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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

La montagna incantata

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Ho terminato poco fa questo monumentale romanzo di Thomas Mann. L'ho inizato una decina di giorni fa non sapendo bene cosa aspettarmi. Non avevo letto recensioni preventivamente e avevo solo una vaga idea della trama, conosciuta leggendo la breve sinossi nel risvolto di copertina. Adesso che ho terminato la navigazione e sono tornato in porto, posso dire che sì, si è effettivamente trattato di una navigazione nel mare. Questo romanzo è infatti così: un mare. Non solo per la sua vastità, ma perché, proprio come succede in mare, spesso si ha la sensazione di navigare a vista, di andare alla deriva in questa sconfinata massa di pagine dopo aver perso la rotta e i riferimenti. Poi, però, ogni volta si ritrova tutto, perché Mann è bravissimo a riprendere il lettore per mano e a ricondurlo dove vuole lui. Difficile pensare che inizialmente il grande scrittore tedesco avesse concepito quest'opera come romanzo breve, da vergare su ispirazione ricevuta da una visita a un sanatorio pe

Coronavirus vintage

Nel 1978 Stephen King pubblicò L'ombra dello scorpione, un tomone di oltre novecento pagine da cui fu successivamente tratto un film diviso in due parti. Il romanzo si inseriva grosso modo nel genere fantascientifico post-apocalittico e narrava la diffusione incontrollata, partita da un laboratorio segreto americano a causa di un errore umano, di un temibile virus che si propagò nel volgere di breve tempo su tutto il pianeta. Il 99% della popolazione non sopravvisse e i superstiti si divisero in due fazioni dando inizio a una guerra tra loro senza esclusione di colpi. Qualcosa che potrebbe assomigliare a The walking dead, per capirci. Lessi quel libro in seconda o in terza superiore invece di studiare, e infatti i risultati poi si videro: vabbe'.  Mi è venuta in mente questa cosa mentre leggevo gli ultimi aggiornamenti sul virus partito dalla Cina che sta creando non pochi disagi e preoccupazioni in giro per il globo. Naturalmente mi auguro che l'epilogo sia diverso rispett

Considerazioni sparse sulle regionali emiliano-romagnole

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Come ho già scritto nel post precedente, sono ampiamente soddisfatto del risultato delle regionali di ieri qui in Emilia-Romagna, un risultato che, complice il mio innato pessimismo, francamente non mi aspettavo. Alla coalizione capitanata da Stefano Bonaccini avrei concesso, ottimisticamente, uno spettro di risultati compreso tra una sonora sconfitta e una vittoria di strettissima misura. Mi sono sbagliato e sono lieto di essermi sbagliato - otto punti percentuali di scarto non sono certo pochi. L'ultima volta che ho provato una simile soddisfazione è stato quando, alla fine del 2016, quasi venti milioni di elettori mandarono a quel paese Matteo Renzi e la sua riforma costituzionale: un momento bellissimo e liberatorio, dopo che per mesi aveva stressato con quel progetto di revisione costituzionale totalmente inutile e senza senso - io aspetto ancora un politico veramente rivoluzionario che si adoperi per l'abrogazione dell'art. 7 della Costituzione, ma temo non arriverà m

"E adesso vai a citofonare a casa di stocazzo!"

L'aulica perifrasi che leggete qui sopra l'ha appena pronunciata, soddisfatto, il simpatico vecchietto che due tavolini più in là sfoglia i giornali appena arrivati, freschi di stampa, sorseggiando il caffè, ed è sanguigna e vera espressione di una soddisfazione che è anche mia e, immagino, di ogni emiliano-romagnolo che non si è fatto irretire dalla becera propaganda elettorale del felpato. Ci sarà tempo per analizzare i dettagli di ciò che è successo ieri, ma il dato politico che conta è che qua in Emilia-Romagna il salvinismo non ha prevalso, anzi ne è uscito piuttosto male, rincuorando notevolmente i pessimisti come lo scrivente, il quale pensava che stavolta l'Emilia-Romagna sarebbe capitolata sotto i colpi delle bordate leghiste. Non è successo. Questo consente, come dicevo, al centrosinistra di sospirare, ma deve essere anche sprone per ripensare tutta la sua politica e il suo modo di porsi nei confronti dell'elettorato, perché la Lega ha perso, ma è indubbio

