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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

Cosa hanno mai fatto gli ebrei?

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Ho appena terminato questo pregevole saggio scritto dallo storico Roberto Finzi. Come si desume facilmente dal titolo, il libro smonta, alla luce della storia, l'imponente mole di accuse (infondate) che nel corso dei secoli sono state rivolte agli ebrei, tra cui quella principale di deicidio, per poi passare all'altrettanto nota accusa di essere usurai e tutte le altre a seguire. Il libro è godibile non solo perché molto istruttivo, ma anche perché adotta la tecnica narrativa del dialogo, nel caso specifico tra un nonno (che sa molte cose) e la nipotina decenne che lo interroga. Accanto all'opera di "debunking" dei maggiori pregiudizi, luoghi comuni e bufale che circolano da un paio di millenni sul conto del popolo eletto, il libro è interessante anche perché, seppur per sommi capi, ne narra la storia, a partire dalla diaspora, iniziata con la distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo ad opera dei romani, fino ai giorni nostri. Tra le cose più inter

L'ombra del vento

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Lo so, sarò impopolare, ma non ho mai creduto troppo alla distinzione manichea tra classici e narrativa contemporanea, quella distinzione secondo cui i classici rappresentano letture "alte", di qualità, mentre la narrativa contemporanea risulta velata da quell'aurea di intrinseca mediocrità tipica della letteratura di intrattenimento. Umberto Eco affermava che pure per lui questa distinzione aveva poco senso. Chi infatti distingue rigidamente tra i passati classici e gli attuali best sellers, diceva sempre Eco, dimentica che nella loro epoca pure i classici erano dei best sellers. Lo è stato (e lo è ancora) la Bibbia, lo è stato Madame Bovary, Delitto e castigo e via andare. La distinzione, semmai, andrebbe fatta tra buoni libri e cattivi libri, e sia i classici che i best sellers annoverano nei rispettivi cosmi sia buoni che cattivi libri, fermo restando, naturalmente, che qui si entra nel campo della soggettività. Pensavo questa cosa mentre leggevo le ultime pagine de L

Il palazzo

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A circa dieci minuti di cammino, sulle colline dietro a casa mia, c'è Palazzo Marcosanti . Le sue origini risalgono alla fine del 1200 e, nel corso dei secoli, è stato oggetto di numerosissime vicende familiari e di altrettanto numerosi passaggi di proprietà: dalla famiglia Malatesta alla casata dei Montefeltro; dal papato alla famiglia Della Rovere del ducato di Urbino, fino ad arrivare, nel 1899, alla sua cessione alla famiglia Marcosanti di Milano. Ieri, passandoci davanti durante la mia solita passeggiata, pensavo che il castello se ne sta lì da più 700 anni ed era già lì quando attorno non c'era nulla, probabilmente neppure Poggio Berni. 700 anni sono 28 generazioni. Chissà, magari tra altri 700 anni e altre 28 generazioni lui sarà ancora lì al suo posto, e come oggi continuerà a farsi beffe di ciò che accade intorno ad esso, e beffe anche di chi passeggia lì nei pressi pensando all'insignificanza dei pochi anni che a ognuno sono dati da vivere.

Cristianesimo, la religione dal cielo vuoto

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Difficile recensire un saggio sul cristianesimo di questa portata. Ci è riuscito molto bene Ettore Fobo in questo suo post . Di mio, aggiungo solo qualche breve nota a margine, ora che ne ho terminato la lettura. La tesi sostenuta dal filosofo Umberto Galimberti, e cioè che la religione cristiana ha perso la sua dimensione sacrale per ridursi sostanzialmente ad "agenzia etica", non è in realtà nuova, è già stata esposta da molti teologi e pensatori cattolici, sia passati che contemporanei, come ad esempio Gianni Baget Bozzo, di cui nel libro vengono citati vari passi dei suoi scritti. Perché il cristianesimo ha perso la sua dimensione sacrale? Nella sua visione filosofica il termine sacro indica un ambito in cui vige la confusione dei codici, il sacro è il luogo dell'indifferenziato, dove nello stesso momento e allo stesso tempo possono coesistere il benedetto e il maledetto, il giorno e la notte, il giusto e l'ingiusto, il vero e il falso. Le religioni, tutte le reli

