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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

Dai libri

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La parola piramide deriva dal greco antico pyros, che significa grano. Per questo motivo nel Medioevo si credeva che le piramidi avessero la funzione di conservare il grano, fossero cioè dei giganteschi granai. La parola Parigi deriva invece da Par Isis, che significa "vicino a Iside". Ai tempi dell'Impero romano, infatti, alle porte della città si trovava un tempio dedicato alla dea Iside. Da qui il nome dato alla città.  A leggere un thriller storico si impara sempre qualcosa. Più in generale, da qualsiasi libro, anche da quello all'apparenza più "leggero" e scalcagnato, come quello che sto leggendo in questi giorni, si impara qualcosa. Sempre.

Contro natura o secondo natura (e cosa c'entra Alla ricerca di Nemo?)

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Fa sempre un certo effetto sentire un Pillon o un Salvini o un Adinolfi spiegarci che certi comportamenti sessuali sono contro natura e altri secondo natura, quando invece il concetto esatto da esprimere dovrebbe essere secondo la nostra cultura o contro la nostra cultura. Tirare in ballo la natura, infatti, specie quando non si ha la più pallida idea di cosa succeda in natura, è un po' come darsi la zappa sui piedi.  

Perché Mussolini rovinò l'Italia

Ho terminato il saggio storico di Bruno Vespa, ricevuto in regalo (ben difficilmente avrei speso di mia iniziativa soldi in un suo libro), di cui avevo accennato qui . Devo dare atto a Vespa, contro ogni aspettativa, di avere buone capacità divulgative e di aver scritto un saggio dai tratti avvincenti, anche se i fatti narrati hanno un taglio più da cronista che da storico. Il libro in questione prende in esame le vicende politiche e militari che sfociarono nella decisione di Mussolini di trascinare l'Italia nella disastrosa (per noi) seconda guerra mondiale, prendendo avvio dagli incessanti corteggiamenti di Hitler ("Uomini come Mussolini nascono una volta ogni mille anni"), che modellò la sua politica dittatoriale e il suo partito ispirandosi al partito fascista del Duce, e descrivendo l'infinita serie di errori che portarono il nostro paese alla rovina economica, militare e politica.  Rispetto agli altri libri sulla storia del fascismo che ho letto, questo ha il pr

Fumetti

Sull'ultimo Venerdì di Repubblica c'è una interessante inchiesta ( qui ) sulla diffusione dei fumetti nel nostro paese, dove tra le altre cose si parla dell'ottimo stato di salute in cui versa questo particolare settore editoriale. Due cose interessanti: nel 2021 appena chiuso circa nove milioni di persone sono andate in libreria, più o meno regolarmente, per comprare fumetti (rilevazione relativa alle sole librerie, che quindi esclude edicole e fumetterie); il fumetto è solo cartaceo. A differenza dei libri, che possono essere acquistati e letti su aggeggi elettronici, il fumetto viene letto solo su carta. La cosa un po' mi ha sorpreso, dal momento che lavoro in un'agenzia di distribuzione stampa e ogni giorno mi vedo passare per le mani tonnellate e tonnellate di fumetti destinati esclusivamente alle edicole. Non pensavo che anche le librerie avessero un così attivo mercato dei fumetti. Bella, questa cosa. L'inchiesta in questione mi ha fatto venire in mente l

La Giornata della memoria (con un po' di storia)

A dire il vero non volevo scrivere niente sulla Giornata della memoria, perché tutto l'universo Internet ne parla e il mio contributo non avrebbe aggiunto granché. Poi mi sono imbattuto per caso in un post della bravissima Galatea Vaglio e ho deciso di segnalarlo. Perché è interessante il suo contributo? Perché, partendo dalla Shoah hitleriana, di cui sappiamo tutto (o almeno dovremmo), Galatea si lancia in un breve ma esaustivo viaggio storico che va alle radici secolari dei pregiudizi antiebraici che hanno condotto poi alla più grande tragedia del Novecento. Insomma, un po' di storia, che non fa mai male. Il post di Galatea è qui .