Passaggio a nord-ovest

Fragili

Se l'epidemia partita dalla Cina ha un merito, è quello di dimostrare che in fondo siamo fragili, perché spesso, narcotizzati dal senso di onnipotenza che ci pervade, ce ne dimentichiamo. Sì, è vero, abbiamo colonizzato il pianeta, l'abbiamo modellato (versione edulcorata di devastato), l'abbiamo piegato alle nostre esigenze, l'abbiamo sottomesso, poi, non paghi, siamo andati sulla Luna e non è escluso che a breve si arrivi a mettere il piede su altri pianeti. Ci crediamo già gli indiscussi Masters of the universe, per citare un vecchio fumetto della Marvel, se ricordo bene.  Poi, all'improvviso, zacchete! Un microscopico virus esce dal nostro controllo e andiamo nel panico: cordoni sanitari, quarantenne, mascherine, macchine/treni/aerei bloccati, milioni di persone impaurite che si rinchiudono in casa, morti, contagio dilagante, e tutto d'un tratto ci ritroviamo fragili, incredibilmente impotenti, inermi, e ci chiediamo come sia possibile che con tutta la tecno

Emilia-Romagna Coraggiosa?

Invogliato da questo bel post del sempre ottimo Leonardo Tondelli, salvo ripensamenti dell'ultima ora credo che domani voterò Emilia-Romagna Coraggiosa, la lista pro Bonaccini capitanata da Elly Schlein, bolognese doc ed ex parlamentare europea. Ho letto il relativo programma e le proposte e li ho trovati tutti più che condivisibili. Piccola curiosità: Elly Schlein è la ragazza che qualche giorno fa ha atteso Salvini all'uscita di un ristorante di San Giovanni in Persiceto, chiedendogli i motivi per cui né lui né alcun altro esponente leghista si siano mai presentati, nel corso degli anni, ad alcuno degli incontri tenuti in Europa per definire gli accordi di Dublino sull'immigrazione. Ventidue riunioni europee tutte disertate dalla Lega. La risposta di un impotente Salvini la potete vedere da voi , risposta che è solo l'ennesima conferma di come a Salvini non freghi nulla del problema dell'immigrazione, perché se gliene fregasse qualcosa il primo passo che far

Citofoni e storia

Se Salvini avesse una qualche nozione di storia, saprebbe che la sceneggiata col citofono, attuata in seguito a delazione, è la copia perfetta di una pratica in voga nei regimi comunisti dell'Est del secolo scorso, dove tra vicini di palazzo ci si spiava a vicenda e poi si andava dalle autorità a sporgere denuncia qualora si sospettasse che il vicino poteva essere un anticomunista, o comunque si sospettava che svolgesse attività contro il regime. Ma, è noto, Salvini è un somaro patentato, e poi con la Russia odierna ha un certo feeling, com'è altrettanto noto.

Thomas Mann e la morte

A metà del terzo romanzo di Thomas Mann mi sono reso conto che tra i tanti temi cari al grande scrittore tedesco c'è quello della morte, che è una costante del suo narrare. Basta pensare al bellissimo romanzo breve La morte a Venezia, giusto per farsi un'idea. Ma anche ne La montagna incantata, che sto leggendo in questi giorni, la morte è un tema ricorrente. Sembra quasi un tema seducente per lui, per certi versi quasi affascinante, e se da un lato la considera antagonista della vita, dall'altro (e questa visione viene resa da un bellissimo dialogo tra il protagonista, l'ingegnere navale Hans Castorp, e il massone e umanista Lodovico Settembrini) la considera parte integrante della stessa vita, e per sfuggire all'inevitabile angoscia generata dal pensiero dell'ineluttabilità del dover morire, può essere d'aiuto considerare la morte semplicemente come parte naturale del ciclo vitale: si nasce, si cresce, si invecchia e si muore, punto e a capo. Facile a dirs

Datemi un "chissenefrega?" e vi solleverò il mondo (semicit.)

In un mondo non dico perfetto, ché i mondi perfetti non esistono, ma anche solo normale, Di Maio che si dimette da capo politico dei Cinquestelle sarebbe relegato in un trafilettino a pagina diciotto, dopo i necrologi e prima della cronaca locale. Stesso discorso per Meghan e Harry o per le quotidiane fesserie con cui Salvini dà nutrimento alle sue mandrie. E invece no, non c'è verso, non si riesce ad aprire un sito internet o affacciarsi a un telegiornale qualsiasi senza che ci si imbatta in questo nulla cosmico spacciato per grandi notizie. E mi sono stupito che alcuni siti abbiamo avuto il coraggio di mettere in home page (ma ci è rimasta poco) la notizia della morte di Emanuele Severino. Ottimisticamente, il 99% degli elettori leghisti, Salvini compreso, manco sa chi era. Siamo circondati da un nulla deprimente che avanza e che ricorda quello del celebre romanzo di Michael Ende. Io cerco di sfuggirgli tenendo la televisione spenta e leggendo Thomas Mann.

