Probabilmente molti di voi hanno già saputo della foto-bufala messa in circolazione come autentica, sabato scorso, da Stampa e Corriere. Lo so, io arrivo sempre tardi, ma per quei pochi a cui fosse sfuggita penso valga la pena fare un breve riassunto della vicenda. A futura memoria.
Guardate l'immagine qui sotto:
Si tratta si Sarah Palin, attuale governatore dell'Alaska, scelta da John McCain come candidata per i repubblicani alla vicepresidenza degli Stati Uniti alle prossime presidenziali. Anzi, meglio, solo il viso è il suo, il resto appartiene a un'altra non meglio precisata fanciulla. L'abile falso, costruito con Photoshop o qualcosa di simile, è stato messo in rete nientemeno che a dicembre dell'anno scorso da un fan (qui il suo blog e la fonte originale dell'immagine).
Cos'ha fatto La Stampa (e anche il Corriere, ma in una pagina interna) sabato scorso? Ecco qua:
Le considerazioni che si potrebbero fare sono molte, ma mi pare che Luca le abbia condensate tutte, magnificamente, in questo suo post.
domenica 31 agosto 2008
Ho ancora la forza
Il video musicale che vi propongo oggi rappresenta nel suo genere una piccola chicca. Non tanto per l'accoppiata Ligabue/Guccini, quanto per la presenza dello stesso Francesco in una trasmissione televisiva.
Francesco è sempre stato estremamente refrattario ad apparire in tv, tanto è vero che i video che trovate su youtube molto raramente sono presi da trasmissioni televisive, ma per la maggior parte sono spezzoni di concerti dal vivo ripresi dai presenti col telefonino o con la videocamera.
Questo suo "odio" verso tutto ciò che è spettacolarizzazione l'ha cantato in più di una canzone, come ad esempio la splendida Addio, della quale riporto alcuni passi:
"Ho ancora la forza" è una canzone contenuta nell'album "Stagioni", uscito nel 2000. La musica l'ha scritta Ligabue e il testo (tra l'altro molto bello anche questo) lo stesso Francesco.
Buona domenica.
Francesco è sempre stato estremamente refrattario ad apparire in tv, tanto è vero che i video che trovate su youtube molto raramente sono presi da trasmissioni televisive, ma per la maggior parte sono spezzoni di concerti dal vivo ripresi dai presenti col telefonino o con la videocamera.
Questo suo "odio" verso tutto ciò che è spettacolarizzazione l'ha cantato in più di una canzone, come ad esempio la splendida Addio, della quale riporto alcuni passi:
[...] io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,Insomma, l'"orso" Guccini quando non è in giro in tournée se ne sta rintanato nella sua casa di Pàvana, sull'Appennino Tosco-Emiliano, a leggere libri e a scrivere.
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umiltà... [...]
"Ho ancora la forza" è una canzone contenuta nell'album "Stagioni", uscito nel 2000. La musica l'ha scritta Ligabue e il testo (tra l'altro molto bello anche questo) lo stesso Francesco.
Buona domenica.
sabato 30 agosto 2008
Notizie in pillole (3)
Inizia la scuola. Il Sole24Ore di domenica scorsa ha pubblicato un interessante articolo in cui elenca una serie di consigli, sfornati da illustri pediatri, su come predisporre al meglio i figli all'imminente inizio dell'anno scolastico: niente metodi autoritari, graduale coinvolgimento in attività attinenti allo studio, lavaggio del cervello all'insegna del motto "Acquisire il gusto di studiare", ecc...
Ho provato a far leggere l'articolo alle mie figlie, che quest'anno faranno entrambe le scuole medie, e mi sono reso conto che gli illustri pediatri non hanno considerato un aspetto basilare della questione: di scuola, per ora, i figli non vogliono neanche sentire parlare. La vedo dura.
Il Cavaliere a ripetizione. Come avrete letto, il cavaliere intende ispirarsi, per la imminente riforma della giustizia, a quanto scriveva il giudice Falcone in merito alla questione della separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Dal blog di Travaglio:
Questa sì che è una notizia: il nostro premier è un allievo di Giovanni Falcone ed è ansioso di “mettere in pratica molte sue idee in materia di giustizia”. Dev’essere per questo che si tenne in casa per due anni un mafioso travestito da stalliere, Vittorio Mangano, poi fatto arrestare e condannare da Falcone a 11 anni per mafia e traffico di droga. Dev’essere per questo che da 30 anni va a braccetto con Marcello Dell’Utri, condannato a 9 anni per mafia dal Tribunale presieduto da Leonardo Guarnotta, già membro del pool antimafia con Falcone e Borsellino. Dev’essere per questo che, quattro mesi fa, definì “eroe” Mangano, l’uomo che, scarcerato nel 1991, era divenuto reggente del mandamento di Porta Nuova e come tale aveva preso parte alla decisione della Cupola di Cosa Nostra di uccidere Falcone e Borsellino, e che poi fu riarrestato per tre omicidi per cui fu condannato due volte all’ergastolo in primo grado, dopodichè morì nel 2000. Dev’essere per questo che, nel 2003, dichiarò che i magistrati sono“matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana”, perché “per fare quel mestiere devi avere delle turbe psichiche”, parole che fecero insorgere Maria Falcone e Rita Borsellino, poi costrette a querelare Schifani per averle insultate. (articolo completo qui)
Stragi di casa nostra. Eh sì, perché anche noi abbiamo le nostre "piccole" stragi settimanali, che ultimamente pare che prediligano i frontali: in soli due distinti incidenti di questo tipo, sette vittime nel penultimo weekend e cinque nell'ultimo. Attendiamo ovviamente i dati del bollettino di guerra del weekend in corso. Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che ogni anno muoiano in media 8.000 persone sulle strade e nessuno riesca (o voglia) fare niente.
Obbligo di funerali cattolici. Leggo sul Corriere che alle 154 vittime del disastro aereo di Madrid è stata imposta la cerimonia funebre con rito cattolico al posto di quella di stato. Evangelici, protestanti e musulmani hanno ovviamente protestato ("In un comunicato diffuso dall' Alianza Evangelica Española, Jaume Llenas, definisce un' «autentica violenza» che sia imposto a tutte le vittime e ai loro parenti «un atto religioso ufficiale contrario alle loro credenze più intime» e chiede, al suo posto, una cerimonia ecumenica o laica"). Ogni commento mi pare superfluo.
Pensieri da sindaci. Dopo Alemanno, che ha criticato il comportamento dei due cicloturisti olandesi, rei di aver campeggiato in una zona di Roma abbandonata da Dio e dagli uomini, è la volta del sindaco di Torre Annunziata, che in merito a un episodio analogo accaduto a una coppia di turisti tedeschi ha detto: "con un po' di attenzione in più avrebbero potuto evitare l'orribile episodio di violenza". Come dire: la colpa è sempre del turista.
Solidarietà pelose. E' di ieri la notizia della pubblicazione di intercettazioni telefoniche che coinvolgerebbero l'ex premier Romano Prodi in merito, tra le altre cose, a una presunta tangente pagata da Siemens per ottenere agevolazioni nell'acquisto dell'Italtel. Immediata, ovviamente, la solidarietà di Berlusconi (come è noto le intercettazioni sono la sua bestia nera) al professore, il quale replica:
"Vista la grande enfasi e, nello stesso tempo, l'inconsistenza dei fatti a me attribuiti da Panorama - non vorrei che l'artificiale creazione di questo caso politico alimentasse il tentativo o la tentazione di dare vita, nel tempo più breve possibile ad una legge sulle intercettazioni telefoniche che possa sottrarre alla magistratura uno strumento che in molti casi si è dimostrato indispensabile per portare in luce azioni o accadimenti utili allo svolgimento delle funzioni che le sono proprie". "Da parte mia - conclude - non ho alcuna contrarietà al fatto che tutte le mie telefonate siano rese pubbliche".
Tiè!
Ho provato a far leggere l'articolo alle mie figlie, che quest'anno faranno entrambe le scuole medie, e mi sono reso conto che gli illustri pediatri non hanno considerato un aspetto basilare della questione: di scuola, per ora, i figli non vogliono neanche sentire parlare. La vedo dura.
Il Cavaliere a ripetizione. Come avrete letto, il cavaliere intende ispirarsi, per la imminente riforma della giustizia, a quanto scriveva il giudice Falcone in merito alla questione della separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Dal blog di Travaglio:
Questa sì che è una notizia: il nostro premier è un allievo di Giovanni Falcone ed è ansioso di “mettere in pratica molte sue idee in materia di giustizia”. Dev’essere per questo che si tenne in casa per due anni un mafioso travestito da stalliere, Vittorio Mangano, poi fatto arrestare e condannare da Falcone a 11 anni per mafia e traffico di droga. Dev’essere per questo che da 30 anni va a braccetto con Marcello Dell’Utri, condannato a 9 anni per mafia dal Tribunale presieduto da Leonardo Guarnotta, già membro del pool antimafia con Falcone e Borsellino. Dev’essere per questo che, quattro mesi fa, definì “eroe” Mangano, l’uomo che, scarcerato nel 1991, era divenuto reggente del mandamento di Porta Nuova e come tale aveva preso parte alla decisione della Cupola di Cosa Nostra di uccidere Falcone e Borsellino, e che poi fu riarrestato per tre omicidi per cui fu condannato due volte all’ergastolo in primo grado, dopodichè morì nel 2000. Dev’essere per questo che, nel 2003, dichiarò che i magistrati sono“matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana”, perché “per fare quel mestiere devi avere delle turbe psichiche”, parole che fecero insorgere Maria Falcone e Rita Borsellino, poi costrette a querelare Schifani per averle insultate. (articolo completo qui)
Stragi di casa nostra. Eh sì, perché anche noi abbiamo le nostre "piccole" stragi settimanali, che ultimamente pare che prediligano i frontali: in soli due distinti incidenti di questo tipo, sette vittime nel penultimo weekend e cinque nell'ultimo. Attendiamo ovviamente i dati del bollettino di guerra del weekend in corso. Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che ogni anno muoiano in media 8.000 persone sulle strade e nessuno riesca (o voglia) fare niente.
Obbligo di funerali cattolici. Leggo sul Corriere che alle 154 vittime del disastro aereo di Madrid è stata imposta la cerimonia funebre con rito cattolico al posto di quella di stato. Evangelici, protestanti e musulmani hanno ovviamente protestato ("In un comunicato diffuso dall' Alianza Evangelica Española, Jaume Llenas, definisce un' «autentica violenza» che sia imposto a tutte le vittime e ai loro parenti «un atto religioso ufficiale contrario alle loro credenze più intime» e chiede, al suo posto, una cerimonia ecumenica o laica"). Ogni commento mi pare superfluo.
Pensieri da sindaci. Dopo Alemanno, che ha criticato il comportamento dei due cicloturisti olandesi, rei di aver campeggiato in una zona di Roma abbandonata da Dio e dagli uomini, è la volta del sindaco di Torre Annunziata, che in merito a un episodio analogo accaduto a una coppia di turisti tedeschi ha detto: "con un po' di attenzione in più avrebbero potuto evitare l'orribile episodio di violenza". Come dire: la colpa è sempre del turista.
Solidarietà pelose. E' di ieri la notizia della pubblicazione di intercettazioni telefoniche che coinvolgerebbero l'ex premier Romano Prodi in merito, tra le altre cose, a una presunta tangente pagata da Siemens per ottenere agevolazioni nell'acquisto dell'Italtel. Immediata, ovviamente, la solidarietà di Berlusconi (come è noto le intercettazioni sono la sua bestia nera) al professore, il quale replica:
"Vista la grande enfasi e, nello stesso tempo, l'inconsistenza dei fatti a me attribuiti da Panorama - non vorrei che l'artificiale creazione di questo caso politico alimentasse il tentativo o la tentazione di dare vita, nel tempo più breve possibile ad una legge sulle intercettazioni telefoniche che possa sottrarre alla magistratura uno strumento che in molti casi si è dimostrato indispensabile per portare in luce azioni o accadimenti utili allo svolgimento delle funzioni che le sono proprie". "Da parte mia - conclude - non ho alcuna contrarietà al fatto che tutte le mie telefonate siano rese pubbliche".
Tiè!
venerdì 29 agosto 2008
Alitalia: una scommessa vinta?
Pare di sì, almeno leggendo quanto riportano con toni trionfalistici Il Giornale e molti altri media. In sostanza sembra essersi finalmente materializzata la famosa cordata, nell'ultimo periodo da molti definita "fantasma", che dovrebbe farsi carico del baraccone Alitalia, il quale - nessuno lo dice più - continua a perdere un milione di euro al giorno.
