Bruno Tinti ha ragione. La domanda da farsi non è tanto "è giusto o sbagliato il lodo Alfano?", quanto, semmai, "come è stato possibile arrivarci?". Ed è probabilmente vero che fra alcuni anni ci guarderemo indietro e ci chiederemo come sia stato possibile dedicare pagine, articoli, discussioni, litigate, fiumi di inchiostro (e di bit) per cercare di far capire a quanti più individui possibile l'assurdità di questo periodo. Ma adesso ci siamo dentro. Siamo in "quel periodo". E non si può, a costo anche di diventare noiosi, far finta di niente, perché la stragrande maggioranza delle persone, purtroppo, continua a pensare che in quello che sta succedendo non c'è niente di male.
Ecco quindi che si torna a parlare di ciò che succede in Parlamento. Dove, se da una parte c'è una sostanziale inerzia a causa della mancanza di fondi a supporto di nuovi provvedimenti, dall'altra si lavora febbrilmente. Ma non per fare leggi urgenti a vantaggio dei cittadini. O meglio, leggi urgenti sì - anzi urgentissime -, ma a vantaggio di un solo cittadino. Eh sì; perché il lodo Alfano è stato bocciato dalla Consulta, come ben sapete, e bisogna escogitare di corsa qualcos'altro; non c'è tempo da perdere perché i processi Mills e diritti tv Mediaset incalzano. Ecco allora che gli uomini del presidente sono al lavoro; non per fare quella riforma organica e seria della giustizia, magari per via costituzionale (i tempi non lo consentono), di cui al limite si avrebbe anche bisogno (non è questa che interessa in questo momento), ma per riuscire ad approvare in fretta e furia un provvedimento, un codicillo, un arzigogolo giuridico qualsiasi che salvi il presidente una volta per tutte dalle sue grane coi tribunali.
Ecco allora la soluzione, o una di quelle possibili: spostare ad esempio i processi delle più alte cariche, compreso quindi, naturalmente, il presidente del Consiglio, a Roma. Un nuovo lodo, insomma, anzi un "lodino". E come lo chiamiamo? lodo Alfano? No, grazie, Alfano ne ha le scatole piene di lodi. "Mi sono esposto personalmente con il lodo [Alfano, ndr], gli ho dato il mio nome, ma adesso basta, il mio ministero resta fuori, norme sulla prescrizione e quant'altro dovranno venire dal dibattito parlamentare". E' un risveglio quello di Alfano, una presa di coscienza che comincia ad essere contagiosa e a coinvolgere molti di quelli, nella stessa maggioranza, che si sono stancati di lavorare per trovare cavilli, leggi e pastrocchi giuridici buttati qua e là - e regolarmente cassati - per garantire l'immunità al capo.
E allora il lodo, forse, si chiamerà lodo Ghedini (foto), dal nome dell'avvocato personale del premier che, guarda un po', è anche parlamentare del suo partito. E si ragiona su altre ipotesi, si esamina il ventaglio delle soluzioni possibili: prescrizione ancora più breve di quella già introdotto sempre da questo governo nel 2005 (ex Cirielli), limite massimo di 6 anni per un processo, introduzione del legittimo impedimento. Qualsiasi cosa, purché si raggiunga lo scopo. Scopo che ormai non ci si preoccupa neppure più di mascherare dietro al paravento dell'interesse comune, perché nessuno ci crede più. E allora via, alla luce del sole, contro ogni remora, ogni preoccupazione di non dare nell'occhio; perfino contro pezzi consistenti della stessa maggioranaza di governo, in questo caso finiani e Lega, che non ne possono più di leggine, amnistie mascherate e porcate varie rigorosamente ad personam.
Ecco, gli italiani, o queste cose non le sanno, oppure le sanno ma va bene lo stesso. Sono pochi quelli che si incavolano, che non vogliono un Parlamento in cui alcuni ministri prendono stipendi pagati da noi per fare leggi per se stessi.
Chissà, forse tra qualche anno ci gireremo indietro...
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berlusconi è stato eletto dagli italiani e, secondo la costituzione, può fare ciò che vuole a colpi di decreto legge e non necessariamente facendo ricorso al parlamento.
RispondiEliminasecondo me non è di Berlusconi che ci dobbiamo preoccupare nè dei suoi lodi ma degli italiani.
se hanno votato questo tizio oggi non è detto che votino uno ben peggiore domani.
cosimo
secondo me non è di Berlusconi che ci dobbiamo preoccupare nè dei suoi lodi ma degli italiani
RispondiEliminaMeno male, va; in mezzo a tante scempiaggini, una cosa (parzialmente) vera l'hai detta...