Ripieghi obbligati

E niente, uno si alza con le migliori intenzioni (due ore di passeggiata in collina), apre la finestra e scopre che piove. Sole tutta la settimana e pioggia il sabato. Che si fa? Si ripiega sui libri, tanto per cambiare. E vabbe'...

La Cassazione sentenzia che Carola Rackete non andava arrestata

La Cassazione ha messo oggi la parola fine, salvo sviluppi futuri che a questo punto paiono abbastanza improbabili, alla vicenda di Carola Rackete, sentenziando che il suo arresto fu illegittimo e confermando quindi la linea della giudice Alessandra Vella che non convalidò il fermo a cui fu sottoposta dopo aver forzato il blocco imposto dall'allora ministro dell'Interno. Sembra quasi incredibile che si debba arrivare fino in Cassazione per certificare che non sta né in cielo né in terra che si vada al gabbio per aver salvato dei naufraghi in mare.

Elefantìasi letteraria

Leggo nelle note introduttive de La montagna incantata, di Thomas Mann, che mi appresto a cominciarr adesso, che l'opera, vergata in un periodo di dodici anni, dal 1912 al 1924, era stata pensata come racconto breve da inserire in appendice al romanzo Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull, che ho letto la settimana scorsa. Poi, come ebbe a dire lo stesso scrittore, "l'opera mi crebbe per così dire tra le mani" fino a raggiungere le 750 pagine circa. Anche I Buddenbrook fu concepito come romanzo breve sulla falsa riga di quelli del norvegese Kielland, ma poi arrivò a mille pagine. La morte a Venezia, invece, pensato da Mann come racconto breve da pubblicare sulla rivista Semplicissimus, si trasformò in un romanzo breve. Pur facendo le dovute differenze, credo che Mann fosse affetto dalla stessa patologia di cui soffre Stephen King e che quest'ultimo usa chiamate elefantìasi letteraria.

E il Signore parlò a Mosè

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Riemergo adesso dalla lettura di questo bellissimo saggio storico scritto dal docente di Studi religiosi ed Ebraismo alla Brown Univesity (Rhode Island) Michael Satlow. Un libro appassionante appunto perché è un saggio storico e a me la storia piace. Naturalmente è impossibile riassumere in un post ciò che l'autore scrive in oltre 450 pagine, quindi mi limito ad annotare brevemente alcuni concetti tra i tanti che hanno attirato la mia attenzione. L'opera in questione si snoda su un arco temporale che parte dal regno settentrionale di Israele del XI secolo avanti Cristo e termina nella Galilea del III dopo Cristo, periodo nel quale, tra infinite vicissitudini, è nata, si è diffusa e ha assunto una forma più o meno definitiva e sacra la Bibbia, il testo fondamentale di riferimento per gli ebrei e i cristiani. A dire il vero, dal punto di vista storico non è che ci sia granché da dire. Sotto questa luce, infatti, la Bibbia non è nient'altro che uno dei tanti libri di st

Sì, Salvini sa leggere e capire, siete voi di Repubblica che non ci arrivate

Ieri la versione cartacea di Repubblica titolava a tutta pagina Cancellare Salvini, titolo che riassumeva la relativa intervista a Graziano Del Rio in cui si auspica la revisione dei famigerati Decreti sicurezza partoriti dal felpato durante il Conte uno. Oggi il direttore della suddetta testata, Repubblica appunto, verga un vibrante editoriale in cui rimprovera a Salvini l'aver utilizzato quel titolo in chiave propagandistico-elettorale, sbandierandolo sotto il naso del suo popolo sui social e accusando Repubblica di fomentare l'odio verso la sua persona. Magari sbaglio, ma forse non ci voleva un genio per immaginare che per Salvini un titolo simile sarebbe stato un assist strepitoso, così come non ci vuole un genio per capire che in questo periodo di campagna elettorale, dove tutto, e quando dico tutto intendo proprio TUTTO, è funzionale alla propaganda, ogni riferimento alla sua persona può essere utilizzato da lui stesso in questa chiave. Quindi sì, carissimo Carlo Ver

