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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

Screditare i corpi intermedi

Una a mio avviso azzeccata definizione di populismo la diede qualche tempo fa Galimberti: il populismo è una soluzione semplice, quindi facile, a un problema complesso. Il guaio è che la soluzione semplice, che in genere piace perché elimina la complessità del problema, è nella stragrande maggioranza dei casi una falsa soluzione. Quando ad esempio la signora Meloni, in campagna elettorale, strillava che il problema dell'immigrazione si risolve coi blocchi navali, faceva populismo, ossia proponeva una (non) soluzione facile a un problema che definire complesso è un eufemismo. L'esistenza del populismo ha una sua naturale ragione di esistere nelle società complesse appunto per questo motivo: elimina la fatica di affrontare la complessità con soluzioni facili e seducenti che gratificano la pancia. La sua diffusione è agevolata anche dal fatto che i problemi e le questioni che la società odierna mette sul tavolo travalicano di gran lunga la competenza media di chi ci vive. Questo è

Pizzo di stato

L' uscita della signora Meloni secondo cui le tasse sarebbero un "pizzo di stato" non la commento per decenza, mi limito semmai a chiedermi se la demagogia dovrebbe avere un limite. Sì, dovrebbe averlo, ma evidentemente non qui in Italia. Ma la parte interessante dell'intervento è quella dove la focosa signora afferma che la lotta all'evasone "si fa dove sta davvero l’evasione, le big company, le banche. Non il piccolo commerciante". Falso, ovviamente. E non perché lo dico io, ma perché lo mettono nero su bianco tutti i rapporti che regolarmente vengono pubblicati sul fenomeno dell'evasione fiscale nel nostro paese. L'ultimo (2019) è qui , e guarda un po', dall'analisi si evince come la categoria che in Italia evade di più sia proprio quella dei commercianti. Cito: "L’evasione dell’Irpef delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi è la voce più rilevante sull’evasione fiscale in Italia e sopravvive soprattutto nella cosiddetta &

Odifreddi vs Dufer

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Da tanto tempo stimo Piergiorgio Odifreddi per almeno un motivo: pur essendo un matematico possiede una cultura umanistica sterminata, in particolar modo storica e filosofica e ho quindi ascoltato con interesse e senza interruzioni le due ore di confronto tra lui e il filosofo Rick Dufer che ripubblico qui sotto e ne sono uscito arricchito.  Lo spunto da cui è nato l'interessantissimo confronto riguarda la guerra in Ucraina e le diverse visioni in merito dei due interlocutori, visioni che sostanzialmente rispecchiano le due posizioni più diffuse tra l'opinione pubblica: contrari al continuo invio di armi all'Ucraina e favorevoli. A partire da lì è cominciato il dibattito tra i due in cui si è parlato di colonialismo, capitalismo, economia, Occidente, politica estera, democrazia, visioni del mondo, storia recente e passata. Un dibattito che fatto in un talk show televisivo sarebbe finito a cazzotti, come è prassi in TV, si è svolto in maniera correttissima, con entrambi i &q

Un libro al mese

Il ministro Sangiuliano, noto alle cronache non per via di particolari meriti legati alla funzione che ricopre ma per via dell'impressionante numero di uscite infelici degli ultimi mesi, legge un libro al mese, dice . Lo legge perché se lo autoimpone. Quindi la lettura di quel povero orfanello di libro non deriva da un desiderio ma da un'autoimposizione, altrimenti ciao, si presume.  In genere ci si impone di fare una cosa principalmente per due motivi: non si ha tempo di farla; non si ha voglia di farla. Non sapremo mai quale delle due spinga il ministro a un simile sacrificio, ma a occhio tenderei a escludere la mancanza di tempo.  Comunque sia, il ministro delle uscite infelici rincara la dose dicendo che lui legge (il famoso orfanello al mese), mica si ferma ai tweet o a Instagram, facendo finta di ignorare che quelli che si fermano ai tweet senza mai aprire un libro sono gli stessi che poi votano governi come quello di cui lui fa parte. E che, probabilmente, se ogni italia

Il "clima" sta cambiando?

Non mi riferisco al clima inteso come stato del tempo atmosferico, quello è sotto gli occhi tutti che sta cambiando, mi riferisco al "clima" che si respira nel nostro paese. Ieri, a Milano, una donna è stata manganellata da quattro agenti quando era ferma e non in grado di nuocere a nessuno; oggi un ragazzo, colpevole di aver rubato un paio di cuffiette e del cibo per cani, è stato colpito senza nessun motivo con un calcio in faccia da un carabiniere quando era gia bloccato a terra da un altro carabiniere. Per questi (e altri) motivi mi chiedo se il "clima" stia cambiando.

