domenica 23 marzo 2025

Il vero sovranista

Gli strali di ieri di Mattarella contro gli imminenti dazi voluti da Trump sulle nostre eccellenze, dazi che partiranno il due aprile, hanno un certo non so che di paradossale, e il paradosso sta nel fatto che a sollevarsi con veemenza contro di essi sia stato proprio Mattarella. Le nuove gabelle ritorsive volute da Trump è opinione comune di ogni economista che produrranno danni enormi alla nostra economia, e a essere maggiormente danneggiate saranno quelle regioni del nord, Veneto in primis, il cui export verso gli USA costituisce una voce economica basilare.

Di fronte a questo scenario sarebbe logico aspettarsi che a stigmatizzare i dazi ci fossero Salvini e Meloni. Non sono loro che hanno da sempre come marchio di fabbrica e impronta identitaria il sovranismo e l'interesse nazionale in cima a tutto? Adesso arriva uno che sta per metterci in ginocchio e a denunciare il disastro imminente deve arrivare il Mattarella che ha sempre guardato con eufemistico sospetto le derive sovraniste dell'armata Branaleone al governo, mentre quelli che per coerenza dovrebbero sollevarsi per primi si limitano a borbottare che non si può essere troppo anti-trumpiani (Meloni) e che i dazi possono costituire un vantaggio per noi (Salvini) (questa uscita di Salvini non stupisca: non ha mai capito un cazzo relativamente a ogni ambito dello scibile umano, figurarsi l'economia).

Per capire che viviamo in un mondo alla rovescia non serve leggere Vannacci, basta seguire un po' la cronaca politica.

sabato 22 marzo 2025

Sull'addio ai social

Ieri il buon Mantellini ha pubblicato un lunghissimo post contenente alcune riflessioni a tre anni dal suo addio ai social. Riflessioni interessantissime e condivisibili, per quanto mi riguarda.

Maestre su OnlyFans

La vicenda della maestra di Treviso sospesa dall'insegnamento per i suoi scatti su OnlyFans temo sia un pochino più complessa del semplice ha sbagliato o non ha sbagliato tipico delle riduzioni di complessità delle discussioni sui social. Lo è per il numero di implicazioni che la vicenda genera e che non si possono certo sviscerare integralmente in un post su un blog. Mi limito quindi a un paio di considerazioni.

Innanzitutto credo che sia privo di valore l'assunto secondo cui siccome gli insegnanti sono pagati poco è giusto che arrotondino come meglio credono, ed è un argomento privo di valore perché a questo punto chi vieterebbe a un insegnante poco remunerato di arrotondare mettendosi a commettere furti? Il fatto che ha uno stipendio basso sarebbe una giustificazione? Non mi sembra. 

In secondo luogo credo che spesso si dimentichi che l'insegnante non è un mestiere come potrebbero esserlo il medico o l'ingegnere o l'operaio, ma è un mestiere intrinsecamente e inscindibilmente connesso a una funzione educativa e credo sia difficile asserire che c'è compatibilità tra la suddetta funzione e lo sfoggio su un sito pubblico delle proprie nudità.

Guardate, io non sono mai stato né moralista né tanto meno bacchettone, anzi mi ritengo fondamentalmente un libertario, e gli assidui lettori di questo blog lo sanno fin troppo bene, ma credo che l'insegnante in questione abbia sbagliato. Un conto sarebbe se il profilo dell'insegnante fosse privato e accessibile a un numero ristretto e selezionato di utenti, ma mi risulta che il suo profilo su OnlyFans sia pubblico e accessibile a tutti, tra l'altro con decine di migliaia di utenti al seguito. 

Per carità, è sacrosanto che ognuno faccia nella propria vita privata ciò che vuole, ma qui non si tratta di vita privata ma pubblica, e se si tratta di pubblico una qualche regola di decoro va osservata. Anche perché presumo che un insegnante di una scuola paritaria di orientamento cattolico all'atto dell'assunzione sia tenuto ad accettare e sottoscrivere certe clausole afferenti al suo modo di comportarsi in pubblico.

Il discorso in generale sulla libertà, sul fatto che viviamo in una società in cui si può fare ciò che si vuole, discorso che molti tirano fuori in queste ore, in questo caso non vale. La libertà non è mai assoluta, altrimenti vivremmo in una giungla, ma è vincolata a certe regole ed esercitata all'interno di queste regole.

venerdì 21 marzo 2025

Tecniche consolidate


La tecnica è ormai rodata e consolidata e i risultati sono in genere garantiti. Si tira una bomba (metaforica, ovviamente) in Parlamento, si dà origine a una cercata e voluta bagarre, quindi si ricorre al vittimismo. Nello specifico il caso è quello ormai arcinoto del documento di Ventotene, in cui la premier non ha preso il testo per intero inquadrandolo nel contesto storico in cui fu scritto ma ha estrapolato ad arte alcune parti distorcendone il senso col solo obiettivo di dare vita al suo show.

C'è uno scopo alla base di tutta questa messinscena? Sì, creare un diversivo per tentare di nascondere le immense rogne all'interno della maggioranza sulla politica estera e anche la marea di problemi irrisolti e promesse mancate di questo governo, di cui cominciano ad accorgersi in tanti, compresi molti aficionados.

giovedì 20 marzo 2025

Attivisti

Gli attivisti di Ultima Generazione che a Milano hanno occupato il ristorante di Cracco perché lì una cena costa come un mese di affitto, dal punto di vista etico hanno tutte le ragioni, dal punto di vista meramente pratico il loro gesto credo invece che lasci il tempo che trova, anche perché gli unici a essere danneggiati sono i dipendenti che lì dentro lavorano e che devono pure loro arrivare alla fine del mese.

Se si occupa un ristorante di lusso, bisognerebbe allora occupare anche concessionari di auto di lusso, hotel a cinque stelle ecc., ossia tutte quelle realtà che solo alcune persone possono frequentare e che sono l'emblema delle diseguaglianze proprie del sistema capitalistico in cui siamo immersi, a volte senza neppure rendercene conto. Ma dubito che tali azioni sortirebbero effetti.

[...]






Arianna Ferrari, Carne coltivata. La rivoluzione a tavola?

martedì 18 marzo 2025

Dettagli


Israele ha interrotto la tregua, che in realtà non c'è mai effettivamente stata, e ha ricominciato a bombardare e massacrare i palestinesi: uomini, donne, bambini e chiunque capiti sotto gli ordigni. 400 persone massacrate in una notte. La notizia continua a rimanere in cima alle home page dei principali siti di informazione: BBC, CNN ecc. 

Da noi è passata praticamente in sordina, tra la Meloni che dopo tre mesi si fa rivedere in parlamento e Draghi in crisi isterica per la nostra difesa. Chissà se qualcuno degli attempati relatori della piazza pro-Europa (qualsiasi cosa voglia dire) ha detto qualcosa su Gaza. Probabilmente no. D'altra parte noi siamo l'Europa della democrazia, dei diritti umani, di Leopardi, Pirandello, Spinoza, Hegel. Poi incidentalmente può capitare di essere complici silenziosi di un genocidio. Dettagli.

Cuoricini

Leggo che Cuoricini, uno dei tanti tormentoni insulsi di cui è costellato il nostro insulso periodo storico, è diventato disco d'oro per aver superato le 100.000 copie vendute, e francamente non capisco perché si continui a chiamare questo traguardo disco d'oro. Lo si chiami piuttosto streaming d'oro, download d'oro, visualizzazioni d'oro, o comunque gli si dia un nome più consono all'epoca in cui viviamo.

In primo luogo perché i giovani di oggi probabilmente manco sanno cos'è, un disco. In secondo luogo perché il termine disco rimanda noi diversamente giovani all'epoca in cui i dischi si compravano davvero, e su quei dischi c'era generalmente musica vera, non costruita a tavolino con i campionatori. E chi cantava cantava davvero, con la propria voce, non faceva cantare l'autotune al posto suo.

Poi per carità, i tormentoni c'erano anche ai nostri tempi, ma erano una delle tante possibilità che offriva il panorama musicale di allora, non la musica nella sua totalità.

domenica 16 marzo 2025

Abbiamo tutto noi

Mi ha lasciato parecchio perplesso l'intervento di Vecchioni nella piazza pro-Europa (qualsiasi cosa voglia dire) di ieri, dove il cantautore-professore ha rivendicato una sorta di suprematismo culturale europeo abbastanza privo di fondamento. Perché - dice - noi abbiamo Shakespeare, Pirandello (e giù una sfilza di altri nomi), gli asiatici e gli americani no. Dimenticando tutta la storia della grande letteratura russa (Puskin, Dostoevskij, Esenin, Majakovskij, Tolstoj ecc.), oppure l'epopea della grande letteratura americana, e facendo finta di non conoscere ad esempio la sterminata cultura dell'impero cinese, ininterrottamente tramandata da almeno 5000 anni o di quella persiana (i persiani sono al mondo da 27 secoli). Bazzecole, vuoi mettere con Leopardi e Pirandello? 

