lunedì 30 gennaio 2023

Freddo alle cinque

Stamattina alle cinque, mentre andavo al lavoro, guardavo le persone che in piazza, a Santarcangelo, montavano le banchette per il mercato del lunedì. A quell'ora c'erano zero gradi e mi sono venute in mente tutte le volte che io, che ho un lavoro al chiuso, riparato e col riscaldamento, mi sono lamentato di qualcosa.

È che a volte noi, quando ci lamentiamo, facciamo molta fatica a pensare che altri possono stare un po' peggio. Probabilmente a causa del nostro individualismo e della sudditanza che abbiamo nei confronti del nostro "io", che ci fa pensare che tutto ruoti sempre intorno a noi e ci impedisce di rapportarci all'alterità.

domenica 29 gennaio 2023

Pensieri sulla guerra

Il parlamento approva l'invio di armi all'Ucraina per tutto il 2023 e a me qualche perplessità, che in realtà ho avuto fin dall'inizio, viene. Io non sono un esperto di geopolitica o di strategie militari, mi limito nel mio piccolo a osservare ciò che succede e a provare a tirare qualche conclusione senza alcuna pretesa, e una delle cose che osservo è che nonostante l'Europa stia mandando armi di ogni tipo all'Ucraina da un anno, mi pare non si vedano risultati. Che poi quali erano i risultati sperati? Ufficialmente si mandano armi a Kiev per aiutare il paese invaso a difendersi dall'invasione russa e per ottenere la pace. Stoltenberg, d'altra parte, l'ha detto senza perifrasi o giri di parole: Le armi sono una via per la pace (spero che Gino Strada non si stia rivoltando nella tomba).

Come dico, io non sono un esperto, ma mi limito a una considerazione che vuole essere il più possibile semplice e razionale. Siamo di fronte a un problema, che è il conflitto russo-ucraino, e si decide di risolvere questo problema in una certa maniera. Se dopo un anno si vede che la soluzione adottata non porta risultati, a qualcuno non viene il dubbio che forse non sia la soluzione giusta? E che continuare a mandare armi non sia la soluzione giusta mi pare sia palese; lo stesso Lucio Caracciolo ha ammesso che la Russia ha più uomini, risorse e mezzi, e alla luce di questa evidente discrepanza ha addirittura ipotizzato che se la Nato non interverrà direttamente e militarmente, che significa guerra aperta Nato-Russia, l'Ucraina non ha speranze.

Molti analisti osservano che l'idea di continuare a mandare armi all'Ucraina nella speranza che la Russia torni a più miti consigli è pura utopia, per il semplice fatto che quella della Russia è una guerra di esistenza. La sua più grande paura, infatti, non è la Nato ma la sua dissoluzione. Ma qui entriamo in concetti che sono fuori dalla mia portata. Il problema di fondo, che rimane, è se sia una soluzione continuare a mandare armi all'Ucraina. Da alcuni sondaggi, che ovviamente vanno presi per quello che sono, la maggioranza degli italiani è oggi contraria (non lo era all'inizio della guerra) a continuare ad armare l'Ucraina, e pure paesi come la Germania cominciano a mostrare una certa prudenza e a mettere paletti.

Prevengo già l'obiezione che conosco: un paese aggredito non ha diritto di difendersi? Certo che ce l'ha, ma forse si arriva a un punto in cui qualche dubbio sulle modalità usate per difendersi occorre porselo. Dato che la Russia non ha alcuna intenzione di cedere nulla e, oltretutto, si sta organizzando per portare il suo esercito a 1.500.000 uomini entro il 2026, come si può sperare di arrivare alla pace, come auspicano Stoltenberg e altri qui da noi, continuando a imbottire di armi l'Ucraina? Mi sembra un po' come voler spegnere un incendio buttando benzina. 

Io non ho ancora sentito nessuno dei "grandi" fare un minimo accenno a proposte di dialogo o mediazioni, si parla solo di armi. Putin si sa che di dialogo non vuole sentire parlare, ma io non ho mai sentito nemmeno Biden o Zelensky dirigersi in questa direzione. Anzi, lo stesso ministro degli esteri americano ha pubblicamente detto non molto tempo fa che loro hanno tutto l'interesse che la guerra prosegua. Io non ho soluzioni, figurarsi, mi limito solo a osservare come dopo un anno di guerra non si intravedano spiragli o segnali utilizzando le armi. Da qui in poi ogni strada è aperta.