Le bugie di Ratzinger

Mentre lo stato maggiore dell'informazione è impegnato fino alla sfinimento con la ormai ridicola pantomima relativa all'elezione del nuovo presidente della repubblica, è passata abbastanza in sordina una notizia che a mio parere avrebbe meritato forse un po' più di visibilità, e cioè l'ammissione di Ratzinger di avere mentito nel corso di un'indagine sulla pedofilia nella chiesa tedesca. I fatti riguardano quattro casi di abusi sessuali su minori avvenuti tra il 1977 e il 1982, periodo in cui il futuro papa Benedetto XVI era arcivescovo della diocesi di Monaco di Baviera. Nel corso dell'indagine che lo vedeva accusato di non aver preso provvedimenti contro il responsabile di tali abusi, Ratzinger dichiarò agli inquirenti di non essere a conoscenza delle imputazioni a carico del sacerdote accusato dei fatti. Nelle sue ammissioni di qualche giorno fa, invece, ha ritrattato la precedente versione ammettendo di essere stato presente alla riunione in cui si decise d

Sui complotti

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Sulla sindrome dei complotti Umberto Eco ha scritto pagine a tutt'oggi ancora ineguagliate (a parte Popper, forse). E le sue acute osservazioni valgono anche per i complottardi del covid (ne conosco personalmente almeno un paio). (da Cospirazioni e trame , 2007)

Bruno Vespa

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Se durante la mia lunga carriera di lettore qualcuno mi avesse detto che sarebbe arrivato un giorno in cui avrei letto un libro di Bruno Vespa, mi sarei messo a ridere. Invece quel giorno è arrivato. (Tranquilli, l'ho ricevuto in regalo, e comunque il titolo mi piace.)

Un presidente autorevole

A me, in linea di principio, non importa granché delle tendenze politiche di cui è espressione un presidente della Repubblica. Non m'importa, cioè, se viene da una storia politica riferibile alla destra o alla sinistra. Mi interessa che sia autorevole, competente, carismatico (perché no?) e che, nei limiti del possibile, contribuisca a mantere ammantata di autorevolezza l'istituzione che incarna. Non è un mistero, infatti, che la presidenza della Repubblica è forse l'ultima istituzione che nello sfacelo politico generale mantiene ancora elevati livelli di stima nelle italiche genti. E poi stiamo parlando appunto del presidente della Repubblica, che ha esclusivamente funzioni di controllo (in teoria neutro ed equidistante) sull'operato del governo e del parlamento, e vigila affinché l'operato dei suddetti organi si mantenga all'interno del dettato costituzionale. Quindi non m'interessa granché se, a puro titolo di esempio, viene eletta la Cartabia, pur consci

Guerra?

Non è chiaro se Putin invaderà sul serio l'Ucraina (neppure gli analisti più ferrati sono al momento riusciti a capire le sue intenzioni). Certo è che la situazione, da quello che si legge , non sembra sia da prendere sottogamba e non autorizza alla tranquillità, almeno al momento. Tra Russia e Ucraina esistono vecchie ruggini che si sono da un po' di tempo aggravate, in particolar modo da quando quest'ultima, dopo l'elezione nel 2019 del presidente Volodymyr Zelensky, è passata da atteggiamenti sostanzialmente remissivi nei confronti di Putin ad atteggiamenti più assertivi e in qualche misura più provocatori. Alcune delle dinamiche in corso mi ricordano, anche se alla lontana e pur con tutte le differenze possibili, quelle che portarono allo scoppio della Prima guerra mondiale. Dopo l'attentato di Sarajevo l'impero austriaco dichiarò guerra alla Serbia e la invase, ma la Serbia aveva un grande fratello, la Russia, la quale non restò certo a guardare. La Russia,