Eh ma noi abbiamo la democrazia, continua imperterrito lui, gli altri no. Vero, poi vabbe', democrazia può significare tutto e niente. C'è differenza ad esempio tra democrazia formale e sostanziale, e chi ha letto qualcosa di Giovanni Sartori sa che noi siamo più all'ombra delle prima che della seconda. Poi, ovvio, sempre meglio vivere in una democrazia malmessa che in una dittatura in ottima salute, non ci piove, anche se pure la più oscena delle dittature ha sempre una legittimazione popolare. 

Ma in generale mi ha dato fastidio questa contrapposizione noi-loro, che richiama quella contrapposizione noi faro del mondo, gli altri nemici. Peccato, prof Vecchioni; aveva l'occasione di dire cose che non richiamassero una imbolsita autoreferenzialità tipica di quelli che se le cantano e se le suonano e l'ha sprecata malamente. Magari la prossima volta farà meglio.

sabato 15 marzo 2025

Rilevazioni


La butto lì. Da tre anni ci hanno ormai talmente ammorbato con l'invaso e l'invasore, con la favola di Cappuccetto rosso e il lupo cattivo, con la guerra fino alla vittoria finale e balle varie assortite, che la maggioranza degli italiani, presi per sfinimento, ha cominciato a mandare a quel paese l'aggredito.

SSN?

Sono in lista per un intervento chirurgico dal 4 ottobre scorso. Niente di grave, devo solo ridurre un po' il volume della prostata - il suo ingrossamento è un inconveniente molto diffuso tra noi maschietti e crea un certo numero di fastidi. All'atto dell'inserimento in lista mi era stata indicata come tempistica un paio di mesi, quindi diciamo che nel peggiore degli scenari avrei dovuto sistemare il tutto entro la fine del 2024. 

A partire dal mese di gennaio, visto che non si era ancora fatto vivo nessuno, ho cominciato a telefonare alla clinica in cui ero in lista, una struttura privata convenzionata col SSN, e a mandare mail per chiedere lumi e sollecitare. Niente da fare: muro. Tutte le risposte erano dello stesso tenore: Non abbiamo ancora la data, non appena ci viene comunicata la contattiamo. Non sono neppure riuscito a farmi dire indicativamente (settimane? mesi? anni?) quanto ancora avrei dovuto aspettare. Qualche giorno fa, stanco di brancolare nel buio e di scontrarmi col muro del servizio pubblico, mi sono rivolto a una struttura privata qui della zona e, pagando alcune migliaia di euro, ho ottenuto di fare l'intervento alla fine di questo mese. Nel frattempo sono venuto a sapere che i tempi medi qui in Romagna per il tipo di intervento a cui devo sottopormi vanno dall'anno all'anno e mezzo, non i due-tre mesi di cui mi avevano parlato.

Tre cose in tutta questa storia mi fanno girare le scatole. Io, fortunatamente, avevo la possibilità e ho pagato. Chi non ha questa possibilità cosa fa? Non si cura. E nel 2024 sono infatti state 4,5 milioni le persone che hanno rinuciato a farlo. Altra cosa. Da 36 anni mi vengono prelevati in busta paga, come a tutte le persone che lavorano, i soldi per finanziare il SSN; è normale che poi al momento del bisogno si sia costretti a rivolgersi al privato perché nel pubblico si viene sostanzialmente ignorati? Per chiudere, le spese militari sostenute dall'Italia sono nell'ordine dei 33,5 miliardi di euro all'anno (1,54% del Pil). Nel prossimo anno saliranno a 44,4 miliardi (obiettivo del 2% del Pil) e se dovessimo arrivare al 3% del Pil, come ci chiede la Nato, dovremmo tirare fuori ogni anno 66,5 miliardi di euro, più o meno l'equivalente di tre finanziarie lacrime e sangue come l'ultima licenziata dal governo.

Nel frattempo chi può si cura, chi non può s'arrangia. Siamo passati dalla sanità pubblica e gratuita alla sanità per censo senza neppure accorgercene.

venerdì 14 marzo 2025

Uno scimpanzé a New York

Non so se si riescono a leggere (eventualmente cliccate su ogni immagine per ingrandirla) ma questo è uno dei capitoli più belli di La natura è più grande di noi, di Telmo Pievani, e ho pensato di ripubblicarlo qui.








giovedì 13 marzo 2025

Punti di riferimento

In questa epoca di furiosi isterismi bellici, chi vuole cercare di capire le cose si arrabatta come può. Un mio punto di riferimento è da sempre Lucio Caracciolo, direttore da oltre trent'anni della rivista di geopolitica Limes, la quale ha un canale youtube molto seguito qui. Caracciolo ha il dono della cultura e della competenza ai quali si aggiunge, dote rara, la neutralità. Lui racconta i fatti senza strizzare l'occhiolino a nessuna fazione. I fatti e basta, peculiarità non molto diffusa oggi.
Questi otto minuti sulla spinosa questione del riarmo europeo li ho trovati magistrali.

Posizionamenti

È interessante notare come stamattina viene riportata la notizia della perizia che solleva le forze dell'ordine da ogni responsabilità nella morte del giovane Ramy. Repubblica, ad esempio, non ne fa menzione in prima pagina e relega il tutto in due colonnine a pagine 23. Libero, Giornale e compagnia bella ci fanno titoli cubitali in prima. 

In un mondo perfetto, non dominato dalla partigianeria ideologica, alla notizia verrebbe dato il medesimo risalto su ogni testata e ognuno di noi, indipendentemente dal proprio posizionamento politico, sarebbe sollevato dall'apprendere che i tutori dell'ordine si sono comportati correttamente. Invece no, la bontà maggiore o minore di un evento viene valutata, come è triste consuetudine, a partire dalla corrispondenza con la propria visione del mondo.

mercoledì 12 marzo 2025

Da che parte stare

Il piano Rearm Europe della Von der Leyen a mio modesto giudizio non ha alcun senso ed è totalmente da rigettare. Come dicono numerosi analisti, l'idea che spendere un mare di soldi per armare 27 eserciti nazionali ci renda più sicuri non sta né in cielo né in terra. Qualche utilità, forse (anche qui le certezze stanno a zero), sarebbe l'allestimento di un piano di difesa comune europeo, il quale però richiederebbe decenni per essere realizzato. E comunque, anche se si realizzasse, l'idea che potrebbe rappresentare una qualche forma di deterrenza (deterrenza nei confronti di chi? Veramente c'è qualcuno che pensa che la Russia abbia mire nei nostri confronti?) è piuttosto fantasiosa.

Comunque sia, il cosiddetto Piano Ursula chiede di schierarsi. O sì o no, non sono ammessi tentennamenti. Da questo punto di vista ammiro la coerenza di Giuseppe Conte, da sempre contrario a spendere anche un solo euro in armi e coerente su questa posizione. Elly Schlein, invece, riguardo al voto di oggi a Strasburgo sul piano Ursula ha indicato ai suoi la via dell'astensione. Astenersi equivale a non decidere, non prendere posizione. Guccini ce l'aveva a morte con chi "non sceglie, non prende parte, non si sbilancia, o sceglie a caso secondo i tiramenti del momento, curando però sempre di riempirsi la pancia."

Ovviamente Elly Schlein non ha alcuna pancia da riempire, ha invece molte "pance" all'interno del partito e tentare di tenerle insieme tutte non è facile.

martedì 11 marzo 2025

Il problema dei saggi

Il problema, ammesso che di problema si tratti, della saggistica sta nella sua valenza serendipitosa. Cioè tu sei lì che leggi, assimili i concetti, impari cose; poi, all'improvviso, l'autore scrive cose tipo: "Come scrive [nome di un autore a piacere] nel suo bellissimo saggio [nome di un saggio a piacere]..."

E lì sei fregato, perché hai lo smartphone sottomano e vai subito a verificare se quel libro è reperibile in qualche biblioteca della zona. Quindi lo metti in lista e la lista cresce al proseguire del libro, finché ti rendi conto che non puoi leggere tutti i libri che l'autore di un saggio cita. Quindi rinunci e maledici la brevità e la fugacità della vita che non ti permettono di leggere tutto ciò che vorresti.

E pensi che in fondo sarebbero da preferire i romanzi ai saggi, almeno nei romanzi non si citano altri romanzi.

lunedì 10 marzo 2025

Tutti i particolari in cronaca


Divorato praticamente in due giorni. Non è solo un ottimo giallo - si sa che Manzini scrive solo ottimi gialli - ma è anche un libro che fa riflettere sulla non sempre piccola differenza tra la giustizia dei tribunali e "quella con la G maiuscola." Veramente bello e avvincente. Rigoroso, reale, con pochi fronzoli.