Ora, io non sono un esperto di questioni economiche e tento quindi di analizzare un po' il tutto basandomi su quello che leggo in giro. In base a questo si nota subito, com'è ormai tendenza italiota consolidata, che i media vicini al premier (ricordo che la soluzione della questione Alitalia era uno dei punti di governo della sua campagna elettorale) gridano al miracolo, mentre i (pochi) superstiti che stanno ancora sull'altra sponda parlano senza mezzi termini di truffa (a questo proposito cito questo editoriale di alcuni giorni fa di Scalfari).
Come al solito, per riuscire un po' a capirci qualcosa occorre lasciare da parte la componente politica e analizzare i fatti, e per fare questo occorre inevitabilmente tornare un po' indietro nel tempo, vedere le condizioni che proponeva a marzo AirFrance per acquisire Alitalia e confrontarle con l'accordo raggiunto oggi.
Scriveva il Corriere il 28 marzo scorso:
Arriviamo così a oggi, con la trattativa finalmente chiusa - pare - che dovrebbe salvare capre e cavoli, come si dice: dovrebbe cioè permettere alla nostra compagnia di bandiera di restare in mani italiane e nel contempo evitarne il fallimento. Vediamo un po' di capire di cosa si tratta.
Il piano Fenice (questo il nome di tutta l'operazione), in sostanza, prevede la scissione di Alitalia in due distinte realtà: la good company e la bad company. La prima sarebbe la parte sana e produttiva di Alitalia: i voli, parte della flotta e del personale, mentre la seconda la parte "marcia", per così dire, e cioè gli esuberi e tutti i debiti pregressi. La cordata dei 16 imprenditori si prenderà la parte sana, mentre la bad company resterà - udite udite - sulle spalle del Ministero del Tesoro, cioè sui contribuenti, cioè noi.
In pratica, una sorta di privatizzazione degli utili e pubblicizzazione delle perdite, come è da tempo nella migliore tradizione italiana. Cioè, per dirla terra terra: a loro la polpa a noi l'osso, come faceva chiaramente intendere ieri Massimo Giannini su Repubblica:
Fin qui i fatti, che, pur nella loro complessità e moltitudine di sfaccettature (tenete conto, come ho detto all'inizio, che io non sono un esperto di economia), ho cercato di esporre nella maniera più chiara possibile. A questo punto non resta che aspettare e vedere come evolverà la cosa. Vedere cioè se è vero, come dice Berlusconi, che la missione è compiuta e, soprattutto, quanto verrà a costare a noi contribuenti il compimento di questa missione.
Sulle capre non mi esprimo, ma, così, a occhio, mi pare che - come prima impressione - i cavoli saranno sicuramente i nostri.
Ora, io non sono un esperto di questioni economiche e tento quindi di analizzare un po' il tutto basandomi su quello che leggo in giro. In base a questo si nota subito, com'è ormai tendenza italiota consolidata, che i media vicini al premier (ricordo che la soluzione della questione Alitalia era uno dei punti di governo della sua campagna elettorale) gridano al miracolo, mentre i (pochi) superstiti che stanno ancora sull'altra sponda parlano senza mezzi termini di truffa (a questo proposito cito questo editoriale di alcuni giorni fa di Scalfari).
Come al solito, per riuscire un po' a capirci qualcosa occorre lasciare da parte la componente politica e analizzare i fatti, e per fare questo occorre inevitabilmente tornare un po' indietro nel tempo, vedere le condizioni che proponeva a marzo AirFrance per acquisire Alitalia e confrontarle con l'accordo raggiunto oggi.
Scriveva il Corriere il 28 marzo scorso:
Air France-Klm ha inviato nella notte la proposta di accordo quadro ai sindacati. La bozza conferma il numero di 2.100 esuberi: 1.500 per Alitalia, 100 tra i dipendenti all'estero, e 500 tra le attività di Az Servizi di cui è prevista la reinternalizzazione: perimetro che viene ampliato per comprendere un numero maggiore di dipendenti. In programma anche un forte piano di accompagnamento sociale: il gruppo francese «ha scelto come linea di condotta di non abbandonare nessun dipendente»In sostanza il piano AirFrance presentato a marzo prevedeva grosso modo 2.000 esuberi, mentre metà degli altri 4.000 dipendenti circa sarebbero stati riassorbiti entro cinque anni nella nuova compagnia. Ma l'aspetto più interessante (per noi) è che AirFrance fece capire senza mezzi termini che per i 2.000 esuberi ci sarebbe stato il licenziamento tout court, ma in cambio la società si sarebbe accollata il carrozzone Alitalia compresi i debiti. Debiti, tra l'altro, come tutti ben sanno, tutt'altro che di poco conto. Scriveva La Voce all'epoca:
[...]
Il gruppo Air France-Klm intende acquisire Alitalia Fly e 4.191 dipendenti attualmente in capo ad Alitalia Servizi. La proposta di accordo prevede la creazione di due nuove società (NewCo), una per lo handling a cui farebbero capo 1.881 dipendenti e una seconda per la manutenzione dove confluirebbero 2.310 addetti. Tra i 4.191 dipendenti di Alitalia Servizi che verrebbero «reinternalizzati» ci sarebbero anche i 500 dipendenti considerati in esubero. Confermate invece le intenzioni del gtruppo franco-olandese di chiudere il settore cargo Alitalia nel 2010: nel frattempo gli aeroplani verrebbero ridotti da 5 a 3 MD11. Le novità in termini numerici sono i circa 900 dipendenti in più di Alitalia Servizi a cui sarà consentito di rientrare nella società Fly. In un primo momento Spinetta aveva parlato di 3.300 persone al lordo degli esuberi, ora il numero salirebbe a 4.191.
L’offerta di Air France può apparire indigesta, confezionata in modo abbastanza puntiglioso e ultimativo da far ribollire l’orgoglio nazionale. Eppure, le condizioni in cui Alitalia è stata ridotta da una politica (nazionale non meno che locale) cieca e rapace, da sindacati rissosi e corporativi, da un management inetto e cedevole alle richieste di tutti sono tali da dover far prevalere la vergogna nazionale sull’orgoglio. Se oggi i margini di trattativa sono ridotti quasi a zero è perché Alitalia ha accumulato oltre 1,7 miliardi di debiti finanziari, continua a perdere centinaia di milioni di euro l’anno (da dieci anni, non da ieri) insieme a quote del mercato nazionale, internazionale e intercontinentale, ha una flotta tra le più diversificate e vecchie d’Europa e ha deteriorato gran parte del suo brand name.Il piano, ricorderete, venne fortemente osteggiato da Berlusconi, Fini e sindacati tutti, tanto che AirFrance scappò alla fine a gambe levate e Spinetta dichiarò che per salvare Alitalia restava solo l'esorcista. Da lì partì in quarta l'attuale premier, allora ancora all'opposizione, con la famosa cordata di imprenditori italiani tra i quali avrebbe potuto esserci lui stesso assieme magari ai suoi figli:
«Anche io - aggiunge - sarei disponibile ad un sacrificio, ma mi accuserebbero subito di avere un interesse. Potrei partecipare alla pari degli altri, ed anche i miei figli credo che non direbbero di no» (fonte)Poi, come ormai ci ha da tempo abituato, sui figli fece marcia indietro, mentre la presunta cordata tanto strombazzata (si sa, era in campagna elettorale) fece sapere di non saperne un bel niente.
Arriviamo così a oggi, con la trattativa finalmente chiusa - pare - che dovrebbe salvare capre e cavoli, come si dice: dovrebbe cioè permettere alla nostra compagnia di bandiera di restare in mani italiane e nel contempo evitarne il fallimento. Vediamo un po' di capire di cosa si tratta.
Il piano Fenice (questo il nome di tutta l'operazione), in sostanza, prevede la scissione di Alitalia in due distinte realtà: la good company e la bad company. La prima sarebbe la parte sana e produttiva di Alitalia: i voli, parte della flotta e del personale, mentre la seconda la parte "marcia", per così dire, e cioè gli esuberi e tutti i debiti pregressi. La cordata dei 16 imprenditori si prenderà la parte sana, mentre la bad company resterà - udite udite - sulle spalle del Ministero del Tesoro, cioè sui contribuenti, cioè noi.
In pratica, una sorta di privatizzazione degli utili e pubblicizzazione delle perdite, come è da tempo nella migliore tradizione italiana. Cioè, per dirla terra terra: a loro la polpa a noi l'osso, come faceva chiaramente intendere ieri Massimo Giannini su Repubblica:
Quella scelta su Alitalia non è una soluzione. È solo un imbroglio, come ha scritto Eugenio Scalfari, che finirà per penalizzare tutti: i dipendenti, gli utenti e i risparmiatori. Lo dicono i numeri, nudi e crudi, non la trita demagogia anti-berlusconiana. Secondo il piano Air France, il salvataggio di Alitalia sarebbe passato attraverso la difesa dell'unitarietà del gruppo, del suo marchio e dei suoi asset (a parte il cargo). Gli esuberi diretti sarebbero stati 2.150, la flotta si sarebbe ridotta da 174 a 137 aerei, ma con un evidente rafforzamento delle grandi destinazioni e delle rotte a medio e lungo raggio (24 destinazioni nazionali, 45 internazionali e 14 intercontinentali). Si sarebbe potenziato Fiumicino come grande hub tra Europa e Mediterraneo, e si sarebbe incentivata la "riorganizzazione di Malpensa come importante gateway" del Nord Italia. Air France avrebbe investito 850 milioni di euro entro il 2010, e soprattutto, per comprare Alitalia, avrebbe messo sul piatto 1,7 miliardi di euro, tra la doppia Opa su azioni e obbligazioni (a tutela quindi di tutti i risparmiatori) e il successivo aumento di capitale.Critiche al piano Fenice, giova ricordarlo, non arrivano solo dall'opposizione, ma anche dalla Lega, che, come scrive il Sole24Ore in questo articolo, non vede di buon occhio eventuali ulteriori esborsi per la compagnia e l'ipotesi di assorbimento degli esuberi Alitalia nella Pubblica Amministrazione (ipotesi che comunque aveva già avuto l'altolà di Brunetta).
Questo è il lucro cessante, imputabile al veto berlusconiano ai francesi. Ma c'è un danno emergente, che si può ugualmente imputare al premier in virtù della geniale "Fenice" che ha cavalcato insieme all'advisor. Con il nuovo piano, il gruppo viene scisso in "best" e "bad" company: un controsenso industriale rispetto a quello che vanno facendo i grandi vettori mondiali, che contano proprio sulla dimensione e sull'integrazione per reggere la competizione globale, e un corto circuito gestionale perché sarà difficile stabilire quali sono gli asset buoni e quali quelli cattivi senza impoverire drasticamente l'assetto del gruppo.
Le rotte internazionali vengono ridimensionate, e si salvano solo quelle a breve-medio raggio. E soprattutto si eliminano gli "hub", con il seguente, felice paradosso: non si riqualifica Malpensa (tra lo scorno e il disdoro di Formigoni e Moratti) e per di più si squalifica Fiumicino (con l'ira funesta di Alemanno e Zingaretti).
Gli esuberi diventano 6 mila, e non si capisce dove andranno a finire, se non in qualche carrozzone del parastato. E poi il capolavoro finale: i sedici "capitani coraggiosi", tutti "partner naturali" del governo obbligati a versare l'obolo per Berlusconi come l'oro per Mussolini, sganciano due soldi (in qualche caso magari finanziati dallo stesso circuito bancario che ha organizzato il salvataggio) lucrando in cambio prebende di vario genere, legate ai loro core business, dalle concessioni pubbliche autostradali (vedi Benetton e Gavio) alle commesse pubbliche infrastrutturali (vedi Ligresti, Tronchetti, Caltagirone).
Fin qui i fatti, che, pur nella loro complessità e moltitudine di sfaccettature (tenete conto, come ho detto all'inizio, che io non sono un esperto di economia), ho cercato di esporre nella maniera più chiara possibile. A questo punto non resta che aspettare e vedere come evolverà la cosa. Vedere cioè se è vero, come dice Berlusconi, che la missione è compiuta e, soprattutto, quanto verrà a costare a noi contribuenti il compimento di questa missione.
Sulle capre non mi esprimo, ma, così, a occhio, mi pare che - come prima impressione - i cavoli saranno sicuramente i nostri.
Prodotti invenduti rimasti sulla bancarella
Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
La bancarella ovviamente è quella specie di asta in cui vengono messi in vendita al miglior offerente (in genere Rai e Mediaset) i diritti per la visione in chiaro del campionato di calcio alle porte. Se non ci saranno novità dell'ultima ora, sempre possibili quando si parla di calcio, il prossimo weekend sarà privo di "Tutto il calcio minuto per minuto" e tutta la sequela nauseabonda di trasmissioni radio e tv correlate.