La casa senza ricordi

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Di Donato Carrisi avevo letto, tempo fa, Il suggeritore e l'avevo trovato molto avvincente. Questo, invece, il suo ultimo romanzo, abbastanza deludente. L'ho trovato troppo inverosimile. Certo, è un'opera di fantasia, una storia inventata, ma a mio parere le storie, che siano inventate o ispirate a fatti realmente accaduti, devono comunque avere una loro verosimiglianza. In questo romanzo non l'ho trovata.  In aggiunta, eccetto alcuni (pochi) momenti in cui la storia è interessante e i colpi di scena notevoli, per la maggior parte l'ho trovata noiosa, pretenziosa, il tutto con l'aggiunta di un finale abbastanza deludente. Un lato positivo, almeno per me: è un interessantissimo viaggio nella psiche umana, o almeno in alcuni dei suoi lati più patologici. D'altra parte, il protagonista è uno psicologo infantile che si adopera nel tentativo di penetrare nella mente di un dodicenne che viene ritrovato in un bosco totalmente privo di memoria e di linguaggio. Nel

L'alternanza scuola-lavoro (secondo Barbero)

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Numeri e spaccature

Naturalmente non è vero niente che "ho i numeri ma non voglio spaccare il paese". Molto più semplicemente, la campagna acquisti in parlamento portata avanti con affanno e ostinazione in queste ultime settimane non ha portato i risultati auspicati e, anche se ti chiami Berlusconi, alla fine davanti ai numeri ti devi arrendere.  Non c'è alcun senso di responsabilità in tutto questo, né nessun desiderio di non voler spaccare il paese (tra l'altro, spaccare il paese con la dicotomia con me o contro di me è esattamente ciò che ha fatto scientemente nei lunghi anni del suo regno). È che lui è così: la menzogna e la mistificazione sono parte indissolubile del suo corredo genetico, e resteranno tali fino alla fine.

Non sopporto

Non sopporto le frasi "non si può morire così", "è inaccettabile" e simili, che puntualmente compaiono a patetico corredo di ogni tragedia come quella di Lorenzo . La trovo una retorica stucchevole, artificiale, puerile, priva di senso e significato, totalmente scollegata dalla realtà, una realtà dove invece si muore così da sempre e sempre si morirà così, perché il modo in cui abbiamo strutturato la società in cui viviamo ha come prezzo da pagare il fatto che si muoia così.  Non sopporto i sentimentalismi ottusi, miopi, con cui ci si vuole forse autoconvincere che con una qualche forma di impegno si fermerà prima o poi questo dramma. Non è vero che c'è sempre soluzione a tutto, come siamo stati indottrinati a pensare; ci sono problemi che non hanno soluzione e occorre prenderne atto. Non è rassegnazione, la mia, è realismo. (Sulla questione dell'alternanza scuola-lavoro taccio, perché poi mi sale il nervoso.)

La necessità del caso

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  Dopo la serendipità, di cui avevo parlato qui , la sincronicità. Ho letto questo libro su suggerimento di Giorgio , che me l'aveva segnalato tempo fa nei commenti a un post. A dire il vero, l'ho preso in mano con qualche timore, convinto che potesse rivelarsi troppo ostico per me; invece, in generale, l'ho trovato non dico semplice, specie in alcuni punti, ma quasi sempre comprensibile, e soprattutto interessante. Che cos'è la sincronicità? Detto in poche parole, è un concetto che fu introdotto dallo psicanalista Carl Gustav Jung nel 1950 e che si basa sull'assunto che due eventi, non collegati tra loro da nessuna causa, accadendo simultaneamente creino un senso per la persona che ne è soggetta. Lo psicologo francese autore del libro, Jean-François Vézina, scrive: "Per quanto riguarda la realtà dei fenomeni psichici, la sincronicità è senza dubbio una delle idee più audaci di tutta l'opera di Jung, ma anche una delle più necessarie. Che cos'è in realt