Ancora una volta, bravo Manzini!

Impazzimenti


La questione del riarmo europeo e più in generale dell'eterna diatriba che sulla guerra russo-ucraina oppone i favorevoli al negoziato ai bellicisti sta lasciando sui social, e presumo anche fuori, una lunga scia di morti e feriti. Persone che si bannano a vicenda, che si insultano, che scoprono con dolore misto a costernazione che l'amico che si credeva la pensasse allo stesso modo in realtà sta dall'altra parte. Le fazioni in lotta rispecchiano su tastiera ciò che avviene sul campo.

Questa cosa ha dello stupefacente. Sembra di essere tornati alle "guerre" tra favorevoli e contrari alle restrizioni in tempo di pandemia. Le discussioni non vertono più, o raramente lo fanno, su una pacata e obiettiva analisi delle ragioni degli uni e degli altri. Pochi cercano di valutare obiettivamente le reciproche argomentazioni in un'ottica di altrettanto reciproco arricchimento. Nessuno è disposto ad ammettere che non esiste chi ha completamente ragione e chi completamente torto ma ci sono gradazioni e sfumature. Si "combatte" per fazioni e ogni fazione è convinta di essere nel giusto.

Viene in mente Telmo Pievani quando scriveva che noi esseri umani siamo sì riusciti ad andare nello spazio ma ci muoviamo sul web (e anche fuori) come quelle creature antropomorfe nostre antiche antenate, che vivevano esclusivamente in gruppetti di poche decine di persone in perenne conflitto tra loro. Viviamo in un mondo ipertecnologico, in teoria dovremmo esserci evoluti, ma ci muoviamo sul web e fuori con le stesse dinamiche psicologico-sociali dei nostri antichi antenati.

domenica 9 marzo 2025

Perché?

A cosa servono i lobi delle orecchie? E il mignolo del piede? E l'appendice dell'intestino? Perché l'uretra passa attraverso la prostata creando tutti i fastidi che noi maschietti conosciamo? Perché il nervo laringeo parte dal cervello e arriva alla laringe passando sotto i polmoni, quando potrebbe fare un decimo del percorso andandoci direttamente? Perché abbiamo i denti del giudizio, che creano solo noie e non servono a niente? Perché 3/4 dell'umanità soffre di mal di schiena? Perché negli esseri umani il parto è l'evento più pericoloso, doloroso e letale rispetto a tutte le altre specie animali?
Perché siamo le creature più imperfette, improvvisate e raffazzonate che l'evoluzione ha prodotto, e questo è paradossalmente un bene, perché dove c'è imperfezione c'è evoluzione. Dove c'è perfezione l'evoluzione si ferma.
Una delle lezioni più belle e affascinanti di Telmo Pievani.

sabato 8 marzo 2025

Per chi si tifa?

Mi sono imbattuto in questa bellissima lezione di storia di Alessandro Barbero interrogato da Marco Travaglio, in cui il grande storico riassume in un'oretta l'enorme mole di vicende complesse che hanno portato alla situazione di oggi e alla guerra tra Russia e Ucraina. Guerra che non è iniziata nel 2022, come molti pensano, e neppure nel 2014, ma molto molto prima. 

A partire dal minuto 12, più o meno, c'è una interessante riflessione di Barbero sulla "partigianeria" che da sempre è tratto peculiare dell'essere umano.  

Ora, è vero (ce l'hanno ripetuto fino alla nausea) che abbiamo un aggressore e un aggredito ed è altrettanto vero che le menti ordinarie tendono a ragionare su singole vicende isolate e non su schemi complessivi, ma se si guarda la storia nel suo complesso si scopre che non c'è chi abbia completamente ragione e chi completamente torto ma si tratta di una storia lunga e complessa in cui torti e ragioni sono più o meno equamente distribuiti. Come si decide da che parte stare, visto che l'essere umano per sua natura deve comunque parteggiare per qualcuno?


Perché la guerra?


Bellissimo saggio in cui l'autore tenta, purtroppo riuscendoci solo parzialmente, di rispondere all'interrogativo che tutti prima o poi si sono posti ma a cui non si è ancora riusciti a rispondere compiutamente: perché l'uomo da quando ha messo piede sulla terra muove guerra ai suoi simili. In realtà l'uomo non fa guerra ai suoi simili da quando ha messo piede sulla terra, se per guerra si intende quell'attività organizzata fatta di eserciti, gerarchie militari, strategie, armi, ma ha cominciato a farla in questo modo solo a partire dal Neolitico, quando la stanzialità, l'accumulo di beni e risorse seguiti alla nascita dell'agricoltura e dell'allevamento ha creato quella forma di "ingolosimento" che ha portato gli uomini a muovere guerra ad altri uomini per appropriarsi dei suddetti beni e risorse. Ed è noto che il periodo che va dal Neolitico a noi nell'arco della storia umana è poco più di un battito di ciglia. Prima del Neolitico il concetto di guerra si poteva ridurre a scaramucce tra piccoli gruppi umani generalmente composti da poche decine di individui.

Il libro in questione è interessante perché, pur non rispondendo definitivamente alla cruciale e vertiginosa domanda, offre una serie di valide interpetazioni di tipo filosofico e antropologico. Analizzando ciò che i più grandi pensatori della storia, da Tucidide a Hobbes a Raymond Aron, hanno elaborato riguardo al tema della guerra, si rinvengono sempre tre cause fondamentali, che Hobbes definisce "naturali": avidità, paura, ricerca di gloria, alle quali però si arriva dopo aver fatto i conti con una spiegazione molto più semplice: l'istinto. Scrive l'autore: "Prima di esaminare questa triade, bisogna fare i conti con una spiegazione ancora più semplice, ovvero l'idea che l'umanità sarebbe incline alla guerra semplicemente perché in essa sussiste un fondo di animalità: istinti naturali che spingerebbero ognuno dei suoi membri a gettarsi sui propri simili per divorarli."

Anche se la risposta univoca e definitiva l'autore non è in grado di darla, e probabilmente nessuno sarà mai in grado di farla, il suo libro è interessantissimo per capire certe dinamiche, vedere i conflitti passati e attuali, Ucraina Russia compreso, da punti di vista inediti a cui generalmente non si pensa.

venerdì 7 marzo 2025

Livelli

Il commento di Salvini alla sentenza della Cassazione sul caso Diciotti è stato: "Se c’è qualche giudice che ama così tanto i clandestini, li accolga un po’ a casa sua e li mantenga." Ha aggiunto anche altro ma lo ometto per decenza. 

C'è da notare che la Cassazione ha spiegato argomentando in punta di diritto i motivi che l'hanno indotta a emettere la sentenza. Salvini risponde a una solida argomentazione non con un'altra argomentazione nel merito, cosa che ovviamente non è in grado di fare (per inciso: Salvini non è in grado di argomentare compiutamente su niente), ma ricorrendo a uno stupido ritornello, trito e ritrito, che a livello di attinenza col tema è nullo, mentre riguardo a complessità e profondità siamo al livello di un bambino di quinta elementare.

Che ci sta anche, eh, dal momento che gran parte dell'elettorato di quell'area è a quel livello lì.

mercoledì 5 marzo 2025

Pizzul

Bruno Pizzul lo ricordo perché è stato un compagno della mia infanzia. Non ho mai seguito il calcio, né quand'ero bambino né ora, non mi ha mai particolarmente appassionato, anche se bene o male della nazionale mi interessavo. Ricordo Pizzul perché mio fratello e mio padre erano e sono ancora appassionati e quindi con Pizzul era inevitabile averci a che fare. 

