"La convinzione è che i software che si scaricano gratuitamente da internet non potranno mai avere produttività, qualità e livello di affidabilità dei nostri pacchetti informatici".
Steve Ballmer
mercoledì 31 gennaio 2007
martedì 30 gennaio 2007
Lo so
Lo so, certe cose non si possono dire, non sono politically-correct, come si usa dire. E quindi non dirò che la CEI ha rotto le scatole, anche se lo penso.
Una volta si diceva - ricorderete - "libera Chiesa in libero Stato", a indicare che ognuno dei due soggetti era libero di esternare le proprie idee all'interno dei rispettivi ambiti. Oggi qualcosa è cambiato: lo Stato può fare delle leggi purché abbiano il benestare dell'entourage papale, il quale (altro segno di cambiamento) può permettersi il lusso di giudicare "superflua" una legge dello Stato, e può (come potete leggere nell'immagine in alto) addirittura suggerire delle modifiche al codice civile.
Siamo arrivati al punto che mi tocca per una volta condividere le parole di uno come Fassino, che ha invitato con pochi giri di parole i Vescovi a farsi... beh, insomma, avete capito. Difficile a questo punto non pensare a una futura discesa in politica del Vaticano, magari alle prossime amministrative.
Caro conto...
La Commissione Europea ha fatto una botta di conti e ha scoperto (pensate un pò) che l'Italia è il paese in cui si spende di più per tenere aperto un conto corrente. Mentre infatti la media europea è di 14 (quattordici) euro annue, da noi la media è 60 euro (il paese più caro dopo di noi è la Germania con 40).
Naturalmente non prendiamo neanche in considerazione realtà come Danimarca, Olanda e Svezia, dove il costo annuo è inferiore a 2 euro (sì, avete capito bene). Ma in fondo c'è poco da stupirsi: non siamo infatti noti per avere le assicurazioni, i telefoni, la benzina, il latte in polvere per bambini più cari d'Europa? Non ho capito, vogliamo farci mancare i conti correnti?
Naturalmente non prendiamo neanche in considerazione realtà come Danimarca, Olanda e Svezia, dove il costo annuo è inferiore a 2 euro (sì, avete capito bene). Ma in fondo c'è poco da stupirsi: non siamo infatti noti per avere le assicurazioni, i telefoni, la benzina, il latte in polvere per bambini più cari d'Europa? Non ho capito, vogliamo farci mancare i conti correnti?
lunedì 29 gennaio 2007
Arriva Windows Vista (e partono gli articoli "zerbino")
Domani esce Windows Vista, il nuovo sistema operativo di zio Bill, e sono già in circolazione, specialmente sulla stampa non specializzata, gli articoli "zerbino" pronti a decantare le meraviglie del nuovo parto di casa Microsoft. Ne pesco uno a caso tra i tanti, e precisamente questo dal sito di Repubblica.
Diciamo subito che l'articolo in sé non è male, ed è sempre meglio di quella specie di obbrobrio lecchino a firma Giuseppe Turani che Attivissimo si è divertito un paio di anni fa a smontare pezzo per pezzo.
Nel suo complesso, come dicevo, l'articolo mi pare abbastanza equilibrato. Non dimentica infatti di menzionare la lunghissima attesa e i continui rinvii rispetto alle intenzioni originarie e sottolinea correttamente che moltissime delle cosiddette innovazioni presenti nel nuovo s.o. Microsoft, in molti s.o. concorrenti sono presenti già da tempo.
Quello invece che mi lascia un pò perplesso è il paragrafo (dal titolo Contenuti Blindati, che è tutto un programma) in cui il Caccavella (l'autore dell'articolo) elogia come una grandissima innovazione il fatto che Vista abbia delle funzioni che definire "limitazioni al libero utilizzo" mi sembra un eufemismo. Mi verrebbe quasi da pensare che siano una specie di anticipazione (ben riuscita) del famoso Trusted Computing di cui ho parlato spesso tempo addietro e che ho ultimamente lasciato un pò perdere in quanto su alcuni forum in cui si discuteva di questa cosa sono stato apostrofato come "paranoico". Comunque, nel suddetto paragrafo, trovo (riporto pari pari):
[...] "Windows Vista conterrà lo stato dell'arte dei sistemi di protezione dei contenuti digitali richiesto dalla major della musica e del cinema. Ciò significa che sarà molto difficile riprodurre sul computer o copiare contenuti, come CD musicali, DVD o i nuovi dischi ad alta definzione HD-DVD e Blu Ray, non originali." [...]
Questa funzionalità implementata in Vista è quanto di più aberrante ci possa essere; e, nel caso non fosse sufficientemente chiaro, sta a significare principalmente due cose:
[...] "Ma c'è dell'altro. Vista esegue anche una verifica sull'hardware con cui è equipaggiato il PC, dalle schede grafiche ai monitor: se uno solo di essi non rispettase gli standard di protezione richiesti dalle major e implementati in Vista, oppure risultasse manomesso o modificato, il contenuto non sarà riprodotto come desiderato, anche se del tutto originale." [...]
Penso che non siano necessarie grandi spiegazioni: la grande innovazione offerta da Vista, infatti, sta tutta in queste poche righe, e si traduce nel fatto che qualsiasi minima modifica hardware che volessimo apportare alla nostra macchina dovrà sottostare all'approvazione del sistema operativo, il quale avrà di ridire se oseremo anche solo aggiungere un modulo ram o una scheda con un paio di porte usb; naturalmente non oso pensare cosa potrebbe succedere a sostituire il processore o la scheda madre.
Adesso qualcuno, per piacere, mi spiegherà come si fa a considerare tutto questo una grande novità e una svolta tecnologica importante. Non è che per caso all'autore sia venuto in mente che la grande tecnologia di Vista in realtà è solo una grande limitazione e niente più. In pratica abbiamo a che fare con sistema operativo che oltre a costare un sacco di soldi non ci consente di fare quello che ci pare col nostro pc, che a questo punto non si chiamerà più "personal computer" perché di personal avrà veramente poco.
Scusate se mi tengo stretto il mio Linux.
Diciamo subito che l'articolo in sé non è male, ed è sempre meglio di quella specie di obbrobrio lecchino a firma Giuseppe Turani che Attivissimo si è divertito un paio di anni fa a smontare pezzo per pezzo.
Nel suo complesso, come dicevo, l'articolo mi pare abbastanza equilibrato. Non dimentica infatti di menzionare la lunghissima attesa e i continui rinvii rispetto alle intenzioni originarie e sottolinea correttamente che moltissime delle cosiddette innovazioni presenti nel nuovo s.o. Microsoft, in molti s.o. concorrenti sono presenti già da tempo.
Quello invece che mi lascia un pò perplesso è il paragrafo (dal titolo Contenuti Blindati, che è tutto un programma) in cui il Caccavella (l'autore dell'articolo) elogia come una grandissima innovazione il fatto che Vista abbia delle funzioni che definire "limitazioni al libero utilizzo" mi sembra un eufemismo. Mi verrebbe quasi da pensare che siano una specie di anticipazione (ben riuscita) del famoso Trusted Computing di cui ho parlato spesso tempo addietro e che ho ultimamente lasciato un pò perdere in quanto su alcuni forum in cui si discuteva di questa cosa sono stato apostrofato come "paranoico". Comunque, nel suddetto paragrafo, trovo (riporto pari pari):
[...] "Windows Vista conterrà lo stato dell'arte dei sistemi di protezione dei contenuti digitali richiesto dalla major della musica e del cinema. Ciò significa che sarà molto difficile riprodurre sul computer o copiare contenuti, come CD musicali, DVD o i nuovi dischi ad alta definzione HD-DVD e Blu Ray, non originali." [...]
Questa funzionalità implementata in Vista è quanto di più aberrante ci possa essere; e, nel caso non fosse sufficientemente chiaro, sta a significare principalmente due cose:
- Microsoft ha accolto supinamente e con gioia l'invito dell'industria cinematografica a implementare sistemi di protezione che di fatto impediscono di poter fare col pc quello che si vuole. E tutto questo mentre (guarda un pò) le major discografiche stanno invece progressivamente abbandonando le funzionalità DRM dai nuovi supporti ottici musicali (vedi EMI e Virgin). Quindi, come al solito, zio Bill va controcorrente, solo dal verso sbagliato.
- In soldoni, quelle poche righe che ho riportato prima significano che se noi ci facciamo una copia di sicurezza di un cd o dvd regolarmente acquistato, Vista si rifiuterà di suonarlo per l'assurda implementazione di cui parlavo: questa sì che si chiama innovazione.
[...] "Ma c'è dell'altro. Vista esegue anche una verifica sull'hardware con cui è equipaggiato il PC, dalle schede grafiche ai monitor: se uno solo di essi non rispettase gli standard di protezione richiesti dalle major e implementati in Vista, oppure risultasse manomesso o modificato, il contenuto non sarà riprodotto come desiderato, anche se del tutto originale." [...]
Penso che non siano necessarie grandi spiegazioni: la grande innovazione offerta da Vista, infatti, sta tutta in queste poche righe, e si traduce nel fatto che qualsiasi minima modifica hardware che volessimo apportare alla nostra macchina dovrà sottostare all'approvazione del sistema operativo, il quale avrà di ridire se oseremo anche solo aggiungere un modulo ram o una scheda con un paio di porte usb; naturalmente non oso pensare cosa potrebbe succedere a sostituire il processore o la scheda madre.
Adesso qualcuno, per piacere, mi spiegherà come si fa a considerare tutto questo una grande novità e una svolta tecnologica importante. Non è che per caso all'autore sia venuto in mente che la grande tecnologia di Vista in realtà è solo una grande limitazione e niente più. In pratica abbiamo a che fare con sistema operativo che oltre a costare un sacco di soldi non ci consente di fare quello che ci pare col nostro pc, che a questo punto non si chiamerà più "personal computer" perché di personal avrà veramente poco.
Scusate se mi tengo stretto il mio Linux.
Inceneritori e fonti assimilabili
Una volta uno mi ha detto: "Ma tu dai credito a quello che dice Beppe Grillo?" La domanda in sè non è infondata, visto anche la faccia che ha questo signore, ma quando io gli ho risposto: "E tu dai credito a quello che dicono i nostri politici?" ha preso su e se ne è andato.
Beppe Grillo ha alcune volte dimostrato di aver preso delle cantonate, ma sono più le volte in cui ci ha visto giusto. E così voglio segnalare questo post pubblicato oggi sul suo blog. In questo momento molti nostri parlamentari stanno decidendo se eliminare o no i finanziamenti agli inceneritori. Le accuse mosse nei loro confronti sono di essere i maggiori responsabili dell'immissione nell'aria delle cosidette nanoparticelle, estremamente cancerogene per l'uomo. E tutto ciò in favore di alternative più ecologiche e a minor impatto ambientale, tipo diminuzione alla fonte della produzione di rifiuti, compostaggio, raccolta differenziata "porta a porta" e trattamento biologico a freddo.
Chi desidera far sentire la propria voce di dissenso contro il finanziamento agli inceneritori può mandare un e-mail (gli indirizzi sono qui e il testo lo trovate nel post di Grillo) e/o sottoscrivere una petizione online qui. Preciso che non voglio in nessun modo convincere qualcuno a firmare a questa petizione, mi limito solamente a segnalare il problema. Chi vuole è libero di documentarsi (i siti al riguardo non mancano) e decidere autonomamente se aderire o no.
Beppe Grillo ha alcune volte dimostrato di aver preso delle cantonate, ma sono più le volte in cui ci ha visto giusto. E così voglio segnalare questo post pubblicato oggi sul suo blog. In questo momento molti nostri parlamentari stanno decidendo se eliminare o no i finanziamenti agli inceneritori. Le accuse mosse nei loro confronti sono di essere i maggiori responsabili dell'immissione nell'aria delle cosidette nanoparticelle, estremamente cancerogene per l'uomo. E tutto ciò in favore di alternative più ecologiche e a minor impatto ambientale, tipo diminuzione alla fonte della produzione di rifiuti, compostaggio, raccolta differenziata "porta a porta" e trattamento biologico a freddo.
Chi desidera far sentire la propria voce di dissenso contro il finanziamento agli inceneritori può mandare un e-mail (gli indirizzi sono qui e il testo lo trovate nel post di Grillo) e/o sottoscrivere una petizione online qui. Preciso che non voglio in nessun modo convincere qualcuno a firmare a questa petizione, mi limito solamente a segnalare il problema. Chi vuole è libero di documentarsi (i siti al riguardo non mancano) e decidere autonomamente se aderire o no.
domenica 28 gennaio 2007
Dove non arriva il mouse
Mi capita spesso di dover fare il copia-incolla di un testo da un sito web a un editor di testo. Ci sono però molti siti che quando si tenta di fare questa operazione mostrano un messaggio di notifica, che avvisa dell'impossibilità di effettuare l'operazione per ragioni di copyright, e questo sia che si tenti di copiare del testo o di salvare un'immagine. Questa limitazione (abbastanza insensata) è tuttavia facilmente aggirabile usando la tastiera invece del mouse.
Supponiamo ad esempio di voler copiare una porzione di testo da questa pagina del sito del Quotidiano Nazionale. Se selezioniamo col sinistro del mouse la parte che ci interessa e poi clicchiamo col destro per far apparire il menù in cui scegliere "copia", ecco cosa succede:
Proviamo adesso a selezionare la stessa parte di testo sempre col mouse, ma, dopo averlo selezionato, invece di premere il destro per aprire il menù spingiamo contemporaneamente i tasti Ctrl + c. A questo punto apriamo il nostro editor di testo e spingiamo i tasti Ctrl + v per incollare il tutto. Voilà, aggirata con successo la limitazione:
Supponiamo ad esempio di voler copiare una porzione di testo da questa pagina del sito del Quotidiano Nazionale. Se selezioniamo col sinistro del mouse la parte che ci interessa e poi clicchiamo col destro per far apparire il menù in cui scegliere "copia", ecco cosa succede:
Proviamo adesso a selezionare la stessa parte di testo sempre col mouse, ma, dopo averlo selezionato, invece di premere il destro per aprire il menù spingiamo contemporaneamente i tasti Ctrl + c. A questo punto apriamo il nostro editor di testo e spingiamo i tasti Ctrl + v per incollare il tutto. Voilà, aggirata con successo la limitazione:
Uscire o non uscire? Questo è il dilemma...
Beh, un pò c'è da capirli: in questo periodo fa freddo e a uscire fuori di corsa, magari senza coprirsi, si rischia di beccare un raffreddore.
In ogni caso ho paura che anche chiamando il 188 il malcapitato avrebbe avuto ben poche speranze.
Salto di qualità
Di solito, almeno da me è così, i rompiballe si fanno vivi al telefono fisso (Teleconomy Internet permettendo, si intende). No, non fraintendete, non mi riferisco agli amici e ai conoscenti (che possono chiamare quando vogliono senza problemi, tanto non troveranno mai libero ^_^), ma ai vari Sky, Telecom e compagnia bella.
Ieri (o ier l'altro, non ricordo bene) c'è stato quello che in gergo viene definito il "salto di qualità": la chiamata pubblicitaria sul telefonino. Non sul mio (che in genere è spento), ma su quello di Chiara. Risponde infatti lei:
"Pronto?"
"Buongiorno, qui è Vodafone che vuole proporle..."
"Andreaaaa, pubblicità!" e mi passa il suo telefonino.
"Sì, pronto" dico io.
"...una fantastica opzione: Vodafone Casa Zero, lei chiama a zero centesimi col suo telefonino tutti i numero fissi d'Italia: e le comunico che stiamo per attivarla sul suo telefonino!"
"Scusi, ma è obbligatorio?" faccio io con un principio di giramento. A questa domanda la gentile signorina rimane sorpresa, quasi attonita, un pò come se le avessi chiesto quante volte l'ha preso nell'ultima settimana.
"Beh... no... non è obbligatoria, ma sa, offerte così..."
"Senta, facciamo così, lei non attiva un bel niente: io appena ho un attimo di tempo faccio un salto sul sito della Vodafone e dò un'occhiata a questa offerta, poi semmai ne riparliamo, ok?"
