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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

The Wall

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Quarantuno anni fa, come oggi, usciva l'undicesimo album dei Pink Floyd: The Wall . Non so se tra i miei 32 lettori ci sia qualcuno che non ne ha mai sentito parlare. In caso ci sia, sappia che è un album mitico, leggendario, inarrivabile, articolato, psicologico, onirico, oscuro, a tratti complesso, ispirato, coinvolgente, accattivante, duro, sferzante, cattivo anche, ma anche dolcissimo e poetico. Forse la più bella opera rock che sia mai stata scritta dalla nascita di questo genere di musica.

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Ho sempre pensato che chi legge un libro, in qualche modo lo riscrive. L'autore porge delle indicazioni ma poi è il lettore che deve saper ricostruire con la sua immaginazione e il suo sapere il mondo in cui si trova a vivere attraverso i corpi estranei dei personaggi. Per questo considero la lettura una vera gioia amorosa, non per i contenuti che mi offrono i libri ma perché leggere è un grande esercizio di soggettività. Leggendo ci si fa soggetto di una storia, di un discorso, di una riflessione, di una fantasia, di un sogno. E l'intensità di questo farsi non ha limiti, non ha cesure. È anche per questo che non si può scrivere se non si legge. Senza il lettore la scrittura non esiste e senza la scrittura il lettore non esiste. Il rapporto tra chi legge e chi scrive, pur essendo un rapporto tra due corpi, non è l'incontro naturale tra due persone che si parlano, si capiscono, si riconoscono: la comunicazione tra i due passa attraverso una convenzione molto complessa che è

Altri 132 voti

Leggo che Donad Trump ha speso tre milioni di dollari per fare effettuare il riconteggio dei voti in due contee del Wisconsin, tra cui Milwaukee. Terminato il riconteggio, la commissione elettorale incaricata dell'operazione ha assegnato a Biden altri 132 voti erroneamente non attribuitigli dopo il primo spoglio elettorale. E niente, dal presidente (per fortuna ex) più ridicolo della storia degli USA, è tutto.

L'uccisione del drago

Ho appena terminato L'uccisione del drago , uno dei racconti di Dino Buzzati contenuti nel libro Sessanta racconti (ogni tanto, tra la fine di un libro e l'inizio del successivo, mi distraggo un po' leggendo altro). Il racconto in questione l'ho trovato brutto, scadente: privo di mordente, infantile, sconclusionato, e poi quel finale tronco che praticamente è un non-finale.  Ho spesso lasciato a metà e cestinato i miei racconti, quando li scrivevo, perché a volte, rileggendoli, li trovavo brutti, sconclusionati, infantili, privi di mordente, e adesso scopro che le stesse impressioni le provo leggendo alcuni racconti di Buzzati. Intendiamoci, non mi paragono certo a lui, non intendo ridicolizzarmi, solo mi rendo conto che a volte, forse, sono stato troppo severo nei confronti delle mie, pur limitate, velleità narrative.

Televisione e scienza

Una volta, in TV, c'era Piero Angela che spiegava la scienza e la voce ufficiale della scienza in TV era Piero Angela. Stop. Oggi ho come l'impressione che tutto il suo lavoro di anni e anni di meritoria divulgazione sia stato buttato nel cesso dalla pletora di scienziati e pesudoscienziati che affollano ogni canale nell'arco delle 24 ore, un affollamento con relativo profluvio di pareri, spesso contrastanti tra loro, che è inevitabile che generino e diffondano dubbi e timori generalizzati, specie in una massa indistinta di persone che, triste realtà del nostro paese, con la scienza ha pochissimo feeling (la diffusione dei vari no-vax, terrapiattisti ecc. origina da qui). Ora, se io mi imbatto in un dibattito televisivo sui vaccini tra, che ne so?, Roberto Burioni e Red Ronnie non ho difficoltà a capire chi dei due racconta palle, perché so che il primo è uno scienziato che li studia da quasi quarant'anni e il secondo è un disc jockey che parla di vaccini dopo dieci min