Proprio così, e tutto perché Rai e Lega Calcio non solo non sono riuscite ad accordarsi sul "prezzo", ma continuano a lanciarsi accuse reciproche di essere responsabili del mancato accordo. Eh sì, perché da tempo ormai il calcio è questo: soldi, diritti, trattative, business e, solo per ultimo, è anche uno sport. Uno sport, appunto, trattato alla stregua di un prodotto per il quale nessuno ha più voglia di svenarsi per comprarlo.
Non uso mezzi termini: non me ne può fregare di meno! Se anche le parti "belligeranti" non riuscissero definitivamente ad accordarsi e negassero a tutti la possibilità di vedere il calcio in chiaro da qui all'eternità, per me sarebbe esattamente la stessa cosa. Lo so, qualcuno potrebbe obiettare che è facile parlare così non essendo io appassionato di calcio. E' vero, non sono appassionato di calcio, ma non posso farci niente.
Quando poi leggo di persone (persone?) che bloccano una stazione ferroviaria per protestare contro la retrocessione in b della squadra del cuore, vuol dire che abbiamo probabilmente toccato il fondo, e se questo può essere (ma ne dubito) l'inizio della risalita, ben venga!
Aggiornamento 16,56.
Il prodotto invenduto, rimasto sulla bancarella, ha alla fine trovato un acquirente.
La bancarella ovviamente è quella specie di asta in cui vengono messi in vendita al miglior offerente (in genere Rai e Mediaset) i diritti per la visione in chiaro del campionato di calcio alle porte. Se non ci saranno novità dell'ultima ora, sempre possibili quando si parla di calcio, il prossimo weekend sarà privo di "Tutto il calcio minuto per minuto" e tutta la sequela nauseabonda di trasmissioni radio e tv correlate.
Proprio così, e tutto perché Rai e Lega Calcio non solo non sono riuscite ad accordarsi sul "prezzo", ma continuano a lanciarsi accuse reciproche di essere responsabili del mancato accordo. Eh sì, perché da tempo ormai il calcio è questo: soldi, diritti, trattative, business e, solo per ultimo, è anche uno sport. Uno sport, appunto, trattato alla stregua di un prodotto per il quale nessuno ha più voglia di svenarsi per comprarlo.
Non uso mezzi termini: non me ne può fregare di meno! Se anche le parti "belligeranti" non riuscissero definitivamente ad accordarsi e negassero a tutti la possibilità di vedere il calcio in chiaro da qui all'eternità, per me sarebbe esattamente la stessa cosa. Lo so, qualcuno potrebbe obiettare che è facile parlare così non essendo io appassionato di calcio. E' vero, non sono appassionato di calcio, ma non posso farci niente.
Quando poi leggo di persone (persone?) che bloccano una stazione ferroviaria per protestare contro la retrocessione in b della squadra del cuore, vuol dire che abbiamo probabilmente toccato il fondo, e se questo può essere (ma ne dubito) l'inizio della risalita, ben venga!
Aggiornamento 16,56.
Il prodotto invenduto, rimasto sulla bancarella, ha alla fine trovato un acquirente.
mercoledì 27 agosto 2008
Piccola pausa (forzata) per il blog
Probabilmente per i prossimi due o tre giorni non riuscirò ad aggiornare con regolarità questo blog. Tutto ciò a causa di una piccola disavventura capitatami oggi. Niente di grave, per fortuna, ma sempre una cosa piuttosto spiacevole (e soprattutto dolorosa) che mi ha costretto a passare l'intero pomeriggio nel luogo indicato dall'immagine qui a sinistra.
Chi ha già avuto questo problema sa benissimo a cosa alludo, mentre a chi ancora non ne è stato toccato auguro che non capiti mai. Il fatto è che a 38 anni suonati bisogna provare qualcosa di nuovo, e quindi cosa ci può essere di meglio che un bell'attacco improvviso e inaspettato di questa?
Ora il peggio pare essere passato, e mentre scrivo queste righe sotto l'effetto di due massicce dosi di antidolorifico via endovena, mi preparo a trascorrere tutta la giornata di domani - giovedì - qui. Giornata che, se confermato quanto leggo in giro, dovrebbe essere piuttosto lunga e che tenterò di ingannare a colpi di quotidiani e di Settimana Enigmistica.
La piccola disavventura mi ha comunque dato l'opportunità di scoprire che (a) nel mio rene destro c'è qualche calcolo vagante che si diverte a gironzolare qua e là, e (b) nell'ospedale di Santarcangelo di Romagna c'è la dottoressa che fa le ecografie più giovane e carina che abbia mai visto.
Bene, mi pare a questo punto di aver detto tutto. Ci risentiamo presto (spero).
Chi ha già avuto questo problema sa benissimo a cosa alludo, mentre a chi ancora non ne è stato toccato auguro che non capiti mai. Il fatto è che a 38 anni suonati bisogna provare qualcosa di nuovo, e quindi cosa ci può essere di meglio che un bell'attacco improvviso e inaspettato di questa?
Ora il peggio pare essere passato, e mentre scrivo queste righe sotto l'effetto di due massicce dosi di antidolorifico via endovena, mi preparo a trascorrere tutta la giornata di domani - giovedì - qui. Giornata che, se confermato quanto leggo in giro, dovrebbe essere piuttosto lunga e che tenterò di ingannare a colpi di quotidiani e di Settimana Enigmistica.
La piccola disavventura mi ha comunque dato l'opportunità di scoprire che (a) nel mio rene destro c'è qualche calcolo vagante che si diverte a gironzolare qua e là, e (b) nell'ospedale di Santarcangelo di Romagna c'è la dottoressa che fa le ecografie più giovane e carina che abbia mai visto.
Bene, mi pare a questo punto di aver detto tutto. Ci risentiamo presto (spero).
Come ti gonfio la notizia che non c'è
L'altro ieri si sono buttati tutti a pesce sul fatto di cronaca accaduto a Termoli, e cioè i presunti maltrattamenti ai danni di un irregolare bangladese da parte dei vigili della cittadina molisana. Secondo Repubblica (sempre sulla notizia), il malcapitato sarebbe stato addirittura rinchiuso nel portabagagli dell'auto di servizio senza tanti complimenti, come si legge chiaramente nella schermata qui sotto tratta dal servizio fotografico pubblicato:
Lo scoop era evidentemente troppo ghiotto per essere ignorato, anche se evidentemente un po' traballante. Basta infatti dare un'occhiata alla sequenza fotografica completa, per rendersi conto che il povero immigrato nel portabagagli dell'auto dei vigili non solo non ci è mai stato messo, ma probabilmente non ci sarebbe fisicamente neanche entrato.
Se infatti date un'occhiata all'immagine qui sopra (fonte: primonumero.it) appare abbastanza evidente che il poveretto è fuori dal portabagagli, e anche se avessero voluto infilarcelo dentro avrebbero prima dovuto fare un minimo di spazio, togliendo la valigetta bianca che si vede e alzando il pannello che sta sopra il vano.
E poi, scusate, pensate davvero che in una zona trafficatissima e piena di gente armata di telefonino con fotocamera i vigili avrebbero preso di peso l'uomo e l'avrebbero rinchiuso nel bagagliaio? Non sono esperto, ma non mi sembra il modo corretto di procedere a un fermo. Avete per caso mai visto Carabinieri, Polizia o Finanza rinchiudere qualche fermato nei portabagali delle auto di servizio? Ora, qualche modo brusco i vigili è inevitabile che l'abbiano avuto (le immagini in questo sono eloquenti), e d'altra parte la cosa potrebbe essere abbastanza normale in presenza di persone recalcitranti a farsi identificare, ma da qui a montare un caso del genere mi pare che ce ne passi (come ha poi confermato lo stesso immigrato).
Piccolo suggerimento: se i media in cerca di scoop post-ferragostani sono a corto di materia prima di questo genere, possono sempre farsi un giretto qua nel riminese: gli spunti non mancano.
Lo scoop era evidentemente troppo ghiotto per essere ignorato, anche se evidentemente un po' traballante. Basta infatti dare un'occhiata alla sequenza fotografica completa, per rendersi conto che il povero immigrato nel portabagagli dell'auto dei vigili non solo non ci è mai stato messo, ma probabilmente non ci sarebbe fisicamente neanche entrato.
Se infatti date un'occhiata all'immagine qui sopra (fonte: primonumero.it) appare abbastanza evidente che il poveretto è fuori dal portabagagli, e anche se avessero voluto infilarcelo dentro avrebbero prima dovuto fare un minimo di spazio, togliendo la valigetta bianca che si vede e alzando il pannello che sta sopra il vano.
E poi, scusate, pensate davvero che in una zona trafficatissima e piena di gente armata di telefonino con fotocamera i vigili avrebbero preso di peso l'uomo e l'avrebbero rinchiuso nel bagagliaio? Non sono esperto, ma non mi sembra il modo corretto di procedere a un fermo. Avete per caso mai visto Carabinieri, Polizia o Finanza rinchiudere qualche fermato nei portabagali delle auto di servizio? Ora, qualche modo brusco i vigili è inevitabile che l'abbiano avuto (le immagini in questo sono eloquenti), e d'altra parte la cosa potrebbe essere abbastanza normale in presenza di persone recalcitranti a farsi identificare, ma da qui a montare un caso del genere mi pare che ce ne passi (come ha poi confermato lo stesso immigrato).
Piccolo suggerimento: se i media in cerca di scoop post-ferragostani sono a corto di materia prima di questo genere, possono sempre farsi un giretto qua nel riminese: gli spunti non mancano.
martedì 26 agosto 2008
Mi ripeto
Dopo il disastro aereo di Madrid abbiamo avuto, solo nell'ultima settimana, una mancata tragedia con lo stesso identico tipo di aereo, un'altra purtroppo realmente avvenuta, una evitata per un pelo sul volo Monaco-Bologna e nove persone morte nello schianto di un c-130 militare nelle Filippine.
Lo so, mi ripeto, ma sono sempre più convinto di quanto scrivevo qui nel 2005.
Lo so, mi ripeto, ma sono sempre più convinto di quanto scrivevo qui nel 2005.
Gestori telefonici "creativi"
Ma quello che fa sorridere sono gli espedienti che qualche società di telefonia mobile ha messo in campo per cercare di sfruttare la popolarità dell’iPhone e cavalcare l’onda della “mania collettiva”. In Polonia, per esempio, la Orange, uno degli operatori mobili che in quel Paese equipaggeranno l’iPhone, ha reclutato e stipendiato qualche decina di giovani per fare in modo che si allineassero in fila davanti ai negozi, il giorno di lancio dell’iPhone in Polonia. Tutto questo per ricreare l’atmosfera di frenetica attesa e desiderio incontrollato che si è vista in molti Paesi nel mondo, pur sapendo che per la Polonia l’iPhone è un prodotto di lusso, visto il prezzo del telefonino e degli abbonamenti abbinati. (via pcworld.it)
Mi sono chiesto cosa avrebbero scritto i giornali se anche da noi Tim avesse fatto la stessa cosa. Specialmente alla luce dei suoi programmi futuri.
Mi sono chiesto cosa avrebbero scritto i giornali se anche da noi Tim avesse fatto la stessa cosa. Specialmente alla luce dei suoi programmi futuri.
lunedì 25 agosto 2008
Gravi imprudenze
Alemanno: "Non stavano uscendo da una stazione della ferroviaria né andavano sulla ciclabile, come la Reggiani e Moriccioli. Se due turisti vengono a Roma in bicicletta e si vanno ad accampare in un posto abbandonato da dio e dagli uomini dopo aver chiesto consiglio su dove mettere la tenda a un branco di pastori immigrati, ebbene è difficile garantire loro la sicurezza. La loro è stata una grave imprudenza". (via Repubblica)
Dopo il fattaccio di Roma - due cicloturisti olandesi vittime di aggressione e stupro da parte di due rumeni - istintivamente verrebbe da chiedersi, come ha fatto anche Alemanno, cosa gli sia saltato in testa di andarsi ad appartare in una zona isolata e periferica della capitale. Zona, tra l'altro, "abbandonata da Dio e dagli uomini" (ma lui non è sindaco anche di queste zone qua?). Poi però ci si rende conto (probabilmente se n'è accorto anche lui) che la sua è stata una cretinata bella e buona. Vabbè, i due erano stranieri, non conoscevano la città e le sue insidie, e probabilmente non erano neppure al corrente che per regolamento non è consentito il campeggio libero. Ma non mi pare che siano elementi sufficienti per giustificare le parole di Alemanno.
