In un file rinvenuto nel computer sequestrato dalla Guardia di Finanza nella segreteria dell’ex direttore generale dell’Arpac, Luciano Capobianco, compaiono 655 nominativi e la maggior parte sono accompagnati dalla segnalazione di un esponente politico, dell’Udeur ma non solo, che li avrebbe raccomandati. Il documento costituisce uno degli elementi principali intorno a cui ruota l’inchiesta della procura di Napoli coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco. «Si tratta - è scritto nell’ordinanza emessa oggi dal gip Alfano - di raccomandati veri e propri che rispetto ad altri aspiranti privi di sponsor, disponevano della segnalazione di un referente politico che determinerà, nella maggior parte dei casi l’assunzione in violazione delle norme». In alunni casi è emerso che le segnalazioni venivano inviate dai soggetti interessati dal fax in uso allo stesso esponente politico di riferimento, in altri casi il curriculum sarebbe stato scritto a matita proprio dal politico.
L'inchiesta è naturalmente solo all'inizio, ma mi pare che sia l'ennesima conferma del livello raggiunto nel nostro paese dall'intreccio malaffare-politica. Lo so, non va mai bene generalizzare, ma se provate a guardare il panorama generale vi accorgerete che non c'è praticamente regione, in Italia, dove non ci sia un'inchiesta in cui c'entra un ente pubblico in combutta con qualche politico - anche qua a Rimini, naturalmente, non ce la siamo fatta mancare.
I motivi? Tanti. Non ultimo quello che sostanzialmente chi si trova implicato in faccende di questo tipo ha più di altri la possibilità di farla franca. Ce lo dice Strasburgo.
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