Il golpe Borghese

Forse non tutti sanno che nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 1970, in Italia era prevista l'attuazione di un colpo di stato militare organizzato da Junio Valerio Borghese, con la complicità della P2 di Licio Gelli (lui c'è sempre), Cosa nostra e Avanguardia nazionale assieme a una componente rilevante del mondo politico, dei servizi segreti e delle forze armate. Valerio Borghese, militare del Regio esercito che poi si schiererà con la Repubblica sociale italiana, organizzò il golpe militare per impedire che il Partito comunista italiano, che in quegli anni aveva in Italia il consenso più alto tra tutti i paesi europei, andasse al governo.  Per motivi mai del tutto chiariti, poche ore prima dell'orario stabilito e con molti appartenenti al complotto già operativi, Borghese annullò tutto, fuggendo successivamente in Spagna per sfuggire agli arresti.  Mi sono imbattuto per caso in questo video in cui il bravissimo Massimo Polidoro riesce a raccontare in un quarto d'o

Normalità

Non so se ci avete fatto caso: cinque, sei, settecento morti al  giorno stanno diventando la normalità, non ci facciamo più neppure caso, sono ormai normale contabilità da affiancare alle previsioni del tempo o ai problemi di Totti.  Non è una critica, eh, né stigmatizzazione di un atteggiamento apparentemente improntato al cinismo. Anche perché presumo che tale atteggiamento sia il risultato di un preciso processo mentale e psicologico più che di cinismo.

Un'altra leggina per lui

A dimostrazione (una delle tante) che nel nostro paese i cambiamenti sono solo di facciata, mai di sostanza, c'è la polemicuccia di queste ore in merito a un provvedimento salva-Mediaset che il governo starebbe per infilare in uno dei prossimi decreti, provvedimento in merito al quale, anche qui prassi consolidata, tutti, ora che la storia è venuta a galla, ne disconoscono naturalmente la paternità. Per chi si interessava di politica negli anni infausti in cui il tipo delle cene eleganti era al centro dell'agone politico, questo non è in realtà nient'altro che un simpatico déjà vu. E oggi, incredibilmente (neanche tanto, poi), in mezzo a una pandemia globale e a un disastro economico e sanitario senza precedenti (disoccupazione a due cifre, tracollo del Pil e altro) siamo tornati ancora lì a fare leggine confezionate appositamente per lui, come se non fosse tutto un orribile già visto, già sentito, già vissuto. Siamo senza memoria, senza pudore, e ancora diamo incredibilme

Parole amate

Stavo pensando che gran parte della mia vita si svolge in mezzo alle parole. Parole lette (una marea) e parole scritte (una marea più contenuta ma comunque importante, come testimoniano gli oltre 8000 post vergati su queste pagine). Le parole sono affascinanti. Quando si vive con le parole si impara ad amarle, anche a rispettarle, e ciò genera in chi vive con esse quel senso di fastidio che nasce quando ci si accorge che spesso vengono usate a caso, oppure che si eccede in strumentali forzature semantiche che ne alterano il significato precipuo.  Certo, la lingua non è qualcosa di statico, granitico; evolve, cambia, si modifica. Se leggete Buzzati, ad esempio, ma anche altri dello stesso periodo, trovate valige invece di valigie . E va benissimo, perché fino alla metà del secolo erano corrette entrambe le diciture, a differenza di oggi. Amo talmente le parole che ho intenzione di comprare un dizionario etimologico. Sì, lo so, c'è Google, ma lo voglio cartaceo, come cartacei sono t

Voce nel deserto

È quasi commovente la ostinazione con cui questo papa continua a scagliarsi , quasi quotidianamente, contro i mali del sistema economico globale, quel sistema estremamente squilibrato in cui il 20 per cento dell'umanità consuma l'80 per cento delle risorse con tutto ciò che ne consegue in termini di ingiustizia sociale, aumento della povertà, delle diseguaglianze, e che è in massima parte responsabile della migrazione di milioni di persone.  Non è un papa comunista, come molti, ironicamente e superficialmente, lo definiscono a destra, è semplicemente un papa che a differenza dei suoi predecessori mette le persone davanti ai principî e che trova sintonia con chi si batte per tornare a un modello sostenibile di economia. Poi, certo, si tratta di appelli che non serviranno a nulla, perché il mondo si è incanalato in una strada da cui ormai non può più tornare indietro, ma fa piacere che ancora ci sia una voce autorevole che cerca di tenere alta l'attenzione su questi temi.