Ma al di là di tutto, però, quello che più rattrista della vicenda è il fatto che subito esponenti di maggioranza e opposizione, invece di mettersi una volta per tutte seduti a un tavolo per cercare di risolvere concretamente il problema (senza pagliacciate inutili tipo quella dei militari), si siano messi a litigare.
Patetici.
Dopo il fattaccio di Roma - due cicloturisti olandesi vittime di aggressione e stupro da parte di due rumeni - istintivamente verrebbe da chiedersi, come ha fatto anche Alemanno, cosa gli sia saltato in testa di andarsi ad appartare in una zona isolata e periferica della capitale. Zona, tra l'altro, "abbandonata da Dio e dagli uomini" (ma lui non è sindaco anche di queste zone qua?). Poi però ci si rende conto (probabilmente se n'è accorto anche lui) che la sua è stata una cretinata bella e buona. Vabbè, i due erano stranieri, non conoscevano la città e le sue insidie, e probabilmente non erano neppure al corrente che per regolamento non è consentito il campeggio libero. Ma non mi pare che siano elementi sufficienti per giustificare le parole di Alemanno.
Ma al di là di tutto, però, quello che più rattrista della vicenda è il fatto che subito esponenti di maggioranza e opposizione, invece di mettersi una volta per tutte seduti a un tavolo per cercare di risolvere concretamente il problema (senza pagliacciate inutili tipo quella dei militari), si siano messi a litigare.
Patetici.
Tim e Vodafone? Si sbellicano dalle risate...
Leggo sul Sole24Ore che anche Vodafone, dopo Tim, è stata multata dall'Antitrust per pratiche commerciali scorrette (un modo elegante di dire che ci prendono per i fondelli con gli spot).
Dall'articolo linkato:
Vodafone è finita sotto la scure dell'Antitrust per il suo dispositivo di connessione ad internet denominato «Internet Key», la "chiavetta" Usb che, collegata al computer, consente di accedere a internet attraverso la rete di telefonia cellulare. «Se ti abboni è gratis» era lo slogan della pubblicità televisiva. Secondo l'Autorità, «la scelta operata di enfatizzare», nel relativo spot «la gratuità della fornitura della chiavetta a fronte della condizione della sottoscrizione di un abbonamento presenta un carattere fuorviante». Non si evidenzia, infatti, adeguatamente che l'effettiva natura dell'offerta risiede in un abbonamento di durata prolungata nel tempo.
La multa, secondo quanto riporta il quotidiano di confindustria, pare si aggiri attorno ai 360.000 € (per Tim erano 300.000). "Cifre considerevoli", scrive sempre il Sole. Poi, magari, a uno viene voglia di farsi un giretto sul sito di Vodafone, vedere quanto ha tirato su solo negli ultimi tre mesi e pensare che è lì che ride...
Dall'articolo linkato:
Vodafone è finita sotto la scure dell'Antitrust per il suo dispositivo di connessione ad internet denominato «Internet Key», la "chiavetta" Usb che, collegata al computer, consente di accedere a internet attraverso la rete di telefonia cellulare. «Se ti abboni è gratis» era lo slogan della pubblicità televisiva. Secondo l'Autorità, «la scelta operata di enfatizzare», nel relativo spot «la gratuità della fornitura della chiavetta a fronte della condizione della sottoscrizione di un abbonamento presenta un carattere fuorviante». Non si evidenzia, infatti, adeguatamente che l'effettiva natura dell'offerta risiede in un abbonamento di durata prolungata nel tempo.
La multa, secondo quanto riporta il quotidiano di confindustria, pare si aggiri attorno ai 360.000 € (per Tim erano 300.000). "Cifre considerevoli", scrive sempre il Sole. Poi, magari, a uno viene voglia di farsi un giretto sul sito di Vodafone, vedere quanto ha tirato su solo negli ultimi tre mesi e pensare che è lì che ride...
domenica 24 agosto 2008
Passeggiata alla Rocca di Cesena
Ieri pomeriggio siamo andati in trasferta in quel di Cesena a trovare dei nostri cari amici. Per l'occasione abbiamo fatto una bella passeggiata in centro e poi una breve visita alla rocca (qui trovate qualche info) che ci ha lasciato veramente a bocca aperta.
La visita alla rocca non era programmata e così non ho pensato di portarmi dietro la fotocamera. Ho provato a fare alcune foto col telefonino, ma i risultati li potete immaginare; se poi considerate che le ho scattate al tramonto...
Vabbè, quelle poche in cui si vede qualcosa le ho messe qui. A vostro rischio e pericolo.
La donna cannone
Come vi avevo promesso domenica scorsa (anche se in questo caso più che una promessa potrebbe essere una minaccia ^_^) ecco la mia interpretazione de "La donna cannone".
Buona domenica.
Buona domenica.
sabato 23 agosto 2008
Notizie in pillole (2)
Intanto loro giocano. Non so se qualcuno ci ha fatto caso, ma mentre a Pechino si continua a giocare allegramente come se niente fosse, in più di una parte del mondo i giochi sono di tutt'altro genere. In Afghanistan, dopo l'imboscata dei talebani costata la vita a 10 soldati francesi, la risposta alleata non si è fatta attendere. Risultato: una settantina abbondante di civili uccisi, tra cui molte donne e bambini.
Tutto ciò senza dimenticare, ovviamente, quanto sta accadendo in altre zone calde, tipoi Balcani il Caucaso ad esempio, dove la Russia continua a fare credere che se ne andrà mentre in realtà non ne ha alcuna intenzione. Nel frattempo, sia tra le file dei georgiani che degli osseti, alcune centinaia di morti solo negli ultimi giorni ci sono stati. Una cifra evidentemente considerata nella norma, visto che giornali e tiggì continuano a riempire le prime pagine con le medaglie conquistate nelle discipline più improbabili, delle quali alla maggioranza degli italiani non frega probabilmente niente. Nel frattempo, così, giusto per contribuire a rasserenare i già ottimi rapporti USA/URSS, il guerrafondaio per eccellenza continua a menarla col suo vecchio pallino dello scudo spaziale. La leadership di quest'uomo continua a essere per me un mistero.
Ancora sulla tragedia di Madrid. Dopo l'immediata cronaca frenetica post tragedia, la disgrazia aerea di Madrid continua pure lei a occupare le prime pagine. Anzi il bello viene adesso, perché spuntano i primi video amatoriali, le ricostruzioni animate, la scheda dell'aereo, dei motori, le testimonianze dei sopravvissuti, rapporti che spuntano che dicono che quell'aereo non doveva volare, ecc... insomma anche nei prossimi giorni la morbosità che prende il posto della doverosa cronaca ci terrà compagnia con dovizia di particolari. Da notare che agli inizi di agosto un numero più o meno uguale di persone (compresi 40 bambini) sono morte schiacciate dalla calca in un tempio indù, avvenimento che ha guadagnato sì e no qualche trafiletto qua e là. Troppi chilometri forse?
Berlusconi e la giustizia. Che poi è la sua bestia nera. Come era già noto, in autunno, tra le grandi priorità del cavaliere (priorità delle quali la lega non sembra molto convinta), c'è la tanto agognata riforma della giustizia, che il cavaliere ha detto passerà obbligatoriamente per la separazione delle carriere. Amici, prepariamoci: come è successo per il lodo Alfano ce ne racconteranno di tutti i colori (serve a tutti, è utile, ecc...).
Il Dalai Lama da Carla. La moglie di Sarkò, assieme a due esponenti del governo francese, ha incontrato il Dalai Lama in occasione dell'inaugurazione di un tempio buddista nel sud della Francia. Le alte sfere cinesi non hanno ovviamente gradito la cosa, minacciando, tramite l'ambasciatore cinese a Parigi, ritorsioni economiche (perdita di commesse e contratti per qualche decina di miliardi di euro). Brava Carla. Se non altro per aver preso una posizione chiara e precisa, non come i nostri patetici eterni indecisi, incapaci di prendere posizione su una questione che sia una e preoccupati esclusivamente di non compromettere i ghiotti affari coi cugini cinesi, tanto che il Dalai Lama si è alla fine scusato per il disturbo arrecato.
Ridicoli.
Lo studio (inutile) di Bankitalia. Udite udite un po': l'istituto bancario di via Nazionale ha svolto uno studio da cui risulta che i prodotti ortofrutticoli aumentano di prezzo del 200% nei vari passaggi dal campo al negozio. Incredibile: chi l'avrebbe mai detto? E c'era bisogno di uno studio per certificare questa cosa? Bastava andare a fare un giro da qualsiasi contadino e poi in negozio: ma forse era troppo semplice.
Siamo stanchi di studi e statistiche, non ci servono a niente perché ce ne accorgiamo da soli quanto costa fare la spesa. Invece di perdere tempo a propinarci dati e cifre che conosciamo già benissimo, utilizzassero le stesse energie e risorse per prendere provvedimenti seri e drastici contro quelli (chiunque sia) che continuano a lucrare impunemente sui nostri bisogni primari.
Tutto ciò senza dimenticare, ovviamente, quanto sta accadendo in altre zone calde, tipo
Ancora sulla tragedia di Madrid. Dopo l'immediata cronaca frenetica post tragedia, la disgrazia aerea di Madrid continua pure lei a occupare le prime pagine. Anzi il bello viene adesso, perché spuntano i primi video amatoriali, le ricostruzioni animate, la scheda dell'aereo, dei motori, le testimonianze dei sopravvissuti, rapporti che spuntano che dicono che quell'aereo non doveva volare, ecc... insomma anche nei prossimi giorni la morbosità che prende il posto della doverosa cronaca ci terrà compagnia con dovizia di particolari. Da notare che agli inizi di agosto un numero più o meno uguale di persone (compresi 40 bambini) sono morte schiacciate dalla calca in un tempio indù, avvenimento che ha guadagnato sì e no qualche trafiletto qua e là. Troppi chilometri forse?
Berlusconi e la giustizia. Che poi è la sua bestia nera. Come era già noto, in autunno, tra le grandi priorità del cavaliere (priorità delle quali la lega non sembra molto convinta), c'è la tanto agognata riforma della giustizia, che il cavaliere ha detto passerà obbligatoriamente per la separazione delle carriere. Amici, prepariamoci: come è successo per il lodo Alfano ce ne racconteranno di tutti i colori (serve a tutti, è utile, ecc...).
Il Dalai Lama da Carla. La moglie di Sarkò, assieme a due esponenti del governo francese, ha incontrato il Dalai Lama in occasione dell'inaugurazione di un tempio buddista nel sud della Francia. Le alte sfere cinesi non hanno ovviamente gradito la cosa, minacciando, tramite l'ambasciatore cinese a Parigi, ritorsioni economiche (perdita di commesse e contratti per qualche decina di miliardi di euro). Brava Carla. Se non altro per aver preso una posizione chiara e precisa, non come i nostri patetici eterni indecisi, incapaci di prendere posizione su una questione che sia una e preoccupati esclusivamente di non compromettere i ghiotti affari coi cugini cinesi, tanto che il Dalai Lama si è alla fine scusato per il disturbo arrecato.
Ridicoli.
Lo studio (inutile) di Bankitalia. Udite udite un po': l'istituto bancario di via Nazionale ha svolto uno studio da cui risulta che i prodotti ortofrutticoli aumentano di prezzo del 200% nei vari passaggi dal campo al negozio. Incredibile: chi l'avrebbe mai detto? E c'era bisogno di uno studio per certificare questa cosa? Bastava andare a fare un giro da qualsiasi contadino e poi in negozio: ma forse era troppo semplice.
Siamo stanchi di studi e statistiche, non ci servono a niente perché ce ne accorgiamo da soli quanto costa fare la spesa. Invece di perdere tempo a propinarci dati e cifre che conosciamo già benissimo, utilizzassero le stesse energie e risorse per prendere provvedimenti seri e drastici contro quelli (chiunque sia) che continuano a lucrare impunemente sui nostri bisogni primari.
Scaricare video dalla rete con un clic: Video DownloadHelper
Lo so, molti di voi diranno che ho scoperto l'acqua calda, ma cosa ci volete fare? Io arrivo sempre per ultimo. Comunque sia, per quelli che ancora non ne fossero al corrente, segnalo questo interessantissimo plugin per Firefox che consente di scaricare sul proprio pc i video che si trovano in rete con un solo clic.
Avevo già pubblicato tempo fa un breve howto che illustrava come scaricare i video da Youtube e da GoogleVideo tramite Keepvid.com, ma con questa piccola estensione il tutto è molto più immediato e semplice, e i video possono essere scaricati da qualsiasi sito internet e non solo dai due portali video di Google.
