giovedì 10 luglio 2025

Pensare a un libro


Nelle sale d'aspetto dell'ospedale di Rimini ci sono piccoli contenitori con i libri. Chi vuole può attendere leggendo. Carina anche la frase motivazionale (al netto della sintassi traballante). In attesa del mio turno per la visita ho preso in mano un vecchissimo giallo Mondadori (anno di pubblicazione: 1970) e ho cominciato a leggere. Una ventina di pagine e poi ho dovuto interrompere quando mi hanno chiamato.

Pensavo che la cosa fosse finita lì. Invece, una volta a casa, mi sono tornate in mente quelle 20 pagine lette e anche Rick, il protagonista. Perché in fondo quella storia aveva cominciato a prendermi. Sto pensando di tornare giù, portare via quel libro e lasciare lì uno dei miei.

mercoledì 9 luglio 2025

"Sta uccidendo molti uomini"


Col linguaggio fine e garbato a cui ci ha da tempo abituati, Trump esprime tutta la sua irritazione nei confronti di Putin, il quale Putin è accusato da Trump di non volere la tregua e di condurre una guerra in cui gli ucraini vengono colpiti molto duramente e "muoiono un sacco di persone". 

Se non fossimo di fronte a una delle maggiori tragedie del nostro tempo, la guerra russo-ucraina, questa uscita del gangster che sta a Washington susciterebbe quanto meno ilarità. Il motivo di questa ilarità sta nel fatto che Trump ha sfogato la sua frustrazione a margine di una cena con Netanyahu. Cioè, lui è a cena e scambia pacche sulle spalle e salamelecchi col maggiore criminale di guerra della storia contemporanea (ha ucciso più di 60.000 palestinesi dall'attentato di Hamas del 2023), su cui pende un mandato di cattura da parte della Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità, e accusa Putin di stare uccidendo un sacco di persone.

Ora, chiariamo. Putin è un criminale di guerra? Sì. Ha invaso un paese sovrano in sprezzo di ogni diritto internazionale? Sì. Ha provocato molte vittime civili in territorio ucraino? Sì. Su di lui pende lo stesso mandato di cattura da parte della Corte penale internazionale? Sì. Bene, quindi siamo in presenza di due criminali di guerra, con la differenza che uno è nostro amico da sempre e quindi ci andiamo a cena, l'altro è nostro nemico quindi lo combattiamo. Il nostro famoso doppio standard per cui siamo celebri nel mondo.

Genitori amici dei figli?

Mentre ascoltavo questo breve intervento di Nicola Donti mi rendevo conto che, come genitore, in questo senso un pochino ho mancato. Che il rapporto genitori-figli non debba essere caratterizzato dall'amicizia credo sia noto a tutti. Lo dicono e lo scrivono da sempre Umberto Galimberti, Paolo Crepet, Vittorino Andreoli, Claudia Denti, Massimo Ammaniti e tanti altri.

Neppure i professori dovrebbero essere "amici" dei loro studenti, perché l'amicizia prevede sempre che vi sia un rapporto tra pari. Ma i genitori e gli insegnanti non possono essere messi su un piano relazionale paritario con i loro figli e i loro allievi perché ciò andrebbe a detrimento dell'autorevolezza, la cui mancanza, come scrivono gli esperti di sviluppo infantile, genera difficoltà nel porre limiti, insicurezza psicologica nei figli, mancanza di rispetto nei confronti sia dei genitori che degli insegnanti. E mi pare che di questo le cronache siano, purtroppo, ampiamente testimoni.

martedì 8 luglio 2025

Nemesi


Può anche capitare che chi respinge, alla fine venga a sua volta respinto.

Lo chef stellato

Il cuoco stellato Paolo Cappuccio - mai sentito nominare - cerca personale per il suo locale. I candidati devono rispettare alcuni requisiti: non essere gay, non essere comunisti, non essere fancazzisti. 

Non condivido l'ondata di proteste che si sono levate sul web: il ristorante è suo e ha diritto di gestirlo come crede (al netto di eventuali violazioni della legge insite in annunci come questo). 

Personaggi simili mi fanno orrore e mi provocano repulsione, ma il nostro paese, purtroppo, è pieno di gente con un simile livello intellettivo. È sufficiente evitarli. Molte di queste persone tendono a restare nascoste; altre, come appunto il Cappuccio, non hanno problemi a manifestarsi. Una volta che si conoscono basta evitare i loro locali e andare altrove. Un po' come la famosa pubblicità progresso che negli anni Novanta spiegava come difendersi dall'Aids con lo slogan "Se lo conosci lo eviti".