Giuramenti e rimpianti

Due pensieri che mi sono venuti in mente mentre guardavo in streaming alcuni momenti del giuramento di Joe Biden. Il primo è un pensiero di sollievo e al tempo stesso di preoccupazione, perché è vero che il peggior presidente degli USA ce lo siamo tolti dai piedi, ma è altrettanto vero che sarà molto più difficile per gli USA sbarazzarsi del trumpismo. Il secondo pensiero è per il grande Vittorio Zucconi. Pensate se ci fosse stato anche lui a commentare, come solo lui sapeva fare, la cerimonia del giuramento.

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(da Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto . Umberto Galimberti)

Azzurrina e il CICAP

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Il mio amico Maurizio mi ha segnalato via mail il video di Massimo Polidoro in cui si analizza il mistero del fantasma di Azzurrina. Dovete sapere che a dieci minuti da casa mia c'è il castello di Montebello. Come ogni castello che si rispetti, è abitato da un fantasma, che nello specifico ha le sembianze di una bambina albina, scomparsa nelle viscere del castello stesso tanti anni fa. Ogni cinque anni, nella notte del 21 giugno, il fantasma di Azzurrina rifà capolino nelle segrete del castello, e qualcuno ne avrebbe addirittura registrato le voci. Sono tutte favole, naturalmente, ma conosco persone che, pur dietro l'apparente scetticismo, si chiedono: Ma come hanno fatto allora a registrare le voci? Beh, lo spiega Massimo Polidoro. :-)

Vaccini e PIL

L'infelice uscita di Letizia Moratti secondo  cui occorrerebbe vaccinare prima le regioni col PIL più alto, solleva, come era prevedibile, ondate di indignazione. Non piace neppure a me quell'uscita, a scanso di equivoci. Vorrei però fare presente che, nella sua innocente  ingenuità, la signora Moratti ha espresso verbalmente ciò che è costume e cultura imperanti, ciò che è inconscio collettivo. Se si nasce e si vive in un certo "ecosistema", ciò che poi si esprime ne è infatti il suo riflesso.  Vaccini anti-covid a parte, è infatti stranoto che chi ha maggiori possibilità economiche si può curare con maggiore efficacia e minore attesa rispetto a chi ha poche o nulle possibilità economiche. È sempre stato così e, temo, sarà sempre così. Quindi sì, indignamoci pure per ciò che ha detto la signora Moratti, ma conserviamo anche qualche moto di indignazione per il sistema nel suo complesso, di cui il pensiero della Moratti è figlio.

La scomparsa del pensiero

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Ermanno Bencivenga, filosofo e logico, non è il primo che scrive libri su quella che è probabilmente la maggiore rivoluzione antropologica a memoria d'uomo, ossia la progressiva perdita della capacità di pensare e ragionare. L'hanno fatto prima di lui altri rinomati filosofi, psicologi e pensatori: Emanuele Severino, Giulio Giorello, Umberto Galimberti, Paolo Crepet, Vittorino Andreoli. Eppure, nonostante la sua portata, nel dibattito collettivo questa rivoluzione, che sarebbe meglio chiamare involuzione, è quasi del tutto assente. Se non pochi addetti ai lavori, nessuno o quasi ne parla, nessuno le dedica prime pagine o trasmissioni televisive. La politica figurarsi, dal momento che campa su questo. Questo ottimo saggio di Bencivenga ha il pregio di essere chiaro, diretto, ficcante, e descrive il problema andando subito al sodo, senza fronzoli. E questo già dall'introduzione, nel quale l'autore scrive: "Perché un candidato alla presidenza degli Stati Uniti può vin

L'epoca dei Lumi

Stamattina, camminando, ho ascoltato questo bellissimo documentario sull'Illuminismo presentato dall'impareggiabile Alessandro Barbero. Se avete una cinquantina di minuti liberi, in cui magari non sapete cosa fare, e sempre che la storia vi interessi, dateci un'occhiata, ne vale la pena. Ha più o meno la stessa durata della conferenza di Conte, ma volete mettere quant'è più interessante? Garantisco io.

