martedì 29 marzo 2011

Il terremoto divino di De Mattei

Le parole di Roberto De Mattei, vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sono uscite dall'ambito di Radio Maria e, grazie al web, sono arrivate all'opinione pubblica, almeno quella che legge i giornali.

Da più parti si sono levate voci indignate e richieste di dimissioni (anche online) dalla carica che ricopre. Non è naturalmente in discussione il diritto di De Mattei, come di chiunque altro, di pensare quello che vuole e di dirlo pubblicamente. Ciò che viene messo in dubbio è la compatibilità tra ruolo e idee. Insomma, ci si chiede - e cominciano a farlo anche molti appartenenti allo stesso CNR - come si possano organizzare convegni antidarwiniani e nello stesso tempo rappresentare il più importante ente scientifico italiano. E come si possano anche solo pensare frasi tipo "i terremoti sono segno della bontà di Dio" con la patetica giustificazione che "si tratta della citazione di uno scritto del 1911 di monsignor Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro, che commentava il terremoto di Messina del 1908". Come se il fatto che questa dichiarazione è di un altro ne diminuisse la gravità.

Ma quello che dal mio punto di vista è importante evidenziare, è che l'appartenenza o meno a una comunità scientifica non è una discriminante così importante. Per come la vedo io, infatti, è certamente grave che a fare simili dichiarazioni sia chi sta ai vertici di importanti organizzazioni scientifiche, ma è altrettanto grave che un'aberrazione simile sia anche solo accettata da chi si professa credente. Io mi rifiuto di pensare che un cattolico possa condividere il concetto che un terremoto o qualsiasi altro tipo di catastrofe sia una sorta di "avvertimento divino", o, peggio, "una voce paterna" che "ci richiama al fine ultimo della nostra vita terrena".

Ma che Dio è quello che avvisa i suoi ipotetici figli sterminandone 20 o 30mila alla volta? Ma un minimo di razionalità non dovrebbe appartenere anche al più invasato dei credenti? Anche tra chi si professa cristiano osservante non ci dovrebbe essere quantomeno un sussulto di intelligenza e di coerenza? Ma come? Ci raccontano che questo benedetto Dio sacrifica il suo figlio per amore dell'umanità, e poi manda giù l'equivalente di un genocidio ogni volta che deve avvisare la suddetta umanità della sua fragilità?

Qui non è questione di chiedere o meno le dimissioni di De Mattei, che sarebbero il minimo, qui è questione che le dimissioni le ha già presentate l'intelligenza di tutti quelli che la pensano come lui. E purtroppo non sono pochi.

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