Ci avevo a che fare quando la domenica si facevano le gite in macchina e alla radio mio padre seguiva la radiocronaca delle partite, oppure quando, sempre la domenica, si guardava 90° minuto, trasmissione di cui a me non importava nulla ma che ero obbligato a sorbirmi. Perciò Pizzul, pur controvoglia da parte mia, è stato una presenza abbastanza costante nella mia infanzia, quindi è naturale che mi dispiaccia la sua dipartita.

lunedì 3 marzo 2025

Il porcospino d'acciaio

Come molti più titolati di me fanno notare, il riarmo a spese della distruzione dello stato sociale, perché alla fine il meccanismo è questo, produrrà come conseguenza il dilagare delle destre. L'estrema destra che avanza in tutta Europa, Italia compresa, da dove viene? Se l'è mai chiesto la Von der Leyen? Viene da questo: precarietà sociale, distruzione del welfare, soppressione delle tutele. E quando l'esercito di persone vittime di questo meccanismo capisce che la precarietà in cui vive è causata anche dalla spesa in armi, o smette di votare o se vota si butta a destra. 
Vogliamo continuare col rischio piuttosto concreto che l'estrema destra si prenda da qui ai prossimi 15 anni tutta l'Europa? Bene, siamo sulla strada giusta.

domenica 2 marzo 2025

Generale

Boh, stamattina ho in mente questa. Sarà il periodo, oppure saranno i ricordi di quando ero giovane e Generale era tra i pezzi più cantati con gli amici...

sabato 1 marzo 2025

L'arte del defilarsi

A parecchie ore dalla vile aggressione di Trump a Zelensky in mondovisione, una scena mai vista alle nostre latitudini e che rappresenta uno spartiacque nella storia, l'unica che non ha ancora preso una posizione chiara è la signora al governo. È rimasta così, un po' nell'ombra, un po' equivoca, con la paraculaggine tipica di chi non può schierarsi apertamente né con Zelensky, quindi con l'Europa, né con il gangster a capo dell'America. 

Che la signora Meloni in Europa non conti niente è cosa nota, dato che negli anni ha sempre detto tutto e il contrario di tutto, e probabilmente, conscia di questa sua irrilevanza, ha ritenuto non fosse grave non riuscire a dire una parola in difesa di Zelensky ma tentare di uscire un po' dal cul-de-sac con l'idea ridicola di un vertice "riparatore" USA-UE. Un'idea talmente ridicola che solo una premier ridicola poteva partorire.

venerdì 28 febbraio 2025

Truppe in avanscoperta

[...] "Entrò nella tuga e rimase in contemplazione del porto. Il vantaggio di un peschereccio nei confronti di una normale barca a vela o a motore era l'altezza, tale da consentirgli di vedere il mare oltre i frangiflutti anche dalla plancia. Per un collezionista di albe era fondamentale. Ma stava lì anche quando gli girava e rigirava in mente qualche verso o espressione, o anche solo quando aveva bisogno di rivolgere lo sguardo all'esterno, la maledizione dei poeti.
Con il passare delle ore dall'alba, il cielo a sud-ovest aveva assunto una tonalità grigio scuro. Era la bassa pressione annunciata che mandava le sue truppe in avanscoperta per saggiare la volontà di difesa dell'anticiclone. Ancora un'ora o due e sarebbe cominciato a piovere, mentre il vento sarebbe girato a sud-ovest." [...]

L'immagine della bassa pressione che manda le sue truppe in avanscoperta, una figura retorica chiamata personificazione (grazie, Luz), mi è piaciuta talmente che ho pensato di fermarla qui. 

Ah, sto leggendo I poeti morti non scrivono gialli, di Björn Larsson.

Verso la fine della fase di accumulo

Da qualche tempo ho cominciato a comprare meno libri e a prenderne di più in prestito in biblioteca. Una tendenza lenta ma progressiva nel tempo. Oggi la quasi totalità delle decine di libri che leggo annualmente viene dalla biblioteca. Ignoro i motivi di questo cambiamento. Ipotizzo che il principale sia, banalmente, che in casa non ho più posto. La libreria della sala trabocca da tempo per i libri accumulati nel corso degli anni, mentre pile più o meno stabili sono posizionate in altri posti della casa: tavoli, ripiani, sedie. Se continuassi a portare altri libri a casa non saprei più dove metterli.

Un altro motivo che mi ha spinto a imboccare la strada del prestito bibliotecario è che nella mia zona ci sono parecchi paesi e paesini e ognuno di questi ha una biblioteca. Quando cerco un libro che mi interessa è perciò estremamente difficile che non sia presente in almeno una di queste. Quindi sì, è finito il tempo dell'accumulo ed è iniziato quello del prendi e restituisci. 

A soffrirne è soprattutto la psicologia dell'accumulo, dal momento che riporre in qualche ordine i libri nella propria libreria, averli sempre sottomano per rileggere magari certi passaggi, certe sottolineature, è un esercizio benefico a livello psicologico, ma pazienza, a qualcosa nella vita bisogna saper rinunciare, specie quando non si può fare diversamente. Potrei aggirare il problema della mancanza di spazio coi libri elettronici o gli audiolibri, ma no, grazie, per me il libro è solo quello di cui senti il profumo della carta stampata e il suono del fruscio delle pagine che vengono girate.

giovedì 27 febbraio 2025

Il Trump che è in me

A me non disturba tanto il video osceno di Trump su Gaza, dal momento che Trump ormai lo conosciamo - è un uomo che ha fatto del cinismo e della subordinazione dell'essere umano al mercato i due pilastri su cui fondare l'esistenza. A me sorprendono e disturbano i tanti che in quel video non vedono niente di male. 

Sto pensando ai vari Toti, Sechi, Salvini. Quest'ultimo, ad esempio, appena una settimana fa diceva che per l'idea di deportare tutti i palestinesi e trasformare Gaza in un polo turistico il presidente americano meriterebbe il Nobel per la pace. Questi politici e questi giornalisti hanno un seguito che probabilmente, anzi sicuramente, pensa a sua volta che in quel video non ci sia niente di male. Questo è ciò che deve inquietare. 

Parafrasando il grande Giorgio Gaber: "A me non spaventa Trump in sé, spaventa il Trump che è in me."

domenica 23 febbraio 2025

L'inverno di Bird


Finito. Interessante e profondo. Non gli davo granché quando sono partito - le spystory non sono mai state il mio genere preferito -. Invece Louise Doughty è riuscita a imbastire una storia molto interessante, a tratti velata di malinconia, costruendo personaggi credibili e dotati di una loro profondità, umanità e complessità. 

Sono rimasto piacevolmente sorpreso e le pagine sono praticamente volate. Una bella scoperta, questa autrice.

sabato 22 febbraio 2025

La terribile minaccia (inesistente)

Diceva ieri Macron che per difenderci dalla futura minaccia russa una volta raggiunto un cessate il fuoco l'Ue dovrà investire nell'imminente futuro 250 miliardi di euro l'anno per i prossimi 5-10 anni e organizzarsi per dispiegare 300mila soldati in più. Tutto questo per garantirsi l'autosufficienza difensiva dopo la fine del supporto americano annunciata da Trump. La storia della terribile minaccia russa che incomberebbe alle nostre porte ci viene somministrata con una certa regolarità fin dall'inizio della guerra, quando qualcuno evidentemente in preda ai fumi dell'alcol ipotizzava che le mire espansionistiche di Putin sarebbero potute arrivare fino a Lisbona.

Tutto questo nonostante lo stesso presidente russo abbia più volte ammesso di non avere il potenziale militare per poter fare una cosa simile e nonostante lo stesso ex segretario generale della Nato Stoltenberg abbia più volte dichiarato di non vedere "alcun pericolo di un attacco imminente contro qualsiasi alleato Nato [...] Questa idea che ci sia una sorta di conto alla rovescia verso la prossima guerra è sbagliata." 

Si può ipotizzare che la bufala della minaccia russa sia effettivamente una bufala anche da alcuni dati oggettivi: in tre anni di guerra la temibile Russia che dovrebbe nel prossimo futuro arrivare a Lisbona non è riuscita neppure a prendersi l'intero Donbass, mentre il territorio ucraino conquistato non arriva al 20% del totale. In più, la Russia è un paese che ha un Pil equivalente a quello della Corea del sud, che investe in armamenti un decimo di quanto investe la Nato e che ha una popolazione totale che è poco più del doppio di quella italiana e meno di un quarto della popolazione europea, mentre l'intero Paese versa attualmente in una crisi demografica spaventosa. Tutto ciò su un territorio che è per estensione il più grande del pianeta e che possiede infinite quantità di materie prime. 

Ecco, secondo Macron (e altri) un Paese del genere avrebbe qualche interesse nel prossimo futuro a occupare l'Europa, quando invece mi sembra molto più plausibile che quella della Russia sia una guerra esistenziale combattuta in chiave di difesa dall'espansionismo della Nato. 