Berlusconi

Non so se l'abbandono di Berlusconi da parte di Salvini sia la pietra tombale sul sogno di quest'ultimo di sedere al soglio quirinalizio - con lui non è mai detta l'ultima parola. L'idea di Berlusconi al Quirinale, però, al di là del fatto che alla fine ci riesca o no, non deve stupire più di tanto, anche se a molti, me compreso, ripugna. Gli americani hanno avuto Trump, cosa dovrebbero dire? Berlusconi, va ricordato, è stato il presidente del Consiglio più longevo dopo Mussolini, ha goduto, e in parte gode ancora, di un consenso diffuso, anche se magari non generalizzato, e milioni di italiani l'hanno votato convintamente. E quegli italiani se ne fregano del fatto che sia un puttaniere conclamato, che fino al 1994 abbia finanziato stabilmente e regolarmente Cosa nostra e tutto il resto. Berlusconi ha incarnato meglio di chiunque, ed è rimasto ineguagliato in questo, l'idea della politica usata per fini esclusivamente personali; ha incarnato l'idea che coi

Buchi di memoria

Non credo capiti solo a me di svegliarmi al mattino con in testa una canzone. Stamattina, in macchina, canticchiavo una vecchia canzone di Battiato. Non  ne ricordo il titolo e non ho voglia di andarlo a cercare, ma ricordo il nome dell'album: Patriots (mi pare), che risale ai  primi anni Ottanta. È una canzone con un testo abbastanza provocatorio, come del resto lo sono molti testi di Battiato. Il verso che canticchavo recita: "L'uomo è l'animale più domestico e più stupido che c'è..." Mi verrà in mente.

Ferrara

Ieri, complice la bella ma fredda giornata, abbiamo fatto una gita a Ferrara, città che non avevamo mai visitato (alcune foto sono qui ). Mi hanno colpito alcune cose. La prima è l'elevato numero di panifici che costellano il centro storico, in un paio dei quali abbiamo naturalmente fatto delle incursioni; la seconda è l'altrettanto elevato numero di librerie. Ne ho contate parecchie, alcune indipendenti e altre appartenenti a catene come Mondadori, Giunti, Feltrinelli ecc.  Curiosa e bella, questa cosa. Ne ho viste anche un paio che vendono libri usati. In una di queste, una piccola bottega, ho notato in vetrina una vecchissima edizione di Cujo e una copia male in arnese de Il signore degli anelli e ci ho lasciato gli occhi; se fosse stata aperta mi sarei fiondato dentro e li avrei comprati entrambi senza indugi. Unico rammarico: la cattedrale in questo periodo è chiusa al pubblico per restauri e non l'abbiamo quindi potuta visitare. Ci siamo rifatti col bellissimo e spet

Parabole discendenti

Da appassionato di scienza, confesso che mi dispiace molto vedere un premio Nobel per la medicina fare la fine che ha fatto Luc Montagnier. Ciò che mi rattrista non sono tanto le sue strampalate dichiarazioni sui vaccini anti-covid, cose talmente assurde che probabilmente anche Red Ronnie avrebbe qualche remora a esternare, o sull'aids; mi dispiace vedere uno scienziato che abdica al primo imperativo di ogni scienziato: mettere ciò che dichiara al vaglio della comunità scientifica per essere verificato. Nessuno impedisce a Montagnier di esternare pubblicamente le cose che pensa, ma la scienza ha dei canoni di funzionamento precisi e rigorosi, e questi canoni prevedono l'obbligo, per ogni scienziato che pensa di aver scoperto qualcosa, di pubblicare su riviste scientifiche autorevoli ciò che pensa di avere scoperto, tutto questo al fine di mettere a disposizione della comunità scientifica il risultato dei suoi studi o dei suoi esperimenti per essere verificato. Se non si fa que

