Come ho scritto spesso in queste pagine, per vari motivi, anche di lavoro, ho molti conoscenti che professano una qualche religione (cattolici, protestanti, musulmani ecc.) coi quali mi capita spesso di discutere. Naturalmente sono dialoghi che non portano a niente perché per loro natura non possono portare a niente, dal momento che io discuto secondo una logica di tipo razionale e loro di tipo fideistico. Ma si fa così, giusto per speculare e analizzare i vari punti di vista. E la cosa, tutto sommato, è anche piacevole. Ieri, ascoltando la conferenza di Umberto Galimberti che pubblico qui di seguito, ho scoperto una lettura della religione a cui non avevo mai pensato, cioè avevo pensato ma a livello di slogan, senza approfondirla più di tanto, quella cioè della religione vista come psiche collettiva, intesa cioè da un punto di vista sentimentale come lenitivo delle umane sofferenze. In sostanza, il filosofo dice: Ma se certe pratiche religiose fanno stare bene, procurano un benefici