Sulla morte

Sotto la giurisdizione della scienza, il "corpo biologico" ha diritto alla vita, intesa non come esistenza, ma come prolungamento quantitativo, sui cui sorveglia vigile la tecnica bio-medica nell'intento di garantire a ciascuno di giungere al termine del suo capitale biologico. Ciascuno è così espropriato della propria morte, non può morire come vuole, e quindi neppure vivere consumando come vuole la propria vita, perché il "diritto" a una morte naturale diventa anche il suo "dovere". Ma che cos'è una morte naturale se non quella che cade sotto la giurisdizione della scienza? In questo modo la scienza si ripropone surrettiziamente come colei che tiene la barra tra la natura e l'irrazionalità che la minaccia, per cui può trasformare quel fatto inumano, insensato e assurdo che è la morte nella razionalità dell'evento naturale. Inclusa la "morte naturale" nello spazio della ragione, che è poi lo spazio che resta quando si esclude tut

Salvare il Natale

Sembra che ci sarà una "finestra" nelle restrizioni per "salvare il Natale," dicono. È palese, credo, che ciò che si vuole salvare non è il Natale in sé, del quale peraltro credo non freghi nulla a nessuno, ma l'indotto generato dalla festa; si vuole cioè salvare il lato economico-consumistico della ricorrenza religiosa.  Niente di male, intendiamoci, dal momento che la società che abbiamo costruito si regge su questo - non sto certo qui a fare moralismi. Sarebbe però ora che le cose cominciassero a chiamarle e a descriverle per come sono realmente. Ormai siamo  grandi, no?

Vaccino a gennaio?

Non so se, come dicono autorevoli personalità, il vaccino anti-covid sarà disponibile a gennaio. In ogni caso, che sia gennaio, febbraio o anche più avanti, non appena ci sarà la possibilità e il mio medico mi darà il suo benestare, lo farò, e i timori di eventuali effetti collaterali indesiderati non saranno maggiori di quelli che compaiono in occasione di ogni altra vaccinazione, tipo ad esempio quella contro la normale influenza. Questo per quanto mi riguarda, poi, ovviamente, ognuno si regoli come crede, dal momento che comunque non sarà obbligatorio.

Il Papa e la modella

Mi stavo chiedendo se la spiegazione più semplice non sia che il like l'ha effettivamente messo Bergoglio. Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. E poi, pensandoci, sarebbe la soluzione più in linea in relazione alla filosofia del rasoio di Occam, no? (Sto scherzando, naturalmente.) :-)

La maestra e i personaggi squallidi

Leggendo della maestra d'asilo licenziata a Torino  ho pensato alcune cose. La prima è che tutti i personaggi che ruotano attorno a questa storia sono infinitamente più squallidi e peggiori dell'involontaria protagonista; la seconda è che se questa vicenda fosse capitata a me, ai tempi in cui le mie figlie andavano all'asilo, la mia preoccupazione maggiore non avrebbe riguardato il modo in cui la loro maestra nel suo privato viveva la propria sessualità, mi sarei preoccupato semmai che le mie figlie non fossero cresciute come i personaggi squallidi che con la loro meschinità e il loro bigottismo ne hanno provocato l'ingiusto licenziamento.