Quindi, ricapitolando, nei prossimi anni l'Europa (Italia compresa) dovrà investire un fiume di miliardi di euro nella difesa da una minaccia che definire irrealistica è già stare larghi. Soldi che, ovviamente, verranno tolti al sociale (sanità, istruzione, lavoro ecc.), come documentava già il Rapporto Arming Europe di un anno fa, in cui si legge:

L’aumento della spesa militare da parte dei Paesi europei non è in alcun modo “coperto” dalla crescita economica, ma, avvertono gli autori, è in netto contrasto con l’economia europea caratterizzata da stagnazione e spinte inflattive. In poche parole, il rapporto Arming Europe evidenzia che la corsa agli armamenti dell’Europa non è giustificata sulla base di esigenze di sicurezza, ma potrebbe destabilizzare ulteriormente l’ordine internazionale. L’aumento della spesa militare è avvenuto, infatti, tagliando voci di spesa pubblica necessarie non solo allo sviluppo della società e del benessere, ma fondamentali anche per la sicurezza. Più precisamente nell’ultimo decennio nei Paesi europei che aderiscono alla NATO la spesa pubblica è aumentata del 20%, a fronte di un aumento della spesa militare del 46%: più del doppio. E questo a scapito dell’istruzione, i cui fondi sono aumentati solo del 12%; della protezione ambientale, il cui aumento si arresta al 10%, e della sanità, per la quale in dieci anni ci si aspetterebbe un aumento maggiore del 34%.

A questo punto, forse è un po' più chiaro da dove potrebbe arrivare la vera minaccia per l'Europa.

venerdì 21 febbraio 2025

Dopo 30 anni


Mi chiedo come sia possibile che dopo trent'anni dall'infausto avvento del berlusconismo ancora la destra riproponga ossessivamente la bufala dei giudici di sinistra. Soprattutto è sconfortante il fatto che abbia ancora largo credito, che tanti ci credano, cioè siano realmente convinti che certi giudici (non quelli che assolvono Salvini, ovviamente, ché quelli sono bravi) emettono sentenze non in base alle risultanze processuali e alla legge ma in base a contrapposizioni politiche. Per rendersene conto basta leggere ciò che scrive la gente comune sui social.

Qui entrano in gioco, credo, almeno due fattori: il generalizzato analfabetismo giuridico e il fatto che il funzionamento della giustizia è basato su meccanismi difficili, complessi, di cui le persone comuni non hanno contezza e non conoscono. Ed è giusto che non li conoscano, allo stesso modo in cui non tutti possono avere competenze di fisica, di economia, di virologia, di agronomia o quello che volete voi. 

Ieri Gianrico Carofiglio ha spiegato la vicenda di Delmastro dal punto di vista tecnico-giuridico e i motivi per cui è stato condannato, ed è comprensibile che questi tecnicismi alla gente non importino e preferiscano la spiegazione più gratificante dei giudici comunisti. È più semplice, più immediata, e soprattutto evita di mettere in gioco la propria comfort zone ideologica che protegge dall'ansia, esorcizza le paure e lenisce la fatica di documentarsi e cercare di capire.

Ma una democrazia senza cultura, come argomenta Carofiglio nel suo intervento, è una democrazia monca, di pessima o nulla qualità. Anzi, non è neppure una democrazia.

giovedì 20 febbraio 2025

Bird of sorrow

Ieri sera, mentre guardavo una puntata di Tin Star, in una scena particolarmente drammatica e dolorosa è comparsa una canzone che non avevo mai sentito ma che mi ha colpito per la sua intensità. Ho fatto una ricerca in tempo reale con Google e l'ho trovata: Bird of sorrow, di Glen Hansard.

Capita spesso che le serie tv inseriscano nelle loro colonne sonore piccoli gioielli generalmente poco conosciuti. Questo è uno di quei gioielli, che oggi ho già riascoltato più volte. Il testo di questa canzone è molto poetico e struggente e la musica, pur nella sua semplicità, molto evocativa.

Tin Star è una serie tv drammatica che ha come protagonista Tim Roth. Anni fa guardai un'altra serie tv sempre con lui protagonista: Lie to me. Splendida. Questa, rispetto a Lie to me, è un po' più sotto tono, ma merita. Anche per questi piccoli gioielli inseriti nella colonna sonora.

Meccanismi che si ripetono

Sembra di essere tornati ai tempi del covid e delle sue contrapposizioni manichee: sivax vs novax, sì restrizioni vs no restrizioni, sì obbligo vaccinale vs no obbligo vaccinale e via andare. Ognuno granitico sulle proprie convinzioni, ugnuno a rifuggire come la peste la possibilità che un qualche piccolo spicchio di ragione potesse averla anche la controparte. Poi magari non ce l'aveva, eh, ma a livello metodologico rifiutare anche solo l'idea di pensarci almeno su, ragionarci. Niente, muro contro muro. 

Ho preso il tema covid così a caso, ma avrei potuto portare come esempio qualsiasi oggetto del pubblico dibattito nel nostro paese: dall'autonomia differenziata a Sanremo, dalle foibe al ponte sullo stretto ecc.

Sulla vicenda ucraina stesso identico copione. Tutti convinti che la propria idea è quella valida. Non si discute. Chi oggi rimane alfiere dell'idea che tre anni fa sarebbe stato meglio fare ogni sforzo in senso negoziale non concede niente agli alfieri della soluzione belligerante, il rifiuto di pensare che un piccolo spicchio di ragione potevano averla anche i sostenitori della difesa militare sul campo è totale. Stesso discorso a parti inverse. Chi oggi rimane sostenitore della difesa armata dell'Ucraina dall'aggressore russo non concede e non ha mai concesso niente all'idea che forse chi si è battuto fin dall'inizio per una soluzione diplomatica qualche piccolo spicchio di ragione poteva anche averla. Niente da fare, muro contro muro, anche se oggi a me sembra che chi sosteneva questa soluzione non avesse tutti i torti.

C'è poco da fare, siamo fatti così, la nostra visione del mondo è quella giusta e quell'altra e sbagliata. E mi ci metto anch'io, intendiamoci, non è che io sia diverso, anche perché fondamentalmente noi esseri umani a pulsioni di base siamo fatti tutti allo stesso modo. Quindi nessuno ha dubbi, incertezze, ma solo certezze, probabilmente anche perché la certezza è rassicurante, ripara e protegge dalle vulnerabilità. Il dubbio invece uccide.

mercoledì 19 febbraio 2025

Le guerre per la lingua


Terminato ora. Un saggio interessantissimo sul linguaggio, la sua struttura, la sua morfologia, le valenze semantiche e il modo in cui si modifica continuamente nel tempo. Il libro apre con una breve ma densa panoramica sull'origine della nostra lingua e anche di altre per poi avventurarsi su alcuni aspetti di cui molto si dibatte negli ultimi tempi.

Uno riguardo il progressivo aumento di termini inglesi all'interno della lingua italiana, fenomeno che nel corso degli ultimi tempi ha dato il via a numerose crociate ideologiche a supporto della purezza dell'italiano, dimenticando o ignorando che il concetto di purezza applicato a una lingua fa ridere. Contrariamente a quanto mi aspettavo, l'autore non ha alcuna pregiudiziale riguardo a questo tema, e con argomentazioni solide e di buon senso ne difende la presenza e l'utilizzo, adducendo tra le tante la motivazione che la lingua non è qualcosa di statico, di granitico, ma cambia e si evolve anche grazie all'acquisizione di lemmi stranieri, alcuni dei quali vengono poi "italianizzati" e inseriti nei nostri vocabolari. In generale, tutte le lingue, inglese compreso, acquisiscono continuamente termini stranieri che poi vengono fatti propri e ne diventano parte.

Un altro tema interessantissimo riguarda l'idea che la lingua italiana sia maschilista/sessista, in particolare per la presenza di alcune forme strutturali come il famoso/famigerato maschile sovraesteso. Qui l'autore si lancia in una convincente serie di argomentazioni con cui dimostra che dire "Giovanni e Laura sono andati a mangiare un gelato" non si può definire maschile sovraesteso, ma è semplicemente una formula per non marcare il genere. Ciò che comunemente viene indicato come maschile sovraesteso è in realtà una struttura grammaticale che si è originata in tempi antichi per ragioni economico-strutturali che niente avevano a che fare con l'ideologia. Accusare la lingua di essere sessista è un non senso perché non è essa in sé a esserlo, ma semmai il sessismo sta nelle intenzioni e nei modi in cui viene usata.

Vabbe', non mi dilungo oltre. Queste poche righe solo per invogliare chi è interessato a questi temi a provare a leggerlo. Tra l'altro si tratta di un saggio piuttosto agile (poco più di 120 pagine) che può essere letto anche da chi ha poca dimestichezza coi libri.

lunedì 17 febbraio 2025

Aggressività


Uno dei capitoli più interessanti di La scimmia nuda, dell'etologo britannico Desmond Morris, riguarda la conflittualità, ossia la principale forma di interazione tra gli essere umani e tra gli animali (anche noi siamo animali, ma per non irritare i tanti convinti che noi siamo qualcosa di diverso e più "elevato" mantengo la distinzione).

È inutile che stiamo a raccontarci illusoriamente che l'essere umano in fondo è buono e bendisposto verso i suoi simili. L'uomo è per istinto, un istinto nato per ragioni evolutive, principalmente aggressivo e conflittuale, aggressività che poi si trasforma anche negli orrori delle guerre. Per una sorta di ironico paradosso i massacri delle guerre sono generati dall'impulso ad aiutare i nostri simili, dove per simili si intendono gli appartenenti al medesimo gruppo.