Cemetery road


Mi è capitato raramente di imbattermi in un romanzo che cattura a tal punto da fare dimenticare perfino di pranzare. Questo, che ho appena terminato, è uno di quelli. Un libro geniale, ingegnoso e ipnotico a metà tra romanzo morale e crime psicologico. Credo di poterlo inserire già adesso tra i libri più belli che avrò letto quest'anno.

sabato 28 gennaio 2023

Terremoto e Andreoli

Mi è capitato raramente di sentire un terremoto. Quello di stamattina l'ho invece sentito distintamente, anche perché il letto che ha "ballato" per alcuni secondi e il tintinnio di piatti e bicchieri nei pensili della cucina sarebbe stato impossibile non sentirli. Da qualche giorno la zona della Romagna è alle prese con un certo numero di scosse di varia entità e anche giovedì mattina ce n'è stata una che ha creato parecchio trambusto (nella scuola in cui insegna mia figlia è scattato l'allarme e sono usciti tutti fuori). Spero che sia finita qui, credo ci siano poche cose che creano inquietudine come i terremoti.

Oggi pomeriggio andrò alla Biblioteca Malatestiana di Cesena ad assistere a una conferenza di Vittorino Andreoli, uno psichiatra che amo molto e i cui libri affollano la mia libreria. Un buon pretesto per distogliere la mente dal pensiero del terremoto.

lunedì 23 gennaio 2023

Perché gli devo pagare lo stipendio?

 

 

Di solito non amo generalizzare. Ci sono politici e politici, tra cui molti appassionati, onesti e competenti, ma perché coi soldi delle mie tasse si deve pagare lo stipendio a chi non sa niente? Non distinguere il concetto di meteo dal concetto di clima significa non sapere l'ABC di queste tematiche. Tematiche fondamentali su cui si basa la qualità del futuro nostro e delle generazioni a venire.

E non è meno grave l'ipotesi che Malan questa differenza la sappia ma abbia voluto lo stesso scrivere una scemenza del genere, magari per lisciare il pelo ai tanti negazionisti climatici che trovano nel becerume e nell'ignoranza di questa destra il loro ambiente naturale. No, non è meno grave, anzi forse è addirittura peggio.

sabato 21 gennaio 2023

Grandi Dei

 

Ho letto questo libro dopo averne sentito citare alcuni concetti da Telmo Pievani in una sua conferenza. Ara Norenzayan è professore di psicologia alla University of British Columbia e ha pubblicato questo interessantissimo saggio con lo scopo di spiegare in che modo le grandi religioni monoteiste e politeiste, le religioni appunto dei Grandi Dei, si sono diffuse conquistando la maggior parte delle menti nel mondo. È quindi un libro che spiega questi meccanismi, ma soprattutto, ed è l'aspetto ancora più interessante, è un libro che spiega come funziona il nostro cervello e la nostra mente. Il libro è molto corposo, articolato ed esaustivo e non posso certo riassumerlo in un post, mi limiterò quindi ad accennare brevissimamente alcuni degli aspetti che ho trovato più interessanti.

Uno di questi, a cui generalmente non si presta molta attenzione, è che per il 99,9% della storia umana le manifestazioni religiose hanno sempre avuto caratteristiche sciamaniche e politeiste. Il monoteismo come lo conosciamo oggi, tipico delle grandi religioni di massa (cristianesimo, islam, ebraismo, ecc.), è recentissimo e data più o meno a partire dall'avvento del cristianesimo. Ma anche la valenza morale delle religioni è altrettanto recente. Oggi facciamo molta fatica a immaginare che religione e moralità possano essere due cose distinte, ma per gran parte della storia umana è stato così, in particolar modo finché le comunità erano composte da piccoli gruppi. La moralità è sempre esistita nell'uomo, e il nucleo degli istinti morali si è evoluto molto prima che la religione si diffondesse nei gruppi umani.

La nascita progressiva di grandi dei onnipotenti, onniscienti, spesso immaginati con tratti fisici e psicologici compatibili con quelli umani, dei addirittura "controllori" delle attività umane, è stata graduale e concomitante alla trasformazione, cominciata nell'Olocene con l'invenzione dell'agricoltura, delle società da piccoli gruppi in grandi gruppi strutturati in maniera complessa. L'ascesa delle religioni è stata inarrestabile nel tempo e oggi, nonostante negli ultimi duecento anni molti abbiano predetto la loro scomparsa, la maggior parte delle persone in quasi tutte le società umane è ancora profondamente religiosa. Scrive l'autore: "Nel complesso, quasi due miliardi di persone, oggi, si definiscono cristiane. Anche la religione islamica, con 1,3 miliardi di fedeli, è in espansione; le tendenze fondamentaliste, inoltre, stanno crescendo in tutte e tre le fedi abramitiche. Il fondamentalismo cristiano, in particolare, si sta diffondendo al pari di un incendio incontrollato in luoghi come la Cina e l'Asia sudorientale e, soprattutto, nell'Africa subsahariana. Curiosamente, tra i paesi più religiosi ci sono gli Stati Uniti, che rappresentano la società più potente in termini economici e la più avanzata dal punto di vista scientifico. Oltre il 90% degli statunitensi crede in Dio, il 93% crede nel paradiso, l'85% crede nell'inferno; più o meno uno statunitense su due crede nell'interpretazione letterale della Genesi."

