lunedì 29 ottobre 2018

Jair Bolsonaro

Alcune perle dette nel corso degli anni da Jair Bolsonaro, l'ex militare neo presidente di estrema destra del Brasile. "Io sono favorevole a una dittatura militare"; "Io non la stuprerò, lei è troppo brutta" [frase rivolta alla deputata del Partito dei Lavoratori Maria Dò Rosario, ndr]; "Con il voto nulla potrà cambiare in questo Paese. Si cambierà solo con una guerra civile"; "Purtroppo al momento del concepimento c’è stato un errore ed è venuta femmina" [il riferimento è all'unica figlia femmina dei cinque che ha avuto, ndr]; "Sarei incapace di volere bene a un figlio omosessuale"; "Con il tempo, per colpa di atteggiamenti liberali, le droghe e anche con le donne lavorando (?), il numero di omosessuali è aumentato […] Lo dico sempre, se tuo figlio vede certe cose, poi penserà che è normale."

Grossa soddisfazione di Salvini, naturalmente, il quale ha scritto: "Anche in Brasile si cambia! Sinistra sconfitta e aria nuova!"

Ecco, i brasiliani si sono messi al governo uno così. In bocca al lupo a loro. Dio sa quanto ne avranno bisogno.

Le farei studiare

Fosse per me, prenderei le tre stupide che in gita scolastica si sono fatte un selfie, con tanto di saluto romano, davanti al cancello di Auschwitz; prenderei quindi la cretina che ieri, a Predappio, ha esibito, con patetico e grottesco orgoglio, la maglietta con su scritto auschwitzland e le costringerei a studiare, a leggere qualche libro, magari Se questo è un uomo o qualcuno simile.

Anche se so che non servirebbe a niente.

domenica 28 ottobre 2018

Pittsburgh

Dice Trump che se davanti a quella sinagoga ci fossero state delle guardie armate magari le cose sarebbero potute andare diversamente.

A parte la palese impossibilità di farlo - quante persone ci vorrebbero per presidiare ogni luogo di culto degli states? - c'è da rimarcare come ad ogni strage ripeta sempre le stesse cose. Fateci caso. Quando le stragi avvengono nelle chiese dice che bisognerebbe armare preti e pastori, quando avvengono nelle scuole dice che bisognerebbe armate gli insegnanti.

Per Trump, la soluzione per cercare di arginare i disastri generati da un paese che affoga nelle armi è quella di immettere nel sistema ancora più armi.

Io boh...

sabato 27 ottobre 2018

Spiegazioni

Quando credi di aver ormai visto tutto, trovi Di Maio che spiega lo spread a Mario Draghi, che è un po' come se il mago Otelma spiegasse la fisica delle particelle a Carlo Rubbia.

venerdì 26 ottobre 2018

L'errore di uno

Ogni volta che si parla della tragedia di Stefano Cucchi, e secondo me non se ne parlerà mai abbastanza, Salvini dà fiato alle trombe per ripetere sempre il medesimo ritornello, e cioè che l'errore di uno non deve infangare tutti.

Ora, lasciando da parte il fatto che nel caso di Cucchi non siamo in presenza dell'errore di uno ma semmai dell'errore di molti, dal momento che coll'avanzare delle indagini si continuano a scoprire livelli di omertà e depistaggi che definire preoccupanti è un eufemismo, è comunque necessario che qualcuno dica a Salvini che quello da lui propugnato è un concetto tautologicamente talmente palese da scadere nel ridicolo.

Nessuno sano di mente, infatti, è portato a pensare che tutti i carabinieri siano assassini, così come nessuno pensa che tutti gli italiani siano evasori fiscali o tutti i politici rubino, anche se sono disposto a concedere che qui la cosa è un tantino più difficoltosa.

