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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Nomadi

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Nonostante io bazzichi in rete da molti anni, ancora mi stupisco di ciò che è possibile trovarvi. L'ultimo di questi stupori è nato dall'aver scoperto che sono reperibili su YouTube interi concerti dei Nomadi risalenti al periodo degli anni Ottanta del secolo scorso. Perché questi concerti sono per me importanti? Andiamo un po' con ordine. Uno dei cantautori a cui per primo mi avvicinai da ragazzino fu Francesco Guccini, tanto che i primi accordi con cui mossi i primi passi sulla tastiera di una chitarra fu il giro di Do Maggiore che apre la celeberrima Dio è morto del cantautore di Pàvana. Nel 1979 - io avevo nove anni - Guccini fece un tour assieme ai Nomadi, un complesso (all'epoca i gruppi si chiamavano ancora "complessi") di ragazzotti abbastanza squinternati originari di Novellara, anonimo paesino della provincia di Reggio Emilia. Il complesso era capitanato da Augusto Daolio (prematuramente scomparso nel 1992) e Beppe Carletti, oggi l'unico supersti

Tre anni senza un libro

Lucia Borgonzoni, qualche giorno fa, è stata nominata sottosegretaria alla cultura del neonato governo Draghi, ruolo, questo, già ricoperto nel primo governo Conte. Puntuali, come del resto accadde successivamente alla sua nomina nel governo giallo-verde, sono piovute le polemiche, innescate da una sua celebre uscita in cui affermò di non leggere un libro da tre anni. In realtà, trovo queste polemiche abbastanza pretestuose. Non so di preciso quale sia il ruolo di un sottosegretario alla cultura ma immagino si tratti di compiti di tipo gestionale/amministrativo all'interno del comparto cultura, e per svolgere tali mansioni non penso sia obbligatorio leggere cinquanta libri all'anno. Certo, quando si pensa alla cultura nella sua accezione più ampia, risulta abbastanza stridente immaginare di dissociarla dai libri, ma lavorare all'interno di un ministero dedicato alla cultura comprende probabilmente una pluralità di mansioni per espletare le quali, come dicevo, può non essere

Topolini

Suona il cellulare. È Michela, mia figlia maggiore.  "Ba', ho trovato un topolino, ce l'ho qui in mano, è bellissimo, lo posso portare a casa?" "Stai scherzando, vero?" "No, dico davvero. Ti prego..." "E come pensi di organizzare la convivenza del topolino tanto carino con le due gatte che abbiamo in casa?" "..." Eh, santa pazienza...

Vecchi e libri

Nel saggio Perché i libri allungano la vita , una raccolta di scritti di Umberto Eco su arte e letteratura, il filosofo-narratore tira a un certo punto un parallelo tra gli anziani e i libri. Scrive Eco:  "Sin dai tempi in cui la specie cominciava a emettere i suoi primi suoni sinificativi, le famiglie e le tribù hanno avuto bisogno dei vecchi. Forse prima non servivano e venivano buttati quando non erano più buoni per la caccia. Ma con il linguaggio i vecchi sono diventati la memoria della specie: si sedevano nella caverna, attorno al fuoco, e raccontavano quello che era accaduto prima che i giovani fossero nati. Prima che si iniziasse a coltivare questa memoria sociale, l'uomo nasceva senza esperienza, non faceva in tempo a farsela, e moriva. Dopo, un giovane di vent'anni era come se ne avesse vissuti cinquemila. I fatti accaduti prima di lui, e quello che avevano imparato gli anziani, entravano a far parte della sua memoria. Oggi i libri sono i nostri vecchi. Non ce ne

Menzogna e sortilegio

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I primi due aggettivi con cui descriverei questo romanzo, il primo di Elsa Morante, sono monumentale e inattuale. Monumentale a causa della lunghezza, inattuale a causa del tipo di prosa, già caratterizzata da una certa, voluta arcaicità ai tempi in cui fu pubblicato, il 1948. Ma è inattuale anche perché completamente estraneo ai canoni che definiscono al tempo di oggi un romanzo, e cioè un riuscito concentrato di velocità, ritmo, mordente. Menzogna e sortilegio ha ben poco di tutto ciò e privilegia un tipo di narrazione più "lenta", riflessiva, che indulge quasi con protervia alla descrizione caratteriale dei personaggi e alle interazioni tra gli stessi. Ricorda un po' il Goethe de Le affinità elettive o il Dumas de Il conte di Montecristo, per capirci. Non è un libro facile, specie rapportato alla narrativa di intrattenimento odierna dei Wilbur Smith o dei Ken Follett, ma parte del suo fascino e della sua bellezza sta proprio in questo.