Clic. Sparita. Probabilmente ha chiuso mentre parlavo. Pazienza, richiamerà...
Ieri (o ier l'altro, non ricordo bene) c'è stato quello che in gergo viene definito il "salto di qualità": la chiamata pubblicitaria sul telefonino. Non sul mio (che in genere è spento), ma su quello di Chiara. Risponde infatti lei:
"Pronto?"
"Buongiorno, qui è Vodafone che vuole proporle..."
"Andreaaaa, pubblicità!" e mi passa il suo telefonino.
"Sì, pronto" dico io.
"...una fantastica opzione: Vodafone Casa Zero, lei chiama a zero centesimi col suo telefonino tutti i numero fissi d'Italia: e le comunico che stiamo per attivarla sul suo telefonino!"
"Scusi, ma è obbligatorio?" faccio io con un principio di giramento. A questa domanda la gentile signorina rimane sorpresa, quasi attonita, un pò come se le avessi chiesto quante volte l'ha preso nell'ultima settimana.
"Beh... no... non è obbligatoria, ma sa, offerte così..."
"Senta, facciamo così, lei non attiva un bel niente: io appena ho un attimo di tempo faccio un salto sul sito della Vodafone e dò un'occhiata a questa offerta, poi semmai ne riparliamo, ok?"
Clic. Sparita. Probabilmente ha chiuso mentre parlavo. Pazienza, richiamerà...
sabato 27 gennaio 2007
E' giusto picchiare la moglie
Magdi Allam è un giornalista che non ha bisogno di presentazioni. Siccome quando si leggono queste notizie sorge sempre il dubbio che chi ha scritto l'articolo abbia magari calcato un pò troppo la mano, penso che in questo caso il rischio non ci sia.
Una volta c'è stato un personaggio di un certo rilievo che ha detto qualcosa a proposito di presunte superiorità di alcune civiltà rispetto ad altre. Per quanto discutibile sia il personaggio in questione, davanti a questi fatti penso sia difficile dargli torto.
Una volta c'è stato un personaggio di un certo rilievo che ha detto qualcosa a proposito di presunte superiorità di alcune civiltà rispetto ad altre. Per quanto discutibile sia il personaggio in questione, davanti a questi fatti penso sia difficile dargli torto.
Il satellite di Emilio
In questi giorni tiene banco, come avrete notato, la questione del famoso "pacchetto Bersani", il decreto legge che in pratica dà il via alla liberalizzazione e alla riforma di molti settori della nostra economia: benzina, giornali, telefoni, ecc...
Accanto a questo è "in agguato" un altro provvedimento che sta facendo perdere il sonno all'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (che ha già annunciato che porterà in piazza 5 milioni di persone, se necessario), e cioè il disegno di legge del Ministro Gentiloni, che prevede, tra le altre cose, un tetto massimo di raccolta pubblicitaria per Rai e Mediaset e il trasferimento sul satellite di rai 3 e rete 4.
Non dò giudizi sulla bontà o meno di questo disegno di legge: primo perché non sono un tecnico e secondo perché non sono un esperto in materia di regolamentazione di sistemi radiotelevisivi. C'è però una cosa di cui voglio parlare, perché non riguarda il solo ambito televisivo ma sconfina nel diritto (violato) e, se vogliamo, nell'ingiustizia.
Se per caso vi è capitato di fare zapping in tv più o meno fra le 19 e le 19 e trenta, vi sarete sicuramente imbattuti nel tg (chiamamolo così) di Emilio Fede. E se non avete cambiato subito canale inorriditi (lo so, la tentazione è forte), avrete sicuramente ascoltato un suo intervento scandalizzato per la questione di cui parlavo prima: il trasferimento di rete 4 sul satellite. Preciso subito che a me Fede non sta particolarmente simpatico; tuttavia lo preferisco ad altri perché è palesemente schierato, è, nella sua partigianeria, "genuino", dice apertamente per chi tifa, quando sono invece in circolazione molti che leccano nell'anonimato e nall'ambiguità. Ma torniamo a rete 4. Probabilmente molti questa storia la conoscono già, magari per sentito dire, ma ne ignorano i dettagli; è comunque necessaria un pò di storia per capire.
La vicenda affonda le sue radici piuttosto indietro nel tempo, ma per comodità noi partiamo dal 1999. In questo anno Massimo D'alema, allora Presidente del Consiglio, per mettere un pò di ordine nel marasma e nella confusione che regna nel sistema televisivo italiano, indice una regolare gara d'appalto per assegnare a chi è interessato la concessione di frequenze per poter trasmettere su tutto il territorio nazionale. Le frequenze oggetto del bando di concorso sono 11: 3 per la Rai e 8 per i gruppi privati. Quando ormai i giochi parevano fatti (i requisiti per poter partecipare alla gara erano pesantissimi, e tra questi il possesso di 12 miliardi di lire di allora interamente versati), si presenta un signore, un certo Francesco di Stefano, che chiede di poter partecipare per l'assegnazione di ben due frequenze nazionali.
E' il panico: chi è questo qui che arriva e che scombina tutti i giochi che parevano già fatti? Al panico iniziale seguono i fatti: si cerca in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote a questo signore, prima con la scusa della mancanza di alcuni documenti, poi adducendo questioni di mancanza di capitale interamente versato e altre che non sto qui a elencare. Questo Di Francesco, che è evidentemente uno abituato a non mollare tanto facilmente, dimostra tutto quello che deve dimostrare: documenti in regola, capitale a posto e così via (seppure alcune di queste controversie abbia dovuto risolverle in seguito a ricorsi, naturalmente vinti). Insomma non ci sono storie: questo signore ha diritto alla concessione di una frequenza per poter trasmettere con la su tv, Europa 7, sull'intero territorio nazionale. C'è un solo problema: le frequenze assegnategli sono occupate dell'emittente rete 4, dell'allora gruppo Fininvest (oggi Mediaset), che per effetto del bando regolarmente vinto dal Di Stefano avrebbe dovuto immediatamente trasferirsi sul satellite lasciandole al legittimo possessore, ma che a tutt'oggi non ha alcuna intenzione di mollarle.
Di Stefano (che evidentemente da piccolo è stato tirato su con latte d'asina) non si arrende neppure stavolta, e di fronte a quella che ritiene (come effettivamente è) un'ingiustizia, dà il via a una serie di querele, citazioni, ingiunzioni, cause civili, penali, tar e Commissione Europea. E volete sapere come è andata a finire? Tutte (quando dico tutte intendo tutte) le cause intentate sono vinte: è universalmente riconosciuto a questo signore il diritto legittimo di poter trasmettere sull'intero territorio nazionale con la sua Europa 7. Eppure tutto questo non basta ancora: rete 4 continua tranquillamente a trasmettere utilizzando le frequenze che non sono più sue.
Nel 2002 succede qualcosa, forse la svolta. Si pronuncia con giudizio definitivo la Corte Costituzionale, che è il massimo organo della Repubblica Italiana che ha competenza a redimere controversie sulla legittimità costituzionale dell'intero apparato legislativo del nostro paese. La sentenza è la numero 466-2002 (testo integrale qui), e intima a rete 4 di trasferirsi entro e non oltre il 31 dicembre 2003 sul satellite e lasciare a disposizione del legittimo possessore le frequenze così liberate. Le sentenze della Corte Costituzionale non sono ciccioli, quando si pronuncia questa si muove la Polizia (normalmente). Eppure provate ancora oggi (2007) a spingere il tasto 4 del vostro telecomando, cosa ci trovate? Europa 7... anzi, cioè, rete 4, che continua a trasmettere in barba a ogni diritto, ogni sentenza, ogni legge.
Nel 2004 un ulteriore aiuto (a rete 4) arriva dalla cosiddetta Legge Gasparri, e in particolare dall'articolo 20 comma 5, che in pratica autorizza una specie di condono che consente a "soggetti privi di titolo" di trasmettere qualora occupino frequenze non proprie a titolo temporaneo. Siamo di fronte a un caso su molti siti internet definito come unico al mondo: e cioè un'emittente televisiva con regolare concessione di trasmissione a cui non vengono assegnate le frequenze che le spetterebbero per legge. Avete mai letto questa storia sui giornali? L'avete mai udita dai telegiornali? No, troppo impegnati a dedicare pagine su pagine e servizi su servizi alla strage di Erba, all'esodo del weekend, al tempo, ecc...
Naturalmente, per par-condicio, ho anche cercato in rete notizie che giustificassero la legittimità di rete 4 di continuare a trasmettere: un appiglio, qualcosa. Niente, a parte la legge Gasparri (concepita, ricordiamolo, in palese violazione della sentenza della corte Costituzionale) non ho trovato niente. e quindi c'è attualmente questo imprenditore, Di Stefano, con la sua società praticamente ferma ma che continua comunque a sostenere costi di gestione in strutture, personale, sedi a fronte di zero introiti.
Se vi capita ancora di sentire Emilio Fede che lamenta tentativi di censura, perdite di posti di lavoro, tentativi di imbavagliare chissaché mandando rete 4 sul satellite, pensate a questa storia, che non viene da un oscuro e misconosciuto paese sotto dittatura del continente sub-sahariano, ma dalla nostra "civilissima" Italia.
Accanto a questo è "in agguato" un altro provvedimento che sta facendo perdere il sonno all'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (che ha già annunciato che porterà in piazza 5 milioni di persone, se necessario), e cioè il disegno di legge del Ministro Gentiloni, che prevede, tra le altre cose, un tetto massimo di raccolta pubblicitaria per Rai e Mediaset e il trasferimento sul satellite di rai 3 e rete 4.
Non dò giudizi sulla bontà o meno di questo disegno di legge: primo perché non sono un tecnico e secondo perché non sono un esperto in materia di regolamentazione di sistemi radiotelevisivi. C'è però una cosa di cui voglio parlare, perché non riguarda il solo ambito televisivo ma sconfina nel diritto (violato) e, se vogliamo, nell'ingiustizia.
Se per caso vi è capitato di fare zapping in tv più o meno fra le 19 e le 19 e trenta, vi sarete sicuramente imbattuti nel tg (chiamamolo così) di Emilio Fede. E se non avete cambiato subito canale inorriditi (lo so, la tentazione è forte), avrete sicuramente ascoltato un suo intervento scandalizzato per la questione di cui parlavo prima: il trasferimento di rete 4 sul satellite. Preciso subito che a me Fede non sta particolarmente simpatico; tuttavia lo preferisco ad altri perché è palesemente schierato, è, nella sua partigianeria, "genuino", dice apertamente per chi tifa, quando sono invece in circolazione molti che leccano nell'anonimato e nall'ambiguità. Ma torniamo a rete 4. Probabilmente molti questa storia la conoscono già, magari per sentito dire, ma ne ignorano i dettagli; è comunque necessaria un pò di storia per capire.
La vicenda affonda le sue radici piuttosto indietro nel tempo, ma per comodità noi partiamo dal 1999. In questo anno Massimo D'alema, allora Presidente del Consiglio, per mettere un pò di ordine nel marasma e nella confusione che regna nel sistema televisivo italiano, indice una regolare gara d'appalto per assegnare a chi è interessato la concessione di frequenze per poter trasmettere su tutto il territorio nazionale. Le frequenze oggetto del bando di concorso sono 11: 3 per la Rai e 8 per i gruppi privati. Quando ormai i giochi parevano fatti (i requisiti per poter partecipare alla gara erano pesantissimi, e tra questi il possesso di 12 miliardi di lire di allora interamente versati), si presenta un signore, un certo Francesco di Stefano, che chiede di poter partecipare per l'assegnazione di ben due frequenze nazionali.
E' il panico: chi è questo qui che arriva e che scombina tutti i giochi che parevano già fatti? Al panico iniziale seguono i fatti: si cerca in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote a questo signore, prima con la scusa della mancanza di alcuni documenti, poi adducendo questioni di mancanza di capitale interamente versato e altre che non sto qui a elencare. Questo Di Francesco, che è evidentemente uno abituato a non mollare tanto facilmente, dimostra tutto quello che deve dimostrare: documenti in regola, capitale a posto e così via (seppure alcune di queste controversie abbia dovuto risolverle in seguito a ricorsi, naturalmente vinti). Insomma non ci sono storie: questo signore ha diritto alla concessione di una frequenza per poter trasmettere con la su tv, Europa 7, sull'intero territorio nazionale. C'è un solo problema: le frequenze assegnategli sono occupate dell'emittente rete 4, dell'allora gruppo Fininvest (oggi Mediaset), che per effetto del bando regolarmente vinto dal Di Stefano avrebbe dovuto immediatamente trasferirsi sul satellite lasciandole al legittimo possessore, ma che a tutt'oggi non ha alcuna intenzione di mollarle.
Di Stefano (che evidentemente da piccolo è stato tirato su con latte d'asina) non si arrende neppure stavolta, e di fronte a quella che ritiene (come effettivamente è) un'ingiustizia, dà il via a una serie di querele, citazioni, ingiunzioni, cause civili, penali, tar e Commissione Europea. E volete sapere come è andata a finire? Tutte (quando dico tutte intendo tutte) le cause intentate sono vinte: è universalmente riconosciuto a questo signore il diritto legittimo di poter trasmettere sull'intero territorio nazionale con la sua Europa 7. Eppure tutto questo non basta ancora: rete 4 continua tranquillamente a trasmettere utilizzando le frequenze che non sono più sue.
Nel 2002 succede qualcosa, forse la svolta. Si pronuncia con giudizio definitivo la Corte Costituzionale, che è il massimo organo della Repubblica Italiana che ha competenza a redimere controversie sulla legittimità costituzionale dell'intero apparato legislativo del nostro paese. La sentenza è la numero 466-2002 (testo integrale qui), e intima a rete 4 di trasferirsi entro e non oltre il 31 dicembre 2003 sul satellite e lasciare a disposizione del legittimo possessore le frequenze così liberate. Le sentenze della Corte Costituzionale non sono ciccioli, quando si pronuncia questa si muove la Polizia (normalmente). Eppure provate ancora oggi (2007) a spingere il tasto 4 del vostro telecomando, cosa ci trovate? Europa 7... anzi, cioè, rete 4, che continua a trasmettere in barba a ogni diritto, ogni sentenza, ogni legge.
Nel 2004 un ulteriore aiuto (a rete 4) arriva dalla cosiddetta Legge Gasparri, e in particolare dall'articolo 20 comma 5, che in pratica autorizza una specie di condono che consente a "soggetti privi di titolo" di trasmettere qualora occupino frequenze non proprie a titolo temporaneo. Siamo di fronte a un caso su molti siti internet definito come unico al mondo: e cioè un'emittente televisiva con regolare concessione di trasmissione a cui non vengono assegnate le frequenze che le spetterebbero per legge. Avete mai letto questa storia sui giornali? L'avete mai udita dai telegiornali? No, troppo impegnati a dedicare pagine su pagine e servizi su servizi alla strage di Erba, all'esodo del weekend, al tempo, ecc...
Naturalmente, per par-condicio, ho anche cercato in rete notizie che giustificassero la legittimità di rete 4 di continuare a trasmettere: un appiglio, qualcosa. Niente, a parte la legge Gasparri (concepita, ricordiamolo, in palese violazione della sentenza della corte Costituzionale) non ho trovato niente. e quindi c'è attualmente questo imprenditore, Di Stefano, con la sua società praticamente ferma ma che continua comunque a sostenere costi di gestione in strutture, personale, sedi a fronte di zero introiti.
Se vi capita ancora di sentire Emilio Fede che lamenta tentativi di censura, perdite di posti di lavoro, tentativi di imbavagliare chissaché mandando rete 4 sul satellite, pensate a questa storia, che non viene da un oscuro e misconosciuto paese sotto dittatura del continente sub-sahariano, ma dalla nostra "civilissima" Italia.
venerdì 26 gennaio 2007
Scusi, mi presta il c/c?
Giusto qualche giorno fa Zeusnews parlava di riciclaggio di denaro sporco su internet. Neanche a farlo apposta, nelle stesse ore mi arrivava una simpatica e-mail da tale Mr. Donnas Martin. Vi ripropongo il testo integrale in inglese cosicché se dovesse capitare qualcosa di simile nella vostra webmail sapete che si tratta di un tentativo di truffa:
Dearest
I am a financial consultant based in Ghana. I have a client that has a
huge amount of money that runs into millions of dollars to invest in a
stable economy.