Manzoni

Su Manzoni arrivo tardi, lo so, ma solo per dire che I promessi sposi fui obbligato a studiarlo alle superiori, cosa che me lo fece odiare profondamente. Poi il passare del tempo fece un po' sfumare e sedimentare questo odio. L'ho riletto per libera scelta, come un romanzo qualsiasi, un paio d'anni fa e mi è piaciuto tantissimo. E qui mi tocca dare ragione ancora una volta al grande Umberto Eco, quando diceva che la scuola è organizzata per fare odiare i classici.

La ministra censurata

Vorrei far notare che la ministra Roccella è stata contestata al Salone del libro di Torino, il tempio dei libri, libri che sono forse il mezzo per antonomasia tramite cui si allargano gli orizzonti e si forma il pensiero critico. E se un ministro portatore di un pensiero arcaico e reazionario si presenta in un luogo che per definizione è antitetico a tale pensiero, il minimo che si può aspettare è di essere contestato.

Libri e fango

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Ho visto i libri pieni di fango accatastati all'entrata della biblioteca di Faenza e mi si è spezzato il cuore. Prima che qualcuno se ne esca fuori con l'immancabile "Eh ma allora le vittime?": siamo esseri umani, possiamo dispiacerci anche per più cose contemporaneamente.

Red Ronnie e la realtà

Per certi versi, a volte invidio Red Ronnie. Non sto scherzando. Lui vive in una specie di universo parallelo che si è pazientemente costruito nel tempo. Dà una lettura delle cose che succedono tutta personale , totalmente avulsa dalla realtà ma in cui lui ci sta bene e da cui trae conforto. E tra uno che vede la bruttura della realtà e ne soffre, e uno che se ne costruisce una personale e ci sta bene dentro, credo che il secondo viva di gran lunga meglio.

Elogio della lentezza

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  Questo saggio scritto da Lamberto Maffei, professore emerito di neurobiologia alla Normale di Pisa, affronta un tema che definire cruciale per l'epoca in cui viviamo è forse riduttivo: riuscire a vivere in una società iper-veloce avendo in dotazione un cervello "lento". Non lento nel senso dispregiativo dell'espressione, ma lento nel senso di essere programmato per interazioni con l'ambiente molto più tranquille. Quando una macchina lenta, il nostro cervello, tenta di imitare le macchine velocissime di oggi (mail, tweet, messaggi, immagini, flussi frenetici di informazioni), inevitabilmente nascono affanni, angosce e frustrazioni.   Il saggio si apre analizzando il cervello dal punto di vista biologico, della struttura, facendo analogie tra il nostro e quello di altre specie, sottolineando il fatto che quello umano, a differenza di quello di tutte le altre specie, rimane plastico per un tempo molto lungo. Plastico significa che può cambiare continuam

Transizioni

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"Tutti si chiedono sempre quanto ci costerà la transizione ecologica, mai nessuno che si chieda quanto ci costerà se non la facciamo."   Telmo Pievani

Il papa e la signora (col cane)

A me è sempre stato simpatico Papa Francesco, una delle poche voci mediaticamente autorevoli che ancora dice cose di sinistra. Vorrei però fargli presente che se ci sono tanti bambini che hanno fame , gli animali domestici, cani o gatti che siano, non c'entrano niente. C'entrano semmai altre cose.  Solo per dirne una: se tutte le colture e i terreni che nel mondo vengono utilizzati per nutrire gli animali degli allevamenti intensivi fossero utilizzati per nutrire chi ha fame, avremmo risolto il problema della fame nel mondo. E qui non c'entrano niente gli animali domestici, c'entra l'uomo.

Bufale per sempre

Un paio di settimane fa ho aperto un profilo su Facebook, social su cui in passato ero già stato per poi andarmene. L'ho fatto più che altro perché il social di Zuckerberg è molto utile per tenere traccia di conferenze, fiere, concerti, presentazioni di libri ecc., tutti eventi che amo e a cui partecipo volentieri. Non ha altre utilità oltre a questa, facebook, almeno per me.  Rientrandoci mi sono accorto che niente è cambiato, lì. Solo nella giornata di oggi, ad esempio, mi sono imbattuto (1) in un post con cui il sindaco del mio paese promuove una raccolte firme contro la famosa/famigerata carne sintetica; (2) ripubblicazioni a raffica di una vecchia bufala, risalente addirittura al 2016, secondo cui alcuni medici delle Molinette di Torino avrebbero scoperto un rivoluzionario sistema per scoprire il sopraggiungere di un ictus guardando la disposizione di nei che compaiono sulla nuca prima del verificarsi dell'infausto evento.  Riguardo alla questione della carne sintetica, vo

La mamma non si tocca?

