venerdì 30 novembre 2018

Cosa leggere dopo?

Noi lettori ossessivo compulsivi dobbiamo convivere con un problema, che è un problema di scelta: cosa leggere dopo aver finito un libro? Cioè, non so se sia un problema - ammesso che di problema si tratti - diffuso o solo mio, ma tendo a immaginare che ogni lettore compulsivo, chi più e chi meno, ce l'abbia.

Ieri pomeriggio, ad esempio, ho terminato Il traditore, di Michael Scott, quinto libro dei sei che compongono le due trilogie de L'alchimista, i segreti di Nicholas Flamel. È rimasto quindi il sesto, che rappresenta l'epilogo, la conclusione della saga e che quindi racchiude in sé le soluzioni dei vari enigmi e misteri disseminati qua e là nei cinque libri precedenti.

La tentazione di leggere subito il sesto e ultimo è forte, ma ho voluto resistere e l'ho momentaneamente accantonato, così, per ritardare ancora un po' il disvelamento degli enigmi e restare con quella specie di tensione positiva dettata dalla curiosità. È come quando si passa davanti a una pasticceria con la vetrina ricolma di ogni bendiddio e si entra dentro ad acquistare dei bignè, bignè che però non si mangiano subito ma successivamente, magari una volta a casa, pregustando intanto il momento.
Perché ho il problema della scelta? Credo perché dispongo di una scelta troppo ampia. Avete presente quando si arriva con la macchina in un grande parcheggio vuoto e si rimane un po' perplessi e spaesati? Ecco. È molto più facile - ci avete mai fatto caso? - parcheggiare in un grande parcheggio con pochissimi posti liberi piuttosto che in uno completamente vuoto.

Per i libri il discorso è analogo. Purtroppo ho il vizio di portarne a casa con una certa frequenza, perché tanto nella mia libreria c'è ancora posto, perché prima o poi li leggerò ecc. E intanto la libreria si riempie e lo spazio in cui raccolgo quelli in attesa diminuisce piano piano. Troppa scelta, difficoltà di scelta: un classico.
Comunque, alla fine ho scelto, e in questo weekend mi terrà compagnia Precious, di Sapphire, pseudonimo di Ramona Lofton, scrittrice e poetessa statunitense. È la storia della redenzione di una ragazza di colore, Claireece Precious Jones, e del suo affrancamento dalla violenza e dall'emarginazione attraverso l'istruzione inseguita e ottenuta grazie alla testardaggine di volere studiare e imparare.

Non può non essere bello un libro con queste premesse.

Weekend

Il pomeriggio del venerdì è la porzione di tempo migliore della settimana, perché finisce la (mia) settimana lavorativa e inizia il weekend: fino a lunedì mattina alle sei e trenta, riposo e cazzeggio: basta muletti, magazzini, bilici da caricare, settimanali, mensili, inserti e ciarpame vario assortito

Basta con la radio sempre su RDS, che vomita la stessa playlist di dieci canzoni (canzoni, vabbe'...) per tutta la giornata; basta coi colleghi rompipalle, il direttore sempre incazzato. Per due giorni e mezzo solo divano, libri, relax, qualche puntata di The walking dead (Rich Grames è un mito) e una capatina in qualche pizzeria. Stop.

Weekend, finalmente: l'agognato weekend.

giovedì 29 novembre 2018

Silvia Romano

Spero che Silvia sia rilasciata presto, incolume, e che possa tornare dai suoi cari. È una speranza che nutro naturalmente ogni volta che si verificano fatti simili, ma questa volta lo spero ancora di più, per il semplice fatto che in lei mi sembra di vedere mia figlia più grande.

Leggendo alcune sue note biografiche in giro per la rete, infatti, ho scoperto che ha appunto la medesima età di Michela e tutte e due si sono laureate quest'anno. In più, anche mia figlia svolge attività di volontariato.

A volte mi chiedo come mi comporterei se anche Michela decidesse, come Silvia, di svolgere attività di volontariato in località ben poco tranquille come quella, in Kenia, dove opera la ragazza milanese.

Non lo so. Di sicuro non glielo impedirei, anche perché comunque non potrei, ma magari qualche invito a pensarci bene, quello sì.

mercoledì 28 novembre 2018

Decreto sicurezza?

Ho dato una letta ai punti principali del Decreto sicurezza, che nelle intenzioni del suo estensore principale avrebbe lo scopo di dare appunto maggiore sicurezza agli italiani.

Non è nient'altro che un cumulo di norme pensate e scritte con un'unica finalità: rendere la vita impossibile agli stranieri. Tutti. E non riesco a capire come tutto ciò possa contribuire a diffondere più sicurezza, dato che i reati, in Italia, vengono per la stragrande maggioranza commessi da italiani.

Chi l'ha scritto 'sto decreto? Salvini? Ok, tutto torna.

lunedì 26 novembre 2018

Il governo del cambiamento

Il "Non arretriamo di un passo", ritornello costante, granitico e immutato nel tempo da quando il 2,4% ha visto la luce, oggi è diventato un più conciliante "Non ci attacchiamo a qualche decimale". Quindi l'arretramento del famoso passo c'è stato, e non sarà neppure l'ultimo, come del resto non è stato certo il primo.

