Qui nessuna pensa che la magistratura sia una istituzione esente da pecche, da errori o priva di difetti e tentazioni corporativistiche. Ma non occorre una laurea in giurisprudenza per capire che la "riforma epocale" evocata dal cavaliere non risolve nessuno di questi problemi. Soprattutto, non risolve il problema principale che affligge la giustizia: la lentezza.
Non serve a questo scopo la divisione in due del CSM, la separazione tra magistratura inquirente e giudicante (PM e giudici), la discrezionalità dell'esecutivo sull'azione penale (in pratica sarà il governo a stilare la lista dei reati a cui dare la precedenza).
Ecco perché ha fatto bene Armando Spataro a dire: "Se vengono annunciate riforme epocali, occorrono risposte altrettanto epocali". A meno che non ci sia qualcuno che pensi realmente che siamo di fronte a una riforma della giustizia degna di questo nome.
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