Lunga e diritta

Dalla frazione di san Michele fino ad arrivare a Santarcangelo la Santarcangiolese corre dritta per tre chilometri, quasi tutta in mezzo alla campagna; percorrerla, fa venire alla mente il leggendario incipit "Lunga e diritta correva la strada..." di gucciniana memoria. Ma è una canzone che finisce male, meglio non pensarci. E poi quella narrata da Guccini è un'autostrada, questa è una semplice provinciale, tanto è vero che quando si sollecita la sindaca a rattoppare la pista ciclabile che le corre a fianco lei risponde che è competenza della Provincia. Chissà perché, in Italia è sempre tutto competenza di qualcun altro. La Santarcangiolese, dicevo, corre per quei tre chilometri in mezzo ai campi, campi a destra e campi a sinistra, alcuni (pochi) ricoperti da un sottile velo di erba verde a sua volta ricoperto di brina; la maggior parte, invece, marroni, brulli e spogli. Stamattina, sia sui verdi che sui marroni aleggia uno strato di foschia, a tratti più evanescente

Speculazioni politiche

Pensavo: e se nelle imminenti regionali emiliano-romagnole vincesse il centrodestra a trazione leghista? L'ipotesi non è così campata in aria, purtroppo, dal momento che ogni rilevazione dà entrambe le coalizioni grossomodo appaiate. E il recente caso dell'Umbria non autorizza certo ad assumere un atteggiamento improntato alla tranquillità: tutt'altro. Quindi non mi sbilancerò in previsioni, vada pure come vada. Il centrosinistra, in Emilia Romagna, se non sbaglio governa ininterrottamente da qualche decennio e ciò dimostra da una parte che ha governato bene, o meglio che il grosso degli emiliano-romagnoli sono contenti di come vanno le cose, che non è esattamente lo stesso, dall'altra parte, però, è verosimile pensare che un così lungo dominio non abbia potuto non generare nel corso dei decenni l'incancrenirsi di un circuito ben poco virtuoso di clientelismi, ruffianerie, giri viziosi di nomine, favoritismi di stampo clientelare e così via, situazioni ineluttab

Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull

Ho terminato poco fa, dopo soli tre giorni di lettura, questo ottimo romanzo di Thomas Mann, trovato per caso nella libreria di mia mamma. Thomas Mann è uno scrittore che ho conosciuto da poco e quasi per caso (lo conoscevo di fama, naturalmente, ma non avevo mai letto nulla di suo) e la curiosità nei suoi confronti è nata dopo che Paolo Crepet, in una sua conferenza di qualche tempo fa, citò La montagna incantata, uno dei suoi romanzi più belli e universalmente noti.  Ho cercato quel libro in un paio di librerie ma occorreva ordinarlo e ho lasciato perdere, mettendomi con pazienza ad aspettare che chi l'aveva preso in prestito dalla biblioteca lo riconsegnasse. Nel frattempo ho letto altri due libri di Mann: una raccolta di tre racconti, tra cui il bellissimo La morte a Venezia, trovato per caso su una bancarella di libri usati a Santarcangelo, e il già citato Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull.  Due aspetti, principalmente, apprezzo dell'arte letteraria de

Così parlò Ratzinger sul celibato dei preti

Chi conosce qualcosa di Ratzinger, uno dei papi più oscurantisti, intransigenti, fondamentalisti e intolleranti (a confronto Wojtyla, che pure lui non scherzava, era un mansueto agnellino) della storia recente, non si stupisce più di tanto della levata di scudi di ieri sul celibato dei preti, condizione indispensabile, ribadisce, per poter adempiere pienamente al ministero pastorale. E poco importa che per altre confessioni cristiane, come ad esempio gli ortodossi, questa imposizione non esista, perché la verità, ossia la corretta interpretazione di pagine della scrittura che definire ambigue è un eufemismo, ce l'ha Ratzinger, non gli altri. Lo disse esplicitamente nel 2006 : la religione Cattolica è l'unica vera, le altre possono accomodarsi dalla parte del torto e sono caldamente invitate a tornare all'ovile. La perentorietà di quell'esternazione fece imbestialire, come era logico aspettarsi, la vasta platea di varianti cristiane al cattolicesimo, gettando alle ortich

Non potrei mai fare il barista

In genere sono uno che si adatta, ma se c'è un mestiere che credo non potrei mai fare è il barista. Perché il barista non è solo il tipo che sta dietro il bancone a servire colazioni e bibite ma è anche, a seconda dei casi, psicologo, interlocutore, confessore e via andare. Il logorroico vecchietto che stamattina, appoggiato al bancone del bar, ha intrattenuto il paziente barista ne è l'esempio più lampante. Io ho osservato la scena dal tavolino a cui ero seduto mentre sorseggiavo il cappuccino e sfogliavo il Carlino. E sorridevo. Il logorroico vecchietto, con la scusa di un caffè, ha cominciato a ricoprire il buon Marco (il barista) con una marea di chiacchiere che abbracciavano un arco temporale che andava dalla sua infanzia, trascorsa giocando con una cassetta di uva mentre i genitori facevano la vendemmia in un podere dalle parti di Roncofreddo, fino alle ultime incazzature con la Fornero. Un arco temporale lungo, eterno, e il povero Marco, stoicamente, se ne è sorbito bu

Scusate, ci siamo sbagliati

Un errore umano. Forse un problema di comunicazione radio. Nel dubbio, il militare spinge il pulsante. Puf! 175 persone morte. Ops, scusate, ci siamo sbagliati .