Abbiamo infatti già avuto il balletto sull'euro (Salvini ne era entusiasta ai tempi della sua introduzione, poi è arrivato il periodo no-euro e adesso la moneta e il ministro sono di nuovo amici); la leggendaria giravolta sui terroni, insultati per decenni fino al giorno in cui si è accorto che pure loro votano; il doppio carpiato sui termovalorizzatori, male assoluto fino a due anni fa, quando Renzi voleva costruirne uno a Terni, per arrivare oggi a essere considerati soluzione ottimale e imprescindibile per risolvere il problema immondizia in Campania. E si potrebbe continuare.

È una giostra, tutto dipende da come si sveglia la mattina, da come tira il vento, dai like su facebook. Tutto può essere detto un giorno e contraddetto il giorno successivo, in un eterno e patetico balletto teso unicamente a cavalcare l'umore del momento per puro tornaconto politico.

Niente di nuovo sotto il sole, intendiamoci, generazioni di politici si sono trastullati con questo poco edificante modo di fare, ma magari qualcuno aveva pensato che il governo del cambiamento...

Libri al macero

Per una volta sono d'accordo con Sgarbi: i libri non si buttano al macero. Mai. Dal mio punto di vista di lettore ossessivo compulsivo la distruzione di libri è sempre un sacrilegio. E non regge la giustificazione del rettore dell'Accademia dei Concordi secondo cui a finire al macero sarebbero solo copie sgualcite o rovinate. Io bazzico spesso tra le bancarelle di libri usati, e li compro anche se sgualciti e letti da altri.

Certo, anche a me a volte viene la tentazione di fare pulizia nella mia libreria. C'è ad esempio un libro di Antonio Socci, che tra l'altro non so come possa essere finito tra i miei, che è da una vita che mi riprometto di gettare, ma è sempre lì, non ce la faccio a buttarlo, perché un libro è sempre un libro.

Anche se l'ha scritto Socci.

Bambinoni

Di Maio racconta di cinque o sei milioni di tessere per il reddito di cittadinanza pronte per essere stampate. Nessuno ne sa niente: chi dovrebbe stamparle, dove, quando. Buio assoluto.

Il suo compare oggi sale su una ruspa e tenta goffamente di abbattere una villa dei Casamonica. Non ce la fa, sbriciola appena un centimetro quadrato di cornicione prima di passare la ruspa a chi la sa guidare davvero. Intanto, però, selfie, foto, sorrisi, il tutto mentre la Corte d'appello di Genova conferma le condanne per Bossi e Belsito e conferma pure il sequestro dei 49 milioni di euro sottratti dalla Lega agli italiani.

Ruspa, gattini, panzane quotidiane rovesciate addosso alla plebe festante per distogliere l'attenzione dalle faccende spinose.

Bambinoni al governo. Pericolosi bambinoni al governo.

domenica 25 novembre 2018

La vergognosa Malta

Dice Salvini che il comportamento di Malta è vergognoso, e questa vergogna sarebbe quella di avere allontanato un barcone dalle proprie coste dirigendolo verso le nostre, un respingimento in piena regola insomma, che se ci pensate è la stessa cosa che fa Salvini con la politica vigliacca dei porti chiusi. Quindi, sta apostrofando come vergognoso un comportamento che anche lui adotta. Dettagli.

Ma c'è altro. Nel post in cui scrive tutto questo si legge:



Non può non sfuggire, qui, in riferimento agli immigrati, l'utilizzo del verbo rifilare, solitamente usato con valenza prevalentemente, anzi direi esclusivamente, dispregiativa e sempre riferito a cose, oggetti. Scrive il Treccani, ad esempio: "Di cose singole, ma sgradevoli o comunque non desiderate, affibbiare: rifilare a qualcuno un pugno, un calcio; m’ha rifilato una moneta falsa; rifila sempre a me gli incarichi più noiosi."

Ecco, tutto questo per far notare come nella scala di valori del ruspista le persone che affollano i barconi siano considerate alla stregua di fastidiosi e sgradevoli oggetti, neppure persone, ma cose indesiderate da sbattere di qua e di là, possibilmente più lontano che si può, come fossero puzzolenti sacchi di immondizia.

E tutto questo senza alcuna remora, probabilmente senza neppure la consapevolezza da parte di Salvini di essersi fatto portatore di un concetto così disumano. È difficile, dopo, sorprendersi del cinismo e della cattiveria dilaganti, dal momento che i primi diffusori di questo marciume morale sono quelli che, per la posizione che occupano, dovrebbero invece arginarlo.

sabato 24 novembre 2018

110 e lode a The outsider?

Ho letto The outsider qualche giorno fa. È un ottimo thriller, indubbiamente, ma il 110 e lode che gli affibia D'Orrico mi sembra francamente un tantino esagerato. Specialmente se si considera che da metà romanzo in avanti, quando diventa chiaro che l'autore degli efferati delitti può solo essere un personaggio sovrannaturale, dal momento che le persone normali non hanno in genere il dono dell'ubiquità, perde un po' di mordente.

Niente 110 e lode, quindi, ma un onesto 100 non glielo leva nessuno, al grande vecchio King.

venerdì 23 novembre 2018

Tweet di Salvini ne abbiamo?