Confesso che il fatto che metà degli americani creda nel mondo creato da Dio in sette giorni, in Adamo ed Eva, l'albero, il serpente, la mela e tutto il resto, mi ha lasciato sconcertato, ma gli americani, si sa, sono sempre in grado di stupire. 

Ma quali sono i motivi del successo delle religioni? Su questa domanda è imperniata l'intera stesura del libro. Nonostante questo interrogativo rappresenti ancora per gran parte un rompicapo, gli studiosi sono in maniera concorde orientati verso due risposte: il nostro cervello e la cooperazione, ma soprattutto il primo. Perché c'entra il nostro cervello? Perché nella nostra specie, già nei bambini molto piccoli, sono presenti facoltà cognitive che sembrano avvicinare le menti umane alla credenza religiosa. Una di queste è chiamata teoria della mente o mentalizzazione, cioè la capacità di vedere persone o cose come agenti intenzionali provvisti di menti. A questa si aggiunge la teleologia, ossia la sensazione che eventi naturali o cose materiali esistano per uno scopo. Scrive Norenzayan: "Le intuizioni teleologiche compaiono in età molto precoce nel pensiero dei bambini e sembrano non essere inculcate dall'esterno. Già all'età di cinque anni, ad esempio, i bambini intuiscono che i leoni esistono perché noi possiamo andare a vederli allo zoo, le nubi servono per far piovere e le montagne per arrampicarsi. Anche gli adulti hanno simili convinzioni, qualche volta apertamente, altre volte in maniera più nascosta."

In pratica, quindi, già alla nascita il nostro cervello è "programmato" per pensare in termini deterministici di causa-effetto, che sono gli stessi termini su cui si impernia il pensiero religioso, che sostanzialmente vede il dio di turno come colui che ha creato tutto e quindi tutto esiste a causa sua. Ne consegue che, in linea generale, per la nostra specie il pensiero religioso è facile, immediato e intuitivo, mentre viceversa il pensiero razionale, scientifico e analitico è controintuitivo. Questo probabilmente spiega, ipotizza l'autore, perché il pensiero religioso è così diffuso mentre la cultura scientifica stenta così tanto ad affermarsi ed è generalmente considerata ostica.

La questione della cooperazione, invece, di cui parla Norenzayan, era già stata descritta magnificamente da Yual Noah Harari in Sapiens, da animali a dèi, e si fonda sull'assunto che gli appartenenti a grandi gruppi religiosi possono cooperare tra loro e fidarsi reciprocamente pur non conoscendosi. Quando i nostri antenati erano cacciatori-raccoglitori i gruppi umani erano formati mediamente da alcune decine di persone che si conoscevano personalmente tra loro e la fiducia e la cooperazione reciproche erano basate su questa conoscenza. Con l'invenzione dell'agricoltura e il conseguente allargamento dei gruppi umani, la religione è stata uno dei tanti sistemi (ce ne sono molti altri) che ha consentito il mantenimento di questa fiducia e cooperazione reciproche. Oggi in piazza san Pietro si ritrovano centomila persone che non si conoscono, ma si fidano (e all'occorrenza cooperano) reciprocamente in virtù dell'appartenenza allo stesso credo religioso. Un musulmano di Casablanca e un musulmano di Parigi possono incontrarsi e fidarsi reciprocamente grazie al solo credo che li accomuna. Questo è l'altro fattore che ha decretato il successo delle religioni (e della nostra specie): l'aggregazione sociale creata dalla religione.