Paradossalmente, ciò che Salvini non vuole che si faccia, cioè pensare che tutti i carabinieri siano criminali, è esattamente ciò che fa lui con gli stranieri utilizzando la potenza di fuoco della sua propaganda sui social, dove, grazie a una certosina opera di selezione delle notizie, viene dato risalto a ogni notizia di crimini compiuti da stranieri mentre viene ricoperta di silenzio tombale ogni notizia di crimini commessi da italiani, e tutto questo con lo scopo preciso di instillare nell'immaginario collettivo l'idea che tutti gli stranieri siano criminali, cosa che Salvini sa benissimo non essere vera.

Forse.

giovedì 25 ottobre 2018

lunedì 22 ottobre 2018

I poteri di Mattarella

Non so se il Presidente della Repubblica abbia troppi poteri, come dice Grillo, anche perché, buttata lì così, senza nessuna ulteriore precisazione, come del resto è nello stile del comico, quella affermazione può voler dire tutto e niente.

Quello che so è che è bene che la Presidenza della Repubblica, così come altre istituzioni terze di controllo, possa costituire un valido e solido argine a qualsiasi velleità autoritaria di qualsiasi governo. E le velleità autoritarie di quello attuale, non le vede solo chi non le vuole vedere.

sabato 20 ottobre 2018

Condono

Un po' capisco il povero Di Maio e i suoi grotteschi tentativi di non addossarsi di fronte al suo elettorato la responsabilità di questa roba, al cui confronto la famosa Voluntary disclosure di Renzi e i condoni di B. erano caramelline, contro i quali i pentastellati si sono peraltro sempre scagliati in ogni modo immaginabile.

Piano piano credo stiano capendo che tra le campagne elettorali e la politica reale corre una certa differenza. Ben svegliati.

venerdì 19 ottobre 2018

Avrebbe dovuto fare l'attore

Quindi, riassumendo, tutta la sceneggiata fatta da Vespa, la manina, il complotto, le modifiche fatte da chissà chi a sua insaputa (ma quanto ha fatto scuola Scajola?), la denuncia in Procura e tutto il resto, insomma tutto 'sto teatrino era stato accuratamente preparato e pianificato a tavolino per poter dare a bere ai suoi elettori che lui del condono non sapeva niente.

Quest'uomo ha sbagliato mestiere, avrebbe dovuto fare l'attore.

giovedì 18 ottobre 2018

Sentirsi a casa

Sono 133 i giornalisti uccisi in Russia da quando Putin è al potere, dato che rende bene l'idea dello stato di salute della libertà di stampa e di come viene gestito il dissenso da quelle parti, per non parlare della considerazione attribuita al rispetto dei basilari diritti umani.

Ecco, Salvini, tra un selfie e l'altro con lo stato maggiore dell'imprenditoria russa, dice che lì si sente a casa. Mica in altri paesi europei, dove ancora sopravvive un barlume di libertà di stampa e una qualche possibilità di poter esprimere il dissenso. No, è là che lui si sente a casa.

mercoledì 17 ottobre 2018

Siamo sempre stati così?

C'è il caso Lodi, il caso Riace, poi c'è Prato, dove la segretaria della Lega vorrebbe togliere le piste ciclabili perché agevolano i migranti (i pratesi, evidentemente, secondo lei girano tutti in macchina). Poi c'è l'idea di far chiudere i negozietti etnici alle nove di sera, e poi assalti squadristi a centri di accoglienza. Poi che altro? Tantissimo altro. È sufficiente sfogliare le cronache locali per trovare innumerevoli casi di questo tipo. Magari piccoli, che non fanno notizia, ma che messi tutti insieme dipingono un quadro sconfortante, e che spesso riscuotono il plauso della gente.

Mi chiedo: ma noi quand'è che siamo diventati così stronzi? Così cinici e razzisti? Non tutti, eh, fortunatamente c'è ancora una parte di paese che non si rassegna e non segue questa deriva, come dimostra la raccolta fondi nel caso Lodi e le manifestazioni di solidarietà al sindaco di Riace, ma comunque molti, troppi. Lo siamo sempre stati, magari inizialmente in maniera più discreta e latente (prima che arrivasse questo governo), o lo siamo diventati nel recente periodo?