Ci sono dati ISTAT, appena pubblicati, secondo i quali ogni anno nel nostro paese quasi cinquantamila donne si rivolgono a case protette e centri anti violenza, in fuga da botte, stupri, maltrattamenti e violenze fisiche e psicologiche di ogni genere.

Commenti di Salvini ne abbiamo? No, almeno finora. Del resto lui ha ben altro da fare, come ad esempio chiudere porti e smantellare centri di accoglienza, vedi ad esempio i recenti casi di Mineo e Cona. Perché lui si è dato come missione quella di garantire la sicurezza degli italiani, e quindi via negher e criminali stranieri vari, specie quelli pericolosissimi che arrivano coi barconi, e se poi i criminali sono di casa, anzi sono addirittura entro le mura di casa, beh, pazienza.

D'altra parte, provate a mettervi nei panni di una donna che fugge di casa dopo anni di botte e immaginate quanto può sentirsi più sicura sapendo che Salvini chiude i porti. Chi non tirerebbe un sospiro di sollievo?

Però niente post su facebook del capitano alla sua ciurma. Vedi mai che qualcuno possa accorgersi che la stragrande maggioranza di aguzzini è composta di italianissimi mariti, fidanzati, conviventi, amanti che si accaniscono su altrettanto italianissime vittime. E se poi la ciurma venisse a sapere che l'anno scorso centoventi donne sono state uccise dai rispettivi compagni e quest'anno, al primo ottobre, erano già più di settanta? Guai. Vorrete mica che il capitano faccia un autogol simile.

Non restare in silenzio?

Ammirevoli gli intenti del buon Mantellini di non restare in silenzio di fronte allo scempio umano e morale di questi chiari di luna. Ammirevoli ma, temo, inutili. A cosa serve manifestare pubblicamente e sistematicamente il proprio dissenso quando un partito come la Lega, oggi, ha il consenso, tra l'altro sempre crescente, di tre quarti di chi va a votare?

Io ho sempre considerato il berlusconismo come il punto più basso mai raggiunto dalla politica dall'inizio dell'età repubblicana. Finché non ho visto questi, i cosiddetti giallo-verdi di oggi, a conferma di un vecchio ma mai anacronistico detto che vuole che quando si pensa che il fondo sia stato raggiunto c'è sempre chi ricomincia a scavare.

Capiamoci bene. Non voglio con questo discorso fare opera di revisionismo storico in chiave più accondiscendente di ciò che è stato il berlusconismo, né sminuire la tragedia del cumulo di macerie morali, etiche, sociali che ha lasciato dietro di sé. Ciò che voglio dire è che neppure il peggior berlusconismo si è mai neppure avvicinato alla palesi inettitudini, irresponsabilità e disumanità sdoganate da questo governo.

In fondo a Berlusconi di governare, dove per governare si intende una seppur minima azione in funzione dell'interesse collettivo, non è mai fregato niente. Il suo unico interesse, e l'utilizzo unico della sua funzione pubblica, è sempre stato rivolto alla cura ossessiva dei propri interessi, pubblici e privati, da sempre ragione principe del suo ingresso in politica.

Con questi, invece, abbiamo avuto un ulteriore salto di qualità in negativo: lo sdoganamento, appunto, di cinismo, disumanità, cattiveria uniti a palesi inettitudine e irresponsabilità. Un mix pericolosissimo. Intendiamoci, anche il berlusconismo si è avvalso di elementi innegabilmente appartenenti alla categoria degli inetti, basti pensare ad esempio ai vari Alfano, Gelmini e compagnia bella, ma qualche argine alla incompetenza di questi soggetti bene o male è sempre stata presente. Penso ad esempio a Tremonti, col quale manovre economiche scellerate e pericolose come quella attuale dei giallo-verdi non avrebbero mai visto la luce. E non è che Berlusconi non ci abbia provato, dal momento che anche lui a promesse irrealizzabili non ci è mai andato leggero, ma chi ha buona memoria ricorderà che è quasi sempre andato a sbattere contro i niet irremovibili del suo ministro dell'economia, cosa che provocava celeberrimi scontri tra i due. Tutto questo perché, nonostante tutto, un minimo di coscienza e capacità di comprensione dei danni, anche futuri, che certe scelte economiche avrebbero provocato, bene o male erano presenti.

Oggi ogni argine è rotto. Non solo relativamente alle catastrofiche scelte economiche, ma anche per ciò che riguarda la rottura di ogni argine alla disumanità. L'odio, il razzismo, il disprezzo per il diverso, il più sfortunato sono diventati oggetti di sistematica istituzionalizzazione, propalati a piene mani dalla potenza di fuoco di ministri con milioni di seguaci sui loro social. Se la dicotomia creata da Berlusconi si limitava alla guerra, da lui abilmente fomentata, tra i suoi adoratori e i suoi detrattori, oggi la dicotomia creata dal manipolo di razzisti ignoranti al governo è tra chi si lascia volentieri attrarre dai facili e gratificanti rigurgiti di cinismo e razzismo e chi cerca di mantenere buon senso e umanità. E purtroppo è un dato di fatto che i primi sono in maggioranza.