Curiosità e tempo

Ieri pomeriggio, camminando, pensavo che mi piacerebbe comprare un manuale di anatomia. Non per diventare un medico, figuriamoci, ma perché sono curioso di sapere un po' dettagliatamente com'è fatto il corpo umano.  Poi mi piacerebbe comprare un manuale di chimica, perché anche se alle superiori in chimica avevo due, oggi penso che la chimica sia interessantissima, dal momento che le reazioni chimiche stanno alla base di tutta la nostra vita, compreso ogni gesto che facciamo. Poi vorrei un manuale di astrofisica. Un paio d'anni fa ho letto Dal big bang ai buchi neri , di Stephen Hawking, e mi ha affascinato. Poi ho letto libri della Hack, di Guido Tonelli, tutti interessantissimi. Poi vorrei manuali di storia, perché anche la storia è affascinante. Ho letto libri di Yual Noah Harari, di Franco Cardini, di Mieli. Ma anche la psicologia è interessante. Ho letto libri di Crepet, Galimberti, Andreoli, Benasayag. Ma c'è un problema: il tempo. Tempo e curiosità non vanno d

Sulla scomparsa del pensiero

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(da La scomparsa del pensiero. Perché non possiamo rinunciare a ragionare con la nostra testa , Ermanno Bencivenga)

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Descrizioni

Philip Roth, in Nemesi , per descrivere il dottor Steimberg riempie mezza pagina. Stephen King, nell'autobiografia On writing , dice che quando descrive un personaggio di un suo libro usa al massimo tre righe e del personaggio in questione accenna solo pochi e vaghi tratti fisici. In questo modo, dice sempre King, il lettore costruisce il personaggio da sé, con la propria immaginazione. È come se lo facesse maggiormente suo.  Per quanto mi riguarda, come lettore tendo più a essere d'accordo con King. Poi, certo, si tratta di dettagli che poco o nulla influiscono sulla qualità complessiva di un romanzo.

Politica per pochi

Non so se alla fine questa crisi di governo sarà ufficializzata oppure no, e a dirla tutta non mi importa neppure granché. Renzi, che io detesto da tempi non sospetti, cioè da quando salì alla ribalta della politica nazionale, come del resto testimoniano queste pagine, non è che l'ultimo della lista ad aver messo in crisi un governo per puro tornaconto personale. Nel caso contingente, un interesse personale ancora più effimero perché dettato non tanto da motivazioni utilitaristiche ma dal mero desiderio di non cadere nel dimenticatoio. Tutto qua. Per lui, già il solo fatto di essere per un giorno in cima ai trend topic di Twitter è motivazione sufficiente per causare tutta questa confusione. Poi, per carità, può darsi benissimo che nelle trenta pagine di richieste e rimostranze inviate a Conte ci sia anche qualcosa di condivisibile - non lo so, non le ho lette - ma le modalità e i tempi con cui Renzi e il suo partitello con percentuali da prefisso telefonico hanno innescato questa

Il senso della vita

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Credo non esista nessuno che non si sia mai chiesto se la vita abbia un senso, e ciò è dimostrato dal fatto che attorno a questa domanda l'umanità ha riempito mari di libri. Anche Philip Roth se lo chiede, attraverso la domanda che Mr Michaels pone al suo interlocutore nel romanzo Nemesi .  Io penso, molto banalmente, che la vita in sé non abbia senso; siamo noi, se riteniamo che ne valga la pena, a dargliene uno. La vita biologica nostra, come qualsiasi altra forma di vita che ci circonda, non ha alcun senso. Che senso ha, ad esempio, che tra il cordolo del marciapiede e l'asfalto spunti qualche ciuffo d'erba? Nessuno. Semplicemente, in quel piccolo spazio ci sono un po' di terriccio e di umidità e la vita nasce. Se la vita avesse un senso chiaro, definito, gli uomini non continuerebbero ancora oggi a cercarlo, ne avrebbero coscienza e chiusa lì. Va detto comunque, e questo è innegabile, che se tutto fosse chiaro fin da subito la vita sarebbe infinitamente più noiosa.