E niente, non riesco a trovare risposta. O forse ho paura di averla.

martedì 16 ottobre 2018

Guccini e la maculopatia

C'è una bella intervista a Guccini, oggi, sul Corriere, da cui apprendo che l'ex cantautore è affetto da maculopatia bilaterale, patologia degli occhi che impedisce, tra le altre cose, di leggere. Capite bene quale deve essere il peso di questo handicap per lui, che da anni aveva appeso la chitarra al chiodo e si era ritirato nel suo mulino, sull'Appennino tra la Toscana e l'Emilia, per leggere e scrivere. E infatti - dice - i libri gli vengono letti da sua moglie o da una ragazza che va da lui apposta.

La maculopatia ha colpito mia madre, un paio di anni fa, e anche lei, come Guccini, ha entrambi gli occhi compromessi (in tutti e due i casi ci ha messo lo zampino anche la sfiga, perché nella stragrande maggioranza dei casi viene colpito un occhio solo, non tutti e due). Non rende ciechi, questa patologia, ma non c'è cura, si può solo intervenire perché non peggiori, e se si escludono alcune cose che non si possono più fare, tra le quali appunto leggere, si conduce una vita quasi normale.

E niente, pensavo a cosa farei io se dovessi beccarmi la maculopatia, io che leggo libri svariate ore al giorno e che non guardo neppure la TV per farlo. E la possibilità che in futuro ci debba avere a che fare non è neppure così remota, dal momento che, come dice il mio oculista, questa patologia ha una forte componente ereditaria. Ma forse è meglio che non ci pensi.

Diluire l'identità

Dice il ministro Fontana, altro pezzo da novanta (per quanto riguarda le corbellerie) di questo governo, che i migranti diluiscono l'identità. Ma quale identità? verrebbe da chiedere. Quella italiana? E qual è l'identità italiana? se è lecito chiedere.

Per caso quella di Salvini che fino a due anni fa, prima di accorgersi che pure loro votano, insultava a spron sbattuto i meridionali? Quella del suo partito che ha ancora nel suo statuto, anche se non ne parla più nessuno, la secessione della Padania dal resto dello stivale? È questa l'identità italiana tirata in ballo da Fontana?

No, forse è quella dei romagnoli e degli emiliani che si sopportano a fatica, dei siciliani che quando vanno in Val D'Aosta (e viceversa) devono portarsi dietro un interprete, di Verona che è a mezzoretta di macchina dal Tirolo con Venezia che è la prima porta che dà sull'Oriente. E che identità potranno mai avere?

Non si sa, e probabilmente non lo sa neppure lui. Ma ormai l'andazzo di questi è noto: spara una cazzata, possibilmente grossa. Applausi assicurati.

Letture

Ho terminato ieri, devo dire con fatica, L'ultimo cavaliere, il primo libro dei sei che compongono la saga de La torre nera, primo e unico, che io sappia, lavoro di Stephen King di genere fantasy. Sì, diciamo che a tratti non è male, anzi è pure avvincente, ma nel complesso sono più i momenti in cui mi ha annoiato rispetto a quelli interessanti. Sto valutando se proseguire o no con gli altri.

Mentre valuto la prosecuzione della saga di cui sopra, ho ripreso in mano - l'avevo abbandonato agli inizi dell'estate, mi pare - Dal big bang ai buchi neri, breve storia del tempo, di un altro Stephen, molto diverso da King, e cioè Stephen Hawking, il grande scienziato britannico che ci ha lasciato agli inizi di quest'anno. Avevo abbandonato il libro in questione principalmente perché troppo difficile per me. Nella prefazione Hawking scrive di averlo concepito anche per chi sia a digiuno di fisica e astronomia, ma evidentemente io ne sono troppo a digiuno.

Devo dire, però, che le parti che riesco a comprendere sono veramente interessanti. Stamattina, ad esempio, ho letto il capitolo in cui Hawking racconta l'inizio dell'universo e, molto dopo, la nascita del nostro pianeta e, ancora più dopo, la nostra sciagurata comparsa, e pensavo, mentre leggevo, quanto siano stupide le nostre piccole beghe da cortile rapportate al niente (letteralmente) che siamo nell'universo.