Magari siamo sempre stati, fondamentalmente, un popolo di stronzi provincialotti razzisti e cinici, ma ci è voluto questo governo per fare sì che si rompessero gli argini e la vera indole che caratterizza le italiche genti venisse allo scoperto, senza più doversi preoccupare di eventuali stigmatizzazioni pubbliche. Sono un razzista? Sì, e che male c'è dal momento che i primi a farsene vanto sono quelli che ci governano e ormai non si preoccupano neppure più di negarlo?

Cosa si fa, adesso che questa cosa è chiara? Magari ha ragione Mantellini: non restare in silenzio e contestare sistematicamente, con ogni mezzo, questa deriva, sperando che serva a qualcosa. Ma quanti dubbi, in proposito.

giovedì 22 novembre 2018

Blastare

Da qualche giorno, o forse di più, mi sembra di notare in giro per la rete una certa diffusione del verbo blastare. Non so cosa significa ma ne deduco un barlume di significato dai contesti in cui è inserito.

Poco fa ho deciso di andare a controllare, mica potevo restare ancora a lungo con questo tarlo.

mercoledì 21 novembre 2018

A Camillo Langone



Ieri mia figlia più grande, Michela, ha discusso la sua tesi, dal titolo Tecnologie come ponti virtuali a favore dell'intergenerazionalità, e si è laureata in Educazione sociale e culturale. Dedico la sua laurea a Camillo Langone e a tutti i poveretti come lui, che sono purtroppo ancora tanti.

Sono orgoglioso di te, Michi!

La procedura d'infrazione e Babbo Natale

Un ministro che all'imminenza dell'apertura di una procedura d'infrazione da parte dell'Europa per debito eccessivo, una cosa su cui c'è ben poco da ridere o scherzare, risponde dicendo di aspettare adesso la lettera di Babbo Natale, non è un ministro, è un pericoloso cazzaro da bar, ma questo lo sappiamo già. Ciò che ancora non è ben chiaro è se tale uscita sia sintomo di incapacità di afferrare la gravità della situazione verso cui lui e la sua compagnia stanno conducendo il paese, o colpevole incapacità di uscirne.

Quello che non forse tutti sanno è che la strafottenza e l'irresponsabilità di questi signori, per buona parte generate dalla convinzione, più volte ribadita da essi, che l'Italia sia troppo grande e importante per essere abbandonata dall'Europa, non ha alcun motivo di essere. Scriveva a tal proposito, un paio di giorni fa, IlSole24Ore:
"Il conflitto tra il governo italiano e le istituzioni europee ha messo in luce la coesione dei 18 Paesi che (insieme a noi) costituiscono l’Eurozona. La proposta di bilancio dell’Italia non ha avuto il sostegno di nessuno (ripeto: nessuno) degli altri 18 governi nazionali. È la prima volta che succede. Nel passato, vi sono stati ripetuti casi di governi nazionali che hanno deviato dal rispetto delle regole stabilite in comune. Nel 2003, Germania e Francia presentarono una proposta di bilancio che, per ragioni diverse, non rispettava esplicitamente il vincolo del deficit. La Commissione raccomandò di sanzionare i due Paesi, ma la sua raccomandazione fu rifiutata da un numero sufficiente di governi nazionali. In quel caso, e in altri casi successivi, le ragioni della deviazione dai parametri, da parte di un governo nazionale, furono condivise da altri governi nazionali. Con l’esito di creare, all’interno dell’Eurozona, una geometria variabile di alleanze o convergenze. Nel caso della deviazione dai parametri proposta dal governo italiano, nulla di ciò è avvenuto. Gli altri 18 governi nazionali ritengono quella deviazione ingiustificabile (in quanto non motivata sul piano economico) oltre che pericolosa (in quanto trasmette instabilità all’intera Eurozona). Non c’è alcun complotto di tecnocrazie europee o di poteri forti contro di noi. C’è il semplice rifiuto, da parte dei 18 Paesi che condividono la moneta comune con noi, di farsi carico delle conseguenze delle nostre scelte."

Detto in parole semplice e accessibili a tutti, compresi i fans di Salvini: se tiriamo troppo la corda e l'UE si stanca per davvero, gli altri diciotto membri dell'eurozona non avrebbero particolari remore ad abbandonarci al nostro destino, e allora sì sarebbero problemi seri, e non poco.

domenica 18 novembre 2018

Pucciarelli e terza media

A me non hanno stupito più di tanto le simpatie per forni e ruspe della neo eletta presidente della Commissione parlamentare per la tutela e la promozione dei diritti umani, la leghista Stefania Pucciarelli, dal momento che il governo stesso è pieno di gente con idee simili, mi ha semmai stupito di più scoprire che la suddetta signora non è in possesso di alcun titolo di studio. O almeno io non ho trovato niente che ne certifichi qualcuno oltre alla terza media.

Né sul suo sito personale, né sulle sue pagine social viene menzionato alcunché, se non genericamente che è casalinga con una passione viscerale per le moto, requisiti questi fondamentali per presiedere una commissione parlamentare per i diritti umani, lo capite bene anche voi, no?

Quindi, a guidare la suddetta commissione, succederà a Luigi Manconi (docente universitario, scrittore, giornalista e critico letterario) una casalinga con (probabilmente) la terza media e la passione per le moto. Mi pare sia superfluo qualsiasi commento.