Stay

Stavo ascoltando Stay , di Jackson Browne, poco fa, e mi è venuto in mente che Jackson Browne lo conobbi tramite un amico dei tempi dell'adolescenza. All'epoca io ero uno dei ragazzetti che frequentavano la parrocchia, e nella cerchia della compagnia c'erano dei ragazzi un po' più grandi che guidavano i vari gruppi. Lui era uno di questi. Oltre a farmi conoscere Jackson Browne mi insegnò i rudimenti della chitarra, i primi accordi. Poi, col tempo, ci siamo persi di vista e ognuno è andato per la sua strada. Io sono rimasto un umile operaio che abita ancora nello stesso posto di allora; lui, da quello che so, è attualmente uno stimato ricercatore in ematologia in una prestigiosa università canadese, credo a Hamilton. Strana la vita, imperscrutabili le strade su cui si incamminano le persone.

Perché è nato l'universo

Si può tornare indietro nel tempo? Nei film e nelle serie tv, sì, si può fare. Chi ha visto ad esempio la serie Dark - I segreti di Winden, serie che ho terminato a fatica tra reiterati sbadigli e assopimenti in corsa, sa di cosa parlo. Ma anche nella realtà si può tornare indietro nel tempo, e gli scienziati lo fanno tutti i giorni. I fisici delle particelle che lavorano al CERN di Ginevra, ad esempio, lo fanno abitualmente, facendo correre e scontrare protoni a velocità prossime a quella della luce e ad altissima energia nel tunnel di 27 chilometri che si trova sotto i laboratori. Così facendo, ricreano le condizioni ambientali assomiglianti a quelle degli istanti successivi al leggendario Big Beng, l'evento che 13,8 miliardi di anni fa diede origine all'universo. Ma ci sono altri modi per viaggiare all'indietro nel tempo, come ad esempio osservando le stelle. La luce di quelle più vicine a noi e visibili a occhio nudo, ad esempio, è stata emessa grosso modo circa tre ann

Carola Rackete

Ho ammirato e stimato Carola Rackete quando, due estati fa, disattendendo le direttive disumane del ministro della paura, entrò in porto a Lampedusa e fece sbarcare il suo carico umano salvato dal naufragio. Continuo ad ammirarla anche adesso, dopo che in Germania è stata fermata dalla polizia per aver manifestato in difesa di una foresta di alberi secolari, destinati ad essere abbattuti per fare posto al prolungamento di un'autostrada. Ammiro questa ragazza perché, in generale, il suo agire è improntato a degli ideali. Ideali che possono essere condivisibili o meno, questo è pacifico, ma comunque giusti, e in entrambi i casi improntati alla considerazione dell'uomo come fine e mai come mezzo, cosa che predicava già più di due secoli fa un certo Kant.

Natale e pandemia

Trovo abbastanza irritante tutta la polemica attorno alle festività natalizie: parenti sì, parenti no, cenone sì, cenone no. Siamo dentro a una pandemia globale e molti non ne hanno ancora compreso la gravità, evidentemente. E poi, e qui parlo a titolo personale, ho sempre trovato il pranzo di Natale coi parenti uno dei supplizi più noiosi e irritanti dell'intero anno, probabilmente anche a causa della mia misantropia. Quest'anno, finalmente, il pranzo non si farà. Sapete cosa vi dico? Alleluia! Ma in generale, rivolgendomi a chi queste cose le apprezza (va benissimo, intendiamoci), chiedo: possibile che sia così difficile rinunciare per una volta a qualcosa di caro in nome del bene comune? Non siamo stati capaci di rinunciare alle discoteche, alle vacanze, ai divertimenti, non abbiamo rinunciato a nulla, ce ne siamo bellamente sbattuti, e ce ne sbattiamo ancora, di ogni basilare accorgimento di sicurezza, e adesso ci troviamo di nuovo in emergenza: non vogliamo neppure saltare