Forse, chissà, se più persone si rendessero conto di questa cosa, l'umanità sarebbe un pelino migliore, con tutto ciò che ne consegue. Ma non so se ci metterei la mano sul fuoco.

lunedì 15 ottobre 2018

Il sicario

Sull'aborto ognuno ha certamente una propria idea, ma questa idea, date le molteplici sfaccettature e le altrettanto molteplici implicazioni, specie di carattere morale e di coscienza, che l'argomento veicola, dovrebbe essere sempre espressa con cautela e ponderazione, specie dai maschietti, e ancor di più se tali maschietti dispongono di una visibilità mediatica importante.

Ora, che Bergoglio sia contro l'aborto è noto da sempre - lo erano i suoi predecessori e lo saranno i suoi successori, dal momento che il contrasto a questa pratica entra nel novero dei famosi princìpi non negoziabili della Chiesa cattolica.

Nel momento però in cui quest'ultimo definisce la donna che per qualsiasi motivo intende ricorrervi, nelle maniere e nei modi previsti dalla legge, una mandante di un omicidio che affitta un sicario per risolvere un problema, non mi pare che ossequi granché quella prudenza e quella cautela che sarebbero auspicabili in queste situazioni.

Proporre questa immagine dell'aborto e della donna che decide di ricorrervi, equivale a mio avviso a dare un'idea di, come dire?, leggerezza, superficialità; veicola l'impressione che questa scelta venga presa con la stessa facilità con cui si compila la lista della spesa o si decide di andare dalla parrucchiera, e allo stesso tempo maschera subdolamente il dramma, i sensi di colpa, i dubbi, la lacerazione interiore che invece accompagnano sempre tale scelta.

Diciamo che, fossi io una donna, il suo sproloquio un po' di incazzatura me l'avrebbe fatta venire, indipendetemente dalla posizione in merito a questo tema.

Se i genitori non si comportano bene

Dopo giorni in cui in rete e fuori non s'è parlato d'altro, Di Maio è intervenuto sulla vergognosa vicenda di Lodi, e lo ha fatto con un post che fa nascere in chi lo legge la certezza che se avesse continuato a non dire niente avrebbe fatto più bella figura.

"I bambini non si toccano. Se alcuni genitori non si comportano bene si multino loro, non i loro figli". Sacrosanto, ma dov'era lui in tutto questo tempo in cui i bambini venivano toccati eccome, grazie a una sindaca, ovviamente leghista, sulla quale cade la responsabilità di aver garantito il diritto alla mensa solo a quelli italiani?

E per quale motivo i genitori di questi bambini non si sarebbero comportati bene? Per non essere riusciti a reperire la documentazione necessaria, oltre a quella richiesta normalmente, nei loro paesi d'origine, mentre agli italiani bastava l'ISEE? Se non è discriminazione su base etnica, che cos'è questa? In quale altro modo si potrebbe chiamare?

Ah già, non è razzismo, sono solo genitori che non si comportano bene.

Compleanni

I blog festeggiano i compleanni? Boh, non lo so, sono ormai entrato in un'età in cui il cadere di questo tipo di ricorrenze mi lascia totalmente indifferente, anzi a volte mi risulta pure fastidioso.

Comunque sia, dodici anni fa, oggi, vergavo il primo post su questa specie di... come chiamarlo? Blog? Diario? Discarica di deliri digitali? Chissà.

I blog sono morti da anni, sono ormai pura archeologia informatica, e ogni giorno mi dico che domani lo chiuderò, come hanno fatto ormai quasi tutti i vecchi blogger. Intanto, però, tra un domani e l'altro, continuo a venire qui.

venerdì 12 ottobre 2018

Come (non) la racconta zio Tibia

È possibile pure che mi sbagli, ma mi sembra che da ieri mattina, dopo l'esplosione delle nuove rivelazioni relative alla tragica vicenda di Stefano Cucchi, l'unico che non abbia scritto una riga in proposito sia stato Il Giornale. Almeno sulla versione per dispositivi mobili del sito.