Il mio Padre nostro

Come forse avrete letto, la CEI ha modificato un passaggio del testo del famosissimo Padre nostro. La frase "non ci indurre in tentazione" è diventata "non abbandonarci alla tentazione". Manca ancora la parola finale della santa sede ma dovrebbe essere questione solo di tempo, dal momento che è stato lo stesso Bergoglio a sollecitare la modifica.

Leggendo questa notizia mi è venuto in mente che il Padre nostro è sempre stata la preghiera che da bambino preferivo, e per un motivo molto semplice: era il preludio alla fine della messa. Cioè, ipotizzando sessanta minuti la durata di una messa, la recita del Padre nostro arrivava più o meno a un quarto d'ora dalla fine, quindi il grosso era fatto e si cominciava a intravedere la luce in fondo al tunnel.

Oh, lo so, qualcuno aveva magari inizialmente pensato a motivi più nobili che giustificassero il mio fanciullesco apprezzamento della suddetta preghiera, ma pazienza. D'altra parte, questo era.
Per quanto riguarda la modifica in sé, trovate una esauriente spiegazione qui.

Riassumendo brutalmente, comunque, è stato il cambiamento nel corso dei decenni dell'accezione del sostantivo tentazione a fare scattare la decisione di modificare la frase, sostantivo che aveva all'epoca della stesura del testo una valenza molto più positiva di quanto ne abbia oggi.

sabato 17 novembre 2018

Bag of bones

La trasposizione cinematografica di Bag of bones, finita di vedere poco fa, è abbastanza noiosa e priva di mordente, come del resto lo sono molte delle trasposizioni cinematografiche delle opere di Stephen King. Si salva solo l'ottima interpretazione di Mike Noonan, personaggio principale, ad opera di Pierce Brosnan.

Rimango del parere che le opere di King dovrebbero rimanere su carta, perché lì hanno un potere di coinvolgimento del lettore che per gran parte va perso nella trasformazione in film.

Termovalorizzatori a targhe alterne

Difficile stabilire chi, fra Lega e M5S, abbia fatto più giravolte nel passaggio dalla campagna elettorale agli scranni governativi. L'ultima di queste infinite retromarce riguarda gli inceneritori, oggi tanto cari a Salvini e da sempre odiati dai Cinque stelle.

Il ruspista dice che in Campania si faranno, a costo di mandare Di Maio a quel paese e il governo a casa. Peccato che nel 2016, appena due anni fa, sempre Salvini si schierava a spada tratta contro la costruzione di un inceneritore a Terni, solidarizzando coi consiglieri leghisti che occupavano l'aula del Consiglio regionale umbro per bloccarne i lavori.

L'anno successivo, la Lega avrebbe poi vinto le comunali anche, anzi soprattutto, coi voti di chi era contrario alla costruzione dell'inceneritore di Terni.

La politica, oggi, è così. Non esistono più idee di ampio respiro, progetti in cui si crede da difendere nel tempo a costo dell'impopolarità, esistono solo piccoli e meschini calcoli elettorali utili solo per raccattare consenso in vista di una consultazione elettorale. Poi va tutto nel dimenticatoio.

E questa cosa qui la stragrande maggioranza di chi vota non la capisce, oppure la capisce ma va bene così. Qua si propende per la seconda ipotesi.

venerdì 16 novembre 2018

Spam

Da qualche tempo mi arrivano tonnellate di commenti spam, più o meno nell'ordine di svariate decine al giorno, commenti che ovviamente non appaiono grazia alla funzione di moderazione (sia benedetta!).

Dal momento che questo è solo un piccolo blog di campagna letto da quattro gatti, mi chiedo quanti ne arrivino a chi invece gestisce blog di successo con molti visitatori.

martedì 13 novembre 2018

Stop all'illegalità

Lo dice Salvini, compiacendosi di aver dato l'ordine di radere al suolo con ruspa e blindati un luogo dove si prestava assistenza a migranti e bisognosi, italiani compresi. "Zone franche, senza Stato e legalità, non sono più tollerate", ribadisce il giustiziere di 'sto cazzo.

Poi, certo, dipende sempre quale tipo di illegalità si vuole combattere. Se si vogliono colpire un manipolo di poveri cristi chiusi in una tendopoli improvvisata in un parcheggio, arriva la forza, la mano pesante, i blindati, le ruspe, i pullman della polizia.

Per altri tipi di illegalità, invece, è sempre pronto un bel condono edilizio o fiscale, a seconda dei casi. Perché le tende dei poveracci sono brutte, dànno fastidio, non sono un bello spettacolo, quindi ruspa. Gli evasori, invece, quelli girano in cravatta e giacchetta, e poi votano pure.

Quindi, dove veramente ci vorrebbe la ruspa, vedi Ischia, arriva il condono; dove invece sarebbe auspicabile comprensione, lì tolleranza zero. Duri coi deboli e accondiscendenti coi forti e i furbi. Nella migliore tradizione di ogni autoritarismo guidato da stronzi.

Stan Lee

Mi spiace che se ne sia andato Stan Lee, anche se non sono mai stato un estimatore dei fumetti della Marvel. Ricordo che da bambino mi capitava di guardare, a volte, i cartoni animati di Batman, di Superman o dell'Uomo ragno, ma niente di più.

Di fumetti ero appassionato, certo, ma ho sempre preferito personaggi più, come dire?, normali e senza tanti super poteri, tipo Tex Willer, Zagor, Il comandante Mark, Diabolik. Poi, più tardi, il mitico Dylan Dog e altri simili.