His interest is in companies/investments with potentials for rapid growth
in long terms or individual who have what it takes towards investment.
My
client is interested in placing part of his fund in your company if you
have one so long as your country's bilaws allows foreign investment with
less taxation.
He also intend to donate part of the fund to establish welfare trust fund
meant for children of less privileges, motherless babies and orphanage
children around the world which shall be supervised by you
If you have this quality to handle this project,write me back for more
details via my e-mail address: donnasmartin@email.com or Telephone 00233
27 52 84 665
Yours faithfully,
Mr.Donnas Martin
NB: The fund is free from drug, terrorist or money laundering related
offences.
Brevemente, per chi avesse poca dimestichezza con l'inglese, si tratta di un fantomatico consulente finanziario residente nel Ghana, che ha una certa urgenza di trasferire un grosso capitale - per conto di un suo cliente - in Italia per effettuare alcuni proficui investimenti. In pratica ci viene chiesto di associarci a questa speculazione finanziaria mettendo a disposizione il nostro c/c bancario.
Se dovesse capitarvi un'e-mail di questo tipo siete di fronte a un tentativo di truffa. Si tratta di gente che ha bisogno di far passare somme di denaro per più mani (e più conti correnti) al fine di rallentare eventuali indagini. Contattando l'e-mail riportata nel messaggio per aderire a questa strampalata offerta, non solo si viene truffati, ma si commette un reato vero e proprio: concorso in riciclaggio di denaro sporco, proveniente da chissà dove.
E' una specie di variante della famosa truffa alla nigeriana, della quale, a cadenza più o meno regolare, si è occupata (e ogni tanto si occupa ancora) anche Striscia la Notizia. Questa truffa online è in circolazione da parecchi anni (le prime comparse sono segnalate nel 2001/2002), e se ne è occupata addirittura la CNN. Il motivo è come al solito semplice: ci casca un sacco di gente. Molti allettati dalla promessa di una percentuale di guadagno del 10/15% su ogni transazione effettuata, molti allettati dal fatto che, in particolari circostanze, quelli che si chiamano buon senso e raziocinio si eclissano misteriosamente e non si fanno più vedere, almeno finché ci si trova la Guardia di Finanza alla porta (quando cioè, in genere, è troppo tardi).
Insomma, non ci vuole il cervello di Einstein per sentire puzza di bruciato (o forse sì, visto il numero di quelli che ci cascano), si tratta solo di affidarsi al buon vecchio buon senso (sempre che sia tornato).
Dearest
I am a financial consultant based in Ghana. I have a client that has a
huge amount of money that runs into millions of dollars to invest in a
stable economy.
His interest is in companies/investments with potentials for rapid growth
in long terms or individual who have what it takes towards investment.
My
client is interested in placing part of his fund in your company if you
have one so long as your country's bilaws allows foreign investment with
less taxation.
He also intend to donate part of the fund to establish welfare trust fund
meant for children of less privileges, motherless babies and orphanage
children around the world which shall be supervised by you
If you have this quality to handle this project,write me back for more
details via my e-mail address: donnasmartin@email.com or Telephone 00233
27 52 84 665
Yours faithfully,
Mr.Donnas Martin
NB: The fund is free from drug, terrorist or money laundering related
offences.
Brevemente, per chi avesse poca dimestichezza con l'inglese, si tratta di un fantomatico consulente finanziario residente nel Ghana, che ha una certa urgenza di trasferire un grosso capitale - per conto di un suo cliente - in Italia per effettuare alcuni proficui investimenti. In pratica ci viene chiesto di associarci a questa speculazione finanziaria mettendo a disposizione il nostro c/c bancario.
Se dovesse capitarvi un'e-mail di questo tipo siete di fronte a un tentativo di truffa. Si tratta di gente che ha bisogno di far passare somme di denaro per più mani (e più conti correnti) al fine di rallentare eventuali indagini. Contattando l'e-mail riportata nel messaggio per aderire a questa strampalata offerta, non solo si viene truffati, ma si commette un reato vero e proprio: concorso in riciclaggio di denaro sporco, proveniente da chissà dove.
E' una specie di variante della famosa truffa alla nigeriana, della quale, a cadenza più o meno regolare, si è occupata (e ogni tanto si occupa ancora) anche Striscia la Notizia. Questa truffa online è in circolazione da parecchi anni (le prime comparse sono segnalate nel 2001/2002), e se ne è occupata addirittura la CNN. Il motivo è come al solito semplice: ci casca un sacco di gente. Molti allettati dalla promessa di una percentuale di guadagno del 10/15% su ogni transazione effettuata, molti allettati dal fatto che, in particolari circostanze, quelli che si chiamano buon senso e raziocinio si eclissano misteriosamente e non si fanno più vedere, almeno finché ci si trova la Guardia di Finanza alla porta (quando cioè, in genere, è troppo tardi).
Insomma, non ci vuole il cervello di Einstein per sentire puzza di bruciato (o forse sì, visto il numero di quelli che ci cascano), si tratta solo di affidarsi al buon vecchio buon senso (sempre che sia tornato).
Le buone notizie della domenica mattina
Questa mattina, come ogni domenica, esco verso le otto e vado a far colazione al "Melograno", il bar ristorante attaccato a casa.
Maurizio, barista e co-gestore del bar (linuxiano doc; avete mai visto un barista linuxiano? Grande!), mi chiede se ho saputo la notizia.
"Che notizia?" chiedo io.
"Poggio Berni avrà l'adsl! Guarda sul giornale."
Sfoglio furiosamente il giornale. E' vero, la notizia è riportata sia sul Carlino che sulla Voce. Pare infatti che Telecom, entro il 2007, abbia intenzione di coprire Poggio Berni e comuni limitrofi, vista la mole di richieste ricevute.
Il sito del comune ancora non ne parla, ma volete che due quotidiani raccontino una balla?
Yuhuu, vi immaginate il mio Tux che veleggia veloce con la banda larga?
Maurizio, barista e co-gestore del bar (linuxiano doc; avete mai visto un barista linuxiano? Grande!), mi chiede se ho saputo la notizia.
"Che notizia?" chiedo io.
"Poggio Berni avrà l'adsl! Guarda sul giornale."
Sfoglio furiosamente il giornale. E' vero, la notizia è riportata sia sul Carlino che sulla Voce. Pare infatti che Telecom, entro il 2007, abbia intenzione di coprire Poggio Berni e comuni limitrofi, vista la mole di richieste ricevute.
Il sito del comune ancora non ne parla, ma volete che due quotidiani raccontino una balla?
Yuhuu, vi immaginate il mio Tux che veleggia veloce con la banda larga?
Utenti avvisati
Windows Vista non è ancora uscito che già M$ comincia a dare qualche vaga indicazione sull'estensione del supporto a Xp.
Come dire, utenti avvisati...
Come dire, utenti avvisati...
giovedì 25 gennaio 2007
Fine della telenovela?
Per adesso la bozza dei provvedimenti, tra cui quello per l'abolizione dei costi di ricarica dei telefonini, è all'esame del Consiglio dei Ministri. Chissà, dopo tante parole, proteste, petizioni, siamo finalmente a una svolta? Può darsi. Aspettiamo fiduciosi.
Però stavo pensando una cosa: sarebbe interessante e giusto, se mai verranno veramente aboliti questi costi, applicare una sorta di rimborso retroattivo. Voglio dire, visto che vengono aboliti potrebbero rimborsarci (con gli interessi) tutti gli anni in cui abbiamo pagato ingiustamente questo balzello.
Mmh... forse esagero.
Però stavo pensando una cosa: sarebbe interessante e giusto, se mai verranno veramente aboliti questi costi, applicare una sorta di rimborso retroattivo. Voglio dire, visto che vengono aboliti potrebbero rimborsarci (con gli interessi) tutti gli anni in cui abbiamo pagato ingiustamente questo balzello.
Mmh... forse esagero.
Il senso della realtà? Perso nel videofonino
C'è qualcosa che secondo me si sta allontanando. O, meglio, si sta allontanando dai ragazzi: il senso della realtà, quella vera, quella spicciola di tutti i giorni. Oggi c'è la realtà virtuale, immateriale, ma che racconta cose terribilmente vere. C'è un bisogno di mostrarsi, di farsi vedere, di divulgare le cose peggiori che si possano immaginare; e per fare questo basta poco: ad esempio un videofonino, oggetto oggi praticamente in mano a tutti indipendentemente dall'età.
E così ci ritroviamo con notizie come questa oggi, come quest'altra ieri, come quest'altra l'altro ieri, e così via (se ne potrebbero linkare a non finire): tutti sentono il bisogno di immortalare quello che fanno e di renderlo di dominio pubblico, in una sorta di demenziale emulazione del grande fratello. E, non so se ve ne siete accorti, sta prendendo piede la "moda" (se così si può chiamare) dei filmini amatoriali girati all'interno delle scuole, spesso a carattere semi-pornografico, per usare un eufemismo.
Davanti a queste cose assistiamo allo scervellarsi collettivo di psicologi, psichiatri e genitori sul perché succede questo. A rotazione viene data la colpa alla famiglia, alla televisione, alla scuola, alla pubblicità o a tutte queste cose insieme. E chi può dire di chi è la colpa? Così, di primo acchito, viene istintivo mettere sul banco degli imputati la famiglia, adducendo la motivazione che sia il pilastro fondamentale dal quale deve partire l'educazione. E potrebbe anche essere vero, come è però altrettanto vero che spesso il "lavoro" svolto all'interno della famiglia viene vanificato dalla stessa scuola. Ho esperienza diretta di questo: mi è capitato ad esempio di scambiare occhiate stupefatte con mia moglie davanti a certe espressioni verbali pronunciate dalle nostre figlie. E alla richiesta di spiegazioni sentirmi dire: "l'abbiamo sentito a scuola!".
E' anche purtroppo vero che siamo nella civiltà dei culi e delle tette, non c'è bisogno di essere dei fini Sherlock Holmes per capirlo: basta guardare la pubblicità in tv, i cartelloni per la strada, i giornali: in ogni occasione c'è la stragnocca di turno utilizzata anche per reclamizzare lo sturalavandini. Più della metà dei compagni di classe della mia figlia più grandicella (5a elementare) ha il telefonino, e già da tempo anche lei ha cominciato a chiederlo. Quest'altr'anno andrà in prima media e non so cosa augurarmi, con professori e docenti alle prese con una popolazione studentesca "tutta da comprendere". Una qualche speranza mi viene dal fatto che in famiglia abbiamo sempre fatto (e facciamo) di tutto per tirare su i figli in un certo modo, cercando di spiegare cosa è bene e cosa è male. Resta da vedere se è servito a qualcosa o se sono state solo parole al vento.
E così ci ritroviamo con notizie come questa oggi, come quest'altra ieri, come quest'altra l'altro ieri, e così via (se ne potrebbero linkare a non finire): tutti sentono il bisogno di immortalare quello che fanno e di renderlo di dominio pubblico, in una sorta di demenziale emulazione del grande fratello. E, non so se ve ne siete accorti, sta prendendo piede la "moda" (se così si può chiamare) dei filmini amatoriali girati all'interno delle scuole, spesso a carattere semi-pornografico, per usare un eufemismo.
Davanti a queste cose assistiamo allo scervellarsi collettivo di psicologi, psichiatri e genitori sul perché succede questo. A rotazione viene data la colpa alla famiglia, alla televisione, alla scuola, alla pubblicità o a tutte queste cose insieme. E chi può dire di chi è la colpa? Così, di primo acchito, viene istintivo mettere sul banco degli imputati la famiglia, adducendo la motivazione che sia il pilastro fondamentale dal quale deve partire l'educazione. E potrebbe anche essere vero, come è però altrettanto vero che spesso il "lavoro" svolto all'interno della famiglia viene vanificato dalla stessa scuola. Ho esperienza diretta di questo: mi è capitato ad esempio di scambiare occhiate stupefatte con mia moglie davanti a certe espressioni verbali pronunciate dalle nostre figlie. E alla richiesta di spiegazioni sentirmi dire: "l'abbiamo sentito a scuola!".
E' anche purtroppo vero che siamo nella civiltà dei culi e delle tette, non c'è bisogno di essere dei fini Sherlock Holmes per capirlo: basta guardare la pubblicità in tv, i cartelloni per la strada, i giornali: in ogni occasione c'è la stragnocca di turno utilizzata anche per reclamizzare lo sturalavandini. Più della metà dei compagni di classe della mia figlia più grandicella (5a elementare) ha il telefonino, e già da tempo anche lei ha cominciato a chiederlo. Quest'altr'anno andrà in prima media e non so cosa augurarmi, con professori e docenti alle prese con una popolazione studentesca "tutta da comprendere". Una qualche speranza mi viene dal fatto che in famiglia abbiamo sempre fatto (e facciamo) di tutto per tirare su i figli in un certo modo, cercando di spiegare cosa è bene e cosa è male. Resta da vedere se è servito a qualcosa o se sono state solo parole al vento.
Blogger d'Italia unitevi! SWG vi chiama
La società di ricerche e analisi SWG ha lanciato un questionario online per fare un pò il punto sul fenomeno blog nel nostro paese. Si tratta di un'indagine a cui possono partecipare liberamente sia i blogger sia i tanti che ogni giorno li seguono e li leggono. Il tutto dura circa un quarto d'ora; chi vuole partecipare può cliccare qui.
mercoledì 24 gennaio 2007
Nulla è perduto con Firefox
Una delle funzionalità più reclamizzate dell'ultima versione di Firefox (2.0.0.1) è la possibilità di recuperare, in caso di crash o comunque interruzione accidentale del programma, l'esatta sequenza delle finestre aperte nella stessa posizione in cui si trovavano al momento dell'"incidente". Questa sera ho avuto modo di provare la grande comodità di questa opzione.
La versione installata sul mio Xp, infatti, per qualche oscuro motivo ha deciso di piantarmi improvvisamente in asso. E non in un momento qualsiasi, ma mentre avevo aperte la bellezza di 5 finestre su altrettanti siti da cui stavo raccogliendo materiale per uno dei miei prossimi articoli. Stavo già per cominciare il rosario, quando all'improvviso mi è apparsa questa bella finestrella:
Ho cliccato su Ripristina la sessione e voilà: tutte e 5 le finestre aperte nella esatta posizione in cui si trovavano prima del crash. Ho quindi ripreso tranquillamente il lavoro dal punto esatto in cui l'avevo interrotto.
Non oso pensare cosa sarebbe successo con Internet Explorer.
La versione installata sul mio Xp, infatti, per qualche oscuro motivo ha deciso di piantarmi improvvisamente in asso. E non in un momento qualsiasi, ma mentre avevo aperte la bellezza di 5 finestre su altrettanti siti da cui stavo raccogliendo materiale per uno dei miei prossimi articoli. Stavo già per cominciare il rosario, quando all'improvviso mi è apparsa questa bella finestrella:
Ho cliccato su Ripristina la sessione e voilà: tutte e 5 le finestre aperte nella esatta posizione in cui si trovavano prima del crash. Ho quindi ripreso tranquillamente il lavoro dal punto esatto in cui l'avevo interrotto.
Non oso pensare cosa sarebbe successo con Internet Explorer.
Infettiamoci tutti allegramente
Gli ultimi dati, aggiornati a ieri, dicono che i pc infettati finora sono circa 300.000 (con tendenza al rialzo). Il virus che sta perpetrando in queste ore questa specie di strage informatica ha vari nomi: Storm Trojan, CME-711, Downloader-BAI e altri molto pittoreschi. Si propaga via e-mail aprendo l'allegato infetto, secondo l'usanza che è in voga da qualche tempo.