La mia macchina nuova è già vecchia

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L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nell'oro e si vive all'insegna del tanti presi, tanti spesi. L'utilitaria in questione andava a sostituire la mia macchina precedente, stesso segmento, che aveva sul groppone una quindicina d'anni e 250.000 chilometri. Il nuovo acquisto era una versione molto recente di quel modello di auto, sul mercato forse da un paio d'anni, non di più. Poco prima di Natale mi sono accorto che è cominciata a girare la pubblicità di una nuova versione del modello di auto da me acquistato. La cosa mi ha lasciato un po' perplesso, e mi sono chiesto quale grandi innovazioni tecnologiche abbiano giustificato l'immissione di un nuovo modello di auto a nemmeno due anni dall'uscita di quello precedente. Risposta: nessuna innovazione tecnologica, solo la necessità di far girare un mercato (non solo auto, tutte le cose) che se si ferma provoca

Libri in tasca?

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Non so se si riesce a leggere. Comunque, questa specie di annuncio pubblicitario compare sul retro di copertina di una collana di libri Mondadori chiamata Gli oscar settimanali, pubblicata a metà degli anni '60 del secolo scorso. Libri, recita l'annuncio, "per gli italiani che lavorano": operai, tecnici, impiegati, funzionari, dirigenti ecc. Libri tascabili da portare con sé in tram, autobus, taxi, treno, barca, transatlantico, fabbrica, ufficio, bar e così via. Leggendo questo annuncio, mi viene da pensare che negli anni '60 i libri fossero oggetti comuni, utilizzati da tutti e portati sempre con sé allo stesso modo in cui ai giorni nostri si tengono in tasca gli smartphone, e non quegli oggetti oggi anacronistici e guardati con perplessità e sospetto. In realtà non so se all'epoca fosse realmente così, ma è bello pensarlo.

La stupidità del razzismo alla luce della scienza

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Quindici minuti di uno strepitoso Guido Barbujani.

Storici e filosofi in televisione

Ieri sera ho seguito per un quarto d'ora la trasmissione su RaiTre condotta da Bianca Berlinguer. A interloquire con lei, Massimo Cacciari e Paolo Mieli. Cacciari è un filosofo, Mieli è uno storico, di cui tra l'altro ho letto recentemente un suo saggio molto bello chiamato Le verità nascoste. Da entrambi, in quel quarto d'ora, ho sentito solo cose di buon senso, intelligenti, e le tragiche vicende dell'Iran erano affrontate con piglio storicamente documentato, con analisi retrospettive articolate e dettagliate. Due persone, cioè, che sapevano la storia di quelle zone martoriate del medio oriente, gli accadimenti geopolitici recenti e anche più lontani nel tempo. Due persone competenti, insomma. E mi chiedevo perché tali persone, invece di stare in tv, non stiano in parlamento, magari in posti particolarmente delicati come il Ministero degli esteri, attualmente occupato da un ex bibitaro al San Paolo.

Cuori in Atlantide

Ieri sera ho guardato Cuori in Atlantide, film con Anthony Hopkins tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King di parecchi anni fa. Quel romanzo lo lessi da giovane, e ricordo che mi piacque: un'ottima trama e mai noioso. Il film, invece, è di una noia mortale e lento all'inverosimile. Mia moglie si è addormentata dopo un quarto d'ora, io sono arrivato fino alla fine ma molto faticosamente. È che non imparo mai la lezione: mai guardare la trasposizione cinematografica di un romanzo che mi è piaciuto.

Preghiere, Dio e Whatsapp

In questi giorni di festa appena conclusi mi sono arrivate tramite Whatsapp un paio di esortazioni a pregare Dio, con l'aggiunta di far girare le esortazioni di cui sopra a tutti i miei contatti. L'oggetto delle preghiere che avrei dovuto rivolgere al tipo lassù in alto e di cui avrei dovuto poi farmi latore presso i miei contatti riguardava gli incendi in Australia e i bambini che muoiono per la guerra civile in Siria. Immediatamente ho fatto un paio di considerazioni. Di solito le tengo per me; stavolta le pubblico qui nella speranza che qualcuno dei miei contatti Whatsapp le legga ed eviti in futuro di inviarmene altre. Sono considerazioni perlopiù di carattere logico-razionale e so bene che Dio e ragione non vanno d'accordo, ma d'altra parte a me hanno insegnato a ragionare razionalmente e io questo faccio. La prima considerazione è che, a livello dottrinale, almeno per quanto ne so io, le preghiere, intese come richieste a Dio di miracoli, favori, o comunque esau

