giovedì 29 ottobre 2009

Se anche i "panzoni" protestano

I "panzoni", naturalmente, sarebbero i poliziotti, quelli in ufficio, che appena qualche mese fa furono apostrofati così dal ministro Renato Brunetta. Sono tornati all'attenzione dell'opinione pubblica ieri, quando le organizzazioni sindacali della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria hanno sfilato per le strade di Roma per protestare contro i tagli del governo al comparto sicurezza.

Ora, intendiamoci, manifestazioni di questo tipo non sono una novità, né con questo governo né coi precedenti - tagli alla sicurezza, chi più chi meno, li hanno sempre fatti tutti -, ma questo è stato il primo, e speriamo l'ultimo, a mettere in pista le ronde. E' vero che non sono previsti finanziamenti dallo stato per questo scopo, ma è anche vero che dove non arriva lo stato arrivano i comuni e le province - quella di Milano ha stanziato in febbraio 250.000 euro per le ronde. Poi, che questa pagliacciata, almeno finora, sia stata sostanzialmente un grosso flop poco importa, ma i poliziotti giustamente si incavolano.

E nel mirino ci finisce appunto anche Brunetta:

«Noi difendiamo anche la tua sicurezza e tu ci ha preso in giro e ci hai dato dei 'panzonì », hanno urlato gli organizzatori della protesta passando sotto la sede del ministero della Funzione Pubblica in corso Vittorio Emanuele. Subito dopo una bordata di fischi si è alzata verso le finestre del ministero: «Lo sappiamo che sei chiuso dietro il tuo scranno d'oro - hanno aggiunto - perchè non vieni giù a parlare con chi ti difende?»
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«Questo governo vi ha dato le ronde - hanno detto rivolgendosi ai cittadini - hanno messo i soldi per questa vergogna invece che darli ai poliziotti».
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"Il taglio di circa tre miliardi di euro in tre anni al comparto sicurezza e difesa, unito agli effetti dell’ex decreto Brunetta ora convertito in legge - denunciano i sindacati -, sta producendo una pesante riduzione di personale a causa del mancato turn over e un innalzamento dell’età media dei poliziotti italiani, che ormai sfiora i cinquant’anni".
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Con questa giornata di protesta i sindacati delle Forze di polizia denunciano «le irresponsabili scelte del governo di ridurre di oltre 40mila unità il numero degli operatori in servizio, di sottrarre il 44% delle risorse alle attività operative e organizzative, di rinviare di tre anni il rinnovo del contratto collettivo di lavoro e di sottrarsi all’impegno di realizzare un nuovo modello di sicurezza che esalti le professionalità Sono scelte, queste del governo, che smentiscono gli impegni assunti in campagna elettorale, ed esprimono una sostanziale indifferenza verso il diritto alla sicurezza dei cittadini e verso i diritti professionali di chi in condizioni di crescente disagio assicura il massimo impegno a garanzia della convivenza civile e la sicurezza del Paese».

E' curioso, e fa anche un certo effetto, dopo tutto questo, andare un po' indietro nel tempo e provare a ricordare che questa maggioranza è andata al governo col cavallo di battaglia della sicurezza. Che ci ha fatto e ci fa tuttora, con media e giornali compiacenti al seguito, due scatole così con questa storia della sicurezza. Perché eravamo tutti a rischio: nelle città, nelle periferie, nei quartieri, nelle campagne. E per che cosa? Per giustificare l'introduzione delle agili e longilinee ronde, e fare così contenta la lega, a scapito dei "panzoni".

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