Il programma si chiama Video DownloadHelper e può essere scaricato e installato da qui cliccando su "Add to Firefox" e "Installa adesso" nella finestra che si apre.
Una volta installato il tutto e riavviato il browser, comparirà di fianco alla barra dell'url una piccola icona con tre sfere colorate, che prenderanno a roteare in presenza di un sito o di una pagina web contenente un video.
A questo punto sarà sufficiente cliccare sul piccolo triangolino nero, all'interno dello stesso pulsante, per salvare il video in una cartella a piacere del proprio pc.
Avevo già pubblicato tempo fa un breve howto che illustrava come scaricare i video da Youtube e da GoogleVideo tramite Keepvid.com, ma con questa piccola estensione il tutto è molto più immediato e semplice, e i video possono essere scaricati da qualsiasi sito internet e non solo dai due portali video di Google.
Il programma si chiama Video DownloadHelper e può essere scaricato e installato da qui cliccando su "Add to Firefox" e "Installa adesso" nella finestra che si apre.
Una volta installato il tutto e riavviato il browser, comparirà di fianco alla barra dell'url una piccola icona con tre sfere colorate, che prenderanno a roteare in presenza di un sito o di una pagina web contenente un video.
A questo punto sarà sufficiente cliccare sul piccolo triangolino nero, all'interno dello stesso pulsante, per salvare il video in una cartella a piacere del proprio pc.
venerdì 22 agosto 2008
Cretinate a ruota libera
''Le prime medaglie d'oro olimpiche assegnate ad atleti del nord hanno certamente motivazioni di vario tipo. Nessuno, pero', sembra avere il coraggio di dire la cosa piu' ovvia ed evidente, e cioe' che esse dimostrano la superiorita' etnica dei padani anche in questo campo. Non si deve certo trarre da questa realta' alcuna conseguenza di tipo razzista, ma nessuno e' parimenti legittimato a ignorarla, come stanno facendo i commentatori della Rai pagati da noi''. Lo ha dichiarato il capodelegazione della Lega Nord al Parlamento europeo, Mario Borghezio. (fonte)
(via altagradazione)
(via altagradazione)
Mettiamo anche Repubblica nella "black list"?
Scagli la prima penna chi è senza peccato: più o meno tra i banchi abbiamo copiato tutti. Passarsi il compito è un rito di iniziazione e chi non copia o non fa copiare, dalle elementari alla maturità, viene inserito nella "black list". Eppure, secondo uno studio americano, la filosofia del massimo risultato con il minimo sforzo è tipica degli elementi peggiori.
Iniziava con così, l'altro ieri, questo articolo di Repubblica secondo il quale recenti studi americani avrebbero dimostrato che cercare di ottenere (in ambito scolastico) il massimo dei voti col minimo sforzo - copiando quindi - sarebbe tipico degli elementi peggiori.
Bene. Dalla scuola ai giornali il passo è breve. Date un'occhiata alle due immagini qui sotto:
La prima schermata è tratta da questo articolo di Repubblica, mentre la seconda da questa pagina di Wikipedia. Ora, non si tratta evidentemente di un copia/incolla nudo e crudo perché alcuni termini quelli di Repubblica li hanno cambiati (e anche perché sarebbe stato troppo spudorato), ma la fonte è chiara.
Intendiamoci, non c'è niente di male a prendere informazioni da fonti esterne, e non c'è neppure niente di male a copiaincollare materiale altrui: lo faccio spessissimo anch'io e in fondo internet è questo, scambio di informazioni.
Ma mettere un link è così difficile? O dobbiamo mettere anche Repubblica e compagnia bella (questa disdicevole pratica è purtroppo piuttosto diffusa) nella "black list"?
Iniziava con così, l'altro ieri, questo articolo di Repubblica secondo il quale recenti studi americani avrebbero dimostrato che cercare di ottenere (in ambito scolastico) il massimo dei voti col minimo sforzo - copiando quindi - sarebbe tipico degli elementi peggiori.
Bene. Dalla scuola ai giornali il passo è breve. Date un'occhiata alle due immagini qui sotto:
La prima schermata è tratta da questo articolo di Repubblica, mentre la seconda da questa pagina di Wikipedia. Ora, non si tratta evidentemente di un copia/incolla nudo e crudo perché alcuni termini quelli di Repubblica li hanno cambiati (e anche perché sarebbe stato troppo spudorato), ma la fonte è chiara.
Intendiamoci, non c'è niente di male a prendere informazioni da fonti esterne, e non c'è neppure niente di male a copiaincollare materiale altrui: lo faccio spessissimo anch'io e in fondo internet è questo, scambio di informazioni.
Ma mettere un link è così difficile? O dobbiamo mettere anche Repubblica e compagnia bella (questa disdicevole pratica è purtroppo piuttosto diffusa) nella "black list"?
giovedì 21 agosto 2008
Anche Muxtape (temporaneamente?) chiude. Chi è il prossimo?
Se provate a cliccare sul link che conduce al mio account su Muxtape, trovate l'immagine che vedete qui sopra.
Ebbene sì: dopo l'oscuramento di Piratebay.org adesso è la volta di questo innocuo servizio che consente semplicemente di condividere con altri utenti playlist in mp3.
Ora, i fatti sono sicuramente scollegati, almeno a livello di procedura, ma nell'ultimo periodo ne sono successi alcuni che hanno come comune denominatore (leggi "scusa") la difesa del copyright. Così Mediaset vuole 500 milioni di euro da Youtube, Piratebay viene oscurato e uno dei più innocui siti di condivisione (solo ascolto) di playlist in mp3 non è più utilizzabile.
Non so a voi, ma a me tutto questo dà un po' da pensare. Se la cosa vi può interessare ho aggiunto un supplemento di riflessione qui.
mercoledì 20 agosto 2008
Incidenti aerei e paura di volare
Dopo aver appreso del disastro aereo accaduto oggi pomeriggio a Madrid, mi è venuta in mente una mia vecchia riflessione risalente al 2005 e pubblicata all'epoca sul mio sito internet.
Lo so, statistiche alla mano l'aereo è il mezzo più sicuro ("La pura statistica, comunque, dice che un passeggero che effettui un volo al giorno può continuare a volare per 5000 anni senza essere coinvolto in un incidente letale." - fonte), ma ogni volta che capitano queste tragedie il mio pensiero va a quanto scrivevo nel 2005.
Lo so, statistiche alla mano l'aereo è il mezzo più sicuro ("La pura statistica, comunque, dice che un passeggero che effettui un volo al giorno può continuare a volare per 5000 anni senza essere coinvolto in un incidente letale." - fonte), ma ogni volta che capitano queste tragedie il mio pensiero va a quanto scrivevo nel 2005.
In quanti modi si può leggere una sentenza?
L'8 agosto scorso è morto Antonio Gava, leader storico della DC e sette volte Ministro della Repubblica. In vita, oltre all'intensa attività politica, ha avuto anche qualche noia con la giustizia, come si legge ad esempio in questo articolo del Corriere di cui riporto alcuni stralci:
L'unico articolo un po' controcorrente in proposito l'ha pubblicato Marco Travaglio su L'Unità e sul suo blog. Nel suo scritto il giornalista mette qualche puntino sulle "i" riguardo alla vicenda giudiziaria Gava, evidenziando come non basti fermarsi al verdetto, ma per capire qualcosa di più occorra andare a leggersi anche le motivazioni della sentenza. Dall'articolo di Travaglio:
Se Il Giornale vuole cercare i negazionisti non deve fare molta fatica: è sufficiente che linki tutti gli articoli dei media in cui è riportato solamente il verdetto, articoli che di fatto negano la possibilità di sapere come stanno esattamente le cose (questo, forse, è il vero negazionismo). Quando i media riportano a nove colonne una sentenza di assoluzione senza approfondire non rendono giustizia alla completezza di informazione a cui sono (dovrebbero essere) chiamati.
Travaglio, nel suo piccolo, ha solamente fatto quello che, in grande, avrebbero dovuto fare i vari Corriere, Repubblica e compagnia bella: dire le cose come stanno. Documenti (qui) alla mano. Non si tratta di esprimere giudizi sulla colpevolezza o meno dell'imputato (non è compito dei giornalisti: per quello c'è già la magistratura), ma solamente fornire al pubblico tutti gli elementi in modo che ognuno possa valutare il tutto da sé e farsi una propria idea.
Cosa che in un regime di stampa libera dovrebbe essere naturale e scontata.
Antonio Gava ha dovuto affrontare un processo lungo 13 anni - con l' accusa di associazione di stampo mafioso basata anche sulle dichiarazioni dei pentiti Pasquale Galasso e Carmine Alfieri - che si è concluso nel 2006 con un' assoluzione irrevocabile in appello dopo la mancata impugnazione da parte della procura generale. E proprio su quel processo - per il quale l' ex ministro aveva chiesto allo Stato 38 milioni di euro di risarcimento - ora si concentrano i commenti politici.I commenti - naturalmente solidali - apparsi su stampa e tv sono più o meno tutti di questo tenore. In tutti si menzionano i guai giudiziari e il fatto che da questi ne sia uscito completamente pulito, come effettivamente si deduce dalla sentenza.
[...]
Di più ha fatto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: «Ho conosciuto Antonio Gava durante la sua attività di governo. È stato ministro capace, determinato, integerrimo. La sua morte non cancella il torto che ha subito: ricordo il calvario giudiziario di 13 anni che ne hanno minato la salute anche se si è concluso con la piena assoluzione da un' accusa infamante ed infondata».
L'unico articolo un po' controcorrente in proposito l'ha pubblicato Marco Travaglio su L'Unità e sul suo blog. Nel suo scritto il giornalista mette qualche puntino sulle "i" riguardo alla vicenda giudiziaria Gava, evidenziando come non basti fermarsi al verdetto, ma per capire qualcosa di più occorra andare a leggersi anche le motivazioni della sentenza. Dall'articolo di Travaglio:
Ora, prima che lo scomparso Padre della Patria venga beatificato, con strade e piazze intestate a suo nome, è forse il caso di ricordare un paio di dettagli, tratti dalle sentenze che tutti citano e che nessuno ha letto. Il primo processo a Gava, per ricettazione, portò alla sua condanna a 5 anni in primo grado, poi ridotti a 2 in appello (la Cassazione derubricò il reato in corruzione e fece scattare la prescrizione: dunque era colpevole di tangenti, ma la fece franca). Il secondo, quello per concorso esterno in associazione camorristica in seguito alle accuse dei boss pentiti Galasso e Alfieri, si chiuse con una assoluzione definitiva e un risarcimento per ingiusta detenzione. Ma basta leggerla per comprendere che il processo fu doveroso, l’accusa si basava su fatti concreti e documentati: «Ritiene la Corte - scrivono i giudici di Napoli - che risulti provato con certezza che il Gava era consapevole dei rapporti di reciprocità funzionali esistenti tra i politici locali della sua corrente e l'organizzazione camorristica dell’Alfieri, nonché della contaminazione tra criminalità organizzata e istituzioni locali del territorio campano; è provato che lo stesso non ha svolto alcun incisivo e concreto intervento per combattere o porre un freno a tale situazione, finendo invece con il godere dei benefici elettorali da essa derivanti alla sua corrente politica: ma tale consapevole condotta dell'imputato, pur apparendo biasimevole sotto il profilo politico e morale, tanto più se si tiene conto dei poteri e doveri specifici del predetto nel periodo in cui ricoprì l'incarico di ministro degli Interni, non può di per sé ritenersi idonea ed affermarne la responsabilità penale».Apriti cielo! L'articolo dell'irriverente giornalista non poteva passare inosservato. Ecco infatti, qualche giorno dopo, il principale organo ufficiale del Pdl, Il Giornale, uscirsene con questo bell'articolo dal titolo "Per Di Pietro e Travaglio le sentenze sgradite non hanno alcun valore". Un articolo tutto volto a screditare e a non dare peso alle motivazioni e al testo completo della sentenza limitandosi al verdetto nudo e crudo. Ecco un breve stralcio:
Parrebbe strano, quasi contro natura, che sia Bibì sia Bibò [Travaglio e Di Pietro, ndr], sempre a ripetere che le sentenze sono sentenze, che dura lex sed lex, che chi non prende rispettosamente atto del verdetto di un Tribunale compromette la dignità, l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura, facciano carta straccia della sentenza Gava. Ma il negazionista non si ferma neanche davanti alla propria coscienza e gli viene spontaneo, naturale, affermare che l’assoluzione per non aver commesso il fatto non conta. Non fa testo. Fanno testo, invece, le motivazioni di quella sentenza che è sì di assoluzione, ma nei fatti di condanna.Ora, la domanda che mi pongo è: è sufficiente fermarsi al verdetto nudo e crudo o è necessario, per capire bene come stanno le cose, approfondire un pochino? Per me la risposta è scontata, per qualcun altro evidentemente no. Senza poi considerare che non mi pare che Travaglio abbia fatto nel suo articolo "carta straccia" della sentenza Gava. Se si legge bene il suo scritto, infatti, ha correttamente menzionato il verdetto di assoluzione limitandosi ad aggiungere a questo uno stralcio del testo della sentenza per maggiore completezza. Cosa c'entra tirare in ballo il "negazionismo"? Ha forse omesso di dire che la sentenza è stata di assoluzione? Non mi pare.