Un altro fattore non meno importante che ha determinato il successo delle religioni è quello che nella tradizione giudaico-cristiana è noto come l'occhio di Dio, ossia l'idea che Dio veda tutto. Sia nel vecchio che nel nuovo testamento ci sono parecchi riferimenti in merito e chi di noi, quando è andato a catechismo, non si è sorbito le ammonizioni del prete a fare attenzione perché "Dio ti vede"? Non è prerogativa del dio cristiano, intendiamoci, tutte le grandi religioni monoteiste hanno un dio (che poi è sempre lo stesso con nomi diversi) che vede tutto, e l'idea di un essere sovrannaturale che ti sorveglia ("Chi è sorvegliato si comporta bene") ed è pronto a sanzionarti se sgarri è probabilmente la più ingegnosa e "terribile" forma di controllo sociale che l'uomo abbia mai inventato, e che ovviamente ha contribuito al successo del pensiero religioso.

Gli argomenti trattati nel libro sono ancora molti ma mi fermo qui. Se con queste brevi descrizioni ho acceso la curiosità di qualcuno, l'invito che faccio è di leggere questo libro. Non tanto e non solo per capire le connessioni tra la religione e la nostra vita di gruppo, ma anche solo per capire in maniera dettagliata come funzionano il cervello e il modo di ragionare di noi umani. E capire e comprendere se stessi è sempre un buon viatico per capire il mondo e starci dentro nel modo giusto.

mercoledì 18 gennaio 2023

Le dietrologie dietro l'arresto di Matteo Messina Denaro

L'arresto, ieri, di Matteo Messina Denaro ha dato la stura a una marea di dietrologie e ipotesi di complotto come non si vedevano, forse, dai tempi degli attentati alle torri gemelle. Del resto era inevitabile che fosse così, viste le modalità e il contesto, anche territoriale, in cui è stato arrestato. 

Ora, che i complotti esistano è una cosa ovvia, e quello della trattativa stato-mafia degli anni novanta ne è una prova, dal momento che un tribunale ha stabilito che ci fu; ma esistono complotti reali e complotti immaginari, come si distinguono? Umberto Eco, grandissimo esperto di complotti e cospirazioni, indicava un metodo molto semplice: i complotti reali vengono generalmente smascherati quasi subito, i complotti inesistenti durano per sempre. 

Tornando al caso in questione, mi è molto piaciuto il video di Massimo Polidoro che ripubblico qui sotto, in cui il segretario nazionale del Cicap mette in fila gli elementi che depongono a favore dell'inesistenza di complotti dietro l'arresto del boss mafioso. Ovviamente, come correttamente specifica lo stesso Polidoro, non si tratta di una verità assoluta, si tratta di una valutazione desunta dagli elementi oggettivi conosciuti della vicenda. Valutazione che a me convince.


martedì 17 gennaio 2023

Il nuovo rapporto Oxfam di cui non frega niente a nessuno

Mentre il dibattito pubblico è incentrato su questioni vitali come Dante e la destra, le accise, il ponte sullo stretto e i cantanti del prossimo Sanremo, è passato praticamente inosservato, come del resto accade ogni volta, l'annuale rapporto Oxfam sullo stato dell'economia italiana e mondiale. 

Per quanto riguarda noi, il livello di diseguaglianze ha raggiunto proporzioni mai viste, col 10% dei patrimoni italiani che alla fine del 2021 possedeva oltre sei volte la ricchezza della metà più povera della popolazione a cui va aggiunto un numero di famiglie in povertà assoluta che è raddoppiato tra il 2005 e il 2021. A questo si aggiunge un tasso di inflazione (11,6% in dicembre) che non si vedeva da 35 anni, che sommato a un caduta dei salari reali che nei primi nove mesi ha raggiunto i 6,6 punti percentuali costituisce una bomba sociale potenzialmente pronta ad esplodere ma di cui nessuno si cura. Attualmente nel nostro paese ci sono circa due milioni di famiglie che versano in condizioni di povertà assoluta, che significa non avere neppure i soldi per comprarsi da mangiare.  

Quello dell'aumento delle disuguaglianze non è un dramma solo italiano ma globale. "L’1% di persone super ricche del mondo ha guadagnato quasi il doppio della ricchezza rispetto al restante 99 per cento. Nel frattempo, almeno 1,7 miliardi di lavoratori vivono in paesi in cui l’inflazione sta superando la crescita salariale. Questo anche se le fortune dei miliardari aumentano di 2,7 miliardi di dollari al giorno."

Forse è giusto snobbare queste notizie, sempre uguali (peggiori) ogni anno che passa. Tanto, comunque, noi non possiamo farci niente perché siamo su una barca guidata da altri, e poi è sempre bello e rincuorante pensare che il mondo funzioni bene.

lunedì 16 gennaio 2023

Dante è stato il fondatore del pensiero di destra in Italia? (O forse non è questo il problema?)