In realtà, quindi, l'uomo per natura non è né buono né cattivo, ma può essere l'una o l'altra cosa a seconda dell'ambiente in cui si trova.

Per il 99% della nostra storia evolutiva siamo vissuti in contesti sociali dove gli esseri umani formavano gruppi di 50-100 individui. Le grandi aggregazioni umane sono cominciate a esistere a partire più o meno dal neolitico, tra i 10 e i 12.000 anni fa, quando nacquero l'agricoltura e l'allevamento. Ma 10.000 anni sono un battito di ciglia rispetto ai milioni di anni in cui i nostri antenati hanno vissuto in gruppi di poche decine di persone che combattevano altri gruppi per il territorio e la caccia, e l'istinto maturato in milioni di anni non si cancella in 10.000.

Ricordo una bellissima lezione di Dario Fabbri in cui si spiegava che gli istinti da cui nascono i grandi genocidi della storia e le risse tra genitori in tribuna a una partita di calcetto sono i medesimi e vengono tutti da lì.

sabato 15 febbraio 2025

Svarioni

L'equiparazione fatta da Mattarella tra la Russia e il Terzo Reich mi lascia parecchio perplesso, nel senso che mi pare improponibile proprio dal punto di vista storico. In primo luogo perché noi italiani dal '39 al '43 siamo stati alleati della Germania nazista. In secondo luogo perché il contributo dell'Unione Sovietica alla sconfitta di Hitler e del Nazismo in Europa è stato decisivo e determinante. In terzo luogo perché se è vero, come è vero, che la Russia ha invaso l'Ucraina, è altrettanto vero che diversi paesi europei hanno ripetutamente invaso la Russia negli ultimi 200 anni: tre volte l'abbiamo invasa noi italiani (guerra di Crimea, intervento nella guerra civile durante la Rivoluzione d'ottobre, invasione della Federazione russa al fianco di Hitler durante la Seconda guerra mondiale); due volte gli inglesi; una volta gli americani; svariate volte i tedeschi.

Senza dimenticare il tributo pagato dall'Unione Sovietica, 25 milioni di morti, per liberare l'Europa dal Nazismo.

Mattarella queste cose non le sa? Certo che le sa, ci mancherebbe. Così come è certo che Mattarella non improvvisa mai i suoi discorsi e le sue lezioni e ogni volta che dice qualcosa sa perfettamente l'impatto e le reazioni che ciò che dice provocherà. Ecco perché questa uscita mi lascia perplesso e mi impedisce, questa volta, di aggregarmi al coro di solidarietà nei suoi confronti dopo gli attacchi del Cremlino.

martedì 11 febbraio 2025

Ammissioni

Il presidente del Consiglio di un governo minimamente serio si presenterebbe in televisione, magari da Vespa, ché lì non si corrono grossi rischi, e direbbe: Abbiamo messo in campo la sceneggiata dei centri per migranti in Albania quando sapevamo fin dall'inizio che sarebbero stati un buco nell'acqua. Sono costati un vagone di soldi pubblici che magari si sarebbero potuti spendere in maniera più proficua e per indorare la pillola vi abbiamo raccontato che tutta la sceneggiata avrebbe costituito un deterrente alle partenze.

(Come se un disperato che parte dalla Nigeria, attraversa il deserto - se riesce ad attraversarlo -, viene preso a legnate per uno o due anni in un lager libico e se sopravvive prova ad attraversare il Mediterraneo su una bagnarola di cartone, avesse timore di finire qualche giorno in Albania.)

Ecco - proseguirebbe il presidente del Consiglio di cui sopra - siccome non possiamo più nascondere il fallimento per non scavarci ancora di più la fossa del ridicolo da soli, sono costretto ad ammettere che il progetto è fallito. Mi spiace.

Naturalmente, aspettarsi una pubblica ammissione del genere da parte del presidente del Consiglio di questo governo è pura utopia. Si fa giusto per immaginare per un attimo di essere un paese normale guidato da un governo normale.

domenica 9 febbraio 2025

Per sempre

 


Una volta lo facevo regolarmente, ma da tempo raramente scrivo impressioni e commenti sui libri che leggo, per lo più per mancanza di voglia. Faccio un'eccezione per questo romanzo perché mi è piaciuto tantissimo e anche perché mi ha consentito di scoprire Richard Ford, uno scrittore che, colpevolmente, non conoscevo. 

Il libro narra la storia di Frank Bascombe e Paul Bascombe, rispettivamente padre e figlio. A 47 anni Paul scopre di essere malato di una forma piuttosto aggressiva di SLA che lo porterà velocemente alla fine. Ciò investirà suo padre del compito più ingrato e straziante che un genitore può trovarsi obbligato ad adempiere: assistere e accompagnare il proprio figlio alla morte. 

La descrizione del rapporto strettissimo che si instaura tra i due, col padre costretto a seguire il figlio nell'esecuzione dei più banali compiti della vita quotidiana, è caratterizzato da tentativi più o meno riusciti di comprendersi a vicenda (i due sono di indole e carattere diversissimi), ma anche da scambi e riflessioni sulla fragilità della vita, sulla morte, sulla natura dei rapporti umani, il tutto reso con la prosa vivace, a tratti spiazzante per intuizioni ed espedienti narrativi, dell'autore.

Uno dei romanzi più belli letti finora quest'anno.

giovedì 6 febbraio 2025

Trattare con l'orco

È passata velocemente, fin troppo, la notizia che Zelensky alla fine ha rotto gli indugi e si è detto pronto a sedersi a un tavolo con Putin

Non mi pare una notizia di poco conto, anzi mi sembra di una notevole rilevanza. Zelensky, e in generale la Nato, hanno ripetuto fin dal primo giorno di invasione e fino all'ossessione che con Putin non si tratta, non si negozia, non si parla. Contro la Russia si fa la guerra. Poi magari si parla, si fanno affari e si banchetta allegramente col piu grande criminale di guerra della storia recente, Netanyahu, ma non con Putin, in ossequio al nostro ormai leggendario doppio standard per il quale siamo famosi nel globo.

E guerra si è fatta, grazie all'aiuto del fiume di denaro e di armi che dal febbraio 2022 sono stati dati dall'Occidente all'Ucraina. Il problema è che l'Ucraina questa guerra l'ha persa, e l'ha persa malamente, come del resto riconosceva implicitamente lo stesso Zelensky nel novembre scorso, quando ammetteva che l'unica via per salvare il salvabile era negoziare. E come già vaticinavano i tanti che invocavano da subito la via del negoziato perché avevano capito che l'entità dei rapporti di forza non giocava in favore dell'Ucraina.

Adesso Zelensky, di fronte al disastro, chiede di sedersi a un tavolo con l'orco e nessuno dalle parti della Nato fiata. Una interessante analisi sugli altri motivi che hanno indotto Zelensky a prendere questa decisione la fa Matteo Saudino qui.

martedì 4 febbraio 2025

Guantanamo

Mi pare che sia stata abbastanza sottovalutata l'intenzione di Trump di trasformare Guantanamo in un immenso carcere in cui rinchiudere 30.000 migranti. È stata sottovalutata la valenza simbolica di tale annuncio, sia per ciò che rappresenta Guantanamo e sia per l'intenzione di rinchiudere persone che non si sono macchiate di alcun reato (e se anche avessero commesso reati non spetterebbe a Trump rinchiuderle in un carcere), persone con la sola colpa di non avere documenti in regola.
Ormai le più deplorevoli e orrende nefandezze che si propone di attuare il pericoloso squilibrato che ha preso possesso della Casa Bianca passano senza colpo ferire, senza che ci siano grossi sussulti di indignazione. Tutto disumanamente normale.

sabato 1 febbraio 2025

Tra Fedez, Chiara Ferragni, Dino Campana e Sibilla Aleramo

Se si tiene conto che Fahrenheit 451, di Ray Bradbury, che sto leggendo in questi giorni, è stato scritto più di settant'anni fa, si può notare come certi meccanismi di controllo sociale (dài alla gente di che sollazzarsi con sciocchezze innocue ed eviterà di rompere le balle) siano noti dalla notte dei tempi, e oggi utilizzati come mai era successo in passato grazie anche alla pervasività delle reti sociali.

Cosa c'entra Bradbury con Fedez e Chiara Ferragni? Soprattutto, cosa c'entrano loro con Dino Campana e Sibilla Aleramo? I Ferragnez c'entrano con Bradbury perché credo che il gossip si possa in parte annoverare tra le sciocchezze innocue, diciamo pure armi di distrazione di massa, di cui sopra. I Ferragnez c'entrano invece con Dino Campana e Sibilla Aleramo perché le due coppie hanno vissuto, pur in epoche molto distanti, storie di infedeltà sentimentale molto simili e in entrambi i casi il chiacchiericcio e il gossip l'hanno fatto da padroni.