Direttissimo

Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalpita per partire. Il treno, una volta partito, corre imperioso tra campi, monti, case, paesi, finché giunge alla prima stazione. Il viaggiatore scende perché qui ha appuntamento con un ingegnere per concludere un progetto. Al tavolo di un bar l'ingegnere comincia a tirare fuori da una cartellina i documenti del progetto, ma nota nel viaggiatore una certa fretta, una certa ansia. Un po' contrariato, chiede al viaggiatore se per caso abbia fretta. Questi risponde di non avere fretta, però... insomma, il treno sta per ripartire e teme di perderlo. L'ingegnere invita allora il viaggiatore ad andarsene, il progetto lo concluderanno un'altra volta. Il viaggiatore corre e riesce a risalire sul treno un attimo prima che parta. Il convoglio arriva alla seconda stazione con mezzora di ritardo. Qui il viaggiatore ha appuntamento con Rosanna, il

Racconti brevi

Sto leggendo una raccolta di racconti di Dino Buzzati: 60 racconti . Ogni tanto mi capita di leggere raccolte di racconti, anche di altri autori. I racconti hanno, specialmente quelli molto brevi come quelli che sto leggendo, almeno un vantaggio e almeno uno svantaggio. Il vantaggio è che si tratta generalmente di letture leggere e consentono, a differenza dei normali romanzi, di arrivare immediatamente all'epilogo della storia. Lo svantaggio è dato dal fatto che, abituato a leggere romanzi, inizio il racconto con lo stesso spirito, per poi trovarmi dopo poche pagine al termine della storia. Una cosa leggermente destabilizzante a cui mi devo ancora abituare. :-)

Di atei, credenti, Hitler e Mussolini

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Ogni tanto vado a ripescare su Youtube i video che accumulo nella sezione Guarda più tardi , quelli che accantono lì provvisoriamente per mancanza di tempo per poi guardarli quando posso. Stamattina ho dato un'occhiata a un paio di questi. Il primo è di Roberto Mercadini, scrittore e narratore di Cesena, molto attivo anche su Youtube, che a me piace molto e che in un paio di occasioni ho avuto piacere di vedere a teatro. Il video in questione si intitola Gli atei credono? e smonta in maniera abbastanza divertente e intelligente il luogo comune secondo cui anche l'ateismo sarebbe una fede. Credo sarà capitato a ogni ateo (a me tantissime volte) di sentirsi dire: Tu credi che Dio non esista, quindi anche tu credi in qualcosa, anche la tua è una fede. Una volta controbattevo utilizzando mie argomentazioni, oggi certe discussioni non le affronto più perché da tempo mi sono accorto che non hanno senso, ma semmai dovesse capitami ancora, controbatterò molto più velocemente linkando

Addii dolorosi

Furono in tanti a pronosticare che l'uscita di scena di Trump non sarebbe stata indolore, e questo già prima che iniziasse la competizione elettorale terminata a novembre con la vittoria di Biden. Molti di meno, probabilmente nessuno, si aspettava che l'epilogo avrebbe assunto tali dimensioni di tragicità. Eppure la cosa non deve stupire, ma era semmai da mettere in conto. Trump abbiamo imparato a conoscerlo bene. Senza spendersi in inutili edulcorazioni, lui incarna nella sua persona razzismo, sovranismo, complottismo, violenza, disprezzo per le regole, e il suo "esercito" non può che essere formato da persone che a loro volta incarnano le stesse caratteristiche. Se per quattro anni, ogni giorno, vomiti via social complottismo, razzismo e violenza verbale; se quotidianamente additi al pubblico ludibrio i tuoi "nemici", crei quella dicotomia manichea che alla fine, disperatamente, fornisce l'input a quell'"esercito" per uscire dai social e