Niente di cui stupirsi, intendiamoci, le modalità con cui il fogliaccio guidato da Sallusti seleziona quali notizie dare e come darle è noto da decenni. Eppure rimane sempre difficile abituarsi a questo schifo.

giovedì 11 ottobre 2018

Delitto e castigo



Terminato adesso, dopo quasi due settimane dal suo inizio, il monumentale Delitto e castigo, di Dostoevskij. A tratti prolisso, quasi elefantiaco, ma anche introspettivo ed eccezionale nel descrivere la complessità della natura umana. Diciamo che non è un libro per chi è abituato agli Harmony o ai Liala. Comunque, molto bello.

mercoledì 10 ottobre 2018

Eletti

Quando ricevette l'avviso di garanzia (sacrosanto) per i fatti della Diciotti, il ruspista si scagliò contro i magistrati dicendo che lui era stato eletto dal popolo, loro no. Ieri, il suo compare Di Maio ha replicato alle osservazioni di Bankitalia in merito alla volontà del governo di superare la Fornero, suggerendo alla Banca d'Italia di presentarsi alle prossime elezioni.

Cosa accomuna le due patetiche dichiarazioni, a parte le palesi stupidità e puerilità delle stesse? L'idea che l'aver ricevuto i voti per governare ponga questi signori nella posizione di poter fare ciò che vogliono sottraendosi alle critiche e alle osservazioni. Non è una bella cosa, questa, e sicuramente non è da sottovalutare.

(Avendo tempo da perdere si potrebbe provare a spiegare a Salvini, la cui ignoranza travalica i sistemi solari, che la magistratura è un potere diverso e indipendente da quello legislativo ed esecutivo, così come previsto dalla Costituzione, e i giudici non sono eletti da nessuno dal momento che in magistratura si entra per concorso. E con Di Maio si potrebbe provare a fare la stessa cosa, dal momento che anche in Bankitalia si entra per concorso. Direte: Ma vuoi che 'ste cose non le sappiano? Non mi stupirei se fosse così.)

Teniamoci forte, la botta non sarà piccola

Dopo Commissione europea, Bankitalia, Corte dei conti, mercati e ogni organismo economico internazionale, pure l'Ufficio parlamentare del bilancio boccia la manovra (tra l'altro ancora sulla carta e con molti punti in bianco). Loro cosa fanno? Dicono che non c'è nessun piano B, si va avanti comunque, sia quel che sia.

Mi viene mente un film che vidi molti anni fa di cui non ricordo più il titolo. C'era un treno che correva a velocità folle, su un percorso per gran parte in discesa, perché un guasto aveva messo fuori uso l'impianto frenante. Il treno veniva monitorato sui terminali della centrale di controllo. Sul suo percorso si trovava un vecchio ponte, piuttosto malridotto, che doveva sempre essere attraversato a velocità ridottissima. Ma quel treno impazzito il macchinista non poteva rallentarlo in nessun modo, e nella centrale di controllo sapevano cosa sarebbe successo se il treno l'avesse attraversato a velocità elevata. Successe. Il ponte non resse, si sgretolò e il treno finì nel burrone sottostante.

La differenza tra il governo e quello sfortunato convoglio è che il governo può ancora fare qualcosa, può rivedere la manovra in modo da evitare che l'Italia faccia la fine di quel treno. Ma loro niente, loro tirano dritto con la loro stupida e pericolosa cocciutaggine. E lo fanno in primo luogo perché non sanno più che pesci pigliare, in secondo luogo per pararsi il culo quando ci sarà il disastro, perché così potranno dire: Vedete? Noi volevamo fare tutto quello che abbiamo promesso ma non ce l'hanno fatto fare/non è stato possibile farlo.