Qual è la differenza? La valenza culturale del gossip. Che gossip e chiacchiericcio abbiano da sempre una importante valenza sociologica per gli esseri umani è più o meno cosa nota. Uno dei più noti antropologi evoluzionisti contemporanei, Roberto Dumbar, ha scritto parecchio sull'importanza del gossip come collante sociale, ad esempio. Ma è la valenza culturale, ossia ciò che il gossip lascia a chi lo segue, che è molto diversa. Ed è molto diversa perché il lascito culturale di un rapper e una influencer non può essere lo stesso di quello lasciato da una delle più grandi scrittrici e uno dei maggiori poeti del secolo scorso.

Alcune interessanti riflessioni in questo senso le fa Luca Sommi qui.

mercoledì 29 gennaio 2025

Inesattezze (eufemismo)

Il video con cui la signora Meloni annuncia di essere sotto indagine assieme ad altri ministri per il caso Almasri è zeppo di inesattezze (eufemismo). Un elenco di queste inesattezze (eufemismo) lo pubblicano Fanpage e Pagella Politica. Un altro elenco lo stila Roberto Saviano in questo video, dove prende il messaggio della ciarliera signora spezzone per spezzone e lo smonta dati alla mano. 

Nonostante siano tanti anni che seguo con alterno interesse la politica, continua a stupirmi il fatto che la menzogna è ormai parte imprescindibile della comunicazione politica. I politici, con poche eccezioni, si rivolgono al pubblico raccontando inesattezze nella migliore delle ipotesi, balle nella peggiore, e lo fanno ormai senza soluzione di continuità. Raccontare balle è diventata una sorta di normalità, e non è questione di colore politico, anche se gli esponenti di questo governo raggiungono vette probabilmente ineguagliate nella storia repubblicana

Il videomessaggio in questione è un concentrato di falsità, così come generalmente lo sono i videomessaggi e le dichiarazioni di Salvini e di altri. Ciò che più inquieta e rattrista è che le falsità funzionano, purtroppo. Funzionano perché esiste una larga parte di pubblico che non è in grado per vari motivi di riconoscerle. Se si scorrono i commenti in calce al video in questione si scopre che è tutto un pullulare di osanna dai toni entusiastici. Cioè, lei racconta ai suoi elettori delle balle, prendendoli quindi in giro, e loro esultano festanti. Lei li raggira e loro la votano.

Come può essere democrazia tutto ciò?

martedì 28 gennaio 2025

Passi in avanti

Mi sembra notevole che la signora Meloni abbia detto a chiare lettere, ieri, che la barbarie nazista fu messa in atto anche con la complicità dei fascisti italiani. Credo sia la prima volta che su questo particolare non glissa. 
Avrà pensato: Non posso ometterlo ogni anno, prima o poi mi tocca dirlo.

lunedì 27 gennaio 2025

La liberazione di Auschwitz

Visto che i pezzi più grossi delle istituzioni di tutto il mondo si danno oggi convegno ad Auschwitz, potrebbe essere l'occasione buona per chiarire una volta per tutte che Auschwitz fu liberato dall'armata rossa, non dall'esercito americano. Molti lo sanno, tanti altri, specie dopo aver visto La vita è bella, di Benigni, credono effettivamente che siano stati gli Americani.

In realtà il campo di sterminio in cui si svolgono i fatti raccontati da Benigni non è quello di Auschwitz e quale sia non si sa perché nel film non viene mai detto. In ogni caso non può essere quello di Auschwitz perché, nelle immagini del film, sullo sfondo del campo si vedono sempre delle montagne mentre Auschwitz è in pianura. 

Dopo l'uscita di quel lungometraggio la convinzione che Auschwitz sia stato liberato dagli Americani si è diffusa parecchio, ma fu invece liberato dai carri armati dell'esercito russo. Anche gli Americani liberarono dei campi di sterminio, come ad esempio Mauthausen, Dakau e altri, mentre gli Inglesi liberarono molti campi situati nella Germania del nord, ma Auschwitz fu liberata dai Russi.

domenica 26 gennaio 2025

Equiparazioni

Mi pare che la risoluzione del parlamento europeo che vieta l'utilizzo dei simboli sia del nazismo che del comunismo abbia molto di ideologico e poco di storico. Mettere sullo stesso piano le due ideologie, infatti, è scorretto proprio dal punto di vista della storia in quanto sono diversi i motivi per cui comunismo e nazismo sono nati, ne sono diversi gli scopi e le evoluzioni.

Poi, certo, che il comunismo abbia avuto anche degenerazioni disastrose è storia. In Russia Stalin ha messo in piedi un regime omicida che nei vent'anni in cui è stato al potere ha fatto tre volte i morti che ha fatto Hitler. Ma il comunismo non si può scorrettamente ridurre solo a questo.

Nei tanti paesi e tanti posti del mondo in cui non è andato al potere il comunismo è stato infatti lotta per l'emancipazione sociale, per i diritti, per il riscatto dei lavoratori, per l'uguaglianza, è stato un modo con cui tentare di riequilibrare le storture del capitalismo. Ecco perché mettere sullo stesso piano nazismo e comunismo è un'operazione che può solo essere figlia della deriva ideologica, irrazionale, totalmente scollegata dalla realtà tipica della nostra epoca.

venerdì 24 gennaio 2025

Fuori dall'OMS

Non darei molto peso al ddl presentato dalla Lega per fare uscire l'Italia dall'OMS, dal momento che si tratta di un'iniziativa che non avrà nessun seguito e i primi a saperlo sono Borghi e soci. Come scrive Marcello Sorgi stamattina sulla Stampa, l'iniziativa potrebbe essere chiamata "No-vax di tutto il mondo, unitevi", visto che sembra di assistere a una specie di gara a chi meglio scimmiotta Trump.

A Salvini, il quale propone di usare i cento milioni di euro annui (ammesso che siano effettivamente cento milioni, non sono riuscito a trovare il dato) per finanziare la nostra sanità, si può rispondere che quella cifra si potrebbe facilmente reperire in altri modi, se ci fosse la volontà. E non serve certo che sia qui io a suggerirli.

giovedì 23 gennaio 2025

Sesso e genere

Quando Trump dice che "A partire da oggi la politica ufficiale del governo degli Stati Uniti prevede che ci siano solo due generi, maschile e femminile" confonde evidentemente il concetto di sesso e il concetto di genere. Ora, Trump ormai lo conosciamo, ne conosciamo l'ignoranza più o meno su ogni argomento, dal momento che già nel suo mandato precedente ne aveva dato ampia dimostrazione, quindi questo svarione non stupisce più di tanto.

Come ormai tutti sanno, o dovrebbero sapere, e a maggiore ragione lo dovrebbe sapere un presidente americano, sia la biologia che la psicologia hanno dimostrato almeno a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso (per informazioni citofonare allo psicanalista americano Robert Stoller) che per sesso si intende il sesso biologico, ossia le caratteristiche fisiche che distinguono una persona di sesso maschile da una di sesso femminile; con identità di genere si intende invece la percezione, il senso di appartenenza a un genere (che puo benissimo essere non binario) che ogni singola persona sente di avere, e non è detto che le due cose coincidano.

Nella maggioranza delle persone le due situazioni coincidono, certo, ma esiste anche una minoranza in cui non coincidono. Una persona può nascere biologicamente maschio e avere una percezione di sé, De André la chiamava una "spiritualità", femminile o viceversa. Possiamo chiamarlo scherzo di natura, incidente, non lo so, fatto sta che questa sorta di "dissociazione" esiste, non è un capriccio come molti pensano. Si tratta anzi di situazioni che creano nelle persone che ne sono colpite disagi, sofferenze, sensi di colpa, sensi di inadeguatezza. 

Nei paesi più civili e, diciamo, più evoluti, le legislazioni si sono mosse già da anni per cercare di agevolare queste persone, prevedendo una serie di misure come la possibilità di cambiare sesso, oppure prevedendo la possibilità di indicare su documenti ufficiali una terza opzione oltre a maschio e femmina e altro. E gli USA in questo senso sono sempre stati tra i paesi all'avanguardia. 

Adesso c'è Trump, il quale, con la semplice firma su un atto, annulla decenni di progresso sociale e di politiche di inclusione, riportando indietro l'orologio ai tempi in cui era sufficiente avere un pene per essere considerati maschi e una vagina per essere considerati femmine. Un salto indietro di quasi un secolo, che è più o meno l'età culturale in cui si pone l'elettore medio di Trump.