Bei tempi.

domenica 11 novembre 2018

Sarum



Quando due settimane fa o giù di lì ho iniziato questo imponente volume, un romanzo storico di quasi millecento pagine (qui una breve sinossi), avevo messo in conto che avrei anche potuto non terminarlo. D'altra parte novemila anni di storia dell'Inghilterra, anche se in realtà il romanzo muove i primissimi passi ventimila anni fa, durante l'ultima glaciazione, quando ancora l'antica Britannia era una penisola dell'Eurasia, novemila anni di storia dell'Inghilterra, dicevo, possono incutere più di un timore.

Timori poi risultati vani. Il libro non annoia mai, infatti, e i moltissimi personaggi che compongono le cinque stirpi familiari attraverso cui si snoda la lunghissima storia sono assolutamente credibili, e le vicende sono raccontate in stile romanzesco che avvince e cattura l'attenzione. L'unico rammarico, che poi è quello che mi assale ogni volta che leggo, è non avere più tempo per farlo.

venerdì 9 novembre 2018

San Martino

Alle tre, oggi pomeriggio, passando da Santarcangelo dopo essere uscito dal lavoro, ho visto i primi segni dell'Apocalisse.

Niente a che vedere con con la Bibbia, naturalmente, mi riferisco alla annuale fiera di san Martino, che qua a Santarcangelo viene considerata più importante di qualsiasi altra festività, Natale o Capodanno compresi.

E niente, se il tempo reggerà, e dalle previsioni sembra proprio che reggerà, questo weekend sarà appunto qualcosa di simile a un'apocalisse.

mercoledì 7 novembre 2018

La vittoria di Trump e la collaborazione



Dalle parti del Giornale di zio Tibia, la cui peculiarità è quella di poter raccontare ai suoi lettori ciò che vuole ché tanto quelli, figurarsi, sono riusciti a confezionare il titolo che vedete sopra, dove hanno infilato con nonchalance la palese contraddizione della vittoria e del dialogo coi democratici.

Naturalmente, se fosse stata la "Grande vittoria" cantata dal Giornale, a Trump di collaborare coi democratici non sarebbe potuto fregare di meno. Alla collaborazione ci sarà invece costretto perché la Camera se la sono presa loro, e da adesso in avanti per fare passare ogni suo porcata coi democratici dovrà discuterci eccome. Altroché collaborazione come gentile concessione, come la racconta Sallusti.

ICI e Chiesa cattolica

La prendo un po' alla lontana ma la faccio breve. I'ICI, imposta comunale sugli immobili, fu istituita nel 1992 e la legge che la istituì prevedeva l'esenzione per gli immobili destinati al culto (chiese, oratori e quant'altro). Già qui c'è una prima stortura, dal momento che non si capisce in base a quale principio gli edifici destinati al culto ne furono esentati, ma lasciamo stare.

Nel 2005, secondo governo Berlusconi, l'esenzione fu estesa anche agli edifici facenti capo alla Chiesa cattolica con finalità commerciali, tipo alberghi, negozi ecc. Se già della prima esenzione è difficile capire la ragione, della seconda è impossibile. L'unica spiegazione è che nel 2005 il secondo governo del tipo delle cene eleganti era quasi al capolinea, le elezioni erano alle porte, e quale mossa migliore per ingraziarsi i favori dell'elettorato cattolico che togliere tutte le tasse alla Chiesa?

Infatti Berlusconi vinse e sempre in quell'anno diede vita al famigerato suo terzo governo, grazie anche, naturalmente, al voto dei cattolici. La genialata di esentare da ogni tassa la Chiesa gli fece sì, probabilmente, vincere le elezioni, ma creò un mancato gettito nelle casse dello Stato di una cifra compresa tra quattro e cinque miliardi di euro. Figo ingraziarsi papi, cardinali, vescovi e relativo elettorato coi soldi degli altri, no? Ma d'altra parte il modus operandi del tipo di Arcore è sempre stato questo, basta ricordare come finì la vicenda Alitalia e relativi capitani coraggiosi nel 2008, giusto per fare un esempio dei tanti possibili.

Comunque sia, ieri la Corte di giustizia europea ha stabilito che il governo italiano dovrà recuperare il mancato gettito ICI dalla Chiesa per gli anni dal 2006 al 2011. Naturalmente, pensare di recuperare quei soldi è pura illusione. In primo luogo perché, quand'anche si volesse fare, la procedura sarebbe lunga, faragginosa e senza alcuna garanzia di successo; in secondo luogo perché servirebbe una legge apposita del governo. E figuratevi se un governo come quello attuale farebbe mai qualcosa per "danneggiare" i porporati.

In un mondo giusto e perfetto, ma anche utopico, bisognerebbe chiedere quei soldi direttamente a Berlusconi.

martedì 6 novembre 2018

Finanziare il presepe

Leggo, tramite Andy, questa notizia: la regione Veneto stanzia cinquantamila euro per finanziare l'allestimento di presepi nelle scuole, private e pubbliche. Naturalmente è inutile stare a elencare cosa si potrebbe fare di più utile con quei soldi, che tra l'altro sono soldi pubblici, ma la giunta veneta di centrodestra (e chi, se no?) ha deliberato e così sia.