Questo non è un governo, è un teatro dell'assurdo, del tragicomico, più tragico che comico. E l'ultimo atto di questa tragicomicità l'ha messo in scena la macchietta principale, Salvini, quando ieri, a chi gli chiedeva cosa avranno intenzione di fare se lo spread raggiungerà livelli molto pericolosi, ha risposto, con la faccia più tosta del mondo, che chiederà aiuto agli italiani, grandi risparmiatori, invitandoli a comprare titoli di stato nostrani (in sostanza a comprare il debito pubblico italiano, quello che lui e il suo compare stanno contribuendo a gonfiare ancora di più). E tutto questo senza neppure sapere, nella sua universale ignoranza, perché quest'uomo è ministro di tutto ma è ignorante su tutto, che gli italiani dei Bot e dei Btp non sanno più che farsene (solo il cinque per cento dei risparmi vengono investiti qui, contro il quaranta di molti anni fa, il resto va prevalentemente in titoli esteri).

Siamo a questo punto. Questa specie di armata Brancaleone di irresponsabili, questo governo del popolo che doveva aiutare e risolvere i suoi problemi, si rivolge a quello stesso popolo chiedendo soldi per rimediare ai casini che sta combinando. Teniamoci forte, perché la botta non sarà piccola.

martedì 9 ottobre 2018

Dialoghi

Ieri mattina me ne stavo beatamente seduto su una panchina del parco Clementino con in mano il mio Delitto e castigo. A un certo punto, mentre Raslkònikov, convocato dal commissario Petròvic, stava dibattendo con quest'ultimo per capire se fosse tra i sospettati dell'omicidio della vecchia usuraia e della sorella, passano due signore dei Testimoni di Geova coi loro opuscoletti. Io manco le avevo viste, a dire il vero, assorto com'ero per seguire gli sviluppi della chiacchierata tra i due personaggi dostoevskijani, mi sono accorto della loro presenza dal fatto che una delle due signore, appressandosi a me, ha fatto alla sua socia: "Uh, c'è un signore che sta leggendo, chissà se possiamo disturbarlo..." Ovviamente non potevano, ma ormai...

"Scusi, signore," si fa avanti la più temeraria delle due, "potrei farle qualche domanda?" La mattinata è bella, la temperatura più che gradevole, è il mio primo giorno di ferie, quindi mi gira bene e invece di mandarle a cagare seduta stante, come avrei fatto in una qualsiasi giornata che non girasse per il verso giusto, ma sempre con garbo, sia chiaro, ché qua si è persone educate anche coi geovani, acconsento.

"Lei si chiede mai se Dio pensa a lei?"
"Sinceramente no, anche perché non credendoci, sa com'è..."
"Ah, quindi lei non crede alla sua esistenza..."
"Diciamo che, razionalmente, non escludo a priori la possibilità che possa esserci, come dire?, una sorta di 'disegno' superiore sulla base del quale esistiamo noi e tutto il resto, ma sono sempre stato un tipo diffidente per natura, uno di quelli che se non vede non crede, quindi... E comunque," aggiungo, "sicuramente non credo in un dio antropomorfizzato come lo intendete voi, una specie di padre-padrone che sta lì ogni minuto a controllare come ti comporti, cosa fai sotto le lenzuola e cose di questo genere, e che usa coi suoi figli il vecchio e inutile sistema premi-punizioni, che pure la Montessori a sentirne parlare si rivolterebbe ancora nella tomba." Dall'espressione della tipa intuisco la sua presa di coscienza di avere di fronte un osso duro, uno che sarà molta fatica riuscire a fargli cambiare idea. Però decide di insistere.