Non conosco a sufficienza Dante per dire se sia stato o no il fondatore del pensiero di destra in Italia, come afferma il ministro Sangiuliano. Mi limito solo a segnalare che personalità di spicco della cultura come Massimo Cacciari e Luciano Canfora hanno parecchio da ridire in merito. Di mio mi limito banalmente a osservare che destra e sinistra sono categorie ottocentesche che nel Trecento neppure esistevano, e forse già solo questo è sufficiente a definire l'uscita del loquace ministro.

Per il resto, a me sembra che un'uscita di questo genere sia da parte di Sangiuliano sintomo di una errata interpretazione della carica che ricopre. Un ministro dovrebbe esercitare la sua funzione con spirito ecumenico, se così si può dire, non farsi patrocinatore di una cultura di destra tirando capziosamente per la giacchetta questo o quel personaggio storico a fini propagandistici. Mi spiace che non ci sia più Umberto Eco, mi sarebbe piaciuto leggere un suo commento. Ma probabilmente avrebbe lasciato perdere.

domenica 15 gennaio 2023

Silvia Wakte

Ieri sera, a Cesena, per una caso abbastanza fortuito ho assistito a un concerto di Silvia Wakte, musicista originaria di Faenza di cui non avevo mai sentito parlare e che ha riproposto in versione acustica pezzi di Dolly Parton, Janis Joplin, Joan Baez, Patti Smith e altre musiciste americane (tra l'altro ho scoperto che la celeberrima Because the night, di Patti Smith, non è sua ma è stata scritta da Bruce Springsteen che gliel'ha poi donata in segno di amicizia). Sono rimasto incantato dalla sua voce e dal suo talento chitarristico. Ho girato un paio di video col mio cellulare ma la qualità è troppo scadente per ripubblicarli qui, quindi ripiego su uno di quelli presenti sul suo canale Youtube. Andrò sicuramente ad ascoltarla ancora.


sabato 14 gennaio 2023

Sottovalutavo la professoressa

Sto leggendo Pulvis et umbra, di Antonio Manzini, e la scena di Rocco Schiavone che incontra sul pianerottolo, la mattina presto, Gabriele che gli chiede una mano per l'imminente interrogazione di latino mi ha fatto venire in mente un episodio che mi capitò ai tempi delle medie.

Si era nell'ora di italiano e storia, l'ora della temibile professoressa Poli (il nome non lo ricordo più). Aveva terminato di spiegare la lezione e siccome restava ancora del tempo decise di interrogare. Panico in classe, ovviamente. Io alzai la mano per fare una domanda. Non sapevo di preciso cosa le avrei domandato ma speravo che la risposta alla mia domanda durasse abbastanza da arrivare alla fine dell'ora, in modo che non restasse tempo per le interrogazioni.

Mi schiarii un po' la voce - ero molto timido - e le chiesi: "Prof, in quell'epoca quale lingua si parlava nell'impero romano?" La signora Poli sorrise. "Bella domanda, Sacchini", mi rispose, poi cominciò una appassionata spiegazione che ovviamente non riporto qui, anche perché non la ricordo di certo. 

Il termine della spiegazione, alla quale mi mostrai estremamente interessato (è noto che se un prof vede gli allievi interessati è più invogliato a dilungarsi e a profondersi in particolari), coincise quasi con la fine dell'ora: lo scopo che mi ero prefisso era raggiunto! Quando suonò la campanella la signora Poli, dopo aver raccolto i suoi libri e i suoi appunti, prima di congedarsi da noi si girò verso di me e mi disse: "Sacchini, la domanda era interessante, ma so perché me l'hai fatta, e comunque la prossima volta interrogo."

Mi aveva sgamato! E lì mi resi conto che sperando che non si accorgesse del doppio fine della mia domanda l'avevo sottovalutata.

La difesa dell'Italia

Ne avevo già scritto in passato e più di una volta, mi pare. Sono anni che cerco di capire cosa c'entrano i disperati e gli ultimi della Terra che sono sulle navi con la difesa dell'Italia. Ci provo davvero da tempo, analizzo tutte le possibili combinazioni semantiche e sintattiche che giustifichino questa proposizione ma non riesco in alcun modo a venirne a capo. Immagino a questo punto che sia un limite mio.

mercoledì 11 gennaio 2023

Benzina e accise

La polemica sulla speculazione è lunare, non sta né in cielo né in terra, e credo ci siano pochi dubbi sul fatto che è stata innescata dal governo al solo scopo di buttare fumo negli occhi. La benzina ha raggiunto il prezzo che ha raggiunto per una serie di cause contingenti tra cui, la più importante, è il taglio degli sconti sulle accise introdotti l'anno scorso dal precedente governo. Il resto sono chiacchiere. E questi sconti sono stati aboliti per una ragione semplicissima: quei soldi servono. 