Euro 13,89

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"Tutto è provvisorio: l'amore, l'arte, il pianeta Terra, voi, io. La morte è talmente ineluttabile che coglie tutti di sorpresa. Come sapere se questo giorno è l'ultimo? Crediamo sempre di avere tempo. E poi, di colpo, puf, non ci siamo più, fine del tempo regolamentare. La morte è l'unico appuntamento non segnato sul vostro organizer.  Tutto si compra: l'amore, l'arte, il pianeta Terra, voi, io. Scrivo questo libro per farmi licenziare. Se mi dimettessi non beccherei l'indennità. Mi tocca segare il confortevole ramo su cui sto appollaiato. La mia libertà si chiama sussidio di disoccupazione. Preferisco essere sbattuto fuori da un'impresa che dalla vita. PERCHÈ HO PAURA. Intorno a me i colleghi muoiono come mosche: idrocuzione in piscina, overdose di cocaina fatta passare come infarto del miocardio, jet privati che si schiantano, capriole in cabriolet. Ora, questa notte ho sognato che affogavo. Mi sono visto affondare, carezzare le mante, con i polm

Strade vuote

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Una conseguenza bella, probabilmente l'unica bella, del lockdown è che le strade non appartengono più solo alle macchine. Ci si può camminare in mezzo, e perfino mettersi a danzare sulla linea di mezzeria. È ciò che ho fatto oggi pomeriggio salendo a piedi verso Poggio Berni dopo aver lasciato Palazzo Marcosanti. Ho camminato in mezzo alla strada, provando quella sensazione di crepuscolare solitudine che a me piace.  Forse qualcuno mi ha visto, sbirciando dalla finestra di una casa lì vicino, e magari ha pensato: Quello non è normale.  Chissà che non avesse un po' ragione.

Tra albero di Natale e ferrovia

Tre cose che ho imparato leggendo Lo Zahir , di Paulo Coelho. La prima riguarda proprio lo zahir. Scrive Fauborg Saint-Péres: "Secondo lo scrittore Jorge Louis Borges, l'idea dello zahir viene dalla tradizione islamica, e si ritiene sia nata intorno al XVIII secolo. Zahir, in arabo, vuol dire 'visibile', 'presente', 'incapace di passare inosservato'. Qualcosa o qualcuno che una volta che si è stabilito il contatto, finisce per occupare a poco a poco il nostro pensiero, fino al punto che non riusciamo più a concentrarci su nient'altro. E ciò può essere considerato santità o follia." La seconda riguarda l'albero di Natale. Presso le antiche popolazioni germaniche era usanza, una volta all'anno, mettere dei regali sotto una quercia per i bambini dei villaggi. Questo rituale si svolgeva in onore del dio Odino bambino, rituale che fu poi 'criatianizzato' da San Bonifacio. Le origini della tradizione dell'albero di Natale derivano

Miserie

Scriveva Guccini: "Quando sono di umore nero, allora scrivo, frugando dentro alle nostre miserie". Mi è venuta in mente questa cosa delle miserie leggendo ciò che è successo in Liguria dopo che Giovanni Toti ha dato il benvenuto ai primi nati sul suolo ligure dopo la mezzanotte del trentuno, tra cui una bimba nata da genitori nigeriani. Toti si è azzardato a postare su facebook "Benvenuti ai nuovi liguri" per salutare l'arrivo di questi bambini. Apriti cielo! Esponenti leghisti si sono rivoltati, indignati. "Non si può definire italiano, né ligure, chi nasce sul nostro territorio da genitori stranieri. Auguri e benvenuti a tutti i nuovi nati del 2021 in Liguria, ma ribadiamo che per essere italiani e liguri sia necessario intraprendere un percorso ben definito" ha sentenziato un esponente della lega ligure.  Chissà cosa prevede questo percorso? Forse imparare a usare i congiuntivi come il Trota o usare il tricolore per pulirsi il culo come faceva Boss

Quando toccherà a me?

Camminando, mi accorgo che davanti ai cartelloni lungo la strada a cui vengono affissi gli annunci funebri c'è sempre gente, c'è sempre qualcuno interessato a sapere chi è passato a miglior vita. Mi chiedo sempre perché. Sicuramente per sapere se se n'è andato qualche conoscente, magari qualche  lontano parente. Ma sono convinto che molti, guardando quegli annunci, pensano al giorno in cui su quel cartellone ci saranno loro e altri passanti leggeranno della loro dipartita.

Buon 2021

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"E il mio maestro m'insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire." Franco Battiato È l'augurio di buon 2021 che rivolgo ai miei 32 lettori: che ognuno riesca sempre a vedere un po' di alba dentro a ogni imbrunire. Buon anno nuovo.