"Vedo che lei legge..."
"Sì, è una delle mie passioni."
"Legge molto?"
"Diciamo una media di sessanta libri all'anno, a volte qualcuno di più, a volte qualcuno di meno. Sa com'è, purtroppo ho anche altre cose da fare." Lei strabuzza gli occhi.
"Sessanta? Accidenti! Ha mai letto la Bibbia?"
"Integralmente no, ma da bambino andavo a messa e qualche brano l'ho sentito leggere lì."
"Vede," continua lei, "io da giovane non ero credente, però ero una che si faceva tante domande, e tutte le risposte a queste domande le ho poi trovate nella Bibbia. Ad esempio, lei sa perché nel mondo c'è tanto male, tanto dolore, c'è corruzione, cattiveria, ingiustizie, insomma lei sa perché il mondo va così male? Tutto dipende dal primo atto di insubordinazione che l'uomo fece nei confronti di chi l'aveva creato. Dio era stato chiaro, con Adamo ed Eva: potete prendere ogni frutto del giardino dell'Eden tranne quelli dell'albero della conoscenza. Quindi non è che non avessero scelta, l'avevano eccome, avevano un giardino intero in cui andare a pescare, eppure sono andati a prendere proprio dove non dovevano, e noi oggi ne paghiamo le conseguenze." La faccenda si mette male, penso, la signora l'ha presa alla lontana, come cavarsela dai piedi? Provo con la logica.

"Scusi signora," replico, "ma lei sa com'è fatto l'uomo, no? La sa la storia dell'occasione che lo fa ladro, suppongo. Per cui, di cosa si stupisce se sono andati a mangiare proprio quel frutto, andando contro le direttive di chi li aveva messi lì? Guardi, io ho due figlie, sa quante volte ho detto loro di non fare una cosa? E lei crede che tutte le volte mi siano state a sentire? Tra l'altro," provo ad aggiungere, "se è vero che Adamo ed Eva sono stati creati da Dio, non si capisce perché non li abbia fatti con un carattere più docile e remissivo, meno incline all'insubordinazione." La tipa sorride. Io vado avanti. "E poi, scusi eh? A parte il fatto che non si capisce perché per colpa di quei due dobbiamo pagare tutti, dal momento che proprio nella Bibbia sta scritto che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, ma non sarebbe stato meglio se Dio avesse messo quel benedetto albero fuori dal giardino o comunque in un posto non raggiungibile dai due ribelli? Pensi a quante beghe ci saremmo risparmiati, a come tutto sarebbe filato liscio e a come staremmo bene oggi." La signora abbozza, ma non demorde.
"Sì, ma questo è un approccio logico, nella Bibbia si legge ancora che..." A questo punto la fermo.
"Guardi, abbia pazienza," le dico facendo appello a ciò che ancora mi rimane di quest'ultima e constatando che un approccio logico con questa gente non sortisce alcun effetto (scemo io a provarci, mi sono detto poi). "Noi siamo su due posizioni troppo distanti che non andranno mai d'accordo, e siccome 'sto libro di Dostoevskij me lo sto tirando dietro ormai da una decina di giorni, cosa dice se io torno a leggere e lei a passeggiare?" Si arrende.
"Sì, va bene," concede lei, "ma le posso lasciare un opuscolo? Magari ci può dare un'occhiata con più calma più tardi."
"Certo," le rispondo (tutto pur di togliermela dai piedi). Ci salutiamo. A due passi dalla panchina c'è un cestino dei rifiuti.

La chiacchierata con le due invasate non l'ho riportata integralmente, anche perché abbiamo parlato per quasi mezzora e sarebbe venuto un post eccessivamente lungo. Alla fine, ciò che stupisce di 'sta gente, non solo dei Tdg, naturalmente, ma degli invasati di ogni tipo e natura (cit.), è il loro non concedere niente alla razionalità, alla logica, al buon senso, alla realtà. Per loro è tutto in quelle pagine, in quella mitologia su cui hanno impostato tutto il loro agire e pensare, indifferenti, anzi apertamente ostili, a qualunque visione che si discosti appena dalla loro. Il fondamentalismo è questa roba qua, non c'è bisogno di andare chissà dove per sbatterci il muso, ed è lo stesso fondamentalismo che permea anche la Chiesa cattolica, perché quando un Ratzinger ti dice che la sua religione è l'unica vera e le altre sono tutte false, non dice niente di diverso dai TdG.