Se Il Giornale vuole cercare i negazionisti non deve fare molta fatica: è sufficiente che linki tutti gli articoli dei media in cui è riportato solamente il verdetto, articoli che di fatto negano la possibilità di sapere come stanno esattamente le cose (questo, forse, è il vero negazionismo). Quando i media riportano a nove colonne una sentenza di assoluzione senza approfondire non rendono giustizia alla completezza di informazione a cui sono (dovrebbero essere) chiamati.
Travaglio, nel suo piccolo, ha solamente fatto quello che, in grande, avrebbero dovuto fare i vari Corriere, Repubblica e compagnia bella: dire le cose come stanno. Documenti (qui) alla mano. Non si tratta di esprimere giudizi sulla colpevolezza o meno dell'imputato (non è compito dei giornalisti: per quello c'è già la magistratura), ma solamente fornire al pubblico tutti gli elementi in modo che ognuno possa valutare il tutto da sé e farsi una propria idea.
Cosa che in un regime di stampa libera dovrebbe essere naturale e scontata.
martedì 19 agosto 2008
Criminalità e informazione a senso unico?
Molti di voi ricorderanno l'omicidio, a Roma, di Giovanna Reggiani, la donna 47enne aggredita, stuprata e uccisa l'anno scorso da un romeno all'uscita della stazione ferroviaria di Tor di Quinto. Un episodio gravissimo, che tenne banco su stampa e tv per molto tempo e che diede il via a una moltitudine di polemiche tra maggioranza (allora c'era Prodi) e opposizione sulla mai sopita questione sicurezza. Un episodio che innescò anche una sorta di "caccia" al romeno criminale, con tanto di decreto legge che aumentava il potere dei prefetti nell'adottare la linea dura e favorire la facile espulsione dei soggetti ritenuti pericolosi.
Quella storia e relative polemiche sono acqua passata. Eppure anche oggi continuano ad accadere fatti criminosi piuttosto gravi; sicuramente meno di quello romano, ma comunque preoccupanti e soprattutto compiuti non da pericolosi extracomunitari, ma da italiani. E non mi pare che a questi venga dato lo stesso risalto. Mi riferisco ad esempio ai cinque animali (con tutto il rispetto per questi ultimi) che a Genova hanno aggredito e malmenato un angolano con la sola colpa di essere nero, oppure alla vicenda della colf ucraina, segregata in casa e violentata per giorni dal "datore di lavoro" italiano.
Da non dimenticare poi quanto accaduto agli inizi di giugno: un trentenne di Milano che violenta e mette incinta una bambina marocchina di 13 anni, episodio rimasto all'epoca in home page delle varie testate online per una mezza giornata e poi sparito. Ecco, pensate a cosa sarebbe successo se il violentatore fosse stato marocchino e la piccola vittima italiana: polemiche, riunione straordinaria del cdm, prefetti sul piede di guerra, ecc... E invece niente, nessuno ha detto bau.
Ora, per carità, non voglio dare l'idea di quello che pensa che gli extracomunitari siano tutti brave persone e gli italiani tutti delinquenti, ci mancherebbe. Quello che a me interessa è che chi si rende responsabile di questi atti venga preso e sbattuto in galera a calci nel sedere: sia che si tratti di un italiano che di uno straniero. E soprattutto mi interessa che questi fatti criminosi non vengano strumentalizzati in maniera ipocrita da questa o quella parte politica al fine di giustificare provvedimenti più o meno discutibili.
Una informazione libera e indipendente non dovrebbe cercare di essere equilibrata evitando di prestarsi al gioco dei due pesi e delle due misure?
Quella storia e relative polemiche sono acqua passata. Eppure anche oggi continuano ad accadere fatti criminosi piuttosto gravi; sicuramente meno di quello romano, ma comunque preoccupanti e soprattutto compiuti non da pericolosi extracomunitari, ma da italiani. E non mi pare che a questi venga dato lo stesso risalto. Mi riferisco ad esempio ai cinque animali (con tutto il rispetto per questi ultimi) che a Genova hanno aggredito e malmenato un angolano con la sola colpa di essere nero, oppure alla vicenda della colf ucraina, segregata in casa e violentata per giorni dal "datore di lavoro" italiano.
Da non dimenticare poi quanto accaduto agli inizi di giugno: un trentenne di Milano che violenta e mette incinta una bambina marocchina di 13 anni, episodio rimasto all'epoca in home page delle varie testate online per una mezza giornata e poi sparito. Ecco, pensate a cosa sarebbe successo se il violentatore fosse stato marocchino e la piccola vittima italiana: polemiche, riunione straordinaria del cdm, prefetti sul piede di guerra, ecc... E invece niente, nessuno ha detto bau.
Ora, per carità, non voglio dare l'idea di quello che pensa che gli extracomunitari siano tutti brave persone e gli italiani tutti delinquenti, ci mancherebbe. Quello che a me interessa è che chi si rende responsabile di questi atti venga preso e sbattuto in galera a calci nel sedere: sia che si tratti di un italiano che di uno straniero. E soprattutto mi interessa che questi fatti criminosi non vengano strumentalizzati in maniera ipocrita da questa o quella parte politica al fine di giustificare provvedimenti più o meno discutibili.
Una informazione libera e indipendente non dovrebbe cercare di essere equilibrata evitando di prestarsi al gioco dei due pesi e delle due misure?
lunedì 18 agosto 2008
E' solo Mediaset vs. Google, o c'è sotto dell'altro?
A questo punto non c'è più dubbio: è guerra! Una guerra di cui la questione Mediaset/Google è l'emblema. Una guerra scatenata da un dinosauro in agonia (la televisione) per cercare di allungare il più possibile una fine ormai certa e vicina.
La televisione classica è morta ormai, non se la fila più nessuno. Chi come me ha in casa un paio di figli con un pc connesso a internet se ne rende conto subito. Ed è naturale che sia così perché la televisione è a senso unico. Chi non ha alternative al vecchio scatolone può solo starsene buono lì e prendere per buono tutto ciò che dice. Youtube, e in generale la rete, invece, non sono a struttura verticale ma orizzontale, nel senso che non si rimane spettatori passivi ma si è protagonisti attivi.
Chi si affida solo alla tv e ai giornali per informarsi può prendere per buono tutto, anche che in Campania non esista più un sacchetto di immondizia per le strade. Non può fare diversamente. Chi usa internet può sbugiardare questa cosa con due clic del mouse.
Ecco perché Youtube e c. danno fastidio: perché ancora non sono controllati da lorsignori e purgati dai contenuti "scomodi". E quindi ci si attacca a tutto pur di limitarla e "contrastarla", come sentirete effettivamente dire nel filmato qui sotto: dai presunti mancati introiti, alla ormai vecchia e abusata scusa della violazione del copyright.
Vi propongo qui di seguito due filmati: uno che testimonia l'intenzione di Barbareschi di proporre un disegno di legge che limiti l'usabilità di internet, e l'altro che spiega chiaramente perché questa cosa, se anche dovesse prendere forma, è destinata a morire miseramente.
La televisione classica è morta ormai, non se la fila più nessuno. Chi come me ha in casa un paio di figli con un pc connesso a internet se ne rende conto subito. Ed è naturale che sia così perché la televisione è a senso unico. Chi non ha alternative al vecchio scatolone può solo starsene buono lì e prendere per buono tutto ciò che dice. Youtube, e in generale la rete, invece, non sono a struttura verticale ma orizzontale, nel senso che non si rimane spettatori passivi ma si è protagonisti attivi.
Chi si affida solo alla tv e ai giornali per informarsi può prendere per buono tutto, anche che in Campania non esista più un sacchetto di immondizia per le strade. Non può fare diversamente. Chi usa internet può sbugiardare questa cosa con due clic del mouse.
Ecco perché Youtube e c. danno fastidio: perché ancora non sono controllati da lorsignori e purgati dai contenuti "scomodi". E quindi ci si attacca a tutto pur di limitarla e "contrastarla", come sentirete effettivamente dire nel filmato qui sotto: dai presunti mancati introiti, alla ormai vecchia e abusata scusa della violazione del copyright.
Vi propongo qui di seguito due filmati: uno che testimonia l'intenzione di Barbareschi di proporre un disegno di legge che limiti l'usabilità di internet, e l'altro che spiega chiaramente perché questa cosa, se anche dovesse prendere forma, è destinata a morire miseramente.
Ma come si fa a venire in vacanza a Rimini?
Questa domanda me la pongo regolarmente da un po' di anni, e non sono ancora riuscito a trovare una risposta. La cosa che (parzialmente) mi consola è che non me la pongo solo io.
In questi giorni di ferie ferragostane, in cui ho regolarmente lavorato (se la gente vuole leggere i giornali bisogna che qualcuno alle edicole glieli consegni), mi è capitato di coprire le zone di Rivabella e Miramare, piccole frazioni che si affacciano sul tratto di lungomare che da Rimini si snoda verso Riccione. Passare la mattina presto per questi posti è un'esperienza che difficilmente si dimentica, perché ci si imbatte inevitabilmente nei segni che testimoniano la "battaglia" della notte prima.
Eh sì, perché di vera e propria battaglia si tratta: sacchetti di spazzatura sparsi qua e là lungo i bordi dei marciapiedi, bottiglie spaccate, giovani addormentati sulle panchine a smaltire la sbronza, zombi vistosamente ubriachi - ancora con in mano la bottiglia - intenti a cercare di reggersi in piedi a vicenda, e cose di questo genere.
Una volta non era così. A Rimini venivano in vacanza famiglie con figli che stavano una o anche due settimane; adesso sono una sparuta minoranza, e quelli che vengono si fermano per un weekend e poi telano. Adesso il turismo è fatto quasi esclusivamente di gente che pensa di venire qua emulando la calata degli Unni in Europa: arrivano, devastano e via. Tanto è vero che in agosto, periodo in cui l'affluenza dei "turisti" è massima, si assiste quasi ogni giorno (anzi, ogni notte) a risse tra ubriachi fuori dalle discoteche, vandalismi notturni in spiaggia (o quel che ne è rimasto) e altre simpatiche cosette.
Cose come questa, accaduta la vigilia di ferragosto in pieno centro storico, sono quasi all'ordine del giorno. E in un episodio molto simile è rimasto coinvolto tre anni fa addirittura il sindaco con la sua famiglia. Nel frattempo il questore di Rimini ha disposto per l'ennesima volta la chiusura per una settimana del Cocoricò (droga, risse, malori, ecc...), come se servisse a qualcosa.
Concludendo, ma chi glielo fa fare a quei pochi rimasti di venire in vacanza qui?
In questi giorni di ferie ferragostane, in cui ho regolarmente lavorato (se la gente vuole leggere i giornali bisogna che qualcuno alle edicole glieli consegni), mi è capitato di coprire le zone di Rivabella e Miramare, piccole frazioni che si affacciano sul tratto di lungomare che da Rimini si snoda verso Riccione. Passare la mattina presto per questi posti è un'esperienza che difficilmente si dimentica, perché ci si imbatte inevitabilmente nei segni che testimoniano la "battaglia" della notte prima.
Eh sì, perché di vera e propria battaglia si tratta: sacchetti di spazzatura sparsi qua e là lungo i bordi dei marciapiedi, bottiglie spaccate, giovani addormentati sulle panchine a smaltire la sbronza, zombi vistosamente ubriachi - ancora con in mano la bottiglia - intenti a cercare di reggersi in piedi a vicenda, e cose di questo genere.
Una volta non era così. A Rimini venivano in vacanza famiglie con figli che stavano una o anche due settimane; adesso sono una sparuta minoranza, e quelli che vengono si fermano per un weekend e poi telano. Adesso il turismo è fatto quasi esclusivamente di gente che pensa di venire qua emulando la calata degli Unni in Europa: arrivano, devastano e via. Tanto è vero che in agosto, periodo in cui l'affluenza dei "turisti" è massima, si assiste quasi ogni giorno (anzi, ogni notte) a risse tra ubriachi fuori dalle discoteche, vandalismi notturni in spiaggia (o quel che ne è rimasto) e altre simpatiche cosette.