Ma c'è qualcosa che ancora mi stupisce: il comportamento degli utenti. Visto che questo trojan per installarsi nel pc ha bisogno del permesso del proprietario (il doppio clic sull'allegato infetto), le ipotesi che si possono fare sono due:
I creatori di virus hanno poi scoperto un alleato formidabile delle loro malefatte: la psicologia. Proprio così, i vandali informatici sono anche psicologi, e fanno uso di una tecnica (la curiosità appunto) che induce il normale utente ad abbassare le normali difese e a mettere da parte i dubbi in forza dell'emozione provocata dal messaggio. E qui, purtroppo, non c'è antivirus che tenga: se l'utente decide che l'allegato è da aprire, lo apre.
Sul sito di Symantec c'è un'interessante paginetta con alcuni dettagli dell'infezione che sta facendo questa piccola catastrofe (tra cui l'elenco dei possibili oggetti e i nomi degli allegati). Ci sono alcune spiegazioni tecniche (tutto sommato abbastanza accessibili) su come riconoscere l'infezione, i danni che provoca e alcune "manovre" da effettuare per rimuovere il trojan nel malaugurato caso che abbia infettato il pc. Va ricordato che sono infettabili solo i sistemi operativi Windows nelle varie versioni, chi usa prodotti alternativi (Mac o Linux) come al solito campa tranquillo.
Ma c'è qualcosa che ancora mi stupisce: il comportamento degli utenti. Visto che questo trojan per installarsi nel pc ha bisogno del permesso del proprietario (il doppio clic sull'allegato infetto), le ipotesi che si possono fare sono due:
- La maggior parte degli utenti non sa che aprire disinvoltamente qualsiasi cosa gli capiti a tiro può essere pericoloso
- Oppure lo sa ma non riesce a resistere alla tentazione
I creatori di virus hanno poi scoperto un alleato formidabile delle loro malefatte: la psicologia. Proprio così, i vandali informatici sono anche psicologi, e fanno uso di una tecnica (la curiosità appunto) che induce il normale utente ad abbassare le normali difese e a mettere da parte i dubbi in forza dell'emozione provocata dal messaggio. E qui, purtroppo, non c'è antivirus che tenga: se l'utente decide che l'allegato è da aprire, lo apre.
Sul sito di Symantec c'è un'interessante paginetta con alcuni dettagli dell'infezione che sta facendo questa piccola catastrofe (tra cui l'elenco dei possibili oggetti e i nomi degli allegati). Ci sono alcune spiegazioni tecniche (tutto sommato abbastanza accessibili) su come riconoscere l'infezione, i danni che provoca e alcune "manovre" da effettuare per rimuovere il trojan nel malaugurato caso che abbia infettato il pc. Va ricordato che sono infettabili solo i sistemi operativi Windows nelle varie versioni, chi usa prodotti alternativi (Mac o Linux) come al solito campa tranquillo.
Ringraziamento
Lo so, non sta bene fare pubblicità, ma un pubblico ringraziamento ai ragazzi di Computer Ok di Santarcangelo, che mi hanno aiutato a risolvere un problema di compatibilità nell'aggiungere un modulo ram al mio vecchio pc e soprattutto mi sono venuti incontro sul prezzo (che oggi come oggi non fa mai male), se lo sono meritato.
martedì 23 gennaio 2007
Ripensamenti dell'ultima ora
La recente sentenza della cassazione, che ha scagionato i due giovani di Torino dall'accusa di aver illegalmente condiviso materiale protetto da diritto d'autore, ha - come era prevedibile - provocato titoloni a tutta pagina su molti quotidiani. Titoloni - a dir la verità - abbastanza fuorvianti, che davano l'impressione (errata) che come d'incanto tutto fosse permesso e si potesse scaricare liberamente a destra e sinistra senza farsi tanti scrupoli.
Anche parecchi siti d'informazione online ci hanno messo del loro, a cominciare - solo per citarne alcuni - dal Corriere, passando dal Tgcom e arrivando all'Ansa. Qualcuno però si è accorto di aver effettivamente esagerato e ha pensato bene di fare, come dire, una specie di retromarcia. E' il caso ad esempio della versione online de La Stampa, che sabato 20 titolava così:
e lunedì 22 se ne usciva con questo articolo:
per tentare di ridimensionare un pò la cosa.
Insomma, come regola generale, è sempre bene prendere con le pinze le notizie che troviamo sulla stampa cosiddetta generalista, e quando possibile è sempre consigliabile cercare di approfondire, magari su siti specializzati, l'eventuale argomento che ci interessa. Sono noti alcuni esempi clamorosi di cantonate prese dalla stampa, tipo queste due "perle" di Repubblica di qualche tempo fa: quella dei 235 milioni di persone che ogni anno muoiono sulle strade d'Europa e quella della falsa fotografia che raffigurerebbe il blackout verificatosi sul territorio italiano la notte del 27 settembre 2003.
Insomma, occhi aperti.
Anche parecchi siti d'informazione online ci hanno messo del loro, a cominciare - solo per citarne alcuni - dal Corriere, passando dal Tgcom e arrivando all'Ansa. Qualcuno però si è accorto di aver effettivamente esagerato e ha pensato bene di fare, come dire, una specie di retromarcia. E' il caso ad esempio della versione online de La Stampa, che sabato 20 titolava così:
e lunedì 22 se ne usciva con questo articolo:
per tentare di ridimensionare un pò la cosa.
Insomma, come regola generale, è sempre bene prendere con le pinze le notizie che troviamo sulla stampa cosiddetta generalista, e quando possibile è sempre consigliabile cercare di approfondire, magari su siti specializzati, l'eventuale argomento che ci interessa. Sono noti alcuni esempi clamorosi di cantonate prese dalla stampa, tipo queste due "perle" di Repubblica di qualche tempo fa: quella dei 235 milioni di persone che ogni anno muoiono sulle strade d'Europa e quella della falsa fotografia che raffigurerebbe il blackout verificatosi sul territorio italiano la notte del 27 settembre 2003.
Insomma, occhi aperti.
lunedì 22 gennaio 2007
La dipartita dell'Abbé Pierre
Chi segue da un pò di tempo quello che scrivo, avrà capito che non condivido alcune (molte) posizioni della Chiesa riguardo a molti aspetti della vita civile e politica del paese. Ma non ce l'ho in particolare coi preti: non sono un anticlericale in senso stretto. Ce l'ho con quelli che dall'alto della loro posizione continuano a fare proclami e a dare direttive (il più delle volte insensate e completamente avulse dalla realtà) su come dovremmo comportarci, come dovremmo agire, cosa sarebbe meglio per noi, ecc...
Ieri ci ha lasciato uno, un religioso, che non era niente di tutto questo: l'abate Pierre (biografia). Henri Groues (questo il suo vero nome) apparteneva a quella categoria di religiosi che non ha raggiunto la notorietà con le chiacchiere, ma coi fatti, a cominciare dal salvataggio di tantissimi ebrei e polacchi dallo sterminio nazista attraverso la falsificazione di passaporti, alla condotta in salvo di molti perseguitati dalla Gestapo attraverso le Alpi. Poi divenne partigiano, contribuendo attivamente alla liberazione della Francia dal nazismo, fino a diventare egli stesso ricercato dalla Gestapo, la famigerata polizia politica di Hitler.
Difficile e quasi impossibile elencare in un post tutto quello che ha fatto questo prete "controcorrente" (e dalla vita a volte non proprio ligia ai dettami ecclesiastici). Se avete un pò di tempo date una letta alla sua biografia che ho linkato sopra oppure girate un pò su Google. E poi provate un pò a fare un paragone coi vari Ruini e company, così, giusto per vedere la differenza tra chi chiacchiera e chi "fa".
Ieri ci ha lasciato uno, un religioso, che non era niente di tutto questo: l'abate Pierre (biografia). Henri Groues (questo il suo vero nome) apparteneva a quella categoria di religiosi che non ha raggiunto la notorietà con le chiacchiere, ma coi fatti, a cominciare dal salvataggio di tantissimi ebrei e polacchi dallo sterminio nazista attraverso la falsificazione di passaporti, alla condotta in salvo di molti perseguitati dalla Gestapo attraverso le Alpi. Poi divenne partigiano, contribuendo attivamente alla liberazione della Francia dal nazismo, fino a diventare egli stesso ricercato dalla Gestapo, la famigerata polizia politica di Hitler.
Difficile e quasi impossibile elencare in un post tutto quello che ha fatto questo prete "controcorrente" (e dalla vita a volte non proprio ligia ai dettami ecclesiastici). Se avete un pò di tempo date una letta alla sua biografia che ho linkato sopra oppure girate un pò su Google. E poi provate un pò a fare un paragone coi vari Ruini e company, così, giusto per vedere la differenza tra chi chiacchiera e chi "fa".
domenica 21 gennaio 2007
Il terzo mondo? E' già qui
Sono accaduti negli ultimi giorni un paio di episodi che mi pare siano sintomatici del livello in cui naviga la nostra sanità. A Vibo Valentia c'è una ragazza di 16 in coma perché in sala operatoria si è veirficato un black out di energia elettrica che ha spento un ventilatore e un monitor, e a Cosenza una bimba è morta per un'insufficienza respiratoria durante il trasferimento d'urgenza in un ospedale più attrezzato (il primo non lo era).
Di fronte a questi episodi, che non sono i primi e purtroppo non saranno neanche gli ultimi, è facile cadere nella retorica con frasi tipo "Com'è possibile che nel 6° paese più industrializzato del mondo possano accadere queste cose?", ma sinceramente mi viene difficile porre la questione in termini diversi da questi. Se poi a questi due casi aggiungiamo la recente inchiesta de l'Espresso sullo stato in cui versa il più grande policlinico universitario d'Europa - il nostro Umberto I -, il dubbio che ci troviamo di fronte a un sistema sanitario da terzo mondo è più che lecito.
Nel frattempo il ministro della salute, Livia Turco, per rendersi utile è volata in visita ufficiale in Cina per avviare una sorta di "collaborazione sanitaria" tra noi e loro, quando l'unica visita ufficiale che avrebbe dovuto fare sarebbe stato un bel giro negli ospedali italiani, specialmente quelli del sud, per vedere di persona (senza scomodare i NAS) in che stato siamo ridotti.
A questo punto c'è solo da augurarsi di essere sempre in salute e di non avere mai bisogno di ricorrere a un ricovero ospedaliero per un'operazione urgente: così, giusto per evitare rischi.
Di fronte a questi episodi, che non sono i primi e purtroppo non saranno neanche gli ultimi, è facile cadere nella retorica con frasi tipo "Com'è possibile che nel 6° paese più industrializzato del mondo possano accadere queste cose?", ma sinceramente mi viene difficile porre la questione in termini diversi da questi. Se poi a questi due casi aggiungiamo la recente inchiesta de l'Espresso sullo stato in cui versa il più grande policlinico universitario d'Europa - il nostro Umberto I -, il dubbio che ci troviamo di fronte a un sistema sanitario da terzo mondo è più che lecito.
Nel frattempo il ministro della salute, Livia Turco, per rendersi utile è volata in visita ufficiale in Cina per avviare una sorta di "collaborazione sanitaria" tra noi e loro, quando l'unica visita ufficiale che avrebbe dovuto fare sarebbe stato un bel giro negli ospedali italiani, specialmente quelli del sud, per vedere di persona (senza scomodare i NAS) in che stato siamo ridotti.
A questo punto c'è solo da augurarsi di essere sempre in salute e di non avere mai bisogno di ricorrere a un ricovero ospedaliero per un'operazione urgente: così, giusto per evitare rischi.
La grande Gnocca
Beh, di solito non è mia usanza usare titoli di questo tenore (e me ne scuso), ma meglio dell'Unità, sinceramente, non avrei saputo dirlo.
Nessuno ci cancellerà più l'hard disk
L'altro giorno, in agenzia, un mio collega di lavoro mi faceva notare di aver letto un articolo su un quotidiano secondo il quale sarebbe già in circolazione un virus che sfrutta la recente catastrofe climatica che si è abbattuta in Europa.
E' vero, e in questo caso i soliti ignoti sono stati particolarmente veloci. Si tratta, come riportato anche da Webnews, di un trojan che viene veicolato tramite l'ormai classico espediente dell'allegato di posta elettronica (denominato, a seconda dei casi, Full_Story.exe, Video.exe, Read_More.exe, ecc...).
Non so se avete fatto caso che ultimamente, ad ogni avvenimento di una certa rilevanza, fa immediatamente seguito la diffusione di un virus che fa leva sull'avvenimento stesso per accelerarne la diffusione. E' accaduto anche per l'impiccagione di Saddam, quando, uno o due giorni dopo, è comparso un trojan inserito in un allegato di posta elettronica che avrebbe dovuto essere il filmato dell'esecuzione. Sono noti anche casi più squallidi, in cui, in totale disprezzo di qualsiasi pudore e buon senso, questi vandali non hanno ad esempio esitato a creare un sito-clone di quello dell'Ail per rubare le donazioni a favore dei malati di leucemia.
Si tratta della nuova strategia dei vandali informatici, i quali non creano più virus per dimostrare la loro bravura nella programmazione come accadeva in passato, ma lo fanno per i soldi. Chi ha che fare con internet da un pò di anni ricorderà sicuramente le famose "stragi informatiche" di fine anni '90 tipo i love you e simili. Era il periodo in cui chi diffondeva virus lo faceva per cancellare file sugli hard disk altrui, mandare in tilt i pc, ecc...
Oggi gli aggressori informatici hanno scoperto che questa attività può avere un lato molto redditizio. Infatti i virus odierni in circolazione si guardano bene dal devastare un pc, anzi, lo trattano con tutte le dovute cautele; se ne stanno buoni lì col solo scopo di intercettare dati personali, password sensibili, codici di carte di credito e chi più ne ha più ne metta. E tutto per accedere appunto ai dati personali del malcapitato di turno.
Recentemente il Corriere ha pubblicato un articolo (e una specie di decalogo) in cui è evidenziato come il 2006 sia stato a tutti gli effetti l'anno nero dello spam, ossia dell'invio di mail pubblicitarie non richieste. E questo con un unico scopo: quello appunto di far soldi. I trojan contenuti negli allegati di posta elettronica e lo spam sono attualmente i due pericoli maggiori per il nostro conto in banca e i nostri dati.
Quasi quasi mi viene un pò di nostalgia per il vecchio caro I love you.
E' vero, e in questo caso i soliti ignoti sono stati particolarmente veloci. Si tratta, come riportato anche da Webnews, di un trojan che viene veicolato tramite l'ormai classico espediente dell'allegato di posta elettronica (denominato, a seconda dei casi, Full_Story.exe, Video.exe, Read_More.exe, ecc...).
Non so se avete fatto caso che ultimamente, ad ogni avvenimento di una certa rilevanza, fa immediatamente seguito la diffusione di un virus che fa leva sull'avvenimento stesso per accelerarne la diffusione. E' accaduto anche per l'impiccagione di Saddam, quando, uno o due giorni dopo, è comparso un trojan inserito in un allegato di posta elettronica che avrebbe dovuto essere il filmato dell'esecuzione. Sono noti anche casi più squallidi, in cui, in totale disprezzo di qualsiasi pudore e buon senso, questi vandali non hanno ad esempio esitato a creare un sito-clone di quello dell'Ail per rubare le donazioni a favore dei malati di leucemia.
Si tratta della nuova strategia dei vandali informatici, i quali non creano più virus per dimostrare la loro bravura nella programmazione come accadeva in passato, ma lo fanno per i soldi. Chi ha che fare con internet da un pò di anni ricorderà sicuramente le famose "stragi informatiche" di fine anni '90 tipo i love you e simili. Era il periodo in cui chi diffondeva virus lo faceva per cancellare file sugli hard disk altrui, mandare in tilt i pc, ecc...
Oggi gli aggressori informatici hanno scoperto che questa attività può avere un lato molto redditizio. Infatti i virus odierni in circolazione si guardano bene dal devastare un pc, anzi, lo trattano con tutte le dovute cautele; se ne stanno buoni lì col solo scopo di intercettare dati personali, password sensibili, codici di carte di credito e chi più ne ha più ne metta. E tutto per accedere appunto ai dati personali del malcapitato di turno.