Tra classici e best sellers

Umberto Eco, più o meno a partire dal minuto 2:00 di questo suo intervento , osserva una cosa molto interessante. Noi, oggi, in letteratura tendiamo a distinguere tra i cosiddetti classici e i best sellers, ascrivendo i primi a tutta quella serie di libri, generalmente appartenenti a un passato più o meno remoto, che possono essere inseriti in un canone e che sono considerati seri e fondamentali per la nostra cultura; i secondi a quel genere letterario contemporaneo prevalentemente composto da libri più "leggeri" che in genere si leggono per diletto. Qual è l'osservazione di Eco? Che anche quelli che oggi consideriamo classici in passato sono stati best sellers. Lo era la Bibbia, lo erano I promessi sposi, e lo erano anche molti testi che poi, per qualche motivo, non sono sopravvissuti. Della poetica di Aristotele, ad esempio, ci sono arrivate alcune tragedie di Sofocle mentre altre sono andate perdute; nel 1700 a Dante non lo poteva vedere più nessuno, tanto che ci è m

Ferie

Mentre domani tutti rientrano al lavoro e alle rispettive attività, io comincio quindici bei giorni di ferie. Ci sta, no?, dal momento che il periodo natalizio l'ho passato lavorando. Programmi? Niente di che: libri, passeggiate (se non farà troppo freddo), pianoforte, forse qualche racconto da buttare giù e, cosa più importante, quindici giorni di libertà dalla schiavitù della sveglia alle 5:45 del mattino. Sarebbe bello che facesse la neve, mi piacerebbe aprire le finestre, appena sveglio, e trovare tutto bianco.  Vabbe', forse chiedo troppo :-)

Il film su Craxi

Sta per uscire un film su Craxi. Ai tempi in cui lui e la sua cricca imperavano io ancora non mi interessavo di politica, ricordo solo che in tv lui c'era sempre, in ogni telegiornale, su ogni canale che passava lui o qualcuno dei suoi c'era. Poi, successivamente, ho approfondito qualcosa su di lui seguendo le vicende televisive dell'imprenditore Berlusconi, a cui Craxi era legato da un forte rapporto improntato al do ut des - forse, senza Craxi, la storia del Berlusconi imperatore delle televisioni avrebbe preso un'altra piega. È probabile che il film avrà una forte caratterizzazione revisionista, dal momento che viviamo in un periodo storico in cui tutto è oggetto di revisioni più o meno campate per aria. Per chi fosse interessato, qui c'è un bel post del sempre ottimo Gilioli in cui si spiega sinteticamente cos'è stato il craxismo nel nostro paese.

Risposte sproporzionate

Dice il guerrafondaio: "Se l'Iran dovesse attaccare qualunque persona o obiettivo americano gli Stati Uniti colpiranno subito anche in maniera sproporzionata." Quindi, per capirci, il presidente di un paese dà mandato al suo esercito di uccidere un esponente militare di un paese terzo e sovrano, perpetrando ciò che a tutti gli effetti è un atto di guerra. Se il paese offeso tenterà qualche reazione sarà colpito da quello che ha scatenato l'offensiva con ancora maggiore violenza. Per capirci, è come se all'uscita di scuola un bullo prepotente prendesse a botte un compagno di scuola e poi gli dicesse che se reagirà gliele darà ancora più forte. Il guaio è che qui non stiamo parlando di schermaglie tra ragazzini di scuola, ma di azioni sconsiderate che potrebbero avere effetti imprevedibili sui già delicati equilibri geopolitici di vaste zone del mondo. E questo la dice lunga circa la conferma dei sospetti che si ebbero già all'indomani dell'insediamento al

Tre racconti di Mann

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Qua a Santarcangelo, la prima domenica di ogni mese c'è il mercatino della roba usata, che noi usiamo chiamare, in maniera ironica, il "mercato dell'immondizia". Bancarelle sparse in piazza vendono mobili vecchi, quadri vecchi, improbabili utensili antichi di ogni tipo e naturalmente libri usati. Di solito mi fiondo su quelli e lascio perdere tutto il resto, e mi capita spesso di trovare cose interessanti. Oggi, ad esempio, ho trovato questo libro di Thomas Mann che raccoglie i tre racconti che vedete nell'immagine. Perché proprio questo? in realtà è già da parecchio tempo che cerco La montagna incantata, sempre di Mann, di cui ho sentito parlare Galimberti in una sua conferenza. Non sono ancora riuscito a trovarlo ma non demordo. Nel frattempo l'occhio mi è caduto appunto su questo e l'ho preso al volo, memore di una lettrice blogger (non ricordo più chi) che qualche tempo fa ne parlò nel suo blog. E niente, il tempo di finire Il barone rampante e mi c

L'alcol va bene?