Ah, lo so, ho scoperto l'acqua calda.

lunedì 8 ottobre 2018

La normalità di Burioni

Ascoltavo Roberto Burioni, ieri sera, da Fazio, e mi rendevo conto che diceva cose tutto sommato banali, naturali, ordinarie, logiche. La vaccinazione come gesto di responsabilità sociale, non solo di tutela individuale; gli appelli a non dare credito a chi dice di poter curare il cancro col succo di limone o il diabete con le vitamine; lo studio serio e impegnativo come unico viatico per acquistare autorevolezza e capacità di capire le cose. Concetti che dovrebbero essere lampanti anche senza aver letto un milione di libri.

Eppure non è così. Purtroppo non è così. La grandezza di Burioni, e non solo di Burioni (e Dio renda merito a tutti quelli che come lui combattono certe battaglie), non è nient'altro che una normalità che si fa grandezza nel mare della mediocrità generale.

Chi afferma che due più due fa quattro non dice niente di straordinario, ma diventa straordinario nel momento in cui comincia a dilagare l'idea che due più due faccia cinque. E il fatto che ci sia bisogno di gente del suo calibro, non fa altro che dimostrare una volta di più, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto male sia messa la nostra società.

Porti e aeroporti

Prima chiude i porti, poi vuole chiudere gli aeroporti, poi cosa vorrà chiudere? Chiudiamo tutto, sì, chiudiamoci in noi stessi, nel nostro egoismo, tappiamo porte e finestre fino ad asfissiarci con la nostra maleodorante aria viziata.
Chiudiamo anche le menti, uccidiamo il pensiero, i sentimenti, gli aneliti, la compassione, l'alterità. Rivestiamo di egoismo e odio quello scherzo di anni che ci è dato di vivere. Costruiamoci tanti piccoli cosmi personali facendo finta di ignorare che tutti, alla fine, avremo due metri di terreno, come dice Guccini.

No, grazie, a me lasciatemi fuori da tutto ciò.

sabato 6 ottobre 2018

Personaggi

Nel libro autobiografico On writing, Stephen King dice che nei romanzi i personaggi, quelli principali come quelli di contorno, devono essere appena tratteggiati, non descritti approfonditamente, perché sarà poi il lettore a dare ad essi la fisionomia che preferisce tramite la propria immaginazione, e anche perché, dice sempre lo scrittore, è la storia che conta maggiormente rispetto alle figure che si muovono in essa.

Mi è venuta in mente questa cosa poc'anzi, dopo aver notato che Dostoevskij, in Delitto e castigo, riempie quasi una pagina intera per descrivere il commissario di polizia Porfirij Petròvic.

giovedì 4 ottobre 2018

Dilettanti allo sbaraglio

Mi sembra di vederli. Tutti lì a tavolino, calcolatrice alla mano, a pensare dove andare a prendere soldi che non ci sono. E poi sparare numeri alla cazzo: sette miliardi per questo, cinque per quello, due per quest'altro; no, cavolo, siamo fuori. E allora ricominciano, rifanno i calcoli. Niente, non bastano di nuovo. Panico. E adesso come facciamo, con tutto quello che gli abbiamo promesso?

Paragonare questi qua a dei dilettanti allo sbaraglio è fargli un complimento.

mercoledì 3 ottobre 2018

La sua statura

Al di là di come la si pensi relativamente all'indagine sul sindaco di Riace, un ministro che sui social gongola e commenta sarcasticamente un fatto di cronaca, si qualifica per quello che è. Ma del resto, della sua infima statura politica eravamo già a conoscenza. Niente di nuovo sotto il sole.

lunedì 1 ottobre 2018

La piazza

Era bella, ieri, quella piazza piena a Roma. Dava come un'idea di speranza che da qualche parte ci sia ancora qualcosa di alternativo al merdume governativo imperante.
Finché non si è vista l'immagine di Renzi e Gentiloni, ed è crollato tutto.

Chi vota ha sempre ragione

L'uscita di Salvini sull'esito delle elezioni russe non è da rigettare per il suo manifesto apprezzamento per Putin - Salvini è suo...