Recentemente il Corriere ha pubblicato un articolo (e una specie di decalogo) in cui è evidenziato come il 2006 sia stato a tutti gli effetti l'anno nero dello spam, ossia dell'invio di mail pubblicitarie non richieste. E questo con un unico scopo: quello appunto di far soldi. I trojan contenuti negli allegati di posta elettronica e lo spam sono attualmente i due pericoli maggiori per il nostro conto in banca e i nostri dati.
Quasi quasi mi viene un pò di nostalgia per il vecchio caro I love you.
sabato 20 gennaio 2007
Non c'è il fine di lucro, e quindi...
La notizia è di quelle ghiotte, anche se ancora sono da chiarire alcuni punti. Comunque sia, la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna a 3 mesi e 10 giorni di carcere, emessa dalla Corte di Appello di Torino, nei confronti di due giovani rei di aver messo in condivisione su una rete p2p materiale protetto da copyright.
In appello i due erano stati condannati in quanto i giudici avevano ravvisato nel loro gesto la violazione dell'articolo 171 bis e ter della legge sul diritto d'autore (n. 633/41), che punisce con la reclusione chi condivide file protetti da copyright per fini di lucro. La Cassazione ha ribaltato la sentenza d'appello - annullando in via definitiva la condanna - per il semplice fatto che mancava proprio il presupposto principale, ossia il fine di lucro.
Ora non si sa se questa sentenza della Cassazione farà giurisprudenza, come si dice; sancisce comunque un concetto di una certa rilevanza: la non punibilità se dalla condivisione non deriva un ritorno economico importante. In attesa di seguire gli sviluppi della vicenda, e prima che dalla lettura di questa sentenza chiunque si senta automaticamente autorizzato a scaricare a destra e a manca con troppa disinvoltura, vale comunque la pena di ricordare che scaricare musica e film protetti da copyright è illegale, e anche se questa sentenza ha annullato la condanna penale, rimane sempre la sanzione amministrativa (euro 155,00) a carico di chi viene scoperto.
Aggiornamento 22/01/2007
Alcuni aggiornamenti e precisazioni su questa sentenza (così, giusto per raffreddare un pò gli animi):
- Punto Informatico
- Daniele Minotti
In appello i due erano stati condannati in quanto i giudici avevano ravvisato nel loro gesto la violazione dell'articolo 171 bis e ter della legge sul diritto d'autore (n. 633/41), che punisce con la reclusione chi condivide file protetti da copyright per fini di lucro. La Cassazione ha ribaltato la sentenza d'appello - annullando in via definitiva la condanna - per il semplice fatto che mancava proprio il presupposto principale, ossia il fine di lucro.
Ora non si sa se questa sentenza della Cassazione farà giurisprudenza, come si dice; sancisce comunque un concetto di una certa rilevanza: la non punibilità se dalla condivisione non deriva un ritorno economico importante. In attesa di seguire gli sviluppi della vicenda, e prima che dalla lettura di questa sentenza chiunque si senta automaticamente autorizzato a scaricare a destra e a manca con troppa disinvoltura, vale comunque la pena di ricordare che scaricare musica e film protetti da copyright è illegale, e anche se questa sentenza ha annullato la condanna penale, rimane sempre la sanzione amministrativa (euro 155,00) a carico di chi viene scoperto.
Aggiornamento 22/01/2007
Alcuni aggiornamenti e precisazioni su questa sentenza (così, giusto per raffreddare un pò gli animi):
- Punto Informatico
- Daniele Minotti
venerdì 19 gennaio 2007
Proviamo col terzo?
Chi segue un pò il ciclismo ricorderà la mancata assegnazione del titolo di vincitore del Tour de France dell'anno scorso a Floyd Landis perché scoperto positivo al testosterone. Per questo motivo la vittoria sarebbe dovuta andare a tavolino al secondo arrivato, e cioè tale Oscar Pereira. Con somma sorpresa (mica tanto poi) apprendiamo oggi che pure lui è risultato positivo al test antidoping, e precisamente al salbutamolo (ma che cavolo è?).
Bene, direi a questo punto di procedere con gli altri partecipanti in ordine di arrivo: chissà, può darsi che passandoli tutti qualcuno pulito salti fuori :-) .
Bene, direi a questo punto di procedere con gli altri partecipanti in ordine di arrivo: chissà, può darsi che passandoli tutti qualcuno pulito salti fuori :-) .
giovedì 18 gennaio 2007
Non solo videogiochi
Qualche tempo fa, ricorderete, avevo criticato un pò la presa di posizione del ministro Fioroni contro i videogiochi violenti. Ma non ce l'avevo in particolar modo con la sua "battaglia" (è chiaro infatti che i videogiochi che possono istigare a compiere atti violenti vanno vietati), solo non ero d'accordo sul fatto di additarli come unico capro espiatorio della violenza e dell'emulazione dilagante tra i giovanissimi.
Una colpa altrettanto grave, infatti, ce l'ha un certo tipo di tv compresi i telegiornali, molti dei quali (non tutti per fortuna) sono solo una specie di rassegna più o meno articolata e dettagliata di fatti di sangue (spesso condita con dovizia di immagini). E, si sa, spesso e volentieri i tiggì sono visti anche dai giovanissimi. I terribili fatti di cronaca dei due bambini che si sono uccisi per tentare di rifare come gioco l'impiccagione di Saddam, vista nei telegiornali, è un chiaro sintomo di questa situazione.
Insomma, certi tg sono molto più violenti dei videogiochi tirati in ballo dal ministro Fioroni, e perfino di certi film. E purtroppo siamo sempre lì: si tratta di stabilire dove deve fermarsi il diritto di cronaca e dove deve cominciare il diritto ad avere un'informazione che non tramuti in spettacolo le peggiori aberrazioni di cui sono capaci gli uomini.
Una colpa altrettanto grave, infatti, ce l'ha un certo tipo di tv compresi i telegiornali, molti dei quali (non tutti per fortuna) sono solo una specie di rassegna più o meno articolata e dettagliata di fatti di sangue (spesso condita con dovizia di immagini). E, si sa, spesso e volentieri i tiggì sono visti anche dai giovanissimi. I terribili fatti di cronaca dei due bambini che si sono uccisi per tentare di rifare come gioco l'impiccagione di Saddam, vista nei telegiornali, è un chiaro sintomo di questa situazione.
Insomma, certi tg sono molto più violenti dei videogiochi tirati in ballo dal ministro Fioroni, e perfino di certi film. E purtroppo siamo sempre lì: si tratta di stabilire dove deve fermarsi il diritto di cronaca e dove deve cominciare il diritto ad avere un'informazione che non tramuti in spettacolo le peggiori aberrazioni di cui sono capaci gli uomini.
Base sì o base no?
Boh, non lo so. E' una di quelle poche volte in cui non ho un'idea ben precisa. Mi riferisco alla nota vicenda dell'allargamento della base militare americana a Vicenza, una gatta da pelare che sta creando non pochi grattacapi all'attuale maggioranza di governo.
Orientativamente sarei anch'io dell'idea che Prodi abbia toppato a concedere l'autorizzazione all'ampliamento della base militare (già da troppi anni siamo la portaerei degli USA), ma dall'altra mi pare di vedere in tutto ciò un sottile velo di ipocrisia: ci si indigna per una presunta ipotetica colonizzazione americana, quando questa è già in atto da anni (vedi McDonald, Rocky, Rambo, ecc...).
Mah... cosa dite voi?
Orientativamente sarei anch'io dell'idea che Prodi abbia toppato a concedere l'autorizzazione all'ampliamento della base militare (già da troppi anni siamo la portaerei degli USA), ma dall'altra mi pare di vedere in tutto ciò un sottile velo di ipocrisia: ci si indigna per una presunta ipotetica colonizzazione americana, quando questa è già in atto da anni (vedi McDonald, Rocky, Rambo, ecc...).
Mah... cosa dite voi?
mercoledì 17 gennaio 2007
Diamo lo sfratto anche a loro
Ci siamo, sta per iniziare quello che è forse la massima rappresentazione della tv guardona e idiota: il grande fratello (questo è già il secondo post in cui ne parlo, non saranno troppi?). Tra le novità (udite udite) ci sarà una discarica (che mi pare un'ottima similitudine per indicare il tipo di tv che rappresenta il programma) al posto dell'ormai superato tugurio.
Da notare, a proposito di tugurio, che i perdigiorno ospiti nella casa avranno a disposizione "1660 mq, spazi aperti, sala fitness, sauna in cristallo e piscina riscaldata". E tutto questo mentre 200.000 famiglie fra le meno abbienti vivono con l'incubo di trovarsi dall'oggi al domani in mezzo a una strada, come documentato ampiamente anche dalle iene.
Che vinca il migliore.
Da notare, a proposito di tugurio, che i perdigiorno ospiti nella casa avranno a disposizione "1660 mq, spazi aperti, sala fitness, sauna in cristallo e piscina riscaldata". E tutto questo mentre 200.000 famiglie fra le meno abbienti vivono con l'incubo di trovarsi dall'oggi al domani in mezzo a una strada, come documentato ampiamente anche dalle iene.
Che vinca il migliore.
Unabomber sì, unabomber no, boh?
Mi ha lasciato piuttosto sorpreso lo svolgersi degli ultimi avvenimenti attorno alla tristemente nota vicenda "Unabomber". Chi ha seguito un pò le ultime notizie si sarà accorto del repentino cambio di opinione del pool di magistrati incaricati delle indagini.
In pratica, fino a due o tre giorni fa sembrava che si fosse a una svolta. Tv, giornali e siti internet strombazzavano infatti ai 4 venti l'imminente rinvio a giudizio del presunto responsabile e ipotizzavano addirittura l'interruzione delle indagini. E tutto dalla convinzione di avere in mano la famosa prova definitiva.
Ieri, sorpresa, la controperizia presentata dalla difesa (112 pagine più svariata documentazione tecnica) ha in pratica smontato la tesi accusatoria degli investigatori, tanto che il Procuratore Generale di Venezia, Ennio Fortuna, ha dichiarato: "Rischiamo di tornare al punto di partenza". Insomma, ho avuto come l'impressione che si sia tentato di vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato.
Un pò di prudenza no, eh?
In pratica, fino a due o tre giorni fa sembrava che si fosse a una svolta. Tv, giornali e siti internet strombazzavano infatti ai 4 venti l'imminente rinvio a giudizio del presunto responsabile e ipotizzavano addirittura l'interruzione delle indagini. E tutto dalla convinzione di avere in mano la famosa prova definitiva.
Ieri, sorpresa, la controperizia presentata dalla difesa (112 pagine più svariata documentazione tecnica) ha in pratica smontato la tesi accusatoria degli investigatori, tanto che il Procuratore Generale di Venezia, Ennio Fortuna, ha dichiarato: "Rischiamo di tornare al punto di partenza". Insomma, ho avuto come l'impressione che si sia tentato di vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato.
Un pò di prudenza no, eh?
martedì 16 gennaio 2007
Piccolo test antivirus
Se per caso avete 10 minuti in cui non sapete cosa fare, potete divertirvi a fare alcuni piccoli test per verificare l'efficacia dell'antivirus installato (speriamo) sul vostro pc. Si tratta, se così vogliamo chiamarlo, di una specie di "collaudo". I file contenuti nella pagina che indico sono frammenti di virus reali che sono però stati resi innocui in laboratorio e sono quindi totalmente privi di rischi (li ho provati anche io).
Vediamo come eseguire questi semplici test. Come prima cosa apriamo questa pagina e una volta qui scorriamo la barra laterale fino ad arrivare alla tabella con i file che serviranno al nostro test, questa:
Qui troviamo 4 file con diverse esensioni: .com, .txt e .zip. Si tratta di estensioni piuttosto comuni che è molto facile che ci capitino come allegati di posta elettronica.
Il primo (eicar.com) è un file eseguibile di MS-DOS utilizzato per applicazioni molto semplici. Cliccandoci sopra si apre una finestra di dialogo tramite la quale lo possiamo salvare sul desktop o dove ci pare. Una volta salvato lo possiamo facilmente analizzare: se tutto va bene il nostro antivirus lo riconoscerà come file infetto.
Il secondo (eicar.com.txt) è un semplice file di testo. Cliccandoci sopra si apre una pagina web con sfondo bianco con estensione .txt (http://www.eicar.org/download/eicar.com.txt) all'interno della quale c'è una riga composta da una sequenza incomprensibile di caratteri. Clicchiamo sulla voce "file" del nostro browser e dal menù che si apre selezioniamo "salva pagina con nome...". Salviamo il file .txt così ottenuto sul desktop e passiamo ad analizzarlo con nostro antivirus, il quale, come per il precedente, se tutto va bene dovrebbe segnalarcelo come file infetto.
Per gli ultimi due rimasti (.zip) è sufficiente cliccarci sopra per salvarli sul desktop e analizzarli. Se anche questi vengono riconosciuti vuol dire che il nostro antivirus è in grado di scovare file infetti anche se nascosti all'interno di un archivio compresso (prassi piuttosto diffusa tra i vandali informatici).
Nel mio caso il test ha avuto successo con tutti e quattro i file analizzati; infatti sia AVG installato sul mio Xp che ClamAv installato sulla mia Linuxbox hanno riconosciuto correttamente le infezioni. Se per qualche motivo l'antivirus non dovesse riconoscere qualcuno di questi file (innocui), sarà il caso di aggiornarlo o sostituirlo, in quanto quelli che possiamo trovare nella nostra casella di posta sono senz'altro più "cattivi".
Vediamo come eseguire questi semplici test. Come prima cosa apriamo questa pagina e una volta qui scorriamo la barra laterale fino ad arrivare alla tabella con i file che serviranno al nostro test, questa:
Qui troviamo 4 file con diverse esensioni: .com, .txt e .zip. Si tratta di estensioni piuttosto comuni che è molto facile che ci capitino come allegati di posta elettronica.
Il primo (eicar.com) è un file eseguibile di MS-DOS utilizzato per applicazioni molto semplici. Cliccandoci sopra si apre una finestra di dialogo tramite la quale lo possiamo salvare sul desktop o dove ci pare. Una volta salvato lo possiamo facilmente analizzare: se tutto va bene il nostro antivirus lo riconoscerà come file infetto.
Il secondo (eicar.com.txt) è un semplice file di testo. Cliccandoci sopra si apre una pagina web con sfondo bianco con estensione .txt (http://www.eicar.org/download/eicar.com.txt) all'interno della quale c'è una riga composta da una sequenza incomprensibile di caratteri. Clicchiamo sulla voce "file" del nostro browser e dal menù che si apre selezioniamo "salva pagina con nome...". Salviamo il file .txt così ottenuto sul desktop e passiamo ad analizzarlo con nostro antivirus, il quale, come per il precedente, se tutto va bene dovrebbe segnalarcelo come file infetto.
Per gli ultimi due rimasti (.zip) è sufficiente cliccarci sopra per salvarli sul desktop e analizzarli. Se anche questi vengono riconosciuti vuol dire che il nostro antivirus è in grado di scovare file infetti anche se nascosti all'interno di un archivio compresso (prassi piuttosto diffusa tra i vandali informatici).
Nel mio caso il test ha avuto successo con tutti e quattro i file analizzati; infatti sia AVG installato sul mio Xp che ClamAv installato sulla mia Linuxbox hanno riconosciuto correttamente le infezioni. Se per qualche motivo l'antivirus non dovesse riconoscere qualcuno di questi file (innocui), sarà il caso di aggiornarlo o sostituirlo, in quanto quelli che possiamo trovare nella nostra casella di posta sono senz'altro più "cattivi".
Nebbia, sempre e solo nebbia
lunedì 15 gennaio 2007
Ci voleva l'Eurispes...
Meno male che è arrivato il sondaggio dell'Eurispes a dirci quello che si è sempre saputo, e cioè che agli italiani l'indulto è rimasto sullo stomaco!
In effetti quando scrivevo di questa cosa, appena il giorno dopo la sua approvazione, mi sentivo un pochino solo.
In effetti quando scrivevo di questa cosa, appena il giorno dopo la sua approvazione, mi sentivo un pochino solo.