Le sei persone morte stanotte in Trentino sono state uccise da un ventottenne italiano che guidava ubriaco . Così come da un ragazzo in stato di ebbrezza sono state uccise un paio di settimane fa le due ragazze nella zona di ponte Milvio di cui si è tanto parlato. Se otto persone nel giro di pochi giorni sono morte per mano di persone ubriache, a me viene da pensare che un problema di diffusione di alcol nel nostro paese ci sia. Eppure non mi sembra che la questione alcol sia oggetto di grosse attenzioni da parte delle istituzioni; non ho mai sentito Salvini o la Meloni, ma anche nessun altro, twittare o fare comizi in piazza parlando di questo problema. Eppure è un problema reale, ed è un problema che incide sulla sicurezza delle persone, come dimostra la cronaca di ogni giorno. Visto che è un problema che ha a che fare con la sicurezza, io mi aspetterei che un politico che sulla sicurezza ha costruito una intera carriera politica, domattina si alzasse ed emanasse un provvedimento

Il falso testamento

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Una delle più recenti, e più documentate, conferenze di Mauro Biglino.

Zalone e i migranti

Mentre guardavo il film di Checco Zalone sui migranti, oggi pomeriggio, pensavo che il fenomeno dell'immigrazione è diventato in questi ultimi anni una specie di miniera d'oro. Lo è per molti cantanti che hanno scritto pezzi sul tema, per il cinema (il film di Zalone sta battendo ogni record di incassi) e lo è soprattutto per la politica: partiti e personaggi politici con pochissimi scrupoli hanno accumulato e continuano ad accumulare consensi altissimi, in Italia ma anche altrove, sfruttando opportunamente la paura (immotivata) del fenomeno. Riguardo al film, cosa dire? È certamente istruttivo, se così si può dire, in quanto la descrizione del viaggio che intraprendono i migranti che partono dall'Africa subsahariana per arrivare in Europa (deserto, lager libici, attraversamento del Mediterraneo) è tutto sommato ben resa e non sarebbe male che qualche leghista lo guardasse giusto per aprire un po' gli occhi sul fenomeno. Per il resto, si avverte sempre quel leggero stri

Ancora sulla chiusura della DIMAR

Ogni tanto mi arriva qualche commento - l'ultimo poco fa - a un post, questo , che scrissi più di dieci anni fa, post in cui parlavo della chiusura della DIMAR. Ogni volta che succede lo rileggo e... ancora mi assale quel sottile senso di malinconia.

Soleimani di qua e di là

Non sono un esperto di politica estera, tanto meno di faccende mediorientali, già molto complesse di per se stesse, e mi pare che questo mio capirci poco sia prerogativa anche della maggior parte del mondo politico nostrano e non solo. Deduco ciò dal fatto che il tenore delle reazioni all'azione omicida ordinata da Trump non si basa su analisi oggettive di ciò che è successo ma sulla fede politica dei commentatori. Da esponenti di destra arrivano generalmente elogi, da esponenti di sinistra generalmente stigmatizzazioni (uso i termini destra e sinistra come macrocategorie per rendere l'idea). E questo sia che ci si riferisca all'Italia (Salvini elogia Trump, Zingaretti lo stigmatizza), sia che ci si riferisca all'Inghilterra (i conservatori elogiano e i laburisti condannano) o agli stessi USA. Io, che come ho detto non ho un'idea precisa, taccio. L'unico aspetto che mi inquieta della vicenda è che un uomo, in questo caso Trump, un bel giorno si alzi e decida di

Ritorno ai classici

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Quest'anno ho deciso di concedere minore spazio alla saggistica e maggiore alla narrativa, in particolar modo ai classici. Questo perché ho tantissimo da recuperare in questo settore e ci sono libri celeberrimi di cui ho sempre sentito parlare ma che non ho mai letto. Non è che nell'anno appena concluso non ne abbia letto nessuno, naturalmente, penso ad esempio a Madame Bovary, Moby Dick, Delitto e castigo, I dolori del giovane Werther, Il grande Gatsby, Il giovane Holden e altri, ma rispetto alla totalità di quelli letti rappresentano una parte molto minoritaria. Non so se Il barone rampante, primo libro di questo 2020 appena iniziato, si possa considerare un classico in senso stretto, anche perché, generalmente, il termine classico rimanda a periodi anteriori a quello in cui Calvino lo scrisse, che è il 1957. Comunque, insomma, immagino sia chiaro dove voglio andare a parare. Queste sono le intenzioni. Poi, si sa, coi libri è sempre abbastanza azzardato tentare di pian