Di vaccini e di barbieri

Giovedì mattina, dal barbiere. Mi siedo aspettando il mio turno. Nel frattempo il barbiere taglia gli ultimi ricci al tizio che c'è prima di me. I due chiacchierano.  "Va' là che se anche arriva il vaccino io non lo faccio: va' a capire cosa ci mettono dentro. Quello magari ti guarisce dal covid e ti fa ammalare di qualcos'altro. Io non mi fido" dice il tipo sulla poltrona.  "Eh, mi sa che non lo faccio neanch'io," replica il barbiere, "hanno fatto troppo presto, non può essere una cosa buona. E poi io non mi sono mai fidato troppo dei vaccini." Ora, premesso che un vaccino non guarisce perché non ha effetti terapeutici ma solo preventivi (qui siamo proprio all'ABC, eh), noto che in generale le italiche genti si dividono tra chi prega che il vaccino arrivi il prima possibile (io sono tra questi) e chi, anche quando arrivasse, dice già che non lo farà perché non si fida. Tra l'altro, il discorso che ho sentito dal barbiere non è

Patriots

Esattamente quarant'anni fa usciva Patriots, uno degli album più belli e meno venduti di Franco Battiato. L'anno dopo, 1981, vedrà invece la luce il leggendario La voce del padrone, primo album di un cantautore italiano a superare il milione di copie vendute. Patriots conteneva già tutti gli elementi che avrebbero poi fatto il successo travolgente de La voce del padrone, ma non se ne accorse nessuno, tutti impegnati coi vari Battisti, Baglioni con le loro nenie in stile cuore e amore che guardavano al pubblico romantico dei cuori infranti. Battiato era già oltre. Per quei tempi era uno che veniva dal futuro, fuori da ogni schema fino ad allora conosciuto, col suo pop acustico/elettrico/elettronico a tratti facile, a tratti difficile, e quei testi provocatòri, colti, infarciti di citazioni letterarie, tanti piccoli quadretti solo apparentemente stralunati e occhieggianti al nonsense.  Quando uscì Patriots ero ancora un imberbe ragazzetto e ricordo perfettamente che cosumai la mu

La fiera interrotta

Tra le tante cose che il covid si è portato via c'è la fiera di San Martino, che affonda le sue radici nella notte dei tempi e che per i santarcangiolesi ha una valenza quasi identitaria. Nell'immaginario collettivo, infatti, al sentire nominare Santarcangelo di Romagna si fa immediatamente l'associazione con la fiera di San Martino o viceversa.  A livello pratico, a dire il vero, non è che della cosa m'importi granché. È infatti già da qualche anno che evito di andarci, cioè da quando la mia allergia per la folla e il casino si è aggravata. Anche il livello qualitativo della stessa fiera non è più quello di un tempo. L'anno scorso, ad esempio, vi ha tenuto una specie di comizio Salvini, perfettamente a suo agio e in completa simbiosi coi tanti cantastorie che tradizionalmente popolano le strade di Santarcangelo durante i giorni della fiera. Se ne riparlerà il prossimo anno. Forse.

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( Perché non sono cristiano , Bertrand Russell, 1976)

Il trumpismo è vivo

Nelle presidenziali del 2016 Trump ebbe 62.984.828 voti. In quelle dello scorso weekend ne ha avuti 71.333.864. Sono otto milioni e passa di voti in più rispetto a quattro anni fa. Poi, certo, Biden ha vinto grazie a una straordinaria mobilitazione dei democratici e perché un po' ci ha messo lo zampino il Covid, emergenza sanitaria gestita da Trump in modo scandaloso, ma è evidente che, se Trump ha perso, il trumpismo è invece vivo e vegeto, molto più vivo di prima. Biden e i democratici tutti dovranno tenere bene in mente questa cosa, nei quattro anni che hanno davanti, e dovranno fare ogni sforzo per mantenere la fiducia accordata a loro dall'elettorato per riuscire a "sgonfiare" la bolla purulenta del trumpismo, perché Trump ha già annunciato l'intenzione di ricandidarsi fra quattro anni.

Biblioteche

Non posso fare a meno di notare, con un certo disappunto, come questa seconda ondata pandemica sia affrontata, dal punto di vista delle restrizioni, riproponendo alcune delle più vistose incongruenze già viste nella prima. Mi riferisco, ad esempio, al fatto che le biblioteche sono state militarizzate mentre per i bar vige il solito tana libera tutti. Oh, intendiamoci, i motivi sono facilmente intuibili, però, come dire, rimane sempre quel fastidioso disappunto di cui sopra. A parziale consolazione c'è il fatto che l'Emilia Romagna non è stata fatta diventare arancione dal vertice governativo di ieri, è rimasta gialla, quindi posso continuare a uscire dal mio comune e fare i miei giretti a Santarcangelo.