Cose come questa, accaduta la vigilia di ferragosto in pieno centro storico, sono quasi all'ordine del giorno. E in un episodio molto simile è rimasto coinvolto tre anni fa addirittura il sindaco con la sua famiglia. Nel frattempo il questore di Rimini ha disposto per l'ennesima volta la chiusura per una settimana del Cocoricò (droga, risse, malori, ecc...), come se servisse a qualcosa.
Concludendo, ma chi glielo fa fare a quei pochi rimasti di venire in vacanza qui?
domenica 17 agosto 2008
sabato 16 agosto 2008
Ma l'ICI non era già federalismo fiscale?
Leggo su La Stampa che Bossi vorrebbe reintrodurre l'ICI, recentemente abrogata dall'attuale esecutivo, e che ne parlerà a Tremonti.
Quando fu tolta, ricordo, la cosa mi lasciò perplesso. Ma come, i leghisti sono anni che stressano con questo benedetto federalismo fiscale e poi sottoscrivono un programma di governo che abolisce l'ICI? In fondo che cos'è l'ICI? Sono io, cittadino, che dò soldi al mio comune affinché li investa in servizi e cose utili. Cosa c'è di più "federalista" di questo? E Bossi e c. potevano forse dire di non saperlo? Certamente no, basta leggere il programma elettorale.
Vabbè, si sarà trattato di un ripensamento: una cosa prima ritenuta utile e ora dannosa.
Probabilmente il prossimo sarà questo.
Quando fu tolta, ricordo, la cosa mi lasciò perplesso. Ma come, i leghisti sono anni che stressano con questo benedetto federalismo fiscale e poi sottoscrivono un programma di governo che abolisce l'ICI? In fondo che cos'è l'ICI? Sono io, cittadino, che dò soldi al mio comune affinché li investa in servizi e cose utili. Cosa c'è di più "federalista" di questo? E Bossi e c. potevano forse dire di non saperlo? Certamente no, basta leggere il programma elettorale.
Vabbè, si sarà trattato di un ripensamento: una cosa prima ritenuta utile e ora dannosa.
Probabilmente il prossimo sarà questo.
Discorso alla nazione :-D
No, non preoccupatevi, non ho intenzione di riproporre l'ultimo discorso (soporifero) di Napolitano pronunciato a reti unificate per capodanno. E' solo che mi sono venute in mente un paio di cose, e precisamente:
Ah, dimenticavo: mi sono accorto, quando ormai il video era già online, di aver tenuto la regolazione in entrata del microfono troppo bassa, per cui se volete sentire qualcosa dateci dentro nel cursore del volume!
Abbiate pazienza, come videomaker sono ancora agli inizi... :-)
- Ho attivo da parecchi mesi ormai un canale su youtube che giace pressoché inutilizzato
- Ho una webcam che uso saltuariamente quando chiacchiero con qualche amico via Skype o via chat
Ah, dimenticavo: mi sono accorto, quando ormai il video era già online, di aver tenuto la regolazione in entrata del microfono troppo bassa, per cui se volete sentire qualcosa dateci dentro nel cursore del volume!
Abbiate pazienza, come videomaker sono ancora agli inizi... :-)
venerdì 15 agosto 2008
Notizie in pillole (1)
Negli ultimi due giorni sono accaduti alcuni fatti ai quali mi sarebbe piaciuto dedicare un post. Purtroppo il tempo è quello che è (no, non sono in ferie, anzi lavoro anche oggi che è Ferragosto), e quindi li passo in rassegna con un breve commento.
Cane Seviziato a Porto Empedocle. Ho letto sul blog di Romina della incredibile vicenda accaduta a Porto Empedocle, dove un cane è stato seviziato brutalmente fino alla morte da un gruppo di... scusate, non saprei come definirli. La povera bestia (ma è lui la bestia?) è stato legato, sodomizzato e malmenato con un bastone per poi essere sepolto ancora vivo dopo aver subito la frattura di numerose costole e la lesione di alcuni organi interni.
Quello che fa più male di tutta la vicenda, però, è il fatto che il tutto sia avvenuto nell'indifferenza generale di alcune persone che hanno assistito alla scena. Non so se ci avete fatto caso, ma capita sempre più spesso di leggere di fatti efferati e crudeli compiuti in presenza di testimoni che non muovono un dito. Non so a voi, ma a me la cosa preoccupa. E molto.
Nuova truffa via cellulare. Leggo sul blog di Paolo di una nuova truffa via cellulare basata sui numeri satellitari 0088*. In pratica l'autore di questa bella pensata chiama a caso un certo numero di telefonini chiudendo la chiamata dopo uno o due squilli, e i curiosi che richiamano per sapere chi li ha cercati si vedono addebitare una cifretta a più zeri. Occhio quindi: questi qui per spennarci le studiano tutte (dettagli qui).
Ancora sul lodo Alfano. I nostri politici sono in vacanza, ma l'indignazione (mia) no. Mi sono spesso chiesto, ad esempio, come è possibile che il lodo Alfano sia diventato legge nella sostanziale accondiscendenza generale (a parte quei quattro gatti che protestano su internet). Poi ho visto questo video girato da Daniele, e ho capito (quello che immaginavo già).
Beh, buon Ferragosto!
Cane Seviziato a Porto Empedocle. Ho letto sul blog di Romina della incredibile vicenda accaduta a Porto Empedocle, dove un cane è stato seviziato brutalmente fino alla morte da un gruppo di... scusate, non saprei come definirli. La povera bestia (ma è lui la bestia?) è stato legato, sodomizzato e malmenato con un bastone per poi essere sepolto ancora vivo dopo aver subito la frattura di numerose costole e la lesione di alcuni organi interni.
Quello che fa più male di tutta la vicenda, però, è il fatto che il tutto sia avvenuto nell'indifferenza generale di alcune persone che hanno assistito alla scena. Non so se ci avete fatto caso, ma capita sempre più spesso di leggere di fatti efferati e crudeli compiuti in presenza di testimoni che non muovono un dito. Non so a voi, ma a me la cosa preoccupa. E molto.
Nuova truffa via cellulare. Leggo sul blog di Paolo di una nuova truffa via cellulare basata sui numeri satellitari 0088*. In pratica l'autore di questa bella pensata chiama a caso un certo numero di telefonini chiudendo la chiamata dopo uno o due squilli, e i curiosi che richiamano per sapere chi li ha cercati si vedono addebitare una cifretta a più zeri. Occhio quindi: questi qui per spennarci le studiano tutte (dettagli qui).
Ancora sul lodo Alfano. I nostri politici sono in vacanza, ma l'indignazione (mia) no. Mi sono spesso chiesto, ad esempio, come è possibile che il lodo Alfano sia diventato legge nella sostanziale accondiscendenza generale (a parte quei quattro gatti che protestano su internet). Poi ho visto questo video girato da Daniele, e ho capito (quello che immaginavo già).
Beh, buon Ferragosto!
giovedì 14 agosto 2008
Ad Angelina Jolie non si resiste (e ci si infetta)
Arstechnica, in un suo articolo di una ventina di giorni fa, riportava come la maggior parte delle e-mail spazzatura e veicola-virus attualmente in circolazione utilizzino il trucchetto trito e ritrito di promettere la visione di spezzoni di filmati, rigorosamente senza veli (altrimenti chi ci casca?), di bellone famose (e formose) e star internazionali.
In questo periodo pare che vada per la maggiore la bella e avvenente moglie di Brad Pitt: Angelina Jolie (foto).
In pratica, l'e-mail che piove nelle caselle di posta degli utenti contiene un allegato dal nome tipo video-nude-anjelina.avi.exe o simili, che stando a quanto riportato nella stessa e-mail dovrebbe essere il famoso video di Angelina senza veli, ma che una volta aperto dall'allegra orda di allupati maschietti, frementi all'idea di vedere la gentil donzella in tenuta discinta, installa invece nel loro pc un bel trojan chiamato Trojan.Agent.AGGZ.
Curioso a questo proposito notare come nel 2008 venga ancora utilizzato e sfruttato il vecchio, ma evidentemente sempre efficace, trucchetto della doppia estensione del file (in questo caso .avi seguito da .exe), che su un sistema Windows configurato per nascondere l'estensione dei files conosciuti (impostazione in genere attiva di default) può contribuire a giocare dei brutti scherzi in presenza di e-mail di questo tipo.
Ma la cosa ancora più curiosa, e per certi versi inquietante, è che queste e-mail si ripresentano ciclicamente (generalmente a cadenza annuale), ogni volta mietendo lo stesso numero di vittime, se non più elevato. L'e-mail di Angelina Jolie, ad esempio, non è una novità di quest'anno, ma ha già fatto la sua comparsa e i suoi danni (seppur con modalità tecniche differenti) anche nel 2007, mentre Repubblica parlava già di questa piaga in un suo articolo addirittura del 2005. Verrebbe da dire che l'esperienza non insegna niente.
Da qualche anno - come ben sanno i miei lettori più affezionati - mi interesso, tra le altre cose, di quello che accade nel mondo di internet, della sua evoluzione, e ancora oggi mi stupisco di fronte alla potenza del social engineering. Di come sia capace, se opportunamente sfruttato, di sgretolare tutti i muri che si costruiscono basandosi sull'esperienza e sul buon senso (che in rete è un requisito fondamentale per quanto concerne la sicurezza).
Se basta la promessa di 20 secondi di filmato "hard" per far cadere tutto questo, direi che agli spammer e criminali informatici vari difficilmente si riuscirà a mettere i bastoni tra le ruote.
In questo periodo pare che vada per la maggiore la bella e avvenente moglie di Brad Pitt: Angelina Jolie (foto).
In pratica, l'e-mail che piove nelle caselle di posta degli utenti contiene un allegato dal nome tipo video-nude-anjelina.avi.exe o simili, che stando a quanto riportato nella stessa e-mail dovrebbe essere il famoso video di Angelina senza veli, ma che una volta aperto dall'allegra orda di allupati maschietti, frementi all'idea di vedere la gentil donzella in tenuta discinta, installa invece nel loro pc un bel trojan chiamato Trojan.Agent.AGGZ.
Curioso a questo proposito notare come nel 2008 venga ancora utilizzato e sfruttato il vecchio, ma evidentemente sempre efficace, trucchetto della doppia estensione del file (in questo caso .avi seguito da .exe), che su un sistema Windows configurato per nascondere l'estensione dei files conosciuti (impostazione in genere attiva di default) può contribuire a giocare dei brutti scherzi in presenza di e-mail di questo tipo.
Ma la cosa ancora più curiosa, e per certi versi inquietante, è che queste e-mail si ripresentano ciclicamente (generalmente a cadenza annuale), ogni volta mietendo lo stesso numero di vittime, se non più elevato. L'e-mail di Angelina Jolie, ad esempio, non è una novità di quest'anno, ma ha già fatto la sua comparsa e i suoi danni (seppur con modalità tecniche differenti) anche nel 2007, mentre Repubblica parlava già di questa piaga in un suo articolo addirittura del 2005. Verrebbe da dire che l'esperienza non insegna niente.
Da qualche anno - come ben sanno i miei lettori più affezionati - mi interesso, tra le altre cose, di quello che accade nel mondo di internet, della sua evoluzione, e ancora oggi mi stupisco di fronte alla potenza del social engineering. Di come sia capace, se opportunamente sfruttato, di sgretolare tutti i muri che si costruiscono basandosi sull'esperienza e sul buon senso (che in rete è un requisito fondamentale per quanto concerne la sicurezza).
Se basta la promessa di 20 secondi di filmato "hard" per far cadere tutto questo, direi che agli spammer e criminali informatici vari difficilmente si riuscirà a mettere i bastoni tra le ruote.
mercoledì 13 agosto 2008
Piratebay.org, ennesima dimostrazione che la rete non si ingabbia
E' da ieri che sui media non si parla d'altro: l'inibizione, dal territorio italiano, dell'accesso a piratebay.org (ci ha fatto un articolo pure il Corrierone). La cosa ha fatto scalpore per vari motivi, e uno dei principali è che si tratta della prima volta - pare - che l'oscuramento riguarda un sito con un tale livello di popolarità. Solo in Italia, infatti, sono stimati circa 450.000 accessi mensili.
Brevemente, per chi non ne fosse al corrente, piratebay.org non è nient'altro che un indicizzatore di files .torrent, utilizzati per trasferire files audio e video da pc a pc tramite BitTorrent e gli altri client che si appoggiano a questo sistema di condivisione di files.
