domenica 18 ottobre 2009

Poker face

Oggi rompo un tabù: svesto i panni del nostalgico di certa musica degli anni '70 e '80 (e anche prima) e vi propongo una canzone attuale: Poker Face. Calma, adesso vi spiego. Voi sapete (se non lo sapete ve lo dico io) che avere un paio di figlie adolescenti che vanno a scuola comporta - e qui il merito la colpa è anche della tecnologia (telefonini e pc) - che gran parte di quello che gira nella scuola stessa arrivi poi anche a casa.

Quando a scuola ci andavo io, ricordo che ci si scambiava le musicassette e i dischi di Vasco Rossi o magari De Gregori. Oggi non ci sono più né le musicassette né, tantomeno, i dischi (Vasco Rossi e De Gregori ancora sì), ma i telefonini. Si scarica da YouTube la canzone del momento, si mette sul telefonino e poi il bluetooth fa il resto. Siccome il telefonino oggi è sostanzialmente una scusa, perché ci si fa di tutto tranne che telefonare, ecco che la "musica" (il virgolettato è voluto) che gira a scuola arriva anche a casa. Il martellamento poi fa il resto. Probabilmente vi sarà capitato, qualche volta, di ascoltare per caso un motivetto, magari alla radio, o magari perché l'avete sentito canticchiare da un amico e di non riuscire più a togliervelo dalla testa. Ecco, il concetto è questo.

Poi, quando il martellamento supera il livello di guardia, quello cioè che consente di mantenersi entro il recinto dell'umana sopportazione, ecco che scatta inevitabilmente la domanda:

"Michela, ma come si chiama questa canzone?"

"Ma come? E' Poker Face, no?"
(ah, già, come posso avere certe lacune?)

"E chi la canta?"

"Lady Gaga, babbo..."
(il tono è di quelli "ma dove vivi?")

Eh già, dove vivo? Io, povero vecchietto, musicista, prossimo ai 40, che ancora sta lì a sognare davanti a certi dischi dei Pink Floyd o della PFM. Che ancora avverte muoversi qualcosa dentro quando sente certi incastri, certi passaggi di basso e batteria dei Genesis. E vabbè. Oggi c'è Lady Gaga che canta Poker Face, simbolo e apoteosi di una musica fredda, senza anima, senza imperfezioni, senza sbavature, una musica fatta in sala di registrazione con pc e campionatori invece che in sala prove come una volta.

Il bello è che l'effetto martellamento di cui parlavo prima, subdolo, produce l'"effetto fischietto". E quindi anche io mi ritrovo a canticchiare inavvertitamente Poker Face. Di più: la vado anche a cercare su YouTube. E la rovina è completa.

Buona domenica.

4 commenti:

Michele de Cerbo ha detto...

L amia ciccetta... non è certo adolescente (9 mesi la sett scorsa...), comq io sono pox ai 40 (39 2 mesi fa...) e ho tre nipoti di 13 15 e 17, ed uno zio (molto sprtivo anche se prox 40enne) spesso è più 'confidente' di un papà.... Soprattutto se scarica musica su 'commissione' e rifornisce e riempie i cell dei nipoti con tutto quello che capita... per loro gioia e gaudio.... Tutto per dirti che mentyre leggevo questo 'post' me la sono ridacchbiata di brutto... ma ti ho davvero 'stimato' PROFONDAMENTE!!!!!!!!!

Ciao Michele

Michele de Cerbo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
andynaz ha detto...

calcola che a me è successa la stessa cosa qualche settimana fa, anche se (non avendo ancora figli) in uno scenario diverso: le pubblicità delle suonerie in TV!! praticamente dopo la millesima volta che sentivo il ritornello dentro ad ogni brivido c'è la magia di un timido, mi decido a cercarla su google, per sapere di chi cacchio è che la canta... e questo è il risultato.

ora torno di là a flagellarmi... :-(

Andrea Sacchini ha detto...

pazzatoio:

Tutto per dirti che mentyre leggevo questo 'post' me la sono ridacchbiata di brutto

Beh, io me la sono ridacchiata mentre lo scrivevo... :-)


andy:

mi decido a cercarla su google, per sapere di chi cacchio è che la canta

E' la dimostrazione che a volte è meglio non sapere. :-)

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