Cambi di orario

Da oggi, dopo trent'anni in cui ho sempre fatto lo stesso orario di lavoro (6:30 - 14:45), cambierò, e il nuovo orario sarà 14:45 - 23. Sono quei cambiamenti che, dopo una vita, possono creare un attimo di destabilizzazione. Ma penso di sopravvivere.

Il grande tessitore

Sono appena tornato da una camminata di un'ora e mezza durante la quale ho ascoltato, per intero, questa bellissima lezione del professore Alessandro Barbero su Camillo Benso, conte di Cavour, colui che fu definito "il grande tessitore" (ma è stato anche un grande tassatore). Dall'accordo con Napoleone III alla decisione di non intervenire per fermare l'impresa di Garibaldi, fino alla formazione del primo governo dell'Unità d'Italia, da lui presieduto, con lo stesso Giuseppe Garibaldi tra i deputati. Una pagina bellissima della nostra storia risorgimentale con protagonista colui che già all'epoca, nel bene e nel male, riassumeva in sé i tratti caratteriali dell'italianità e degli italiani sia in politica che nella società. Ancora una volta, un grande Alessandro Barbero, ma soprattutto un grande Cavour.

WhatsApp è al nostro servizio o noi al suo?

Mi sono spesso sentito rimbrottare amichevolmente perché non ho replicato tempestivamente a un messaggio arrivatomi su WhatsApp. Perché devo rispondere tempestivamente? WhatsApp è uno strumento che è comodo, certo, ma tale comodità non deve rendere schiavi dello strumento, è lo strumento che è al nostro servizio, non noi al suo. Ho citato WhatsApp a mo' di esempio, ma il discorso vale per ogni altro sistema di comunicazione elettronica, comprese le mail, ad esempio (quante volte dopo l'arrivo di una mail arriva una telefonata in cui l'estensore chiede perché non gli sia ancora arrivata risposta?).  Anche per i commenti al blog vale lo stesso discorso. Non mi sono mai sentito in obbligo di replicare tempestivamente ai commenti che chi passa di qui lascia in calce ai miei post. A volte, se notate, passano diverse ore, anche giorni, prima che replichi, ma non per snobismo o altro, semplicemente perché cerco di evitare in ogni modo che un passatempo si trasformi in ossessione.

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(da Perché non sono cristiano , Bertand Russell, 1976)

Lezione

Si può trarre una morale dalla sconfitta di Trump? Forse sì: i sovranisti cazzari e sguaiati non vanno delegittimati da stampa, TV, iniziative politiche e o giornalistiche. Certo, si può fare anche quello, anzi a volte è doveroso farlo, specie quando si tratta di mettere alla berlina le loro palesi incompetenze e stupidità, ma il modo migliore per sloggiarli è farli governare. Metterli alla prova, verificare sul campo le loro qualità è il modo migliore per toglierseli dai piedi in maniera naturale, col voto, alla tornata elettorale successiva. 

Quand'ero bambino

Quand'ero bambino e perdevo a briscola, scala quaranta, oppure a dama quando giocavo con mio fratello o con gli amici, trovavo mille scuse e mille pretesti pur di non ammettere la sconfitta, davo a mio fratello dell'imbroglione, oppure del baro (che poi è la stessa cosa), e lui faceva altrettanto nei miei confronti pur di non riconoscere la sua, di sconfitta. Eravamo piccoli, ci stava. Poi, crescendo, si impara a perdere e ad accettare le sconfitte. Lo fanno tutti, o quasi tutti. Quando questo non accade, e a comportarsi così è uno che oltre a non essere più bambino è anche un (ex, fortunatamente) presidente di una nazione, lo spettacolo che il soggetto in questione offre è solo ed esclusivamente patetico.