Ovviamente i gestori del noto sito non sono rimasti con le mani in mano, mettendo online a tempo di record un clone, attualmente ancora raggiungibile qui, del portale. Va comunque precisato che in realtà il sito è sempre stato raggiungibile cambiando i propri DNS con quelli forniti ad esempio da OpenDNS, o con altri sistemi di navigazione anonima, anche se sembra che il provvedimento, a breve, bloccherà non solo i DNS ma anche gli indirizzi ip e i futuri siti-clone che saranno creati.
Non lo so, staremo a vedere. Certo è che lascia un po' perplessi il fatto che ci si accanisca con tanta veemenza contro un sito che ancora, a quanto risulta, non è stato condannato in nessun paese. E' vero, ci sono state in passato prese di posizione e pressioni per tentare di chiuderlo o di limitarne l'attività, e tuttora sono in corso processi, ma rimane il fatto che a termini di legge è pulito.
E lascia ancora più perplessi, e anche un po' increduli (e rassegnati), il fatto che ancora ci siano persone che pensano di chiudere internet o una sua parte con provvedimenti che con la rete non hanno nulla a che vedere. Un sito internet non è un negozio che si può chiudere con un lucchetto alla serranda; sarebbe come voler interrompere un fiume costruendo una diga: prima o poi l'acqua arriverà in cima e tracimerà riprendendo il suo corso, oppure troverà altre strade. E' un po' come un bambino che soffia in cielo pretendendo di spostare le nuvole. Non si può pretendere di applicare all'immateriale le regole delle cose materiali. E questo non è ancora stato capito.
Sia ben chiaro, con questo non sto difendendo la pirateria, sto solo cercando di mettere in evidenza come le leggi che regolano tutto ciò che concerne il copyright nell'era di internet siano terribilmente obsolete. Vetuste. E chi sta nella "sala dei bottoni" sarà bene che capisca e si adegui in fretta, se non vuole rimanere vittima della sua obsolescenza.
p.s.
come vedete dall'immagine qui sotto, catturata ieri sera poco prima delle 21, il sito oscurato è perfettamente raggiungibile e funzionale semplicemente nascondendosi dietro a un proxy: alla faccia del "lucchetto alla serranda"...
Brevemente, per chi non ne fosse al corrente, piratebay.org non è nient'altro che un indicizzatore di files .torrent, utilizzati per trasferire files audio e video da pc a pc tramite BitTorrent e gli altri client che si appoggiano a questo sistema di condivisione di files.
Ovviamente i gestori del noto sito non sono rimasti con le mani in mano, mettendo online a tempo di record un clone, attualmente ancora raggiungibile qui, del portale. Va comunque precisato che in realtà il sito è sempre stato raggiungibile cambiando i propri DNS con quelli forniti ad esempio da OpenDNS, o con altri sistemi di navigazione anonima, anche se sembra che il provvedimento, a breve, bloccherà non solo i DNS ma anche gli indirizzi ip e i futuri siti-clone che saranno creati.
Non lo so, staremo a vedere. Certo è che lascia un po' perplessi il fatto che ci si accanisca con tanta veemenza contro un sito che ancora, a quanto risulta, non è stato condannato in nessun paese. E' vero, ci sono state in passato prese di posizione e pressioni per tentare di chiuderlo o di limitarne l'attività, e tuttora sono in corso processi, ma rimane il fatto che a termini di legge è pulito.
E lascia ancora più perplessi, e anche un po' increduli (e rassegnati), il fatto che ancora ci siano persone che pensano di chiudere internet o una sua parte con provvedimenti che con la rete non hanno nulla a che vedere. Un sito internet non è un negozio che si può chiudere con un lucchetto alla serranda; sarebbe come voler interrompere un fiume costruendo una diga: prima o poi l'acqua arriverà in cima e tracimerà riprendendo il suo corso, oppure troverà altre strade. E' un po' come un bambino che soffia in cielo pretendendo di spostare le nuvole. Non si può pretendere di applicare all'immateriale le regole delle cose materiali. E questo non è ancora stato capito.
Sia ben chiaro, con questo non sto difendendo la pirateria, sto solo cercando di mettere in evidenza come le leggi che regolano tutto ciò che concerne il copyright nell'era di internet siano terribilmente obsolete. Vetuste. E chi sta nella "sala dei bottoni" sarà bene che capisca e si adegui in fretta, se non vuole rimanere vittima della sua obsolescenza.
p.s.
come vedete dall'immagine qui sotto, catturata ieri sera poco prima delle 21, il sito oscurato è perfettamente raggiungibile e funzionale semplicemente nascondendosi dietro a un proxy: alla faccia del "lucchetto alla serranda"...
martedì 12 agosto 2008
C'è funerale e funerale
Dopo aver letto l'elenco dei vips - appartenenti sia al mondo dell'imprenditoria che a quello politico - presenti alla cerimonia funebre di Andrea Pininfarina, ho pensato che sarebbe bello che un esponente di questi ultimi partecipasse anche alle esequie della povera signora di Desio, visto che la suddetta categoria (i politici) non è totalmente esente da colpe per quello che è successo.
L'uomo è piemontese di origine ma da qualche anno vive nella cittadina del milanese dove sabato si è consumata l'aggressione costata la vita all'anziana. Era in libertà grazie all'indulto. (fonte)
L'uomo è piemontese di origine ma da qualche anno vive nella cittadina del milanese dove sabato si è consumata l'aggressione costata la vita all'anziana. Era in libertà grazie all'indulto. (fonte)
lunedì 11 agosto 2008
Pechino 2008 via Google
Leggo sul blog di GoogleItalia che in concomitanza con l'apertura dei giochi olimpici in quel di Pechino, il portale ha attivato una pagina apposita tramite la quale è possibile seguire in tempo reale l'evoluzione dei risultati di tutte le discipline paese per paese.
La pagina è raggiungibile qui, e volendo è possibile incorporarla nel proprio blog o sito copiaincollando l'apposita stringa di codice nell'html della pagina.
L'aggiornamento del medagliere avviene in tempo reale, e oltre a questo è possibile vedere una panoramica degli stadi e degli impianti con visualizzazione in 3d, oltre all'elenco completo delle discipline con tanto di orario, risultato, luogo, ecc...
Insomma, se navigate un po' tra le varie pagine, qualcosa di interessante c'è. Certo, aver avuto la possibilità di prendere l'aereo e di essere fisicamente sul posto sarebbe stato un altro paio di maniche, ma tant'è...
Visto che siamo in tema di Olimpiadi, segnalo anche una bella carrellata di immagini (di cui ho trovato il link sul blog di Luca), pubblicata su boston.com, relative alla cerimonia ufficiale d'apertura dei giochi. Mi pare che siano estremamente suggestive.
Tutto questo, ovviamente, senza dimenticare che dietro allo sfavillìo e alla maestosità che accompagna la manifestazione, c'è anche il ben noto "lato oscuro".
La pagina è raggiungibile qui, e volendo è possibile incorporarla nel proprio blog o sito copiaincollando l'apposita stringa di codice nell'html della pagina.
L'aggiornamento del medagliere avviene in tempo reale, e oltre a questo è possibile vedere una panoramica degli stadi e degli impianti con visualizzazione in 3d, oltre all'elenco completo delle discipline con tanto di orario, risultato, luogo, ecc...
Insomma, se navigate un po' tra le varie pagine, qualcosa di interessante c'è. Certo, aver avuto la possibilità di prendere l'aereo e di essere fisicamente sul posto sarebbe stato un altro paio di maniche, ma tant'è...
Visto che siamo in tema di Olimpiadi, segnalo anche una bella carrellata di immagini (di cui ho trovato il link sul blog di Luca), pubblicata su boston.com, relative alla cerimonia ufficiale d'apertura dei giochi. Mi pare che siano estremamente suggestive.
Tutto questo, ovviamente, senza dimenticare che dietro allo sfavillìo e alla maestosità che accompagna la manifestazione, c'è anche il ben noto "lato oscuro".
Tra Pechino e l'Ossezia
Ossezia? E che cos'è? Se siete tra quelli che, dopo aver letto dell'esplosione del conflitto in cui è coinvolto tra gli altri questo paese, si sono chiesti cosa fosse l'Ossezia, o forse - più probabilmente - dove fosse, non sentitevi ignoranti, perché ci sono (anzi, c'ero) anch'io.
Probabilmente se l'inizio di quella che sembra a tutti gli effetti una vera e propria guerra fosse avvenuta fuori della concomitanza con l'inizio dei giochi olimpici di Pechino, chissà, magari non avrebbe avuto tutto questo clamore, la stampa l'avrebbe pompata di meno. E quindi, tutto sommato, questa coincidenza ha se non altro avuto il merito di portare in misura maggiore all'attenzione dell'opinione pubblica ciò che sta succedendo là.
A Pechino si combatte per le medaglie, nel Caucaso si combatte per il petrolio, il gas, ecc... Da una parte si gioca e dall'altra si muore. Come al solito, il fatto che queste cose accadano in territori così lontani e per di più mentre qui da noi è estate piena, si va al mare, in montagna e ci si rilassa, fa apparire il tutto come qualcosa di lontano, di evanescente, di... insomma, non ce ne può fregare di meno.
I media tendono a far credere che dietro il conflitto si celino motivi etnici o politici (tipo le istanze di secessione della piccola regione a nord del Caucaso e cose simili), mentre il fatto che ancora il consiglio di sicurezza dell'ONU non sia riuscito a trovare uno straccio di accordo per il cessate il fuoco mi pare che lasci spazio a ben poche interpretazioni su quali siano i veri motivi del conflitto.
Già da ieri, comunque, sembra che una sorta di tregua sia stata raggiunta, e che tutto - apparentemente - sia tornato alla situazione com'era prima dell'inizio delle ostilità. I giochi di Pechino, quindi, possono continuare con un po' più di tranquillità: la situazione là pare essersi un po' tranquillizzata, e di quello che continua a succedere nel resto del pianeta nessuno fiati.
Guai a disturbare.
Probabilmente se l'inizio di quella che sembra a tutti gli effetti una vera e propria guerra fosse avvenuta fuori della concomitanza con l'inizio dei giochi olimpici di Pechino, chissà, magari non avrebbe avuto tutto questo clamore, la stampa l'avrebbe pompata di meno. E quindi, tutto sommato, questa coincidenza ha se non altro avuto il merito di portare in misura maggiore all'attenzione dell'opinione pubblica ciò che sta succedendo là.
A Pechino si combatte per le medaglie, nel Caucaso si combatte per il petrolio, il gas, ecc... Da una parte si gioca e dall'altra si muore. Come al solito, il fatto che queste cose accadano in territori così lontani e per di più mentre qui da noi è estate piena, si va al mare, in montagna e ci si rilassa, fa apparire il tutto come qualcosa di lontano, di evanescente, di... insomma, non ce ne può fregare di meno.
I media tendono a far credere che dietro il conflitto si celino motivi etnici o politici (tipo le istanze di secessione della piccola regione a nord del Caucaso e cose simili), mentre il fatto che ancora il consiglio di sicurezza dell'ONU non sia riuscito a trovare uno straccio di accordo per il cessate il fuoco mi pare che lasci spazio a ben poche interpretazioni su quali siano i veri motivi del conflitto.
Già da ieri, comunque, sembra che una sorta di tregua sia stata raggiunta, e che tutto - apparentemente - sia tornato alla situazione com'era prima dell'inizio delle ostilità. I giochi di Pechino, quindi, possono continuare con un po' più di tranquillità: la situazione là pare essersi un po' tranquillizzata, e di quello che continua a succedere nel resto del pianeta nessuno fiati.
Guai a disturbare.
domenica 10 agosto 2008
Chariots of fire
Visto che per le prossime due settimane non sentiremo parlare d'altro, mi sembra particolarmente azzeccato questo video. Si tratta del celeberrimo inno utilizzato come colonna sonora del famosissimo film Momenti di gloria, del 1981.
Su youtube esistono moltissimi filmati che utilizzano questa musica. Quello che vi propongo qui sotto l'ho scelto perché illustra chiaramente il metodo compositivo prevalentemente usato da Vangelis, che è tra l'altro uno dei miei miti: e cioè quello di comporre la musica di getto ispirandosi direttamente alla visione delle immagini.
Chi vuole altre informazioni sul musicista le trova qui.
Buona domenica.
Su youtube esistono moltissimi filmati che utilizzano questa musica. Quello che vi propongo qui sotto l'ho scelto perché illustra chiaramente il metodo compositivo prevalentemente usato da Vangelis, che è tra l'altro uno dei miei miti: e cioè quello di comporre la musica di getto ispirandosi direttamente alla visione delle immagini.
Chi vuole altre informazioni sul musicista le trova qui.
Buona domenica.
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