Melandri e il covid volontario

La vicenda ha fatto scalpore perché, a differenza di Djokovic (prima della diatriba sul suo ingresso in Australia non avevo la più pallida idea di chi fosse), Marco Melandri è un personaggio sportivo abbastanza celebre qui in Italia. In realtà, Melandri a parte, nel mondo delle persone comuni non toccate dal prestigio della notorietà l'idea di ammalarsi volontariamente di covid in modo da ottenere il green pass senza dover passare dal vaccino ha una certa diffusione.  Poi, certo, nella maggior parte dei casi rimane a livello di idea, di tentazione intima che magari si tende a tenere per sé nel timore di venire etichettati come cretini, ma le cronache ci hanno spesso messo a conoscenza di un certo numero di casi reali. Per rendersene conto è sufficiente aprire Google e digitare "covid party". Da parte mia, era sinceramente difficile pensare che la stupidità umana potesse raggiungere tali estensioni, ma evidentemente aveva ragione Einstein quando la paragonava all'infi

Cacciari novello Socrate

Cacciari, sorprendendo un po' tutti, fa la terza dose di vaccino, giustificandosi col fatto che i filosofi obbediscono alle leggi anche se le ritengono folli, così come disse Socrate prima di bere la cicuta. Mi ha fatto venire in mente il Salvini dell'anno scorso, il quale, dopo aver lisciato per benino il pelo dei no-vax, senza troppo clamore è andato pure lui a vaccinarsi.  Naturalmente Cacciari e Salvini non li metto sullo stesso piano; Cacciari è un filosofo con una bibliografia pressoché sterminata e una grande cultura, Salvini sa a malapena con cosa si è ingozzato la sera prima. Tuttavia può succedere che un grande filosofo e un grande cazzaro da bar possano, in determinati e specifici casi, essere accomunati dalla stessa paraculaggine.

Sull'informazione

"Non molto tempo fa, se volevate impadronirvi del potere politico in un paese, era sufficiente controllare l'esercito e la polizia. Oggi è solo nei paesi sottosviluppati che i generali fascisti, per fare un colpo di stato, usano ancora i carri armati. Basta che un paese abbia raggiunto un alto livello di industrializzazione perché il panorama cambi completamente: il giorno dopo la caduta di Chruščëv i direttori della Pravda , della Izvestija e delle catene radiotelevisive sono stati sostituiti; nessun movimento nell'esercito. Oggi un paese appartiene a chi controlla le comunicazioni. Se la lezione della storia non sembra convincente, possiamo ricorrere all'aiuto della finzione, che - come insegnava Aristotele - è assai più verosimile della realtà. Si vedano tre film americani apparsi negli anni scorsi: Seven Days in May,   Dr. Strangelove e Fail Safe . Tutti e tre concernevano la possibilità di un colpo di mano militare contro il governo degli Stati Uniti. In tutti e

Billy Summers

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Non se se il fatto che un libro commuova e faccia venire gli occhi lucidi sia un buon metro di giudizio per giudicarlo, anche perché nel complesso del giudizio incide sicuramente il grado di emotività del lettore. Ma se per caso lo è, questo romanzo è un capolavoro.

Neve

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Nevica quasi ininterrottamente da metà mattinata. In realtà non è una grande notizia, dal momento che siamo in gennaio, ma è una notizia perché da queste parti è da un certo numero di anni che non si vede il suolo imbiancato e la cosa fa sempre un certo effetto. Domani sarà tutto finito, ma per qualche ora è stato bello assistere al sempre piacevole spettacolo dei fiocchi che cadono.

Caro Battiato

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Non guardo la tv da anni, come probabilmente i miei 32 lettori sapranno già, e quindi ho saputo della trasmissione Caro Battiato solo il giorno dopo, trasmissione che ho poi recuperato qui su RaiPlay . Mi ha colpito una cosa detta da Jovanotti in un suo breve intervento, e cioè che le canzoni di Battiato allargano la mente. Non in chissà quale senso filosofico, ma nel senso che Battiato è stato il primo a inserire nella musica leggera concetti fino al suo arrivo sconosciuti, come ad esempio il misticismo, oppure certi riferimenti alla cultura araba e mediorientale. Ma anche termini fino ad allora sconosciuti, come ad esempio Tozeur, i dervisci, i "ciuffi d'isotopi in mano", i mullah immobili e i passaggi a livello nel deserto, le danze sufi, la dinastia dei Ming e cose di questo genere. Riguardo a Tozeur, ad esempio (la canzone si chiama I treni di Tozeur ), ricordo che da giovane, quando la ascoltai per la prima volta, non sapevo cosa fosse e quindi la andai a cercare su