Vai con gli altri due
Visto che è in voga la simpatica (e ipocrita) usanza di fare un gran baccano quando è coinvolto uno famoso, e di fregarsene coi meno importanti, segnalo che stamattina sono stati attaccati su alla corda il fratellastro di Saddam e un altro gerarca.
domenica 14 gennaio 2007
Segnali positivi
Oggi voglio parlare un pò di tecnologia, perché sono successi un paio di fatti molto importanti nei giorni scorsi: fatti che possono essere sfuggiti a chi non si interessa in modo approfondito di queste cose, ma che hanno tutta l'aria di rappresentare un'importante segnale di cambio di rotta. Vengo al dunque.
Sono principalmente due gli avvenimenti da segnalare, e precisamente il crollo delle vendite dei brani musicali del famoso servizio di Apple, iTunes, e la decisione della major discografica EMI di abbandonare la tecnologia DRM dai suoi cd e dvd. Apparentemente queste due notizie non sono legate tra loro, ma ad un esame un pò più attento si scopre che un comune denominatore ce l'hanno. Prima però di affrontare il discorso occorre spiegare a chi magari non lo sa cos'è il DRM e quali sono le sue implicazioni sulla nostra libertà di utenti nonché di "fruitori di contenuti".
La sigla DRM sta per digital rights management, ovvero gestione dei diritti digitali, e questa definizione indica un insieme di tecnologie atte a limitare l'uso illimitato (perdonate il gioco di parole) e potenzialmente lesivo degli interessi dei titolari di copyright delle opere pretette. Questa tecnologia è oggi (purtroppo) abbondantemente presente, sia in ambito software che - ultimamente - hardware. L'esempio più calzante dell'applicazione di questa tecnologia è proprio il servizio di download legale di brani musicali di Apple. A questo proposito avevo pubblicato l'anno scorso un articolo piuttosto dettagliato sulla tecnologia DRM di cui sono infarciti i file scaricati dal music store della mela morsicata. Quindi se volete farvi un'idea di cosa sia in pratica questo benedetto DRM, potete dargli una letta.
A questo punto sorge spontanea una domanda, anzi due:
E' vero che queste limitazioni sono in alcuni casi abbastanza semplici da aggirare, ma richiedono tuttavia una certa perdita di tempo e spesso creano qualche difficoltà agli utenti "di primo pelo". E analogo discorso vale per i cd che contengono questa tecnologia, che anche qui vieta la loro riproduzione illimitata e mette vari altri paletti al loro libero e totale utilizzo. Il concetto di fondo è semplice: se una cosa è mia devo avere il diritto di farci quello che mi pare. Ed EMI pare aver capito questa cosa. Pare aver capito che mettere su supporti ottici tutte queste limitazione è inutile e controproducente; in primo luogo perché, come detto, sono facilmente aggirabili, e non solo dai pirati, e in secondo luogo perché allo stesso tempo creano problemi agli utenti onesti. Si sono insomma resi conto che è ridicolo che un utente acquisti una canzone che può ascoltare su un solo pc e masterizzare un numero limitato di volte.
Ora, c'è da augurarsi che la strada intrapresa da EMI non resti un caso isolato, ma sia l'input affinché altri capiscano che la pirateria non si combatte complicando la vita agli utenti onesti che la musica la pagano, ma cominci dall'abolizione di una tecnologia che da tempo ha cominciato a mostrare tutti i suoi limiti.
Sono principalmente due gli avvenimenti da segnalare, e precisamente il crollo delle vendite dei brani musicali del famoso servizio di Apple, iTunes, e la decisione della major discografica EMI di abbandonare la tecnologia DRM dai suoi cd e dvd. Apparentemente queste due notizie non sono legate tra loro, ma ad un esame un pò più attento si scopre che un comune denominatore ce l'hanno. Prima però di affrontare il discorso occorre spiegare a chi magari non lo sa cos'è il DRM e quali sono le sue implicazioni sulla nostra libertà di utenti nonché di "fruitori di contenuti".
La sigla DRM sta per digital rights management, ovvero gestione dei diritti digitali, e questa definizione indica un insieme di tecnologie atte a limitare l'uso illimitato (perdonate il gioco di parole) e potenzialmente lesivo degli interessi dei titolari di copyright delle opere pretette. Questa tecnologia è oggi (purtroppo) abbondantemente presente, sia in ambito software che - ultimamente - hardware. L'esempio più calzante dell'applicazione di questa tecnologia è proprio il servizio di download legale di brani musicali di Apple. A questo proposito avevo pubblicato l'anno scorso un articolo piuttosto dettagliato sulla tecnologia DRM di cui sono infarciti i file scaricati dal music store della mela morsicata. Quindi se volete farvi un'idea di cosa sia in pratica questo benedetto DRM, potete dargli una letta.
A questo punto sorge spontanea una domanda, anzi due:
- perché così tanti utenti sembrano improvvisamente essersi stufati delle canzoni scaricate da iTunes?
- perché EMI ha deciso di rimuovere dai propri supporti ottici la tecnologia DRM?
E' vero che queste limitazioni sono in alcuni casi abbastanza semplici da aggirare, ma richiedono tuttavia una certa perdita di tempo e spesso creano qualche difficoltà agli utenti "di primo pelo". E analogo discorso vale per i cd che contengono questa tecnologia, che anche qui vieta la loro riproduzione illimitata e mette vari altri paletti al loro libero e totale utilizzo. Il concetto di fondo è semplice: se una cosa è mia devo avere il diritto di farci quello che mi pare. Ed EMI pare aver capito questa cosa. Pare aver capito che mettere su supporti ottici tutte queste limitazione è inutile e controproducente; in primo luogo perché, come detto, sono facilmente aggirabili, e non solo dai pirati, e in secondo luogo perché allo stesso tempo creano problemi agli utenti onesti. Si sono insomma resi conto che è ridicolo che un utente acquisti una canzone che può ascoltare su un solo pc e masterizzare un numero limitato di volte.
Ora, c'è da augurarsi che la strada intrapresa da EMI non resti un caso isolato, ma sia l'input affinché altri capiscano che la pirateria non si combatte complicando la vita agli utenti onesti che la musica la pagano, ma cominci dall'abolizione di una tecnologia che da tempo ha cominciato a mostrare tutti i suoi limiti.
Oggi si commenta, e poche storie :-)
Seppur con qualche giorno di ritardo ho deciso anch'io di partecipare a questa iniziativa. Si tratta del cosiddetto delurking day, iniziativa a cui hanno già pertecipato tantissimi blog presenti nella cosiddetta "blogosfera". Ma che cos'è? Ve lo spiego subito.
Si tratta praticamente di una giornata dedicata ogni anno a chi legge i blog ma non commenta mai. Anche il mio blog, nel suo piccolo, ha un certo numero di lettori fissi al quale non corrisponde un altrettanto elevato numero di commenti. Niente di male, per carità, però mi farebbe piacere che per un giorno anche chi è solito leggere e basta mettesse un piccolo commento in calce a questo post.
Niente di elaborato, si intende, è sufficiente una cosa tipo "Ciao, io ci sono", solo per vedere l'effetto che fa. Ci posso contare?
Si tratta praticamente di una giornata dedicata ogni anno a chi legge i blog ma non commenta mai. Anche il mio blog, nel suo piccolo, ha un certo numero di lettori fissi al quale non corrisponde un altrettanto elevato numero di commenti. Niente di male, per carità, però mi farebbe piacere che per un giorno anche chi è solito leggere e basta mettesse un piccolo commento in calce a questo post.
Niente di elaborato, si intende, è sufficiente una cosa tipo "Ciao, io ci sono", solo per vedere l'effetto che fa. Ci posso contare?
sabato 13 gennaio 2007
L'art. 1618 è una bufala (fino a prova contraria)
Vi voglio segnalare questa e-mail che mi è capitata nella casella di posta, perché mi pare si tratti di una forma di spam piuttosto ben congegnato. Ci sono tuttavia alcuni punti oscuri che non sono riuscito a chiarire neppure dopo ripetute ricerche. Vediamo un pò.
Partiamo come sempre dal mittente e dall'oggetto:
Il testo:
Da oggi a Bologna le offriamo una tecnica millenaria aggiornata per dare risposta alle esigenze della vita moderna.
Comodamente seduto in ufficio, in soli 20 minuti Lei può eliminare il mal di schiena, lo stress, la stanchezza e la tensione
muscolare.
Per maggiori informazioni la prego di visitare il sito www.chairmassage.it , oppure telefonare al cellulare: 328 9714xxx.
Antonio Morales, Massoterapista
Questo il testo. E qui cominciano le stranezze: innazitutto immettendo i termini antonio morales massoterapista in Google non si ottiene nessun risultato. O meglio si viene reindirizzati a una specie di blog (questo) un post del quale riporta il testo della mail così com'è, e nel quale, oltretutto, non esiste la possibilità di inserire commenti. Mmh... gatta ci cova.
L'altra cosa sospetta è che sembra non esistere nessun Antonio Morales che faccia il massoterapista (un modo elegante per dire "massaggiatore"). La cosa è perlomeno strana, in quanto un libero professionista che abbia una qualche notorietà e magari uno studio privato dovrebbe essere segnalato su un motore di ricerca. Se io per fare un esempio digito il nome del mio oculista su Google, alcune notizie, magari anche generiche, me le dà: qui invece niente. Visto allora che nella mail ricevuta si fa in qualche modo riferimento alla città di Bologna, provo a digitare antonio morales bologna, ma anche qui zero, se non un generico rimando al blog di cui parlavo prima.
Google suggerisce ("forse cercavi") di immettere i termini antonio morales fisioterapista: proviamo anche questa. Qui salta fuori qualcuno che ha un nome che sembra corrispondere in qualche modo a quello cercato, ma in maniera piuttosto generica e incompleta. In più la ricerca evidenzia qualche risultato solo su siti in lingua spagnola. Quindi niente: almeno qui da noi il nostro bel Morales pare essere un perfetto sconosciuto. Nella mail è linkato però un sito internet: vado a vedere. Parentesi. Mai cliccare sui link contenuti nelle e-mail che ricevete: digitate sempre a mano l'indirizzo riportato e preferibilmente usando browser differenti da Internet Explorer. Chiusa parentesi.
Il sito in questione (hostato su un server italiano) è una semplice pagina in flash dalla quale non si esce e dalla quale non è possibile accedere a nessun'altra. Una veloce analisi del codice html della pagina non sembra evidenziare pericoli nascosti, tranne un clsid (innocuo, pare) che dovrebbe essere quello che carica le immagini presenti nella pagina web e che consente di muoversi un pò tra le varie descrizioni.
Passiamo adesso alla seconda parte della mail, che recita:
Per cancellarti invia una mail a the.chair.massage@gmail.com
Questo messaggio non puo' essere considerato SPAM poiche' rispetta: - La possibilita' di essere rimosso da ulteriori invii di posta
elettronica. (Articolo n.1618, Titolo III, deliberato al 105mo congresso degli U.S.A.). - Direttive della Comunita' Europea 95/46/CE,
97/66/CE e 02/58/CE.
Qui ci sono due cose sospette: la prima è l'invito a cancellarsi, anche se sarebbe interessante capire da cosa visto che nessuno ha chisto l'iscrizione a questa newsletter. In genere, quando si ricevono e-mail pubblicitarie che invitano a rispondere per chiedere la disdetta dall'invio, bisogna evitare assolutamente di farlo: rispondere è infatti il modo migliore per segnalare a questi signori che l'indirizzo di posta è attivo, con conseguenze facilmente immaginabili.
La seconda cosa sospetta è la dicitura "Questo messaggio non può essere considerato spam perché rispetta la possibilità di essere rimosso". Questa sì che è bella: tutto lo spam che si riceve può essere rimosso, basta cestinarlo, ma questo non implica che non si possano chiamare queste e-mail col loro vero nome: spazzatura. E' interessante poi notare che è menzionato un fantomatico articolo che sarebbe il presupposto su cui si basa la frase demenziale citata prima: e cioè l'articolo 1618 deliberato a un fantomatico congresso americano.
Bene, anche qui ci viene in aiuto Google (ah, che invenzione i motori di ricerca), il quale dopo una veloce ricerca indirizza a questa pagina di Punto Informatico. Qui si apprendono alcune cose molto interessanti: innanzitutto il 105esimo congresso USA citato nella mail si è effettivamente tenuto, e precisamente nel '98, ma né in questo né negli unici 2 successivi è mai stata approvata la norma citata nella mail. O meglio, è stato proposto un emendamento che legittimasse in qualche modo questo tipo di attività (anche se ristretto al solo ambito telefonico) ma non è mai diventato legge federale.
Praticamente il disclaimer citato nella mail, che legittimerebbe in qualche modo questa forma di spam, fa riferimento a un articolo di legge che non è mai stato approvato e che al limite avrebbe validità sul solo territorio americano. A questo punto (azzardo) potrei anche però pensare che chi ha inviato la mail abbia in "buona fede" inserito il riferimento al già citato articolo, non sapendo che praticamente è rimasto solo sulla carta: ho notato infatti che questa dicitura è riportata in calce a molte newsletter, alcune delle quali mi pare anche serie. Mah, qui non saprei bene neanche io.
In ogni caso, tirando un pò le conclusioni di tutta questa storia, non mi pare che ci siano i presupposti per considerare attendibile e seria questa forma di pubblicità online, se così vogliamo chiamarla: troppi punti poco chiari e troppe incongruenze e stranezze. Per adesso mi fermo qui: non rispondo alla mail e non chiamo il cellulare indicato nel messaggio, e poi sto un pò a vedere cosa succede: se la cosa finisce qui, bene, altrimenti vedrò di fare qualcosa, anche se, come è noto, una volta che un indirizzo di posta elettronica finisce in mano agli spammer c'è ben poco da fare.
Partiamo come sempre dal mittente e dall'oggetto:
- mittente: Chair massage - il massaggio seduto
- oggetto: Combattere il mal di schiena e lo stress
Il testo:
Da oggi a Bologna le offriamo una tecnica millenaria aggiornata per dare risposta alle esigenze della vita moderna.
Comodamente seduto in ufficio, in soli 20 minuti Lei può eliminare il mal di schiena, lo stress, la stanchezza e la tensione
muscolare.
Per maggiori informazioni la prego di visitare il sito www.chairmassage.it , oppure telefonare al cellulare: 328 9714xxx.
Antonio Morales, Massoterapista
Questo il testo. E qui cominciano le stranezze: innazitutto immettendo i termini antonio morales massoterapista in Google non si ottiene nessun risultato. O meglio si viene reindirizzati a una specie di blog (questo) un post del quale riporta il testo della mail così com'è, e nel quale, oltretutto, non esiste la possibilità di inserire commenti. Mmh... gatta ci cova.
L'altra cosa sospetta è che sembra non esistere nessun Antonio Morales che faccia il massoterapista (un modo elegante per dire "massaggiatore"). La cosa è perlomeno strana, in quanto un libero professionista che abbia una qualche notorietà e magari uno studio privato dovrebbe essere segnalato su un motore di ricerca. Se io per fare un esempio digito il nome del mio oculista su Google, alcune notizie, magari anche generiche, me le dà: qui invece niente. Visto allora che nella mail ricevuta si fa in qualche modo riferimento alla città di Bologna, provo a digitare antonio morales bologna, ma anche qui zero, se non un generico rimando al blog di cui parlavo prima.
Google suggerisce ("forse cercavi") di immettere i termini antonio morales fisioterapista: proviamo anche questa. Qui salta fuori qualcuno che ha un nome che sembra corrispondere in qualche modo a quello cercato, ma in maniera piuttosto generica e incompleta. In più la ricerca evidenzia qualche risultato solo su siti in lingua spagnola. Quindi niente: almeno qui da noi il nostro bel Morales pare essere un perfetto sconosciuto. Nella mail è linkato però un sito internet: vado a vedere. Parentesi. Mai cliccare sui link contenuti nelle e-mail che ricevete: digitate sempre a mano l'indirizzo riportato e preferibilmente usando browser differenti da Internet Explorer. Chiusa parentesi.
Il sito in questione (hostato su un server italiano) è una semplice pagina in flash dalla quale non si esce e dalla quale non è possibile accedere a nessun'altra. Una veloce analisi del codice html della pagina non sembra evidenziare pericoli nascosti, tranne un clsid (innocuo, pare) che dovrebbe essere quello che carica le immagini presenti nella pagina web e che consente di muoversi un pò tra le varie descrizioni.