Sarò controcorrente io, ma a me la pubblicità della Control , bloccata e censurata perché... boh, non ho capito bene perché; insomma, per me quella campagna era geniale. Di cosa avevano paura quelli che l'hanno censurata, che reclamizzare un dildo fosse diseducativo? Oppure siamo ancora fermi all'antidiluviano retaggio culturale/religioso secondo cui masturbarsi è peccato? Oppure, ancora, si vuole evitare di scoprire che una donna può avere voglia di masturbarsi anche dopo che è diventata mamma? Vi prego, ditemi che non siamo ancora fermi all'oscurantismo sessuale di qualche decennio fa e che qualche passettino in avanti l'abbiamo fatto.

Dubbi

Stavo pensando che non uso mai i punti esclamativi, quando scrivo. Che sia qui o altrove. Non so bene il motivo; forse perché vedo il punto esclamativo foriero di una forma di assertività che denota sicurezza, mancanza di dubbi. E io, nella mia vita, di sicurezze ne ho sempre avute poche.

Tra Rosa Chemical e Mozart

C'è differenza tra Rosa Chemical e Mozart o tra, che ne so?, i Cugini di campagna e i Pink Floyd? La risposta a queste domande è apparentemente scontata, dal momento che si tratta di un confronto qualitativo tra nani e imperatori della musica (non me ne vogliano eventuali estimatori di Rosa Chemical o dei Cugini, ma questo è). Ma le differenze si annullano se guardiamo la questione dal punto di vista neuronale e degli effetti che l'ascolto della musica produce sul nostro cervello e sul nostro sistema nervoso.  In questo interessante articolo si spiega infatti come le aree del cervello che si attivano quando si ascolta una musica che piace siano le stesse indipendentemente dal tipo di musica, e gli effetti che si generano, in particolare riguardo al rilascio di dopamina (un neurotrasmettitore che tra le altre cose esercita il controllo sul piacere), sono i medesimi. In altre parole, le differenze qualitative tra tipi di musica diversi sono sovrastrutture culturali che ognuno s

Fine di questa pandemia

Tedros Ghrebreyesus, direttore generale dell'Oms, nell'annunciare la fine dell'emergenza relativa al COVID-19 h a detto, tra le altre cose: "Sono state perse vite che non dovevano essere perse, promettiamo ai nostri figli e nipoti che non faremo mai più gli stessi  errori".  Bellissimo, peccato che non sia vero che non faremo più gli stessi errori, perché li stiamo ancora facendo. Nonostante tutto quello che ci è costata questa pandemia in termini umani, economici e sociali, non abbiamo cambiato di una virgola certi comportamenti; anzi, se è possibile li stiamo reiterando con ancora più enfasi. Due esempi.  A livello globale, negli ultimi 30 anni sono stati deforestati 420 milioni di ettari di terreni, e questa pratica autodistruttiva continua imperterrita al ritmo di 10 milioni di ettari ogni anno. Il commercio di animali esotici rimane saldamente al quarto posto tra i più lucrosi business a livello globale dopo le armi, la droga e il traffico di esseri umani. Q

Il Darmanin furioso

Magari si può discutere sui modi, ma a livello di realtà dei fatti il ministro dell'Interno francese, fedelissimo di Macron, ha detto ciò che è sotto gli occhi di tutti: la signora Meloni è incapace di risolvere i problemi, nello specifico quelli migratori. Se è infatti vero che nel 2021 sono sbarcate poco più di 10 mila persone, 11 mila nel 2022 e, a oggi, 42 mila da inizio anno, credo ci sia poco da replicare. D'altra parte questo esecutivo è andato al governo dopo aver fatto una asfissiante campagna elettorale basata principalmente sulla lotta all'immigrazione clandestina. Come dimenticare gli innumerevoli comizi in cui la signora oggi al governo strillava promettendo irrealizzabili (si sapeva) blocchi navali? Ma una volta arrivata a palazzo Chigi, la strillante signora ha dovuto arrendersi all'irrealizzabilità del suo progetto. Progetto a cui non solo avevano creduto tanti italiani, quelli che poi l'hanno votata, ma anche i francesi, che ovviamente hanno pure l

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(da Coraggio - Vittorino Andreoli)