente la lunga diretta televisiva e mio padre che appena poteva la seguiva. Io non mi interessavo del fatto in se', a quell'eta' la mia attenzione era dirottata su altre cose, come del resto e' logico che fosse, tuttavia ricordo che avvertivo che qualcosa di grave era successo, lo intuivo dalle espressioni di mio padre e dai commenti che scambiava con mia madre. Cresciuto, ho poi compreso appieno la portata di quella tragedia, e oggi capisco perfettamente l'angoscia che attanagliava i miei. Per quanto riguarda le polemiche che ci trasciniamo dietro da trent'anni relative all'opportunita' o meno di realizzare quella lunghissima diretta televisiva, beh, quelle le lascio ad altri. Non mi interessano.

sabato 10 giugno 2017

Tra Berlusconi e Pisapia

Dopo lo psicodramma in Parlamento che ha affossato l'accordo sulla legge elettorale, della cui definizione e stesura chiara e definitiva non e' mai fregato niente a nessuno, l'imbonitore si e' detto piu' che disponibile a un accordo con Giuliano Pisapia, rappresentante di quella sinistra che a Renzi e' sempre stata largamente sulle balle senza che ne abbia mai fatto mistero, essendo lui, notoriamente, uomo della destra piu' maneggiona e intrallazzatrice. La giravolta e' stata notevole, ne converrete; l'accordo saltato penosamente e grottescamente ier l'altro, infatti, era stato stipulato tra Renzi, Grillo e Berlusconi. Caduta la patetica messinscena, ora il nostro si butta con nonchalance tra le braccia di chi politicamente sta agli antipodi del tipo delle cene eleganti e soci, Pisapia appunto, il quale giustamente gli risponde picche.
Cosa denota tutto cio'? Molto semplice: la volonta' di salire su qualunque treno, il prima possibile, per poter tornare cosi' nella stanza dei bottoni da cui se ne ando' solo pochi mesi fa, accompagnando la sua uscita di scena con la solenne promessa di togliersi dai coglioni e non farsi piu' vedere. Il tentativo di avvicinarsi a Pisapia, ora, e' solo l'ennesima dimostrazione che non c'e' da parte di Renzi alcuna visione vagamente lungimirante, alcuna velleità programmatica, progettuale, di ideali, niente di niente. Solo giochini di bassa lega per tornare in sella. Peggiore di tutti i peggiori che l'hanno preceduto.

Silenzio e pieta' che mancano

Qualche anno fa mi capito' di dimenticare di passare a prendere mia figlia minore, Francesca, all'uscita da scuola. Credo che all'epoca facesse le medie. Quel giorno c'era uno sciopero dei mezzi pubblici e restammo d'accordo che sarei passato a prenderla io. Me ne dimenticai completamente, e me ne dimenticai, incredibilmente, nonostante il tragitto lavoro-casa prevedesse il passaggio proprio di fronte alla scuola. Una volta arrivato a casa mia moglie mi chiese: "Francesca dov'e'?" Rimasi impietrito. Mi fiondai di nuovo in macchina e mi precipitai a scuola, dove Francesca mi aspettava tranquillamente davanti al cancello ormai chiuso. Ovviamente questo episodio non ha nulla a che vedere con quanto successo ad Arezzo alla povera mamma che ha dimenticato la figlia di diciotto mesi in macchina e si è recata tranquillamente al lavoro, episodio che ha generato il tragico epilogo di cui avrete sicuramente letto. Non ha niente a che vedere tranne forse che per il meccanismo mentale che sta alla base dei due episodi, e che medici e scienziati hanno descritto perfettamente - sintetizzando brutalmente, si tratta di una specie di blackout mnemonico generato da frenesia, stress, mancanza di sonno, e guarda caso quando mi capito' di dimenticare Francesca era il periodo in cui facevo il turno di notte.
Tutto questo per dire che mi provocano un misto di rabbia e compassione le schiere di leoni da tastiera che hanno ricoperto di insulti la povera signora e il marito (cosa c'entri il marito, poi, non e' ben chiaro; si vede che per i leoni di cui sopra un bersaglio vale l'altro, l'importante e' colpire per poter buttare fuori i mostri che si hanno dentro, come direbbe Gaber) fino a costringerli entrambi a chiudere i rispettivi profili facebook. C'e' questa frenesia generalizzata di additare, di giudicare; c'e' questo bisogno imperioso di gettare addosso il crucifige senza sapere, senza provare ad immedesimarsi, senza neanche farsi sfiorare dal dubbio che domani potrebbe capitare a chiunque, magari pure a quei leoni tanto bravi a puntare il dito, perche' si tratta di eventi che sono successi, succedono e purtroppo succederanno ancora, e che di nuovo daranno il diritto ai soliti noti dalle granitiche certezze e sicurezze di poter gettare addosso altre vagonate di quel letame generato dai loro poveri intelletti e dalla loro povera umanita'. La' dove, invece, servirebbero solo silenzio e pieta'.