Ecco, per Cappuccio e simili vale lo stesso discorso.

lunedì 7 luglio 2025

Anonimi?

È in corso da un paio di giorni una discussione fiume sul blog di Moz. Tema: cosa resterà dei blog. Tra i tanti argomenti di cui si dibatte ce n'è uno che, diciamo, non è fondamentale per i destini dell'umanità ma è comunque interessante per noi blogger: i commenti anonimi.

Come ho scritto anche là, i commenti anonimi non li capisco. Per carità, va benissimo usarli, almeno sulle piattaforme che ancora lo consentono, ma non ne capisco il senso. Mi riportano sempre alla mente i franchi tiratori in parlamento durante certe votazioni. Uno dovrebbe dire: io mi chiamo così e la penso così, non nascondere il suo voto dietro l'anonimato. Chi ha avuto occasione di assistere a conferenze o a dibattiti pubblici sa che in coda a volte è previsto uno spazio in cui il pubblico può porre domande ai relatori. Chi pone le domande dice sempre come si chiama, e se per qualche motivo lo omette gli viene chiesto dal relatore. Perché sul web non può essere la stessa cosa?

Poi certo, uno può avere motivi suoi per commentare da anonimo, magari motivi di privacy, timori di qualche tipo, ci sta. Ma allora si scelga un nickname, giusto per rendersi riconoscibile ogni volta che commenta. Boh, non so. Come dico, non capisco il senso dell'anonimato.

domenica 6 luglio 2025

Il fine ultimo delle cose

Ogni intellettuale, storico, scienziato, pensatore che a causa di ciò che dice conquista spazi più o meno grandi di notorietà, ha più o meno sempre gli stessi cavalli di battaglia. Non so, se prendiamo ad esempio Galimberti il pensiero va subito al nichilismo attivo, oppure al fatto che il cristianesimo inteso come religione non c'entra niente con Gesù; se prendiamo Barbero lo pensiamo come colui che ha sovvertito il paradigma del medioevo come epoca oscura e buia. E si potrebbe continuare.

Dario Fabbri credo si sia dato una missione tra le più impossibili che ci siano: cercare di fare capire a noi occidentali che noi occidentali non siamo la luce del mondo, non siamo il fine ultimo della creazione e, soprattutto, che il resto del mondo che sta là fuori, ossia circa i 7/8 dell'umanità, non vuole vivere come noi. 

Ed è una missione impossibile perché noi siamo cresciuti in questo brodo di coltura e non c'è possibilità di redenzione. Così, ad esempio, quando nel 2022 abbiamo assistito alla nascita delle proteste delle giovani donne in Iran subito i media mainstream hanno scritto: Le giovani donne iraniane hanno iniziato le rivolte perché vogliono vivere come noi. Che non è assolutamente vero niente. Quelle rivolte hanno avuto come scopo, purtroppo fallito, quello di ribaltare l'orribile teocrazia al potere in quel paese, ma di vivere come noi a loro non importa assolutamente niente. Anzi, mediamente a noi occidentali gli iraniani ci schifano proprio.

Poi, certo, ogni comunità umana ha da sempre visto sé stessa come il centro del mondo e la migliore mai apparsa sul globo terracqueo, ma qua da noi queste convinzioni hanno raggiunto livelli che rasentano il patologico. Quindi, lode a Dario Fabbri, una specie di novello Don Chisciotte, per essersi imbarcato per una missione persa in partenza. Qui c'è una sua ennesima lezione, di pochi giorni fa, su questi temi.

sabato 5 luglio 2025

Farselo spiegare da Luca Mercalli

Luca Mercalli è uno dei più noti climatologi e divulgatori scientifici italiani. Qualche giorno fa ha intrattenuto un bel dialogo con Luca Sommi da cui è nata una interessantissima lezione sulla storia dei cambiamenti climatici: la loro genesi, la loro evoluzione, le cause, gli sviluppi e gli scenari futuri. Ovviamente, tra gli argomenti toccati, c'è anche il famoso "Ha sempre fatto caldo" di cui si parla tanto in questo periodo, uno dei ritornelli più stupidi utilizzati dai negazionisti del cambiamento climatico.

