Quando succedono tragedie come quella di Haiti è normale farsi delle domande. Anzi, principalmente una domanda: perché? Perché un terremoto di quella intensità? Perché proprio lì? (se fosse successo in Giappone quanti morti ci sarebbero stati? due? tre?). Per le persone che ragionano le risposte sono ovviamente razionali; vengono dai ricercatori, dagli scienziati, dai geologi, i quali spiegano scientificamente le dinamiche del terremoto e perché si è verificato proprio in quel determinato posto. Accanto alle risposte razionali molti, purtroppo, affiancano quelle irrazionali, quelle suggerite da una certa propaganda religiosa che fa leva sulla maggiore o minore propensione delle persone a credere a queste cose. Voi direte: ma perché tutto questo preambolo?
Stanno facendo parecchio rumore negli USA, e non solo, alcune dichiarazioni rilasciate da Pat Robertson e riportate dai maggiori media americani e non solo (qui la CNN). Il signore in questione è un telepredicatore evangelista piuttosto noto negli Stati Uniti; è quello ad esempio che aveva dichiarato che il tristemente famoso uragano Katrina, che provocò nel 2005 più di 1800 vittime devastando la Louisiana, era una punizione divina. Con Haiti adesso ha fatto la stessa cosa, sostenendo che la tragedia che ha provocato centinaia di migliaia di vittime è il risultato di un patto col demonio stipulato dagli abitanti dell'isola per liberarsi dal dominio francese - Haiti è una ex colonia. Ora, voi riderete, ma non c'è molto da ridere. Il fatto che questa gente abbia tutto questo seguito è a mio avviso molto preoccupante. Qualcuno dirà: vabbè, si sa che in America queste cose sono considerate piuttosto normali. Il problema è che queste cose non succedono solo là. Forse pochi se lo ricordano, ma all'indomani del terremoto in Abruzzo in una seguita trasmissione della maggior emittente radiofonica cattolica, Radio Maria, si disse che il sisma del 6 aprile era voluto dal Signore per far sì che la popolazione colpita partecipasse alla sua passione.
Questa gente qua a me fa paura. Intendiamoci, ognuno è libero di credere a quello che vuole, ma, se ci pensate bene, quale può essere il motivo per cui si cerca di indurre la gente a pensare che esista un rapporto causa-effetto tra il verificarsi di una tragedia e la religione? A mio parere la cosa è facilmente spiegabile col fatto che molti di quelli che a vario titolo hanno responsabilità religiose sono perfettamente consci che la prima domanda che si pone anche un credente di fronte a eventi di questo genere è: come può Dio permettere tutto questo? Siccome la paura più grossa di chi ha responsabilità religiose è quella che il gregge cominci ad avere dubbi, allora si ribalta il tavolo, si dà da intendere che la tragedia sia una conseguenza. Una volta il patto col diavolo, una volta la punizione divina, una volta una sorta di partecipazione al dolore del Signore. Qualunque pretesto va bene purché finalizzato a far scomparire i dubbi e tenere buoni i "fedeli". Naturalmente questa è una mia opinione, intendiamoci, e come tale va presa.
E' fuor di dubbio però che questo tipo di ragionamento è proprio dell'uomo antico. Nell'antichità, infatti, quando ancora l'uomo non aveva raggiunto la conoscenza che permette di spiegare il succedersi delle cose, è stato concepito il concetto di colpa. Succede un terremoto? Evidentemente chi ne è stato colpito ha fatto qualcosa. Si verificava un'alluvione? Volontà di Dio per punire chissà chi da chissà che cosa. Sulla questione della paura la Chiesa, e non solo lei, ci ha costruito un impero che rimane saldamente ancorato a questo concetto ancora oggi. Tanto è vero che ancora oggi si usa la paura dell'inferno come pretesto per tenere al guinzaglio i credenti. Ti comporti bene e fai quello che predica la Chiesa? Bene, hai un posto assicurato in paradiso. Sei un peccatore? Preparati pure per l'inferno. Badate, non parlo per sentito dire. Vengo da una famiglia fortemente cattolica, e anche io, prima di scappare a gambe levate dopo aver scoperto la fregatura, ho frequentato l'ambiente per parecchi anni.
Il problema è che adesso non siamo più nel medioevo, non siamo più nell'antichità. Ecco perché quando sento questa gente, questi predicatori che utilizzano i media per seminare la paura mi incazzo. Perché non si può stare a sentire certe cose e far finta di niente. Non è possibile che certa gente campi prendendo a calci l'intelligenza altrui - perché loro sanno benissimo come stanno le cose - nell'indifferenza generale. Questo è il motivo per cui ce l'ho a morte con la religione, perché atrofizza il pensiero. Il terremoto di Haiti è perfettamente spiegabile dal punto di vista scientifico, così come quello in Abruzzo. Anche a me piacerebbe che venisse un bel terremoto, oppure un gigantesco tsunami che inghiotta e si porti via una volta per tutte la paura, la superstizione e la religione.
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voi miscredenti verrete colpiti dall'ira (fulmini) di Zeus :-)
RispondiEliminaper Bacco, per Diana, perdindirindina, trallalero là, là, là
ecco un esempio di commento trolleggiante
ora capisco perché ce l'hai con berlusconi. Non riconosci il divino e quindi lo combatti.
RispondiEliminaNon riconosci il divino
RispondiEliminaE' vero, questa facoltà ancora mi manca. In compenso gli idioti li riconosco benissimo.
Siccome la paura più grossa di chi ha responsabilità religiose è quella che il gregge cominci ad avere dubbi
RispondiEliminaaddirittura "gregge"?? :-)
Certo, per usare una metafora evangelica (ricordi la parabola del buon pastore e delle pecorelle?). :)
RispondiEliminase ci sono i pecoroni e le capre non si può che parlar di gregge piuttosto che di fedeli :-)
RispondiEliminain realtà nn me la ricordavo, ma penso sia questa, anche se forse il buon vecchio Gesù la usava in senso un po' più positivo ;-)
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