Relativismi

Leggo della mamma afghana morta di freddo sul confine con la Turchia dopo aver dato i calzini ai suoi due figli, affinché li usassero come guanti. Poi guardo noi, qua, che stiamo a scannarci come cretini su vaccini e altre stupidaggini, e penso a come sia tutto così drammaticamente e terribilmente relativo.

Scritti corsari

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Mentre leggevo questo libro, che è una specie di testamento di uno degli intellettuali più lucidi e geniali che l'Italia abbia mai avuto, mi chiedevo cosa direbbe Pier Paolo Pasolini oggi, se fosse ancora vivo, vedendo che le cose che raccontava/profetizzava negli anni Settanta non solo sono diventate realtà, ma di un tipo di realtà peggiore rispetto a ogni previsione. Il libro è una raccolta sparsa di scritti vergati negli anni che vanno dal 1973 al 1975, prima del suo assassinio , pubblicati da quotidiani e periodici dell'epoca. Mentre li leggevo mi chiedevo come facessero giornali come il Corriere della Sera a pubblicarli. Si tratta infatti di editoriali taglienti, corrosivi, diretti, a volte quasi brutali nella loro lucida schiettezza (il politically correct tanto in voga oggi ne sarebbe risultato asfaltato), che denunciavano con accanimento e sofferenza la "rivoluzione conformistica", l'"omologazione culturale", la "mutazione antropologica"

Dozza

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Ieri, complice la giornata soleggiata e quasi primaverile, io e mia moglie abbiamo fatto un giretto a Dozza. Dozza è un piccolo borgo medievale situato sull'Appennino tosco-romagnolo a una manciata di chilometri da Bologna. È rinomato, oltre che per essere la sede dell'Enoteca Regionale dell'Emilia-Romagna, anche per i numerosi e caratteristici dipinti che abbelliscono le facciate delle case. L'arte di dipingere i muri delle case del piccolo borgo risale al 1960, quando l'allora sindaco del paese ideò il Muro Dipinto, una manifestazione che nel tempo si è affermata e consolidata, tanto che dal 1965 è diventata Biennale e coinvolge critici e artisti nazionali e stranieri. Ovviamente, ho fatto qualche foto. Come ogni borgo medievale che si rispetti, anche Dozza ha la sua rocca: Rocca Sforzesca, nata nel 1200 come fortezza medievale per poi trasformarsi, nel corso dei secoli, in residenza rinascimentale e settecentesca (la sua storia in dettaglio la trovate qui ). Per

25 anni senza Ivan

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Il primo gennaio di 25 anni fa se ne andava, alla giovane età di 51 anni, Ivan Graziani, un cantautore a cui, per una lunga serie di motivi, sono molto legato e di cui, nel corso del tempo, ho scritto parecchio su questo blog. Definirlo cantautore è riduttivo, è stato un ottimo chitarrista con la vena del rock nel DNA e ha collaborato coi maggiori cantautori italiani. Soprattutto, è stato un artista a tutto tondo (disegnatore, pittore, scrittore, narratore). Le sue non erano semplici canzoni, erano vere e proprie storie in musica, erano affreschi, quadretti.  Ne scrivo proprio oggi perché è appunto di oggi la notizia del ritrovamento di vecchi nastri con materiale musicale inedito che, probabilmente, verrà pubblicato una volta terminati i lavori di "ripulitura" e conversione in digitale dei nastri e arrangiamenti dei pezzi. È una notizia che mi ha fatto immenso piacere. Data la ingente mole della sua produzione musicale - ha pubblicato circa trenta album nel corso della sua