Biden senza Vittorio

Sono molto contento della vittoria di Joe Biden, così come mi felicito del fatto che gli USA (rinsaviti?) abbiano mandato a casa dopo un solo mandato (credo sia un caso rarissimo nella storia americana) il peggior presidente che abbiano mai avuto. Ho un solo rammarico: non aver avuto il grande Vittorio Zucconi, giornalista ma soprattutto scrittore che ho sempre ammirato, a raccontare a modo suo questa vittoria. 

Due articoli interessanti

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Come probabilmente i miei lettori di più vecchia data sanno già, per motivi di lavoro mi passa per le mani tutto ciò che esce nelle edicole. Stamattina mi sono imbattuto in due articoli abbastanza interessanti. Uno lo vedete nell'immagine qui sotto. Paolo Fox, per quei pochi che non lo sapessero, è un astrologo che bazzica in televisione e che alla fine di ogni anno pubblica un libro per dire come sarà e cosa succederà nell'anno successivo. Ci azzecca? Per rispondere alla domanda basta dire che in quello dell'anno scorso, in cui prevedeva ciò che sarebbe successo quest'anno, non c'è un solo accenno relativamente alla pandemia. Il mondo è alle prese con una tragedia sanitaria che lo sta mettendo in ginocchio e Paolo Fox non l'aveva previsto, preannunciando anzi a tutti i suoi seguaci un 2020 meraviglioso.  Naturalmente, non ci sono accenni neppure relativamente alla dipartita della lunga fila di personaggi pubblici che ci hanno lasciato quest'anno, tra cui

Coprifuoco

Nell'ultima versione del decreto anti-covid si parla di un coprifuoco nazionale alle 22 a partire da domani. La prossima settimana avrò il turno 14:45 - 23:00 e quando smonterò dal lavoro non ci sarà nessuno per strada. Già immagino che ogni pattuglia che incontrerò mi fermerà chiedendomi perché io sia in giro. Mi preparo.

Toti e gli anziani

L'uscita di Toti relativa agli anziani che non sono indispensabili perché non funzionali alla produzione non mi ha scandalizzato né stupito, l'ho anzi trovata perfettamente coerente e in armonia con l'impostazione che abbiamo dato alla nostra società. Per citare un po' Galimberti, se si vive infatti in un contesto sociale dove non si sa più cosa è giusto e cosa è ingiusto, cosa è vero e cosa è falso, cosa è corretto e cosa sbagliato, cosa è morale e cosa immorale, ma si sa solo cosa è utile e l'uomo viene visto esclusivamente come produttore e consumatore, perché indignarsi quando qualcuno dice (pure se involontariamente, ché il politically correct non si tocca) le cose come stanno?  La marea di indignati che si sono prontamente sollevati come un sol uomo, si sono mai dati un'occhiata intorno? Hanno mai guardato questa nostra società? Hanno una qualche pallida idea di come è organizzata e strutturata?

Il sesso nei "secoli bui"

Si usa generalmente l'espressione ironica "bentornati nel medioevo" in occasione di promulgazioni, o tentativi di promulgazione, di leggi di tipo repressivo in ambito sessuale, oppure morale o etico, leggi generalmente considerate retrograde, diciamo così. Da qui l'equivenza tra retrogradismo e medioevo. Altrettanto utilizzato è il riferimento a non bene precisati "secoli bui", coi quali viene generalmente indicata l'epoca medievale, nella falsa convinzione che la lunga fila di secoli che vanno dalla caduta dell'impero romano d'Occidente al rinascimento siano stati secoli di forte rigidità e retrogradismo non solo in ambito sessuale ma anche sociale. Niente di più falso, perlomeno per ciò che riguarda il sesso. Nonostante ciò che comunemente si crede, infatti, e che anche io credevo, nella società medievale il sesso era considerato né più né meno che uno dei tanti aspetti della vita, e in questa chiave era trattato e regolato, almeno fino a tutto