lunedì 11 gennaio 2010

Tra Craxi e Pantani

Alla fine mi sto convincendo pure io: Craxi è stato un politico esemplare e io ho sbagliato completamente la mia valutazione. D'altra parte, converrete con me, è difficile sottrarsi e attraversare indenni la grande campagna di riabilitazione messa in onda da politica, stampa e tv, senza distinzione, per il decennale della scomparsa. Oddio, qualche povero sfigato che ancora non ci sta, e assieme a quattro gatti si sorbisce un pomeriggio intero sotto una pioggia torrenziale per gridare il suo disappunto c'è ancora, ma si tratta comunque di esigue minoranze.

La riabilitazione ha molte facce: si va dagli editoriali con firme prestigiose sulle prime pagine dei grandi quotidiani alle "lettere al direttore" e simili, rubriche fisse di molti quotidiani. Anche il direttore de Il Resto del Carlino, Pierluigi Visci, ha dato una risposta su questo tema a un lettore che gli faceva notare che Craxi, in fono in fondo, qualcosa di buono deve averlo fatto. Ecco la sua risposta:

"Quando passo sull’autostrada dalle parti di Imola lo sguardo va sempre a quella biglia gigante nella quale è immortalata la figura in maglia rosa di Marco Pantani. Celebrato in un monumento come campione di ciclismo, non certo come persona morta per droga. Non appaia irriverente il paragone con Bettino Craxi al quale il sindaco di Milano vuole intitolare una strada, come hanno fatto altre comunità civiche in Italia.

Quella strada o piazza intitolata a Bettino Craxi sarà per lo statista e non certo un affronto alla magistratura che l’ha condannato per reati di corruzione. Peraltro commessi in un contesto e in un sistema, come ci ricorda un suo storico avversario politico come Ciriaco De Mita. Un sistema che Craxi tentò di coinvolgere con quella chiamata di correo per tutti i leader politici che, come lui, avevano avuto a che fare con il finanziamento irregolare del sistema politico. Come sarebbe stata diversa l’Italia se quel messaggio fosse stato recepito."

Ora, la prima cosa da sperare dopo aver letto questo paragone, che il direttore afferma pure non essere "irriverente" - per me è molto peggio -, è che il povero Pantani non si rivolti nella tomba. Detto questo, vorrei far presente al direttore Visci che nessuno ha mai pensato che l'eventuale piazza o via che si vorranno dedicare al famoso politico sono "un affronto alla magistratura che l’ha condannato per reati di corruzione". Ma quando mai?

L'affronto, semmai, è nei confronti di tutti gli italiani onesti, compreso il signore che gli ha fatto la domanda. Se per caso il direttore si fosse dimenticato, infatti, vale la pena ricordare che quando un giudice si appresta a pronunciare una sentenza la prima formula che recita è "In nome del popolo italiano...". Questo perché la magistratura, nonostante gli attacchi e le delegittimazioni a cui da anni è sottoposta da parte anche di illustri esponenti delle istituzioni, è, nonostante tutti i difetti che a essa si possono riconoscere, uno dei pilastri della democrazia e del nostro stato di diritto.

Ci sarebbero anche molte cose da dire sulla questione di Ciriaco De Mita tirata in ballo nella risposta. De Mita, infatti, ha recentemente dichiarato al giornalista del Corriere che gli chiedeva se secondo lui Craxi andasse condannato:

«L’assoluzione confliggerebbe con gli eventi, ma la lettura giustizialista è sbagliata. Se uno sottrae risorse è reato, invece il sistema, se è sistema, non si condanna».

Avete capito, vero? In sostanza De Mita dice che se uno ruba qualcosina qua e là è reato, se invece la ruberia è un sistema va tutto bene. Pensate un discorso simile applicato alla mafia: se qualche mafioso di passaggio commette reati allora va perseguito, mentre invece se la mafia è un sistema allora va tutto bene. Badate, qui c'è poco da scherzare. Questo ragionamento, che a qualunque persona che non ha ancora portato il suo cervello all'ammasso appare aberrante, stanno cercando di farlo passare come ragionamento valido. Siamo a questo punto. Ed è lo stesso ragionamento che fa il direttore del Carlino interloquendo col lettore ("Peraltro commessi [i reati di corruzione, ndr] in un contesto e in un sistema, come ci ricorda un suo storico avversario politico come Ciriaco De Mita").

Caro direttore Pierluigi Visci, io non so con quale frequenza lei percorra quel tratto di A14 vicino a Imola dal quale si vede il monumento di Pantani. Ma quando le capita, non le venga la tentazione di fare accostamenti e paragoni di questo genere. Lo faccia per lei, per i suoi lettori, per il popolo italiano, ma soprattutto in segno di rispetto verso un campione vero.

2 commenti:

  1. ma si guarda.. in fondo questo ladro, latitante e condannato in via definitiva è stato un grande uomo, anzi voglio andare oltre: tangentopoli non è mai esistita o meglio, è esistita solo come complotto di giudici corrotti contro cittadini onesti. del resto se a Sarzana c'è un monumento ai martiti di tangentopoli non può che voler dire che in Italia va bene così: la virtù è un crimine. il crimine è una virtù.

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  2. Sì, è lo stesso ribaltamento della realtà che ha spinto l'imbonitore, poco fa, ad affermare che le leggi ad personam sono in realtà "leggi ad libertatem".

    Niente di cui stupirsi. Una volta si cercava di mascherarle le balle in qualche modo: attraverso modi dire, frasi sibilline, doppi sensi. Adesso vengono dette alla luce del sole, tanto sanno che non si incazza più nessuno...

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