Non è una lezione noiosa, anche se tratta temi scientifici, perché Mercalli, da buon divulgatore, riesce a spiegare concetti complessi con semplicità e anche ironia. Poi lui è già simpatico di suo, per cui... 

Insomma, lasciate stare Cruciani e quando volete conoscere e approfondire temi complessi ascoltate chi quei temi li studia da tutta la vita.

venerdì 4 luglio 2025

Ha sempre fatto caldo


Giuseppe Cruciani pubblica sui social una prima pagine del Corriere della Sera del 1967 che titola: "La grandine squassa Milano. A Roma si soffoca: 42°". Poi ci piazza sotto l'hashtag #EcoNazi. Il messaggio che vuole veicolare è chiaro: temperature estreme ci sono sempre state, quindi non c'è nessuna emergenza climatica e, soprattutto, le attività umane non c'entrano niente. 

Tutto preso dalla sua furia ideologica negazionista, il Cruciani evita accuratamente di menzionare il fatto che è vero che temperature estreme in passato ci sono sempre state, così come è vero che ci sono sempre stati eventi meteorologici violenti, ma ciò che è cambiato negli ultimi decenni sono la frequenza e la potenza di questi eventi. Oggi sono molto più frequenti rispetto al passato e soprattutto arrivano con molto più anticipo.

I 40° (50 in certe zone d'Europa) raggiunti recentemente sono stati registrati alla fine del mese di giugno, non alla fine del mese di luglio come riporta l'articolo citato da Cruciani. Probabilmente quella grandinata e quella temperatura hanno conquistato le prime pagine perché all'epoca erano avvenimenti molto rari, mentre oggi sono la norma rispetto al passato, tanto che molti scienziati, un po' provocatoriamente, suggeriscono di cambiare la dicitura Stato di calamità, che viene sempre tirata fuori in caso di eventi estremi, in Stato di normalità, a indicare che oggi quegli eventi e quelle temperature sono la norma, non l'eccezione. E tutto questo a causa dei cambiamenti climatici innescati (anche) dalle attività umane. Con buona pace di Cruciani e del suo furore ideologico negazionista. 

Inutile ricordare che il ritornello "Ha sempre fatto caldo" è l'arma retorica per eccellenza dei negazionisti climatici, uno slogan che ha anche una sua efficacia e che fa presa sulle menti semplici perché è immediato, semplice, facilmente comprensibile. In più semplifica e banalizza un problema gigantesco e estremamente complesso. Come del resto Cruciani sa benissimo.

giovedì 3 luglio 2025

Pace?

Per carità, va benissimo che Vasco Rossi sul palco sventoli la bandiera della pace, così come va benissimo che tutti, dal papa a personaggi pubblici più o meno in vista, compresa tanta gente comune, chiedano la pace. Tutti vogliamo la pace, è logico, tutti vogliamo che finiscano le guerre, tutti vogliamo un mondo dove regnino solo amore e fratellanza. Il problema è che si tratta di una utopia.

Se io cammino per strada e vengo aggredito (il più banale degli esempi che mi viene in mente), posso mettermi a implorare la pace quanto voglio, ma intanto il mio aggressore mi riempie di bastonate, non è che si ferma. Purtroppo l'essere umano e la pace sono due entità incompatibili, per il semplice fatto che la conflittualità è la principale forma di interazione tra gli esseri umani. Da sempre. E la faccenda del porgere l'altra guancia funziona solo nel vangelo, non funziona nella vita reale.

Se abbiamo costruito un mondo dove il 20% dell'umanità consuma l'80% delle risorse mondiali e se la gode, quel restante 80% si incazza e ha ragione di incazzarsi. Se si vuole la pace, il primo requisito per ottenerla è la giustizia sociale e non è neppure detto che sia sufficiente, perché l'uomo per sua natura è comunque conflittuale e probabilmente troverebbe altri appigli per fare guerre. 

Quindi va bene spendersi e spandersi per la pace, e va bene che lo faccia Vasco Rossi o chi volete voi, basta solo sapere che si tratta di una utopia. Chiarito questo, via libera alle bandiere della pace dai nostri balconi, se ci fa stare meglio.

Pensare a un libro

Nelle sale d'aspetto dell'ospedale di Rimini ci sono piccoli contenitori con i libri. Chi vuole può attendere leggendo. Carina anche...