Il profumo del ciclamino
"Potrebbe andare un po' più veloce? Ho paura di non riuscire a prendere il treno." "Ah, guardi, io posso pure provare ad accelerare, o fare qualche acrobazia tra le macchine e i pedoni," disse il tassista, un po' seccato, guardando Marco nello specchietto retrovisore, "ma siamo a Rimini, e sono le sette e trenta del mattino, non è esattamente la fascia oraria in cui le strade sono deserte ed è possibile spingere un po' di più sull'acceleratore. Se magari mi avesse chiamato prima..." Marco non rispose. Sapeva che la ragione era dalla parte del tassista, e quindi perché insistere, col rischio magari di andarsi a infilare in un battibecco che avrebbe potuto indispettirlo più di quanto non fosse già? E se poi avesse rallentato di proposito, magari per dispetto? Un autista di taxi a cui girano le scatole potrebbe essere capace anche di questo, pensò Marco. Guardò l'orologio. Il tassista, effettivamente, ci stava dando dentro e Marco, un po