sabato 2 gennaio 2010

Notizie in pillole (38)

Non è facile mettere insieme un post che abbia senso compiuto dopo una due giorni caratterizzata da abbondanti libagioni e notevole credito di sonno. Segnalo quindi qui di seguito, in modo molto conciso, alcune delle cose che mi sono sembrate degne di nota quando, al rientro, ho spulciato il feedreader di Google.

Uscite pubbliche. Pare che Berlusconi, il 31 dicembre, si sia concesso un giretto in un centro commerciale nelle vicinanze di Arcore. Il Corriere racconta della sua passeggiata all'interno «Circondato da una folla che applaudiva e faceva foto». In rete, però, al momento, pare che nessuno abbia pubblicato alcuna immagine. L'unica in circolazione sembra essere questa, pubblicata dal blog San Precario.

Meno feriti a capodanno. I giornali sembrano felicitarsi della cosa: quest'anno meno feriti a capodanno rispetto al passato. Il bilancio, infatti, contempla "soli" 200 feriti in tutta la penisola con lesioni gravi agli occhi, ustioni varie e amputazioni di mani e dita. Però sono in calo. Bah...

Il decreto Pisano si allunga. Il decreto Pisanu, il famoso provvedimento con finalità antiterroristiche voluto dal ministro Beppe Pisano, che proibisce tra le altre cose le connessioni anonime e obbliga gli isp a conservare indirizzo ip e numero telefonico dell'utente connesso, è stato prorogato a tutto il 2010 nonostante le sacrosante iniziative di protesta. Vabbè, il ritorno a un barlume di civiltà in questo paese è rimandato al 2011. Forse.

La grazia a Vallanzasca? Sgombro subito il campo da equivoci: questo articolo, che in realtà sembra più una provocazione, di Massimo Fini - mi pare che sia la prima volta che accade - non lo condivido. Non mi pare infatti sufficiente il fatto che uno si sia sempre comportato correttamente in carcere per godere di questo beneficio. Tuttavia, alcuni dei concetti espressi da Massimo non mi sembrano totalmente da buttare.

Eppure la carcerazione di Renato Vallanzasca è stata durissima. Ha passato undici anni in isolamento. Undici anni, signor Presidente, quando ai detenuti di Tangentopoli o similari sono bastati quattro o cinque giorni di questo regime per gridare all'infamia, invocare Amnesty International e per ricattare la collettività minacciando di togliersi la vita. A differenza di altri detenuti che hanno potuto fare della loro cella una redazione di giornale o un set televisivo, a Vallanzasca è stato negato anche il computer (concesso, mi pare, solo un anno fa) e poiché non ha santi in paradiso ha subito più volte botte e pestaggi, mentre i medici che lo avevano in cura venivano intimiditi perché nulla trapelasse.

Solo una volta, dopo vent'anni di carcere di questo tipo, all'indomani di un pestaggio particolarmente brutale , il Vallanzasca, poiché nessuno si levava a difendere i suoi diritti, ha scritto una lettera di protesta. Ma nemmeno in questa occasione si è atteggiato a vittima e a un giornalista che gli chiedeva se fosse stato torturato ha risposto: "Beh, adesso non esageriamo". (articolo integrale qui)

Commentiamo il discorso di Napolitano? Come forse ricorderete, il tradizionale pistolotto discorso di fine anno del capo dello stato era quest'anno, per la prima volta, visibile in streaming su YouTube tramite l'apposito canale della presidenza della Repubblica. Stranamente, però, i commenti erano (e sono) disabilitati. Ma come? Per la prima volta nella sua vita un presidente della Repubblica fa un discorso pubblico utilizzando il mezzo di scambio e confronto per eccellenza, e disabilita i commenti? Mah... (Gilioli fa notare che nel canale Youtube della Casa Bianca i commenti sono liberi, e qualcuno ne approfitta pure. Vabbè, altro pianeta).

Un orgasmo al giorno (in Inghilterra). Pare che stia creando un certo scompiglio, nel Regno Unito, un pieghevole spedito dal ministero della salute alle scuole. Nel documento in questione (lo slogan: «Un orgasmo al giorno toglie il medico di torno») si raccomanda a ragazzi, genitori e insegnanti di cercare di avere almeno un orgasmo al giorno, ricorrendo alla bisogna anche alla masturbazione, per meglio prevenire infarti e ictus. Gli inglesi non hanno certo mezze misure. Dal celeberrimo "niente sesso, siamo inglesi" si è infatti passati al "fate sesso, siamo inglesi".

6 commenti:

  1. non capisco dove hai letto di 200 feriti.

    su televideo della rai si parla di 560 feriti circa contro i 380 del'anno scorso.

    di oltre 500 sul corriere della sera

    http://www.corriere.it/cronache/10_gennaio_01/vittime-botti-capodanno_17f56634-f6ae-11de-8c4c-00144f02aabe.shtml

    su la7 si parla di un aumento dei feriti

    http://www.la7.it/news/dettaglio_news.asp?id_news=113689&cat=cronaca

    492 su repubblica 382 lo scorso anno.

    http://www.repubblica.it/2010/01/sezioni/cronaca/capodanno-2010/capodanno-2010/capodanno-2010.html

    mah

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  2. non capisco dove hai letto di 200 feriti.

    Evidentemente l'unica fonte che ho consultato, la Stampa (c'è il link anche nel mio post), ha preso una cantonata.

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  3. si ho letto quell'articolo e sinceramente non capisco. ho letto un articolo della stampa in cui riportava un dato ansa che parlava di 500 feriti. Ora quell'articolo non lo trovo più e rimane quello che hai postato te!

    non capisco proprio.

    questo è l'articolo ansa riportato da la stampa che ora però è stato eliminato dal sito on line de la stampa.

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/01/01/visualizza_new.html_1650738864.html

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  4. Bah, mi arrendo. L'unica spiegazione che mi viene in mente è che La Stampa online abbia pubblicato il suo articolo quando ancora i dati sui feriti non erano definitivi.

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  5. Magari si inventano le notizie?

    Pensate a cosa è prioritario nei giornali:
    Non rompere le balle a quelli che gli forniscono LAUTI contributi.
    Fine

    W il partito dell'amore!
    Quello di Ciccioline e Moana.

    Maurizio

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  6. Beh, quel partito lì all'epoca non ebbe molto successo. L'unico merito che gli riconosco è quello di aver propugnato, senza false ipocrisie, un sorta di libertarismo sessuale che molti politici pubblicamente condannavano. Poi, magari, nel privato...

    Insomma, ci siamo capiti.

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