Quando la signora Meloni era all'opposizione e strillava contro le accise (internet pullula di video in cui lei e il suo degno compare promettono quello che sapevano già di non poter mantenere) lo faceva in maniera strumentale e in totale malafede. E la stessa cosa Salvini e tutti quelli (Renzi, Berlusconi ecc.) che nel corso degli anni hanno promesso di abolire 'ste benedette accise. Perché oggi Salvini tace e non tocca più l'argomento? Perché sa che lo stato non può per nessun motivo rinunciare a questo gettito, quindi se sei al governo devi stare zitto e sperare che la gente si scordi di ciò che strillavi fino a ieri. Speranza ben risposta, oltretutto, dal momento che la memoria storica di gran parte delle italiche genti arriva giusto alla cena della sera prima.

Sull'ideona di obbligare i gestori a esporre i cartelli col doppio prezzo non faccio commenti per decenza.

domenica 8 gennaio 2023

Porti (in)sicuri

Se dipendesse dal governo, alle navi umanitarie che salvano persone nel Mediterraneo sarebbero assegnati anche i porti sicuri di Bolzano, oppure del Brennero, magari Aosta. La nuova strategia anti-migranti del governo è infatti chiara: non possiamo impedire alle navi di farli sbarcare? Bene, li facciamo sbarcare il più lontano possibile. Ecco quindi comparire i porti di Ancona, Ravenna, Livorno, in modo che le navi sono obbligate a coprire tre o quattro volte il tragitto rispetto al porto più vicino, ci mettono il triplo dei giorni e nel frattempo stanno alla larga dal Mediterraneo centrale, evitando così di salvare altre persone. Tutto questo fa scena, teatro, soddisfa la pancia di chi ha votato questa gente e tutti sono contenti. 

Fuori dalle sceneggiate, però, c'è la realtà, i dati e i numeri, i quali dicono - ormai lo sanno anche i sassi - che appena il 10-12 per cento dei salvataggi in mare vengono effettuati dalle ong, il restante 90 per cento sono salvataggi effettuati dalla nostra guardia costiera, dalle navi della guardia di finanza, carabinieri, polizia, oppure da mercantili di passaggio. Oppure ancora, si tratta di barche/barchini/barconi che autonomamente riescono ad arrivare sulle nostre coste.

Ma l'ordine del governo è di stendere un velo di silenzio su tutto questo, non si deve sapere che la stragrande maggioranza di chi è in balia delle onde viene salvata dalla nostra guardia costiera. D'altra parte, da che mondo è mondo, i fallimenti si cerca sempre di occultarli in ogni modo possibile.

sabato 7 gennaio 2023

Tempo infinito

C'è un medico in pensione di Rimini, Giuseppe Nardi, che per alcuni mesi all'anno va a fare il chirurgo volontario in Madagascar. Scrive Nardi: "Qui il nostro tempo si dilata infinitamente, perché entra in relazione con quello degli altri. La maggior parte delle persone non ha idea di quanti anni abbia, non tengono la conta delle ore e dei minuti. Ti guardi intorno e vedi tantissimi bambini e pochissimi anziani. Ma tutti ti abbracciano quando passi, ti toccano e sorridono."

Boh, non so, a me l'idea che ci siano posti nel mondo dove non esistono orari, orologi, date, dove la gente neppure sa quanti anni ha, dove insomma si è liberi dalla schiavitù del tempo tipica della nostra società, mi piace un sacco.

venerdì 6 gennaio 2023

Omeopatia

L'estratto che leggete qui sopra è sempre tratto dal libro Il mio lungo viaggio, di Piero Angela, di cui avevo già accennato in un post precedente. È il racconto di come il grande divulgatore ha spiegato l'omeopatia al giudice del processo che lo vedeva imputato per diffamazione su denuncia di alcuni medici omeopati (il processo naturalmente lo vinse, perché dire che l'omeopatia è acqua fresca è la verità).

Omeopatia a parte, se amate Angela e volete sapere qualcosa di lui, questa autobiografia è interessantissima. È lui che si racconta, a partire da quando era bambino e viveva sotto una Torino devastata dalle bombe degli inglesi dopo che Mussolini dichiarò guerra a Inghilterra e Francia, per poi proseguire col racconto della sua famiglia (il padre psichiatra salvò molti ebrei italiani dai rastrellamenti fascisti diagnosticando loro malattie mentali inesistenti e ricoverandoli nella clinica in cui lavorava), dei suoi studi, del suo eterno peregrinare in ogni angolo del mondo, della sua passione per il giornalismo poi trasformatasi in passione per la scienza e la divulgazione. 