Tra l'altro non è difficile vedere come questo ritorno a quasi un secolo fa non abbia alcuna giustificazione di ordine pratico. Togliere i diritti acquisiti a una minoranza non comporta vantaggi di tipo economico, amministrativo o altro. Non fa funzionare meglio lo Stato, non arreca benefici di qualche tipo alla società americana. Arreca benefici solamente alla pancia dell'elettore medio che ha votato questo squinternato.

martedì 21 gennaio 2025

Occupy Mars

Tra i punti più deliranti (la scelta in questo senso è ampia) del discorso di insediamento di Trump c'è l'intenzione di piantare la bandiera degli USA sul suolo di Marte. Credo che questo dia più di tutto il resto la misura della megalomania del tipo. E anche della malafede.

Non solo, infatti, è tecnicamente impossibile che l'uomo possa arrivare su Marte e tornare durante i quattro anni dell'amministrazione Trump, e questa cosa sia Trump che Musk la sanno benissimo, ma molti scienziati dubitano addirittura che sia possibile farlo entro questo secolo.

Nonostante la faciloneria puerile acchiappa-gonzi degli annunci, infatti, sono innumerevoli gli studi scientifici che elencano e spiegano l'entità delle difficoltà che tale progetto comporta, specialmente a livello biologico per l'organismo umano: radiazioni cosmiche a cui sarebbe sottoposto nei due anni di viaggio, indebolimento muscolare e scheletrico dovuto a una lunga permanenza nello spazio, alterazioni del sistema immunitario ma anche problemi psicologici: disturbi del sonno, dell'umore, della capacità di pensare lucidamente.

Tutto questo senza poi parlare di come sarebbe la vita su un pianeta con un'atmosfera cento volte più rarefatta di quella terrestre, con una concentrazione di anidride carbonica del 96% (sulla Terra è 0,04%), una pressione simile a quella che sulla Terra si trova a 30 chilometri di quota e temperature che oscillano da - 60° a - 150°. 

Non c'è alcuna possibilità, perlomeno in tempi brevi, che tutti questi problemi si possano risolvere e che la maglietta con su scritto "Occupy Mars" che Musk ama mostrare diventi qualcosa piu di uno slogan. Nemmeno lui, con tutti i suoi miliardi, può farlo. Ma ormai viviamo in un'epoca in cui si può raccontare tutto e avere seguito. Trump ne è la dimostrazione più evidente.

sabato 18 gennaio 2025

50 tonnellate di aiuti

Crosetto si pavoneggia per la nave italiana con 50 tonnellate di aiuti umanitari diretta a Gaza: "L'Italia anche in questa occasione dimostra di essere al fianco di chi soffre e continuerà a fare tutto il possibile per dare speranza a chi, come a Gaza, vive momenti difficilissimi."

L'Italia al fianco di chi soffre è bellissimo. Il nostro paese è il terzo fornitore di armi a Israele dopo USA e Germania, e con quelle armi l'esercito israeliano sta attuando lo sterminio dei palestinesi. 46.000 morti (70.000 secondo The Lancet) dal 7 ottobre 2023, il 60% dei quali donne e bambini. 

Nel mondo capovolto di Crosetto l'Italia è al fianco di chi soffre; nel mondo reale l'Italia è corresponsabile del mare di sofferenza inflitta al popolo palestinese. Però gli mandiamo una nave con un po' di cibo, per lavarci pubblicamente la coscienza e intortare qualche gonzo.

giovedì 16 gennaio 2025

Ritocchini

Al di là del latino, delle filastrocche, delle poesie imparate a memoria e tutto il resto, non si può non notare come ogni ministro dell'istruzione di ogni governo, di qualunque colore, proponga sempre una sua "riforma" della scuola indirizzata più a lasciare un'impronta di sé che a migliorare il sistema dell'istruzione. O almeno questa è la mia impressione. Un po' come un cane - mi si passi l'immagine poco elegante - che piscia su un lampione per marcare il territorio.

Nello specifico non so se ciò che vuole fare Valditara sia valido o no, lo sa sicuramente meglio di me chi nella scuola ci lavora e ci vive, ma si tratta comunque di ritocchi. Non si è ancora visto un ministro dell'istruzione col coraggio di fare rivoluzioni come ad esempio mettere mano alla fatiscenza di tantissimi plessi scolastici, riorganizzare i cicli di studio, il monte ore, proporre aumenti di stipendio per gli insegnanti in modo da avvicinarli agli emolumenti degli altri paesi d'Europa; oppure risolvere il problema del sovraffollamento delle classi, dal momento che con aule di 30 studenti è esclusa a priori qualsiasi possibilità di seguire ognuno di essi anche in un percorso educativo, oltre al semplice passaggio di nozioni.

Insomma non si vedono all'orizzonte rivoluzioni. Si vedono ritocchini di volta in volta buttati lì giusto per legare il proprio nome di ministro a qualcosa, mentre invece servirebbe ben altro.

lunedì 13 gennaio 2025

Di chi è la colpa

Per Trump e il suo degno compare Elon Musk il cambiamento climatico non c'entra niente coi disastrosi incendi californiani, c'entra la teoria gender e il fatto che il capo dei vigili del fuoco della metropoli californiana è una donna, per di più omosessuale.
Non sono chiacchiere di clienti di bar un po' alticci, sono dichiarazioni pubbliche del presidente degli USA e del suo fidato consigliere. Per dire in che mani sono gli americani (e anche noi).

domenica 12 gennaio 2025

Curious Ruminant

"Needle matches spark my fires, dissenting voices from steeple spires, ring out across the woody hills..." 

Tra le cose belle che possono capitare in una giornata c'è la scoperta di un nuovo album dei Jethro Tull, una delle più grandi band di progressive rock mai comparse sul pianeta. Il brano qui di seguito è il primo estratto di questo album ed è favoloso già al primo ascolto. 

L'ho ascoltato e riascoltato più volte. C'è dentro tutto il Ian Anderson che conosciamo: il suo flauto traverso, il suo modo di comporre musica. E poi c'è quella chitarra che tesse la trama di tutto il brano e che a tratti sale in superficie e diventa dirompente assolo. Un assolo che entra dentro e quasi ferisce. Anche il testo è molto bello. Una riflessione sul tempo che passa, sul senso della nostra presenza qui. Nel video a un certo punto compaiono Jung e Freud, e Ian Anderson sa perché ci sono. 

I Jethro Tull di Ian Anderson sono ancora esempi di musica vera, autentica, musica con la M maiuscola in mezzo al nulla di oggi. Il cielo ce li preservi ancora per tanti anni, anche se i Tull l'immortalità l'hanno già raggiunta da tempo.


Milano

Leggo nel romanzo La stazione, di Jacopo De Michelis, che Milano fu fondata dai Celti nel sesto secolo avanti Cristo. La leggenda narra che una tribù celtica guidata da re Belloveso raggiunse la pianura padana seguendo una scrofa semilanuta, decidendo di edificare una città nel punto in cui l'animale si fermò per abbeverarsi a una sorgente.

I druidi celtici avevano identificato in quel luogo un "medhelan", ossia un centro di perfezione in cui la convergenza di una serie di coordinate fisiche, astrali e spirituali rendeva particolarmente forte la presenza del divino. L'etimologia dell'antico nome romano di Milano, Mediolanum, deriva proprio dal celtico "medhelan".

Anche dal più scalcinato dei romanzi si può imparare qualcosa.

mercoledì 8 gennaio 2025

Annessioni

Sentire parlare di annessioni è sempre un po' inquietante, riporta alla mente la politica delle annessioni di Hitler per ricostituire la Grande Germania, politica che poi avrebbe condotto alla seconda guerra mondiale. Tuttavia non darei troppo peso alle farneticazioni di quello squilibrato. È noto che i presidenti americani hanno pochissimo potere e l'elenco delle cose che Trump avrebbe voluto fare nella sua amministrazione precedente ma gli sono state negate è piuttosto lungo.

Diciamo che io darei a ciò che dice Trump lo stesso peso che si dà alle uscite del noto cazzaro da bar di casa nostra.

sabato 4 gennaio 2025

Profondo inverno

 



Oggi la temperatura non riesce a salire sopra i 4°, mentre durante la notte è scesa sotto lo zero. È scesa anche la nebbia, che avvolge tutto in una specie di magma indistinto e lattiginoso e che farà sì che il buio arrivi ancora prima del solito. Siamo probabilmente nel punto più profondo dell'inverno.

Io, comunque, alla mia camminata non rinuncio. :-)

Il vero sovranista

Gli strali di ieri di Mattarella contro gli imminenti dazi voluti da Trump sulle nostre eccellenze, dazi che partiranno il due aprile, hann...