Dicono che l'iniziativa serve a incentivare la tradizione cristiana. Dicono sempre così. Siamo un paese destinato a morire sotto il peso immenso e insostenibile delle tradizioni, mentre buona parte del resto del mondo va avanti.

E stavolta non me la posso neppure prendere con Salvini, dal momento che l'iniziativa è della Regione.

lunedì 5 novembre 2018

Mediamente normale

Vivremo in un paese mediamente normale quando le preferenze sessuali di una campionessa sportiva non meraviglieranno la giornalista che la intervista. Ma ancora c'è da lavorare.

domenica 4 novembre 2018

Non è rimasto niente, a parte la presa per i fondelli

Alla fine la finanziaria è stata presentata e dentro cosa c'è? Niente, è rimasto solo il condono edilizio a Ischia, infilato chissà perché nel decreto Genova (e cosa cavolo c'entra?). Niente flat tax, niente quota 100, niente reddito di cittadinanza. Niente di niente. Pure le accise sulla benzina che Salvini prometteva in campagna elettorale di togliere nel primo Consiglio dei ministri sono ancora tutte al loro posto. Mesi di annunci, promesse, chiacchiere che alla prova dei fatti sono rimasti tali.

Quanto ci ha rotto le scatole, Salvini, con la legge Fornero, che era il male assoluto e che in campagna elettorale, strillava lui, doveva essere abrogata cascasse il mondo, poi superata (?) e infine... infine niente, sparita dall'orizzonte. E la flat tax, quella che in campagna elettorale doveva addirittura prevedere un'aliquota unica per tutti e che alla fine si è risolta con uno sconto fiscale alle partite IVA? Sparita anche quella dall'orizzonte.

E quanto ci ha rotto le scatole Di Maio con 'sto benedetto reddito di cittadinanza, che col reddito di cittadinanza non c'entra niente dal momento che si tratta di una specie di sussidio provvisorio ai disoccupati (il vero reddito di cittadinanza esiste solo in Alaska)? Niente, anche questo sparito dai radar, se ne riparlerà nell'anno nuovo, forse. Insomma le tre promesse clou che hanno consentito a questa manica di incompetenti di raccattare i voti sono tutte sparite. Si sono salvati solo il condono fiscale, mascherato da pace fiscale, e il condono edilizio a Ischia, stessi sistemi che si usavano nella prima e seconda repubblica per fare cassa velocemente, che non sono certo la massima espressione di un governo del cambiamento.

Ma alla fine, quelli che hanno votato questi qua, un minimo di sentore di essere stati solennemente presi per il culo lo avvertiranno?

sabato 3 novembre 2018

L'idraulico e l'origine della vita

L'idraulico è quello che sa tutto, ogni campo dello scibile umano è casa sua e non perde occasione, appoggiato al banco del bar intento a gustarsi cappuccino e cornetto, di fare sfoggio di questa sua monumentale conoscenza col barista. Il quale barista, che un po' di cose invece le sa ma sa anche che il cliente ha sempre ragione, seduto sul suo sgabello vicino alla cassa si profonde in accondiscendenti cenni di approvazione. Più in là ci sono io, seduto al tavolino, intento a sorseggiare il mio cappuccino sfogliando il giornale.

Il casus belli che dà il via alle colte discettazioni scientifiche dell'idraulico è un documentario in TV che racconta come si sono formate le possenti catene montuose dello Yukon, pane quotidiano del loquace idraulico, evidentemente. "Chissà se l'uomo c'era già, a quei tempi?" domanda quest'ultimo rivolto al barista. Il quale barista assume un'aria pensosa. Ma naturalmente l'idraulico so-tutto-io lo sa eccome. "Certo che c'era. L'uomo è comparso circa centomila anni fa e quelle montagne sono sicuramente venute su prima." Il prosieguo del siparietto si preannuncia interessante e mi metto ad ascoltare attentamente.

"Ma ci pensi, Marco, che la scienza non è ancora riuscita a capire come è nato l'uomo? E se non riesce a spiegarlo la scienza, dopo per forza che la gente crede alla favoletta di Adamo ed Eva, la costola ecc. Che poi" prosegue ormai lanciato "questi scienziati ci possono raccontare quello che vogliono, tanto noi che ne sappiamo? Dobbiamo fidarci di quello che ci raccontano." Il barista prova a replicare ma ormai l'idraulico è lanciato, e chi lo ferma più? "Sì, è vero, c'è quella storia del Big Bang, ma quella mica spiega come hanno fatto a formarsi dal nulla i nostri organi interni; fegato, milza, cuore. Insomma, gli scienziati sono lì che provano e riprovano ma ancora non sono riusciti a ricreare l'uomo dal nulla, come è successo all'origine, oppure ci sono riusciti ma non ce lo vogliono dire. E poi, Marco (Marco vorrebbe replicare ma l'idraulico è ormai come il treno senza freni di Runaway train), c'è questo mistero del cervello che nessuno è riuscito a spiegare, come ad esempio il fatto che ce l'abbiamo solo noi. Cioè, no, ce l'hanno anche gli animali ma rispetto al nostro è niente e quindi è come se non ce l'avessero."