La fine dei Sapiens

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Ho terminato poco fa quello che probabilmente è il libro più bello che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni e sicuramente quello che ho sottolineato di più e a cui ho fatto più orecchie. È un saggio storico-scientifico che racconta in cinquecento pagine la storia della nostra specie, gli Homo Sapiens, partendo dal loro più lontano progenitore, un essere umano che 2,5 milioni di anni fa fece la sua comparsa in un vasto territorio dell'Africa occidentale e da lì partì alla conquista del pianeta. È soprattutto la storia di come noi Sapiens siamo riusciti a sbaragliare la "concorrenza" e tutte le altre specie di "Homo" e a divenire i padroni incontrastati del mondo, impresa che abbiamo compiuto utilizzando una facoltà apparentemente banale: l'immaginazione. Siamo stati cioè la prima specie animale capace di inventare religioni, leggi, enti giuridici ecc., tutte cose che nella realtà non esistono ma che vengono accettate da tutti e che hanno costitui

Cellulari

Sala d'attesa del medico. Quindici persone (le ho contate), di cui quattordici, me compreso mentre scrivo questo post, con cellulare in mano. Mi viene in mente quanto lessi tempo fa in un libro di Paolo Crepet, e cioè che il cellulare è l'oggetto tecnologico maggiormente diffuso nel mondo. Nient'altro ha goduto di un successo anche lontanamente paragonabile; non la televisione, non i frigoriferi, non le automobili. E in quel libro Crepet citava un passaggio di un'intervista all'allora CEO di Apple secondo cui l'obiettivo delle maggiori aziende tecnologiche è dotare di telefonino ogni abitante del pianeta. Obiettivo inquietante, a prima vista, ma visto l'andazzo direi a portata di mano.

Lo stipendio della prefetta

Non so quale sia l'entità dello stipendio di un prefetto, immagino qualche migliaio di euro al mese. Probabilmente è per questo che mi ha sorpreso la vicenda accaduta a Cosenza, dove la locale prefetta è stata  messa ai domiciliari per una tangente di settecento euro ricevuta da un imprenditore, cifra che Mario Chiesa, al suo confronto, sembra John Gotti.

La "ciccina"

Se a sedici anni ancora gli prepari il toast alle quattro del pomeriggio per la sua merendina, glielo tagli a quadrettini e glielo porti nel piattino in camera mentre il "piccino" sta spaparanzato sul letto con le cuffie, c'è qualcosa che non va; se a sedici anni ancora vai lì a tagliargli la "ciccina" e a portargli via i fili di grasso perché potrebbero fargli male, c'è qualcosa che non va. Ancora. Se sei più vicino ai trenta che ai venti e ancora non hai deciso cosa fare della tua vita (neppure una vaga idea), standotene comodamente al calduccio del facoltoso focolare domestico, c'è qualcosa che non va. Io a diciotto anni ho fatto il militare e poi ho iniziato a lavorare, senza una meta precisa, ma mi sono dato da fare, mi sono impegnato e oggi, dopo trent'anni, sono sopravvissuto ai vari ridimensionamenti degli anni della crisi e lavoro ancora nella stessa azienda. A poco più di vent'anni ero già sposato e padre, una idea di come indirizzare l

L'era dello shopping

"L'economia capitalistica moderna, se vuole sopravvivere, ha come imperativo il costante incremento della produzione: è come un pescecane che deve nuotare incessantemente per non soffocare. Produrre, di per sé, non basta. Ci deve essere anche qualcuno che compra i prodotti, altrimenti gli industriali e gli investitori falliscono. Per evitare questa catastrofe, e per essere sicuri che la gente comprerà sempre ogni novità prodotta dall'industria, si è creata una nuova etica: il consumismo. Nel corso della storia, la maggior parte dell'umanità è vissuta in condizioni di penuria. La parola d'ordine era quindi frugalità. L'austera etica dei puritani o quella degli spartani non sono che due esempi tra i più famosi. Una persona retta evitava i lussi, non buttava mai via il cibo e rattoppava i pantaloni rotti invece di comprarne un nuovo paio. Solo i re e i notabili potevano permettersi di rinunciare pubblicamente a tali valori e sfoggiare senza riguardo le proprie ri