Ufficialmente vengono fatte passare come disposizioni per tutelare in modo sempre più efficace il copyright in rete, ma, sotto sotto, non sono pochi quelli che vedono dietro a questi provvedimenti qualche interesse particolare. Vediamo di capirci qualcosa.
E' arrivato in questi giorni in parlamento un decreto che ufficialmente ha lo scopo di regolamentare il rapporto tra tv e web. Voi sapete che internet non dà fastidio solo ai giornali, ma anche alla televisione - un esempio su tutti la causa intentata da Mediaset nei confronti di YouTube. Il decreto approdato in parlamento - una pura formalità in quanto il suo parere non è vincolante - contiene norme che in pratica, a partire da quest'anno, trasformeranno il garante delle comunicazioni in una sorta di sceriffo del web, con l'obbligo di far rispettare le norme sul copyright a quei delinquenti incalliti che mettono su YouTube e simili spezzoni di partite di calcio, film, ecc... Qualcuno però si è accorto che il testo contiene qualcosa di strano.
Il senatore Vincenzo Vita (Pd) e il deputato Giulietti (portavoce di Articolo 21) hanno passato ai raggi X il testo e si sono accorti di qualche indigesta novità sfuggita a Natale. Il decreto, intanto, mette sullo stesso piano la televisione classica e la televisione via Internet (Ip Tv, web Tv, mobile Tv). Subito dopo, il testo assegna al Garante questo compito di vigilanza diretta sulle lesioni al diritto di autore in Rete. Infine stabilisce che i telegiornali e gli altri prodotti informativi di Internet dovranno rettificare notizie sbagliate nelle modalità che investono oggi un Tg1 o un Tg5. (fonte)
Per farla breve, un sito internet che trasmetta non occasionalmente spezzoni video viene ad esempio equiparato a una emittente televisiva, con l'obbligo delle stesse adempienze burocratico/legali di quest'ultima. Non solo, ma sempre in questo decreto troviamo "La cancellazione delle norme a sostegno delle produzioni indipendenti di fiction e di cinema italiano; la limitazione degli affollamenti pubblicitari per il satellite (a quasi esclusivo detrimento di Sky)." Ora, non c'è bisogno di spremersi eccessivamente le meningi per capire cosa c'è dietro questo provvedimento. Se un governo presieduto da un signore che è anche padrone di un impero televisivo fa una legge che obbliga l'unica tv concorrente a limitare gli spot... insomma fare 2 + 2 viene abbastanza spontaneo. Alla faccia di quelli che ancora si mettono a ridere quando si parla di conflitto di interessi.
Anche il resto del decreto, specie nella parte della equiparazione tra web e tv, è parecchio inquietante. Scrive Giulietti su art. 21:
Per prima cosa il decreto include la fornitura delle immagini via internet tra le attività che necessitano di un’ autorizzazione del Governo, poi estende la rigida disciplina del diritto d’autore ai fornitori di servizi via internet con disposizioni dagli effetti simili a quelli della controversa legge francese (per inciso c’entra qualcosa la causa di Mediaset contro Youtube per i filmati trasmessi su quest’ultima piattaforma?)
Infine estende il diritto di rettifica anche ai TG eventualmente trasmessi sul web anche in questo caso con un intento che ricorda quanto il Governo ha già tentato di fare con riferimento ai Blog, per cui potrebbe essere una disposizione che apre la strada per imbavagliare i contenuti veicolati o su Internet in tutte le loro forme (soprattutto se letta in combinato disposto con la norma sul diritto d’autore).
Insomma, ufficialmente ci troviamo in presenza di una forma di regolamentazione che recepisce la direttiva UE AVMS (Audiovisual Media Services). Ufficialmente.
Link per approfondire:
Portarsi avanti: a cosa serve il decreto Romani
Una legge per trasformare la Rete in una grande TV...
Il governo prepara il bavaglio
Ho letto ieri l'articolo di Articolo 21. Probabilmente, se non scendiamo in piazza, sarà troppo comodo sperare che questa "cosa" ignobile non passi col solo appoggio di qualche fazione parlamentare dissidente (addirittura sembra che si voglia scavalcare il parlamento!). Sono molto preoccupato, e pronto a scendere in piazza a manifestare per questa cosa che ci porterebbe vicino ad un livello di bavaglio informativo/espressivo da regime totalitario. Intanto hanno già chiuso degli account di Facebook che criticavano apertamente il governo. Mi sa che dobbiamo preoccuparci.
RispondiEliminaCiao_
Roby
internet è un luogo in cui non ci sono regole. ben vengano nuove regole. Per esempio non trovo giusto che i blogger scrivano ciò che vogliono senza essere iscritti ad un albo e senza essere vincolati ad una qualche forma di censura.
RispondiEliminaIo mi auguro che un giorno i blogger non scrivano ciò che vogliono ma ciò che da altri è regolamentato e mi auguro anche che le leggi in Italia vengano fatte tenendo conto esclusivamente del censo e della classe sociale e non siano uguali per tutti.
Mi auguro anche che i reati vengano sanzionati solo se chi li commette ha un reddito basso e non sia un politico.
mi auguro - in altre parole - che la legge sia veramente legge e non leda gli interessi di chi è potente.
noi del pdl lo chiediamo a gran voce.
Roby Bulgaro,
RispondiEliminanon so se è il caso di preoccuparsi. Di proposte di questo tenore il governo ne ha fatte parecchie e finora tutte cadute nel vuoto. Staremo a vedere...
non possiamo sperare che la propostadi legge cada autonomamente...dobbiamo impegnarci.. se non protestiamo un giorno ci ritroveremo imbavagliati...
RispondiEliminanon possiamo sperare che la propostadi legge cada autonomamente...
RispondiEliminaPerché no? Io sinceramente ci spero. :-)
Vorrei suggerire a qualcuno di farsi un giro su questo sito , tanto per godersi della buona politica.
RispondiEliminaPurtroppo è aggiornato ad un anno fa.