Passiamo adesso alla seconda parte della mail, che recita:
Per cancellarti invia una mail a the.chair.massage@gmail.com
Questo messaggio non puo' essere considerato SPAM poiche' rispetta: - La possibilita' di essere rimosso da ulteriori invii di posta
elettronica. (Articolo n.1618, Titolo III, deliberato al 105mo congresso degli U.S.A.). - Direttive della Comunita' Europea 95/46/CE,
97/66/CE e 02/58/CE.
Qui ci sono due cose sospette: la prima è l'invito a cancellarsi, anche se sarebbe interessante capire da cosa visto che nessuno ha chisto l'iscrizione a questa newsletter. In genere, quando si ricevono e-mail pubblicitarie che invitano a rispondere per chiedere la disdetta dall'invio, bisogna evitare assolutamente di farlo: rispondere è infatti il modo migliore per segnalare a questi signori che l'indirizzo di posta è attivo, con conseguenze facilmente immaginabili.
La seconda cosa sospetta è la dicitura "Questo messaggio non può essere considerato spam perché rispetta la possibilità di essere rimosso". Questa sì che è bella: tutto lo spam che si riceve può essere rimosso, basta cestinarlo, ma questo non implica che non si possano chiamare queste e-mail col loro vero nome: spazzatura. E' interessante poi notare che è menzionato un fantomatico articolo che sarebbe il presupposto su cui si basa la frase demenziale citata prima: e cioè l'articolo 1618 deliberato a un fantomatico congresso americano.
Bene, anche qui ci viene in aiuto Google (ah, che invenzione i motori di ricerca), il quale dopo una veloce ricerca indirizza a questa pagina di Punto Informatico. Qui si apprendono alcune cose molto interessanti: innanzitutto il 105esimo congresso USA citato nella mail si è effettivamente tenuto, e precisamente nel '98, ma né in questo né negli unici 2 successivi è mai stata approvata la norma citata nella mail. O meglio, è stato proposto un emendamento che legittimasse in qualche modo questo tipo di attività (anche se ristretto al solo ambito telefonico) ma non è mai diventato legge federale.
Praticamente il disclaimer citato nella mail, che legittimerebbe in qualche modo questa forma di spam, fa riferimento a un articolo di legge che non è mai stato approvato e che al limite avrebbe validità sul solo territorio americano. A questo punto (azzardo) potrei anche però pensare che chi ha inviato la mail abbia in "buona fede" inserito il riferimento al già citato articolo, non sapendo che praticamente è rimasto solo sulla carta: ho notato infatti che questa dicitura è riportata in calce a molte newsletter, alcune delle quali mi pare anche serie. Mah, qui non saprei bene neanche io.
In ogni caso, tirando un pò le conclusioni di tutta questa storia, non mi pare che ci siano i presupposti per considerare attendibile e seria questa forma di pubblicità online, se così vogliamo chiamarla: troppi punti poco chiari e troppe incongruenze e stranezze. Per adesso mi fermo qui: non rispondo alla mail e non chiamo il cellulare indicato nel messaggio, e poi sto un pò a vedere cosa succede: se la cosa finisce qui, bene, altrimenti vedrò di fare qualcosa, anche se, come è noto, una volta che un indirizzo di posta elettronica finisce in mano agli spammer c'è ben poco da fare.
venerdì 12 gennaio 2007
Il cretino ha colpito ancora
Non so se la notizia è importante o no; a me ha fatto un certo effetto. L'idiota di turno (leggasi bracconiere), domenica scorsa non sapendo cosa impallinare (al limite se avesse chiesto avrei potuto facilmente consigliarlo io), ha pensato bene di uccidere un'aquila reale, quella che vedete tra le braccia di questo agente della forestale (fonte immagine: wwf Italia).
Difficile capire le ragioni di questo gesto: stupidità, ignoranza, grettezza, insensibilità o magari un mix ben riuscito di tutte queste cose insieme. L'aquila reale, oltre ad essere tra l'altro un bellissimo animale, è una delle specie più protette in assoluto e il suo abbattimento è punito addirittura con l'arresto.
Mi piacerebbe poter scrivere prossimamente che l'intelligente che ha fatto questo è stato identificato. Speriamo bene.
Fastidi
Mi ha dato un pò fastidio questo articolo apparso oggi sulla Padania, l'organo politico della Lega Nord (contro la quale - ci tengo a precisare - non ho niente di personale, anzi alcune sue battaglie le condivido pure). Ho avuto infatti l'impressione (ripeto, impressione, ma potrei sbagliarmi) che il giornalista abbia tentato di "ridimensionare" la portata dell'accaduto.
Già nel titolo, infatti, l'aver dato risalto al fatto che i due manigoldi siano stati perdonati e che nel corsivo vengano descritti come onesti lavoratori quasi invisibili, mi "puzza", e soprattutto mi fa pensare: "Se il colpevole fosse stato il padre del bimbo, come in un primo tempo si era frettolosamente e imprudentemente pensato, l'articolo avrebbe avuto lo stesso tenore, o a caratteri cubitali si sarebbe lanciata una crociata contro i tutti i tunisini presenti sul territorio?".
Insomma, ho la sensazione che si sia tentato di sminuire la gravità del fatto per il semplice motivo che gli assassini sono gente del posto e non extracomunitari. Ripeto comunque che si tratta di mia personale sensazione.
Già nel titolo, infatti, l'aver dato risalto al fatto che i due manigoldi siano stati perdonati e che nel corsivo vengano descritti come onesti lavoratori quasi invisibili, mi "puzza", e soprattutto mi fa pensare: "Se il colpevole fosse stato il padre del bimbo, come in un primo tempo si era frettolosamente e imprudentemente pensato, l'articolo avrebbe avuto lo stesso tenore, o a caratteri cubitali si sarebbe lanciata una crociata contro i tutti i tunisini presenti sul territorio?".
Insomma, ho la sensazione che si sia tentato di sminuire la gravità del fatto per il semplice motivo che gli assassini sono gente del posto e non extracomunitari. Ripeto comunque che si tratta di mia personale sensazione.
giovedì 11 gennaio 2007
Quei maleducati di Sky
Ieri (giovedì) verso l'una (stavo pranzando) suona il telefono di casa. Risponde Michela, mia figlia più grande, che mi dice che un signore mi cerca. Uff... chi è che rompe all'ora di pranzo? Mi passa il cordless: è uno di Sky che mi propone un'offerta a prezzi da favola (della quale - preciso - non mi frega assolutamente niente).
Sono in piedi dalle 3 di notte, ma cerco comunque di non fare il maleducato. Spiego, sforzandomi appunto di essere gentile, che l'offerta non mi interessa. Insiste: mi chiede se può sapere il motivo per cui non aderisco a quella che secondo lui è un'offerta che non mi capiterà più nella vita. Sempre rimanendo gentile, e augurandomi che una delle cose che non mi capiteranno più nella vita saranno le demenziali chiamate del tipo con cui sto amabilmente colloquiando, spiego che in famiglia la televisione la guardiamo poco, abbiamo altri interessi.
Al termine della mia breve spiegazione, mi accorgo che il silenzio all'altro capo del telefono non è dovuto al tipo che mi sta ascoltando, ma al fatto che ha chiuso. Ah sì? Bene, la prossima volta che chiama facciamo i conti.
Sono in piedi dalle 3 di notte, ma cerco comunque di non fare il maleducato. Spiego, sforzandomi appunto di essere gentile, che l'offerta non mi interessa. Insiste: mi chiede se può sapere il motivo per cui non aderisco a quella che secondo lui è un'offerta che non mi capiterà più nella vita. Sempre rimanendo gentile, e augurandomi che una delle cose che non mi capiteranno più nella vita saranno le demenziali chiamate del tipo con cui sto amabilmente colloquiando, spiego che in famiglia la televisione la guardiamo poco, abbiamo altri interessi.
Al termine della mia breve spiegazione, mi accorgo che il silenzio all'altro capo del telefono non è dovuto al tipo che mi sta ascoltando, ma al fatto che ha chiuso. Ah sì? Bene, la prossima volta che chiama facciamo i conti.
Costi ricariche al capolinea?
Beh, una volta che che ne fanno una giusta (o almeno ci provano), penso sia corretto segnalarlo. Mi riferisco all'iniziativa del ministro Pierluigi Bersani, seriamente intenzionato (pare) a mettere la parola fine al balzello chiamato costi di ricarica.
La faccenda si trascina ormai da parecchio tempo e il suo travagliato percorso è passato attraverso conferme, smentite, false illusioni, petizioni, eccetera, tutte volte a mettere fine a questa anomalia - va precisato - solo italiana. Ora, appunto, sembra che si sia finalmente sulla strada buona. Naturalmente il condizionale è sempre d'obbligo, in quanto sappiamo bene per esperienza che chi ci rappresenta non è certo famoso per la puntualità con la quale ai vari proclami sono seguiti i fatti.
Staremo a vedere.
La faccenda si trascina ormai da parecchio tempo e il suo travagliato percorso è passato attraverso conferme, smentite, false illusioni, petizioni, eccetera, tutte volte a mettere fine a questa anomalia - va precisato - solo italiana. Ora, appunto, sembra che si sia finalmente sulla strada buona. Naturalmente il condizionale è sempre d'obbligo, in quanto sappiamo bene per esperienza che chi ci rappresenta non è certo famoso per la puntualità con la quale ai vari proclami sono seguiti i fatti.
Staremo a vedere.
mercoledì 10 gennaio 2007
Insegnamenti
Napolitano ha ricevuto l'altro ieri al Quirinale gli azzurri campioni del mondo. E indovinate un pò cosa ha detto? "Politici, imparate dallo sport!". Sì, ha detto proprio così, dimenticandosi forse di una cosa: e cioè che i politici dallo sport hanno ben poco da imparare.
Lo sport infatti sta al doping come i politici agli stupefacenti, e il calcio alla corruzione come la politica ai parlamentari condannati in via definitiva.
Cosa c'è ancora da imparare?
Lo sport infatti sta al doping come i politici agli stupefacenti, e il calcio alla corruzione come la politica ai parlamentari condannati in via definitiva.
Cosa c'è ancora da imparare?
E questa sarebbe la nuova strategia?
Bush sta per inviare in Iraq altri 21.000 soldati. "Fa parte della nuova strategia", continuano a ripeterci giornali e telegiornali.
Scusate, ma dove sarebbe questa nuova strategia? I casi sono due:
Scusate, ma dove sarebbe questa nuova strategia? I casi sono due:
- o che ci prendono tutti per fessi
- oppure, come dice Grillo, giocano con le parole
martedì 9 gennaio 2007
Un paio di avvisi
Come molti di voi sapranno (qualcuno l'avrà anche sperimentato sulla sulla sua "pelle"), navigare in rete spesso e volentieri comporta qualche rischio, specialmente se non si fa un pò di attenzione e non si prende qualche precauzione. Sono in circolazione in questo periodo un paio di problemi piuttosto seri che, anche se relativamente semplici da risolvere, se trascurati possono provocare noie piuttosto fastidiose. Ecco, in breve, di cosa si tratta.
Un grave problema di sicurezza riguarda il programma multi piattaforma Adobe Reader (dettagli qui), il famosissimo lettore di file .pdf installato praticamente su tutti i pc in circolazione. Le versioni interessate sono la 7.0.8 e le precedenti. La soluzione è in questo caso piuttosto semplice: si tratta solo di aggiornare il programma alla versione più recente disponibile, al momento in cui scrivo la 7.0.9, scaricabile gratuitamente da qui.
Come sapete è stato impiccato Saddam Hussein, e siccome i cretini informatici non vanno mai in vacanza, ecco che il video dell'esecuzione, quello girato col videofonino, è già in circolazione come allegato infetto di alcune e-mail. Il filmato, come segnalato da Webnews, si presenta con vari nomi: "video_sadan.exe", "saddam.morto.scr" e "sadan.exe" i più comuni. Se vi capita un messaggio di posta elettronica con uno di questi allegati, cestinatelo subito senza aprirlo anche se il mittente è quello del vostro miglior amico, se non volete installare nel vostro pc trojan, worm e compagnia bella.
Mi pare che per il momento non ci sia altro.
Un grave problema di sicurezza riguarda il programma multi piattaforma Adobe Reader (dettagli qui), il famosissimo lettore di file .pdf installato praticamente su tutti i pc in circolazione. Le versioni interessate sono la 7.0.8 e le precedenti. La soluzione è in questo caso piuttosto semplice: si tratta solo di aggiornare il programma alla versione più recente disponibile, al momento in cui scrivo la 7.0.9, scaricabile gratuitamente da qui.
Come sapete è stato impiccato Saddam Hussein, e siccome i cretini informatici non vanno mai in vacanza, ecco che il video dell'esecuzione, quello girato col videofonino, è già in circolazione come allegato infetto di alcune e-mail. Il filmato, come segnalato da Webnews, si presenta con vari nomi: "video_sadan.exe", "saddam.morto.scr" e "sadan.exe" i più comuni. Se vi capita un messaggio di posta elettronica con uno di questi allegati, cestinatelo subito senza aprirlo anche se il mittente è quello del vostro miglior amico, se non volete installare nel vostro pc trojan, worm e compagnia bella.
Mi pare che per il momento non ci sia altro.
Di nuovo online
Probabilmente chi ha cercato di connettersi al mio blog oggi pomeriggio (09/01) si è imbattuto in un messaggio di errore tipo questo:
Niente di grave, non sono stato oscurato per qualcosa che ho scritto; si trattava semplicemente di lavori di normale manutenzione (peraltro preannunciati) sul server che ospita il mio blog.
Ora mi pare che tutto sia tornato alla normalità.
Niente di grave, non sono stato oscurato per qualcosa che ho scritto; si trattava semplicemente di lavori di normale manutenzione (peraltro preannunciati) sul server che ospita il mio blog.
Ora mi pare che tutto sia tornato alla normalità.
lunedì 8 gennaio 2007
Fiumi di parole
Padoa-Schioppa è un grande, l'ho sempre detto io. E ne ho avuto ulteriore conferma leggendo questa specie di intervista-intervento pubblicata questi giorni sul Corriere online. Vediamo di analizzarne qualche frase qua e là.
"Dai piloti ai giudici troppi privilegi, va ritrovata l'ambizione nazionale."
Dai piloti ai giudici? Non è che per caso ha dimenticato di menzionare qualche altra categoria? Ora, io non so di preciso di quali privilegi godano i piloti e i giudici, ma so bene di quali privilegi godono gli appartenenti alla categoria dei politici. Lo so talmente bene che ci avevo anche scritto un articolo sul mio sito internet qualche tempo fa. E' proprio vero, l'erba del vicino è sempre più verde.
"Soffrivamo [noi italiani] di una povertà che oggi osserviamo solo in Africa o in Asia: denutrizione, analfabetismo, diffusione di malattie mortali, case senza elettricità né acqua corrente, mancanza di lavoro e di elementare tutela dello stesso."
Beh, ovvio, non è che siamo (ancora) a livelli di certi paesi in via di sviluppo, quello no. Ma la situazione non mi sembra neppure così rosea come la descrive il ministro. Per quanto riguarda l'analfabetismo, ad esempio, forse non sa che in Italia sei milioni di persone sono totalmente analfabete, cioè non sanno né leggere né scrivere. Ora è chiaro che rispetto ad anche solo 50 o 60 anni fa la situazione è migliorata, ma restiamo comunque sempre al 28esimo posto tra i 30 paesi più istruiti (dietro di noi solo Portogallo e Messico).
E non mi sembra neppure che sul versante lavoro la situazione vada meglio, né per quanto riguarda il tasso di occupazione, né per tutto il discorso della tutela dello stesso. E a proposito di tutela, va segnalato che a distanza di quasi un anno, la legge Biagi, maggiore responsabile dell'aumento della diffusione del precariato e indicata nel programma dell'Unione come una delle prime cose da rivedere, sia ancora lì, saldamente al suo posto. Se invece per tutela il ministro intende la questione sicurezza in ambiente lavorativo, vale la pena ricordare che dal 2001 a oggi nel nostro paese sono morte più di 7000 persone per incidenti sul lavoro (1036 solo l'anno appena passato assieme a una milionata di feriti).