È anche il racconto di tutte le cose che ha creato, le idee che ha avuto, i personaggi che ha incontrato nella sua lunga vita. Ma è soprattutto il racconto di un uomo che ha elevato la curiosità a ragione di vita, che non ha mai accettato dogmi, pregiudizi, verità facili e già confezionate e ha sempre messo tutto in discussione. Quello che ognuno di noi dovrebbe fare sempre.

Il male

Capisco le reazioni emozionali che nascono in maniera magari poco ponderata in seguito a un fatto che provoca dolore (il commento di Burioni è seguito alla morte di Gianluca Vialli), ma bene e male rappresentano giudizi morali che ognuno matura da sé in base all'educazione ricevuta e al contesto sociale, scolastico e familiare in cui è cresciuto, e non si possono applicare a un fatto naturale come il cancro.

So che per la nostra forma mentis considerare naturale la proliferazione incontrollata di cellule che dà origine ai tumori è qualcosa di impossibile, ma la natura l'ha previsto e quindi è un fatto naturale che, di per sé, non può essere soggetto a giudizi di tipo morale.

Poi, certo, è ovvio che dal punto di vista del nostro io il cancro è il male, e lo è perché mette a serio rischio la vita e spesso ci porta alla morte, e Sartre diceva che "la mort ç'est l'absourde".

giovedì 5 gennaio 2023

Il Senato imbrattato

Il gesto è deprecabile, ovvio; qualsiasi forma di danneggiamento lo è, anche se la facciata di Palazzo Madama è stata imbrattata con normale vernice lavabile. Ma il fatto che ci si stracci le vesti e si discuta con veemenza da giorni di questa cosa, chiedendo condanne esemplari per i criminali imbrattatori, mentre sui motivi che hanno portato al discutibile gesto non dice una parola nessuno, mi pare dia la cifra del "sentire" comune riguardo a questi temi.

Avete per caso sentito un solo politico fare un minimo accenno a ciò che dal punto di vista climatico-meteorologico è in corso da settimane in Europa? Più in generale, avete mai sentito qualche politico che non sia di nicchia portare al centro del dibattito, in maniera seria e determinata, il gigantesco problema del climate change? Io no.

mercoledì 4 gennaio 2023

Tra informazione ed emozione

(da Il mio lungo viaggio - Piero Angela)

Avvicendamenti


Parafrasando una celebre canzone di Celentano, potrei dire: "Là dove c'era una tv, ora ci sono i libri." Peccato che messa giù così faccia a pugni con la metrica dell'originale, ma pazienza.

Comunque sì, su quel ripiano una volta c'era una televisione. Quando Michela è andata a convivere col suo moroso mi ha chiesto se la poteva prendere e io le ho detto di sì, dal momento che non la guardo da anni e qui in casa aveva più che altro funzione di soprammobile. Era rimasto quindi uno spazio vuoto: come riempirlo? Coi libri, visto che la mia libreria trabocca o non so più dove metterli.

Si tratta, credo, di una soluzione provvisoria che mi consentirà di "alleggerire" la libreria in attesa di acquistarne un'altra. Ma può anche darsi che diventi definitiva, chissà...

martedì 3 gennaio 2023

Stipendio (di Ronaldo)

Stamattina un mio collega che segue il calcio mi diceva che Ronaldo, appena ingaggiato dall'Arabia Saudita, guadagnerà 200 milioni di euro a stagione, più di 500.000 euro al giorno e chiedeva a me (domanda retorica, ovviamente) se tutto ciò è giusto. Gli ho risposto che sì, è giusto, suscitando la sua perplessità. Ho poi precisato che non è giusto dal punto di vista etico e morale, ma è giusto dal punto di vista delle regole che si è data la nostra società fondata sul capitalismo. Da questo punto di vista è giusto che Ronaldo guadagni quello che guadagna, che Bonolis guadagni quello che guadagna, che a Benigni vengano elargiti centinaia di migliaia di euro per una comparsata a Sanremo e via di questo passo. 

