giovedì 7 gennaio 2010

Se neppure l'antitrust capisce

Se in questo ultimo periodo siete passati a far visita a un distributore di benzina vi sarete accorti che il carburante è "leggermente" aumentato. Ieri e oggi di questi aumenti hanno parlato diversi organi di informazione. L'Ansa, ad esempio, poco fa scriveva:

Dal monitoraggio diffuso da quotidianoenergia.it emerge che i prezzi di riferimento per la benzina e il diesel sono aumentati per tutte le compagnie e sono ormai nella fascia tra 1,336 euro al litro e 1,352 euro. Al livello più alto di prezzo la Shell (+0,015 a 1,352 euro) mentre la Esso vende il carburante a 1,336 euro al litro (+0,012).

Come accade quasi sempre in questi casi, qualcuno si è accorto che gli aumenti alla pompa non corrispondono agli aumenti della quotazione del greggio.

I consumatori ricordano che il petrolio il 29 dicembre si attestava a 78 dollari al barile con un prezzo della benzina a 1,27 mentre oggi è a 82 Dollari (+4%) mentre la benzina ha raggiunto in alcuni distributori quota 1,35 (+7%).

Ora, come sapete, c'è un organismo, l'Antitrust, che tra le altre cose si occupa di vigilare su intese e/o cartelli che possono risultare lesivi o restrittivi per la concorrenza o per i consumatori. Ecco, sentire il presidente di tale organismo dire: «Dal punto vista razionale non riesco a capire, ma da punto di vista tecnico, giuridico ed economico non ho la prova che questo sia un illecito» fa un certo effetto. Insomma, se non riesce a sbrogliare la matassa l'antitrust, chi deve farlo? il consumatore? E, soprattutto, cosa ci sta a fare tale organismo?

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