La pandemia e me

Da lunedì, probabilmente, l'Emilia-Romagna tornerà arancione, dopo due settimane di giallo seguite alle precedenti due ancora arancioni. Stavo pensando che più o meno un anno fa cominciava questo balletto di restrizioni inaugurato con il lockdown duro di marzo e aprile. All'epoca cominciarono ad apparire i famosi cartelloni e lenzuola, appesi a finestre e balconi, con su scritto "Andrà tutto bene". A distanza di un anno, si può dire che è andato tutto bene? Boh, non so, credo sia una valutazione soggettiva, come tutte le valutazioni, del resto. Per quel che mi riguarda, pensavo ieri, questo anno di stravolgimenti generali non ha cambiato granché il mio sistema di vita. Prima dell'arrivo della pandemia le mie due attività preferite erano stare in casa a leggere libri e andare a passeggiare sulle colline qui dietro a casa mia, e su queste le restrizioni non hanno avuto effetti, se si esclude il già citato lockdown duro di marzo e aprile durante il quale non si potev

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Su morte e immortalità

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Il settimanale letterario Robinson, uscito ieri mattina assieme a Repubblica, pubblica vari scritti di Umberto Eco tra cui una sua breve autobiografia inedita. Qui Eco riversa pensieri, riflessioni, racconti della sua infanzia, della sua vita. Scrisse questi pensieri nel 2015, un anno prima della sua prematura morte, e la chiude con alcune bellissime riflessioni su colei che san Francesco definì sorella. Le lascio qui di seguito, in caso a qualcuno interessino. Si tratta di semplici catture fotografiche fatte con lo smartphone (cliccandoci sopra si ingrandiscono un po'), spero siano leggibili.

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L'altro

Come ho già scritto in passato, per motivi di lavoro sono a contatto ogni giorno con persone provenienti da ogni parte del mondo. Stamattina chiacchieravo con Nasìr, un simpaticissimo ragazzo pakistano che è qua in Italia da cinque anni, con moglie e figlio, e che parla italiano molto meglio di tanti leghisti. Lui è nato in un villaggio sul confine tra Pakistan e India e prima di arrivare in Italia ha lavorato per qualche tempo negli Emirati arabi. Chiacchierando, mi ha raccontato alcune cose che non sapevo.  Una, ad esempio, è che l'acqua gassata esiste solo in Europa, altrove è praticamente sconosciuta, o almeno è sconosciuta in Pakistan, India, Arabia, Emirati, posti in cui lui è stato. Poi mi ha raccontato alcune cose del suo paese, il Pakistan appunto, che è una repubblica islamica che conta più di duecento milioni di persone e in cui le due lingue più diffuse sono l'inglese e l'urdu. Quest'ultima, seppure non sia la più parlata, è la lingua franca del paese. In pr

Le foibe tra storia e partigianeria politica

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Piove

Stamattina presto c'era il sole e la cosa mi aveva procurato un certo piacere, perché oggi è la prima domenica del mese e qui a Santarcangelo c'è il tradizionale mercatino dell'usato. Per qualche incomprensibile motivo mi piace andarci e provo piacere nel gironzolare tra le varie bancarelle, gestite perlopiù da tipi pittoreschi e a volte stravaganti che vendono oggetti vecchissimi e generalmente non più funzionanti: giradischi, macchine da cucire, vinili con le copertine sciupate e malandate, lampade da comodino, libri, grammofoni, mangianastri, vecchi televisori in bianco e nero senza telecomando (di quelli che per cambiare canale bisognava avvicinarsi all'apparecchio e ruotare una manopola o spingere un pulsante). E poi vasi, contenitori di qualsiasi tipo, carriole, attrezzi per il giardinaggio arrugginiti, vecchi vestiti da sposa e chi più ne ha più ne metta. Mi sono sempre chiesto perché mi piacciano i mercatini dell'usato ma non sono mai riuscito a rispondermi

Draghi

Non m'aspettavo che Mattarella convocasse Mario Draghi per affidargli l'incarico di formare un nuovo governo, né, ancora meno, mi aspettavo che Draghi accettasse, dal momento che in più di un'occasione, anche in tempi recenti, mi sembra di ricordare che avesse negato la sua disponibilità a chiunque gli ventilasse la cosa.  Riuscirà il banchiere a formare un nuovo governo? Sì, ci riuscirà. I partiti faranno un po' di chiacchiere, qualcuno storcerà il naso, qualcun altro, come i Cinquestelle, metterà in campo un po' di finta contrarietà ma Mario due prenderà in mano la situazione che lo si voglia o no, se non vorremo vedere il differenziale tra i bund tedeschi e i BTP a 1000 nel breve termine con tutto quello che ne potrebbe conseguire. Perché, in caso non fosse ancora chiaro, è ormai l'economia che detta legge, non certo la politica. Draghi sarà uno che farà poche chiacchiere, anzi pochissime, il minimo indispensabile e forse ancora meno. È un banchiere, è un tec

Valig(i)e

Elsa Morante, in Menzogna e sortilegio , pubblicato nel 1949, scrive "valige", "grige", "effige", stravolgendo, apparentemente, la regoletta che si adotta per il plurale dei nomi che terminano in -cia e -gia. In realtà non è un errore. Anche Buzzati e altri scrivevano "valige", come ho potuto constatare leggendo il suo libro 60 racconti . Molto più semplicemente, in epoca passata l'usanza di scrivere quei nomi senza la "i" era corretta. Questo perché la lingua evolve, cambia, si modifica. Per cui, a chi oggi vi rinfacci come un gravissimo errore valigie senza la "i", potete sempre rispondere: "Vallo a dire a Buzzati o alla Morante." :-)

Corrado Augias e la mail

Stavo pensando che se, ipoteticamente, fosse possibile mettere uno sulle spalle dell'altro tutti quelli che ieri hanno perculato Corrado Augias per la vicenda della mail truffaldina , e una volta impilati gli si mettessero vicino, lui li guarderebbe sempre dall'alto.