Non abbiamo scelto noi una società di questo genere, ci siamo nati dentro, e in fin dei conti siamo già stati fortunati a nascere in questa parte di mondo, poteva andare molto peggio. Poi, col tempo, e secondo me non manca neppure tanto, tutti i nodi verranno al pettine e allora saranno dolori. Bukowski diceva: "Il capitalismo ha sconfitto il comunismo. Bene, adesso il capitalismo divora se stesso."

lunedì 2 gennaio 2023

A proposito di linguaggio


Sto leggendo un interessantissimo saggio di Francesco Ferretti sul linguaggio. L'assunto di Noam Chomsky che ho riportato qui sopra secondo cui il linguaggio può essere considerato alla stregua di un organo biologico, in virtù del fatto che le modalità con cui noi umani processiamo le informazioni sono uguali per tutti, mi ha fatto venire in mente quanto disse Telmo Pievani in una sua lezione, anche se non c'entra direttamente con l'asserzione di Chomsky. 

Pievani riportava i risultati di alcuni studi scientifici sul cervello umano e da tali studi ci si è accorti che la cultura può determinare la biologia. Lo si è scoperto dopo aver analizzato, tramite esami diagnostici come la TAC e altri, i cervelli di persone analfabete e di persone che sanno leggere e scrivere. Tra i due gruppi non c'è solo una differenza culturale (questo lo si evince anche senza bisogno di fare esperimenti), ma una differenza biologica, nel senso che i cervelli dei due gruppi sono diversi dal punto di vista della morfologia. Da qui l'assunto che la cultura fa la biologia. Questa cosa è sorprendente, se ci si pensa.

Sempre a proposito di linguaggio, anche se analizzato da un altro punto di vista che è quello dei modi di dire, mi ha molto colpito il video di Roberto Mercadini che ripubblico qui di seguito. L'istrionico attore/scrittore prende spunto dal fatto che secondo molti la dicitura hamburger vegano non ha senso perché, per definizione, l'hamburger è fatto con la carne mentre nell'hamburger vegano la carne non c'è. Mercadini obietta che anche nel caffè d'orzo non c'è il caffè, ma nessuno ha niente da ridire sul fatto che comunque si chiami caffè d'orzo. Nel video Mercadini elenca una lunga serie di esempi simili, coi quali tenta di dimostrare che il linguaggio funziona per analogie e storie e certi "talebanesimi" semantici non hanno senso.

Apprezzo molto Mercadini perché ha il dono di riuscire a fare pensare sorridendo, e non è da tutti i divulgatori.


domenica 1 gennaio 2023

Un anno intenso

L'anno appena terminato è stato per me velocissimo e intensissimo, ricco di accadimenti inusuali. Il più inusuale in assoluto è stato sicuramente la fine del mio matrimonio. Niente di eccessivamente traumatico, si è trattato di una separazione tranquilla, consensuale e amichevole. Era da tempo che le cose non funzionavano più e piuttosto che continuare con l'accanimento terapeutico abbiamo deciso di comune accordo di staccare la spina. Dopo tanti anni la cosa dispiace, naturalmente, ma non avrebbe avuto senso fare finta che tutto andasse bene quando non era così.

Questo è stato anche l'anno in cui nostra figlia più grande, Michela, è andata a convivere col fidanzato (Francesca era già andata a vivere per conto suo qualche anno fa perché aveva bisogno dei suoi spazi), quindi la casa si è ulteriormente svuotata. In più, il mese scorso è venuta a mancare Sissi, una delle due micie che abitano qui con noi dal 2007. Adesso è rimasta Birba, sua sorella. Anche lei è molto anziana e piena di acciacchi ed è probabile che non vivrà ancora a lungo, ma finché ci sarà ci faremo compagnia.

Tra le inusualità del 2022 appena chiuso c'è poi la temperatura di questo periodo, che a me non smette di stupire. È da parecchi giorni che qua dalle mie parti la massima arriva a 12 e a volte 13 gradi. Ancora oggi pomeriggio ce n'erano 11. Ho abbastanza anni da ricordarmi molti capodanni passati, ma di temperature simili non ho memoria. Ci sono precise ragioni che spiegano perché qua in Europa abbiamo un inverno sostanzialmente mite mentre di là, nell'America del nord, sono alle prese con uno degli inverni più terribili della storia recente, e naturalmente quelli de Il Post (il cielo li abbia in gloria) hanno spiegato come solo loro sanno fare i motivi.

Stamattina strimpellavo un po' il pianoforte e nel mio eterno peregrinare tra le note mi sono imbattuto in questa vecchia canzone di Battiato che mi pare abbia una certa attinenza col tempo che passa. Anche Battiato è uno che il cielo dovrebbe avere in gloria. 

Buon 2023 a tutti voi.


Storture

L'amministratore delegato (ex) di Stellantis, Carlos Tavares, dopo quattro anni alla guida del secondo produttore europeo di automobili ...