A questo punto mi alzo, mi avvicino a Marco, alla cassa, pago il mio cappuccino, gli faccio un mezzo sorriso sotto i baffi e me ne vado. Marco mi guarda come se volesse venire con me, in qualsiasi posto, fossero pure le montagne dello Yukon, sguardo tipo implorante. Tutto pur di fuggire dall'idraulico so-tutto-io. In effetti un po' mi dispiace lasciarlo lì.

giovedì 1 novembre 2018

Quanto è costata l'inchiesta

Matteo Salvini, alla notizia che la procura di Catania ha avanzato richiesta di archiviazione nei suoi confronti per il caso Diciotti, ha chiesto, provocatoriamente, quanto sia costata l'inchiesta e quanti uomini siano stati utilizzati per essa. Due domande che non hanno alcun senso, come del resto lui sa benissimo, ma che hanno senso per i suoi fans, i quali sono generalmente poco inclini a utilizzare in maniera adeguata la materia grigia di cui l'evoluzione ha dotato tutti noi. Ai soggetti di cui sopra che dovessero per sbaglio passare di qui, provo a spiegare un paio di cose.

Ogni anno in Italia vengono aperte milioni di inchieste. Di queste, molte vengono archiviate mentre altre danno il via ai relativi processi. Tutti questi procedimenti giudiziari hanno naturalmente un costo, che generalmente si sobbarca lo Stato (lasciamo perdere per comodità tutta la faccenda delle spese processuali eventualmente addebitate per sentenza come pena accessoria). Questa mole di procedimenti giudiziari che ogni anno si svolgono, serve per stabilire la cosiddetta verità processuale, cioè per stabilire se chi è accusato di un determinato illecito è responsabile oppure no di ciò di cui è accusato. Nonostante ciò che pensa Salvini, e che vent'anni di berlusconismo hanno inculcato nelle italiche menti, i procedimenti giudiziari sono una garanzia per la collettività, non un'arma giudiziaria con cui colpire presunti nemici politici.

Paradossalmente, quindi, invece di chiedersi quanto sia costato avviare l'inchiesta a suo carico, domanda retorica che in realtà ha come unico fine quello di dare a intendere che quei soldi sono stati sprecati perchè lui sapeva già di essere innocente, Salvini avrebbe dovuto felicitarsi del fatto che quei soldi siano stati spesi per aprire un'inchiesta che certificasse (finora, non è ancora conclusa) la sua estraneità agli illeciti contestatigli. Non è un concetto complicato, vero? Ma la faccio più semplice, sempre per i soggetti di cui sopra.

Se io sospetto di avere una qualche patologia e il mio medico, avallando questo mio sospetto, mi suggerisce di sottopormi a esami approfonditi, al riscontro negativo dei suddetti esami non è che dico: Cavolo, non ho niente, ho sprecato quei soldi, ma sono semmai contento di averli spesi in modo che un esame diagnostico escludesse la patologia che sospettavo avere. Per le inchieste giudiziarie vale lo stesso discorso, che non è complicato, ma semplice, lineare. Almeno per chi ha un minimo di cognizione di causa di come funzionano le cose in uno stato di diritto.

Per tutti gli altri ci sono i post di Salvini su Facebook.

Cacciatori

La finestra della camera è aperta, fuori piove, sono steso sul letto e leggo un libro. In lontananza odo gli spari dei cacciatori che vagano nelle campagne qua attorno fin dalle prime luci dell'alba, e mi chiedo che senso abbia un tale passatempo.

Lasciando stare l'assurdità di un passatempo in cui si uccide per diletto, ché qua si vuole evitare si scadere nel facile moralismo, che gusto c'è a vagare per i campi pieni d'acqua inzaccherandosi di fango fino alla cintola? Non è meglio, piuttosto, restarsene a letto fino a tardi a leggere?

Ma, d'altra parte, un cacciatore potrebbe benissimo chiedersi che senso abbia restarsene fino a tardi nel letto a leggere libri quando si potrebbe andare a caccia.

Alla fine, tutto dipende dalla prospettiva in cui si guardano le cose, no?

Storia perfetta dell'errore

Martedì sera sono andato alla biblioteca di Santarcangelo ad ascoltare Roberto Mercadini, che da questa estate gira l'Italia presentando Storia perfetta dell'errore, il suo ultimo libro.





Mercadini è un ragazzone (lo vedete nelle foto qui sopra accanto a me) di Cesena che alcuni anni fa decise di lasciare il suo lavoro sicuro (è ingegnere elettronico e prima di buttarsi nel vuoto ha lavorato per dieci anni in una azienda informatica) per vivere di arte, e più precisamente arte letteraria: scrittura di libri, monologhi, testi teatrali, poesia ecc. E il salto nel vuoto gli ha portato fortuna, dal momento che è sempre in giro per l'Italia e il suo Storia perfetta dell'errore è già alla terza ristampa.



Ovviamente non ha bisogno che io gli faccia pubblicità, ma se volete conoscerlo e capire un po' chi è, qui c'è il suo sito e qui il suo canale YouTube, e comunque è attivo anche su tutti gli altri social.

Riassumo in una parola chi è Mercadini: un grande.

Mentalità di guerra

Dice il neo segretario della Nato che dobbiamo passare a una mentalità di guerra, che vuol dire dedicare una quota maggiore delle nostre sp...