"Nello spazio di due sole generazioni, gli italiani hanno realizzato - per merito loro e di chi li ha governati - una delle più profonde trasformazioni della loro storia."
Per merito loro, senza ombra di dubbio.
"Abbiamo rallentato la capacità di produrre e troppi si aggrappano alla rendita."
Si aggrappano alla rendita non lo so. Il rallentamento della capacità di produrre mi sembra che sia un aspetto ineluttabile del nostro modello di sviluppo. Per carità, non sono un economista, ma non ci vuol molto a capire che la produzione è rallentata principalmente per tre motivi:
- saturazione del mercato
- la gente ha meno soldi da spendere
- il 90 e passa per cento degli oggetti di largo consumo sono inutili
Potete fare una semplice prova. Guardate per intero un'interruzione pubblicitaria in tv e fate un conto di quanti sono dei prodotti reclamizzati quelli che servono e quelli inutili. Visto? Non è difficile.
"Invece è possibile che si rafforzi e prevalga all'interno stesso del paese la spinta di chi vuole perseguire l'eccellenza, superare i migliori, fare dell'Italia un paese attraente per scienziati, imprenditori, ricercatori di talento, artisti."
Qui evidentemente ha bevuto: difficile infatti che uno sobrio possa dire una fila così lunga di castronerie una attaccata a quell'altra. Io non voglio l'eccellenza, non voglio vivere nel paese migliore del mondo (forse non lo merito neanche), mi accontenterei semplicemente di vivere in un paese che rispetti il cittadino, che lo aiuti nel momento del bisogno, che non lo affoghi nelle pratiche burocratiche e che non gli complichi la vita anziché semplificargliela.
Mi accontenterei di andare la sera a passeggio nel parco con moglie e figli senza dover fare lo slalom tra gli spacciatori, mi piacerebbe non dover aspettare quattro mesi per una visita all'asl quando a pagamento da un privato c'è posto domani. Come può poi pretendere che l'Italia sia un paese attraente per gli scienziati quando questi fanno (ahimé giustamente) a gara per scappare via e uno dei più grandi che avevamo in Italia (il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, solo per citarne uno) è dovuto scappare in Spagna a causa dell'ottusità di chi oggi predica queste cose?
Insomma, l'impressione che si ricava da tutta questa palude di parole inutili dette da Padoa-Schioppa è una conferma, l'ennesima, che i nostri politici sono degli ottimi oratori, tantissime belle parole ma niente di più. Chiudo questo (triste) post con una citazione, una frase presa da una canzone dei Nomadi che si chiama "Amore che prendi, amore che dai":
"Discorsi importanti regalan speranza,
ma intanto son chiusi dentro a una stanza.
Se senti il bisogno di un pò d'amore,
mettiti in fila che c'è da spettare."
"Dai piloti ai giudici troppi privilegi, va ritrovata l'ambizione nazionale."
Dai piloti ai giudici? Non è che per caso ha dimenticato di menzionare qualche altra categoria? Ora, io non so di preciso di quali privilegi godano i piloti e i giudici, ma so bene di quali privilegi godono gli appartenenti alla categoria dei politici. Lo so talmente bene che ci avevo anche scritto un articolo sul mio sito internet qualche tempo fa. E' proprio vero, l'erba del vicino è sempre più verde.
"Soffrivamo [noi italiani] di una povertà che oggi osserviamo solo in Africa o in Asia: denutrizione, analfabetismo, diffusione di malattie mortali, case senza elettricità né acqua corrente, mancanza di lavoro e di elementare tutela dello stesso."
Beh, ovvio, non è che siamo (ancora) a livelli di certi paesi in via di sviluppo, quello no. Ma la situazione non mi sembra neppure così rosea come la descrive il ministro. Per quanto riguarda l'analfabetismo, ad esempio, forse non sa che in Italia sei milioni di persone sono totalmente analfabete, cioè non sanno né leggere né scrivere. Ora è chiaro che rispetto ad anche solo 50 o 60 anni fa la situazione è migliorata, ma restiamo comunque sempre al 28esimo posto tra i 30 paesi più istruiti (dietro di noi solo Portogallo e Messico).
E non mi sembra neppure che sul versante lavoro la situazione vada meglio, né per quanto riguarda il tasso di occupazione, né per tutto il discorso della tutela dello stesso. E a proposito di tutela, va segnalato che a distanza di quasi un anno, la legge Biagi, maggiore responsabile dell'aumento della diffusione del precariato e indicata nel programma dell'Unione come una delle prime cose da rivedere, sia ancora lì, saldamente al suo posto. Se invece per tutela il ministro intende la questione sicurezza in ambiente lavorativo, vale la pena ricordare che dal 2001 a oggi nel nostro paese sono morte più di 7000 persone per incidenti sul lavoro (1036 solo l'anno appena passato assieme a una milionata di feriti).
"Nello spazio di due sole generazioni, gli italiani hanno realizzato - per merito loro e di chi li ha governati - una delle più profonde trasformazioni della loro storia."
Per merito loro, senza ombra di dubbio.
"Abbiamo rallentato la capacità di produrre e troppi si aggrappano alla rendita."
Si aggrappano alla rendita non lo so. Il rallentamento della capacità di produrre mi sembra che sia un aspetto ineluttabile del nostro modello di sviluppo. Per carità, non sono un economista, ma non ci vuol molto a capire che la produzione è rallentata principalmente per tre motivi:
- saturazione del mercato
- la gente ha meno soldi da spendere
- il 90 e passa per cento degli oggetti di largo consumo sono inutili
Potete fare una semplice prova. Guardate per intero un'interruzione pubblicitaria in tv e fate un conto di quanti sono dei prodotti reclamizzati quelli che servono e quelli inutili. Visto? Non è difficile.
"Invece è possibile che si rafforzi e prevalga all'interno stesso del paese la spinta di chi vuole perseguire l'eccellenza, superare i migliori, fare dell'Italia un paese attraente per scienziati, imprenditori, ricercatori di talento, artisti."
Qui evidentemente ha bevuto: difficile infatti che uno sobrio possa dire una fila così lunga di castronerie una attaccata a quell'altra. Io non voglio l'eccellenza, non voglio vivere nel paese migliore del mondo (forse non lo merito neanche), mi accontenterei semplicemente di vivere in un paese che rispetti il cittadino, che lo aiuti nel momento del bisogno, che non lo affoghi nelle pratiche burocratiche e che non gli complichi la vita anziché semplificargliela.
Mi accontenterei di andare la sera a passeggio nel parco con moglie e figli senza dover fare lo slalom tra gli spacciatori, mi piacerebbe non dover aspettare quattro mesi per una visita all'asl quando a pagamento da un privato c'è posto domani. Come può poi pretendere che l'Italia sia un paese attraente per gli scienziati quando questi fanno (ahimé giustamente) a gara per scappare via e uno dei più grandi che avevamo in Italia (il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, solo per citarne uno) è dovuto scappare in Spagna a causa dell'ottusità di chi oggi predica queste cose?
Insomma, l'impressione che si ricava da tutta questa palude di parole inutili dette da Padoa-Schioppa è una conferma, l'ennesima, che i nostri politici sono degli ottimi oratori, tantissime belle parole ma niente di più. Chiudo questo (triste) post con una citazione, una frase presa da una canzone dei Nomadi che si chiama "Amore che prendi, amore che dai":
"Discorsi importanti regalan speranza,
ma intanto son chiusi dentro a una stanza.
Se senti il bisogno di un pò d'amore,
mettiti in fila che c'è da spettare."
Gerontocrazia sanremese
Sono stati annunciati oggi i nomi dei partecipanti al prossimo festival di San Remo, e mi pare che sia un'edizione all'insegna delle novità e del "largo ai giovani". Tra i vari nomi troviamo infatti Al Bano, Marcella Bella, Johnny Dorelli, Milva, Paolo Rossi, Nada, Roby Facchinetti, praticamente un intero reparto geriatrico al completo.
Quello che più dispiace, però, è che come ogni anno vengano proposti artisti (?) con alle spalle una solida major discografica. Quando vedremo una manifestazione all'insegna del "coraggio", in cui siano inseriti i tantissimi artisti provenienti dal florido e vivo underground musicale italiano? Quando si avrà il coraggio di puntare esclusivamente sulla bravura, sul talento e sul nuovo?
Pippo Baudo permettendo, ovviamente.
Quello che più dispiace, però, è che come ogni anno vengano proposti artisti (?) con alle spalle una solida major discografica. Quando vedremo una manifestazione all'insegna del "coraggio", in cui siano inseriti i tantissimi artisti provenienti dal florido e vivo underground musicale italiano? Quando si avrà il coraggio di puntare esclusivamente sulla bravura, sul talento e sul nuovo?
Pippo Baudo permettendo, ovviamente.
Cantonate
Qualcuno sa cosa c'entra San Pietroburgo (Russia) con St. Petersburg (Florida)? Lo chieda a Repubblica...
domenica 7 gennaio 2007
Zombie!
No, non mi riferisco agli infernali esseri tipo quelli di Night of the living dead, ma più semplicemente ai nostri personal computer. E' infatti di questi giorni la notizia che nel mondo ci sarebbero circa 2 milioni di pc "zombie". Ma cosa sono?
In pratica si tratta di computer che all'insaputa del legittimo proprietario agiscono per conto di un "altro", nascosto. In pratica succede che un pc viene infettato da un trojan che se ne sta buono lì, apparentemente dormiente. Al momento opportuno il virus viene "svegliato" e diventa operativo: da quel momento, anche se non è facile accorgersene, il pc obbedisce agli ordini del misterioso padrone: gli comunica dati riservati, invia mail spammatorie col nostro mittente e altre simpatiche attività.
Qualche tempo fa una cosa simile è capitata anche a me. Ho ricevuto infatti un'e-mail strana apparentemente inviata da un mio caro amico; il messaggio è effettivamente partito dal suo pc, ma non l'ha spedito lui, bensì il virus che alloggiava al suo interno.
Occhi aperti.
In pratica si tratta di computer che all'insaputa del legittimo proprietario agiscono per conto di un "altro", nascosto. In pratica succede che un pc viene infettato da un trojan che se ne sta buono lì, apparentemente dormiente. Al momento opportuno il virus viene "svegliato" e diventa operativo: da quel momento, anche se non è facile accorgersene, il pc obbedisce agli ordini del misterioso padrone: gli comunica dati riservati, invia mail spammatorie col nostro mittente e altre simpatiche attività.
Qualche tempo fa una cosa simile è capitata anche a me. Ho ricevuto infatti un'e-mail strana apparentemente inviata da un mio caro amico; il messaggio è effettivamente partito dal suo pc, ma non l'ha spedito lui, bensì il virus che alloggiava al suo interno.
Occhi aperti.
E stai un pò zitto!
Un ragazzo down su un autobus di linea romano si accorge che un borseggiatore infila la mano nella borsetta di una signora. Cosa fa? Si mette a urlare. Il borseggiatore, vistosi scoperto, gli assesta un bel pugno sul volto insultandolo. L'unico sul pulman che prende le sue difese, in mezzo all'indifferenza generale, è un giornalista che si trova lì per caso, il quale chiede all'autista di fermarsi per poter chiamare i carabinieri.
L'autista dice che non può: sarebbe interruzione di pubblico servizio. Intanto i passeggeri sul pulman si lamentano perché il giornalista col suo gesto potrebbe aver messo a repentaglio la loro sicurezza.
Commenti?
Aggiornamento 08/01/2007
Di questa storia parla oggi anche Beppe Grillo.
L'autista dice che non può: sarebbe interruzione di pubblico servizio. Intanto i passeggeri sul pulman si lamentano perché il giornalista col suo gesto potrebbe aver messo a repentaglio la loro sicurezza.
Commenti?
Aggiornamento 08/01/2007
Di questa storia parla oggi anche Beppe Grillo.
Internet Explorer 7 "obbligatorio"
Sono capitato casualmente su Xp dopo un bel pò di tempo e ho trovato un aggiornamento a priorità alta da scaricare. Ho pensato a una delle frequenti patch di zio Bill con cui turare qualche pericolosa falla del sistema che potrebbe essere utilizzata dal solito vandalo ecc... (ormai la storia la sapete).
E invece no: si tratta della nuova versione del browser di casa Microsoft, inserita (chissà come mai) tra gli aggiornamento a priorità alta. E vabbè, visto che le alternative sono poche, e anche per curiosità, decido di scaricarlo e installarlo:
Terminato il lungo download (adsl, dove sei?) ed espletata con successo la procedura di verifica del Windows Genuine (uffa!), ecco installato Internet Explorer 7.
Importo i segnalibri di Firefox e lo lancio. Noto subito con piacere la possibilità di navigare aprendo più schede in una stessa finestra, funzionalità che i browser concorrenti offrono già da tempo immemorabile. Sono inoltre notevolmente cresciute le opzioni di sicurezza: è infatti attivo di default il blocco dei popup e il filtro anti-phishing, con la possibilità di controllare in tempo reale dal menù "strumenti" l'affidabilità o meno di un sito.
L'unico neo del nuovo i.e. sta però, almeno da quel poco che ho potuto vedere, nella gestione dei feed, il sistema per ricevere automaticamente una notifica tutte le volte che un sito o un blog vengono aggiornati. Quando infatti un sito ha attiva questa opzione risulta colorato di arancione il relativo pulsante posto nel menù in alto, questo:
Cliccandoci sopra è possibile accedere all'elenco degli articoli presenti nel sito selezionato. La scomodità sta nel fatto che, per visualizzare i feed, nel sito bisogna comunque entrare, mentre invece utilizzando Firefox l'elenco delle modifiche si visualizza scorrendo col puntatore del mouse i segnalibri, senza bisogno di entrare nel sito. In questo modo:
Scorrendo infatti i preferiti di i.e. viene solo offerta la possibilità di aprire il sito selezionato in un'altra scheda della stessa finestra, ma non sono visibili i feed. Capite anche voi che è molto più comodo e veloce il sistema utilizzato da Firefox.
Insomma, da quel poco che ho potuto vedere finora, Firefox batte i.e. 1 a 0.
E invece no: si tratta della nuova versione del browser di casa Microsoft, inserita (chissà come mai) tra gli aggiornamento a priorità alta. E vabbè, visto che le alternative sono poche, e anche per curiosità, decido di scaricarlo e installarlo:
Terminato il lungo download (adsl, dove sei?) ed espletata con successo la procedura di verifica del Windows Genuine (uffa!), ecco installato Internet Explorer 7.
Importo i segnalibri di Firefox e lo lancio. Noto subito con piacere la possibilità di navigare aprendo più schede in una stessa finestra, funzionalità che i browser concorrenti offrono già da tempo immemorabile. Sono inoltre notevolmente cresciute le opzioni di sicurezza: è infatti attivo di default il blocco dei popup e il filtro anti-phishing, con la possibilità di controllare in tempo reale dal menù "strumenti" l'affidabilità o meno di un sito.
L'unico neo del nuovo i.e. sta però, almeno da quel poco che ho potuto vedere, nella gestione dei feed, il sistema per ricevere automaticamente una notifica tutte le volte che un sito o un blog vengono aggiornati. Quando infatti un sito ha attiva questa opzione risulta colorato di arancione il relativo pulsante posto nel menù in alto, questo:
Cliccandoci sopra è possibile accedere all'elenco degli articoli presenti nel sito selezionato. La scomodità sta nel fatto che, per visualizzare i feed, nel sito bisogna comunque entrare, mentre invece utilizzando Firefox l'elenco delle modifiche si visualizza scorrendo col puntatore del mouse i segnalibri, senza bisogno di entrare nel sito. In questo modo:
Scorrendo infatti i preferiti di i.e. viene solo offerta la possibilità di aprire il sito selezionato in un'altra scheda della stessa finestra, ma non sono visibili i feed. Capite anche voi che è molto più comodo e veloce il sistema utilizzato da Firefox.
Insomma, da quel poco che ho potuto vedere finora, Firefox batte i.e. 1 a 0.
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