sabato 17 ottobre 2009

Notizie in pillole (32)

I 5 peggiori. Non andiamo bene, e questo più o meno si sapeva - a parte qualcuno, qui, nei commenti, che ancora fino a pochi giorni fa sosteneva che sono tutte balle. Mi riferisco ai conti pubblici italiani, quelli che la Commissione Europea, alcuni giorni fa, ha dichiarato essere "insostenibili". Certo, siamo in buona compagnia - i nostri compagni di sventura sono Francia, Ungheria, Polonia e Portogallo -, dice sempre il documento di Bruxelles. Tremonti non si scompone più di tanto, affermando che si tratta di informazioni già acquisite. Poi sposa la linea che ha sempre seguito papi: "Però l'impatto può essere deleterio - ha aggiunto - credo che un eccesso di informazione sia deleterio". Come dire, al contadino non far sapere...

Fede vs Facebook. Continua la battaglia intrapresa da Fede contro Facebook. Dopo quello che vi avevo raccontato qualche giorno fa, cose che si commentano da sole, la campagna a base di balle e assoluta incompetenza in materia prosegue la sua marcia trionfale. E tutto con lo scopo irrealizzabile e patetico di chiudere Facebook e "quei siti di Facebook". Se volete farvi male (oppure ridere, fate voi) consiglio questo articolo di Claudio Messora.

Time vs governo italiano. Restando in tema di "guerre", vale la pena segnalare il non placarsi del casino suscitato dalle rivelazioni del Times, secondo cui gli 007 italiani avrebbero pagato i talebani per lasciare in pace i nostri militari impegnati in Afghanistan. La Russa intanto annuncia querele. E' piuttosto difficile venire a capo della vicenda - ognuno rimane sostanzialmente sulle proprie posizioni. Così, come pensiero personale, penso che non mi stupirei se venisse fuori che la notizia non è poi così campata per aria. Si sa che noi italiani ce l'abbiamo nel dna di pagare più o meno lecitamente per ottenere qualcosa.

Il video sul giudice Mesiano? Demenziale. Non lo dico io, anche se ovviamente mi associo, ma Antonio Ricci, il papà storico di Striscia.

«Quella roba lì? E che cos'era? Sembrava una cosa ridicola, una cosa che nemmeno una mente demenziale può concepire...»

Prendiamo atto. (a dire il vero tutta la vicenda meriterebbe ben più approfondite riflessioni; eventualmente ci tornerò sopra).

Prendere il toro per le corna. E' quanto ha affermato Berlusconi durante la sua visita di ieri a Sofia. Il riferimento è ovviamente al suo incubo fisso: la giustizia. Le due sberle recenti - sentenza Mediaset-De Benedetti e bocciatura lodo Alfano - hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e hanno convinto il perseguitato a vita da "certa magistratura" che è ora di farla finita. Lui vuole fare una riforma costituzionale della giustizia, in modo che l'Italia - dice lui - diventi "una democrazia vera, non soggetta al potere di un ordine che non ha legittimazione elettorale". Insomma, una democrazia a sua immagine e somiglianza dove ognuno può far quel che vuole senza nessuno che si metta di traverso. Fini, come al solito, si smarca, dicendo che una riforma di questo tipo va fatta con la più ampia maggioranza parlamentare possibile, ma lui niente, lui tira dritto dicendo che se serve si rivolgerà al popolo (e dàgli!). State pronti, nel prossimo futuro ne vedremo delle belle.

Il tassista e il 2012. Ci sono episodi che la dicono lunga sul tipo di condizionamento che la gente in generale può subire da certe trasmissioni idiote e dalla poca voglia di approfondire un pochino per cercare di capire come stanno le cose. Uno di questi è la famosa bufala della fine del mondo (una delle tante pronosticate finora e mai avverate) che dovrebbe avvenire nel fatidico 2012. Gilioli, sul suo blog, racconta una divertente (e al tempo stesso triste) conversazione avuta con un tassista di Roma. Ve la riporto pari pari qui sotto. Buon divertimento.

Taxista (piuttosto aggressivo): Lei è giornalista dotto’?
Io (mezzo assopito e temendo ritorsioni per via di un vecchio pezzo di Biondani): Eh? Uh? Perché?

Taxista (sgamato): Perché nun ce raccontate la verità.

Io (rimpiangendo già di non aver potuto prendere il trenino): Beh, sa, insomma, dipende…

Taxista (più gentile ma deciso a proseguire): No, nun dipende. Se non c’era Internet, io nun sapevo niente.

Io (rassegnato): Di che?

Taxista (contento): Daa fine der monno.

Io (a questo punto apro definitivamente gli occhi): Scusi?

Taxista: Aa fine der monno. Nel 2012. I giornalisti sanno tutto ma nun ce dicono gnente.

Io (in un vano sforzo illuminista): Mah, sa, io mi permetto di non crederci.

Taxista (maramaldo): Dite così perché nun ce lo volete dire. E lo sappiamo pure perchè nun ce lo volete dire.

Io (lo ammetto: a questo punto ormai la discussione mi ha preso): E perché?

Taxista (agitando pericolosamente la mano destra): Perché i giornali so’ de proprietà delle banche. E se in giro se sa che er monno finisce ner 2012, chi è che tiene i sòrdi in banca? Nessuno. Se li portano via tutti, per godersi ‘a vita. E le banche falliscono».

(cinque minuti di silenzio. Il taxi fa i centoventi sulla Colombo. Arriviamo sotto il giornale).

Taxista (complice, e in cerca di confidenze): Dica la verità dottò, ciò raggione o no?

Io (in un sussulto di dignità): Ma scusi, se nel 2012 il mondo finisce, che gliene frega alle banche di fallire?

Taxista (come se si aspettasse la mia sciocca argomentazione): Questo non lo so, ma se non gliene fregherebbe gnente, allora perché nun ce dicono la verità?

(Mi arrendo. Pago i miei quaranta euro. Nel tratto in moto dalla redazione a casa continuo a chiedermi dove ho sbagliato, nella logica della discussione. Non ne sono ancora uscito).

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