mercoledì 7 giugno 2017

Il blocco del... blogger

Così come esiste il blocco dello scrittore, probabilmente esiste anche il blocco del... blogger. Non è che io abbia intenzione di chiudere baracca e burattini, intendiamoci, a questo blog sono affezionatissimo, solo che ultimamente mi manca la voglia di venire qui e scrivere. Sarò vittima di una fase acuta di indolenza, chi lo sa? Sarà che è praticamente già estate e col caldo non ho voglia di stare lì ad accendere il pc per scrivere (certo, c'è sempre il cellulare ma volete mettere la scomodità?); sarà che il mio comodino trabocca di libri in attesa di essere letti, o forse saranno tutte queste cose assieme, chi lo sa? Comunque sia, aspetto che mi passi il blocco del blogger.

sabato 3 giugno 2017

Legge elettorale e grillini

Stavo osservando un po' i grillini. Anzi è da un po' che li osservo, più o meno da quando, nel 2014, si allearono in Europa con quel buzzurro di Farage: razzista, nuclearista, militarista, alfiere delle energie fossili e antiambientalista, tutte posizioni antitetiche alle battaglie combattute fin lì dal movimento di Grillo e soci - movimento che agli inizi un paio di volte votai, salvo pentirmene poco dopo.
Negli ultimi giorni sono successi un paio di fatti di cui si è parlato molto; uno è l'uscita dell'America, voluta da Trump, dagli accordi sul clima di Parigi; l'altro è l'accordo Renzi-Grillo-Berlusconi sulla nuova legge elettorale, una finta legge alla tedesca in cui di tedesco, se si esclude lo sbarramento al cinque per cento, c'è solo il nome. Sulla faccenda Trump non c'è stato un grillino che sia uno, dal guru in giù, che abbia fatto un commento. Silenzio assoluto. Ma come? Un movimento che ha fatto per almeno tre lustri battaglie in favore dell'ambiente, delle energie pulite, delle rinnovabili, non ha nulla da dire sulla decisione presa da quel pericolosissimo cretino di uscire dagli impegni presi in questa direzione dall'amministrazione precedente? Niente niente per davvero? E dell'accordo sulla legge elettorale preso da Grillo su input - dice lui - di una democratica decisione ratificata dagli iscritti al sacro blog, ne vogliamo parlare? Vogliamo spiegare i motivi per cui adesso va benissimo una legge porcata peggiore del Porcellum, che prevede liste bloccate e che riempirà il Parlamento di nominati invece che di eletti, sistema contro cui il M5S ha battagliato per anni?
La ragione è semplice: la spinta ideale è finita, era roba degli inizi, ed è finita la presunzione di essere diversi dagli altri, una presunzione che non paga più. Come dice un noto detto: se non li puoi combattere, fatteli amici. Et voilà: detto e fatto.

venerdì 2 giugno 2017

È una vita difficile

Due degli appuntamenti della comparsata di Salvini, qua nel riminese, avranno luogo in un noto ristorante di Riccione e in una nota pasticceria di Morciano.
No, per dire la vitaccia che deve fare certa gente.

giovedì 1 giugno 2017

Avevo sete e mi avete dato da bere

Credo che qualche film in cui si vede qualcuno che muore di sete nel deserto l'abbiano visto più o meno tutti. Anche io ne ricordo qualcuno. In uno, ad esempio, che mi pare vidi da bambino, si vedeva un cowboy stremato dalla sete che vagava in qualche deserto americano (forse quello dell'Arizona? Boh, vatti a ricordare) e che per sopravvivere tagliava col coltello pezzi di cactus e ne spremeva le gocce d'acqua trattenute dalla nota pianta. Non ricordo se quel cowboy si salvò oppure no. Sicuramente si salvò Il Biondo (Clint Eastwood) de Il buono, il brutto, il cattivo, nella famosa scena in cui, legato a un cavallo, fu costretto a farsi a piedi chilometri e chilometri nel deserto. Quelli che invece non si sono salvati e sono morti di sete, non sono attori, sono i quaranta migranti rimasti in panne nel deserto del Niger mentre cercavano di attraversarlo per riuscire a raggiungere le coste della Libia. Erano quarantasette persone, provenienti dal Ghana e dalla Nigeria; se ne sono salvate cinque; le altre, tra cui diciassette donne, tre neonati e tre bambini, sono morte di sete, proprio nel deserto di quella terra che è considerata tra le più calde al mondo. 
Quello che più provoca rabbia è che se questi poveretti fossero riusciti a scampare a tutti i pericoli e le insidie del loro viaggio disperato verso la speranza, nel percorso tipico che seguono ogni giorno tantissimi altri disperati, e fossero riusciti a sbarcare qui da noi, avrebbero trovato gente come quell'inemendabile testa di cazzo di Salvini, e altri, che li avrebbero considerati illegali, perché questi devono tornare a casa loro, perché prima gli italiani e stronzate simili. Lo stesso Salvini che ogni anno, sotto Natale, inscena la patetica commedia della difesa del presepe, al centro del quale sta il tizio che ha passato la sua breve vita a predicare la fratellanza universale e che a questi li avrebbe accolti a braccia aperte, buoni, brutti o cattivi che fossero.

Mentalità di guerra

Dice il neo segretario della Nato che dobbiamo passare a una mentalità di guerra, che vuol dire dedicare una quota maggiore delle nostre sp...