In ogni posto in cui mi fermavo a caricare mi accorgevo dell'apprensione e della paura vera delle persone con cui parlavo, che apprendevano dalle immagini delle dirette televisive i dettagli dell'atto terroristico. Ricordo che anche io avevo paura, non era difficile capire che stava succedendo qualcosa di completamente nuovo e dalle implicazioni future imprevedibili.
Rientrai in azienda verso le sei del pomeriggio, quando le torri erano crollate e tutto era compiuto, e ricordo l'affannarsi concitato del personale aziendale per organizzare al meglio il lavoro della notte che sarebbe arrivata, a causa dell'aumento impressionante di tiratura dei principali quotidiani, che poi noi avremmo dovuto distribuire e consegnare alle edicole.
Vent'anni sono quasi una generazione e chi, come le mie figlie, all'epoca era troppo piccolo per capire la portata di quello che stava succedendo, tende oggi a inserire quei fatti nell'ambito delle normali conoscenze storiche che si leggono sui libri. Sì, si sa che è accaduto ma rimane un fatto comunque "lontano", che non ha inciso più di tanto la coscienza, un fatto paragonabile a una delle tante vicende di storia passate che si leggono sui libri di scuola. Per chi l'ha vissuto, invece, nonostante la inevitabile sedimentazione di quella tragedia dovuta al trascorrere dei decenni, l'incisione rimane.
Esatta l'osservazione per cui chi era troppo giovane, allora, inserisce l'evento in un quadro storico distaccato, come tanti di noi la Seconda Guerra Mondiale.
RispondiEliminaSì, e in fondo è anche naturale che sia così.
EliminaVerissimo, noi che abbiamo visto le immagini in diretta e con apprensione - come se stessero accadendo vicine a noi - di questa tragedia indimenticabile, non riusciamo a vederlo come uno dei tanti fatti tristi della storia; sono passati vent'anni ma è ancora tutto troppo fresco.
RispondiEliminala foto del "falling man", ad es., mi mette i brividi, come se la vedessi ogni volta per la prima volta.
Sì, quella foto è impressionante. Furono tantissime le persone che si gettarono dall'ottantesimo, novantesimo, centesimo piano per sfuggire alle fiamme che avanzavano verso l'alto.
EliminaPer noi che abbiamo vissuto in diretta il dramma è "un qualcosa" che provoca ancora tanta sofferenza, incredulità, paura, insicurezza, orrore. Sono passati vent'anni ma sembra ieri. Quanta sofferenza, quanta ed era l'inizio.
RispondiEliminasinforosa
Hai detto bene, sinforosa: purtroppo era solo l'inizio.
EliminaIo ero in ufficio, all'epoca ero dipendente di una casa editrice di scolastica. Ricordo le notizie, la confusione, lo sgomento. Poi ricordo il rientro a casa e le immagini del crollo delle torri alla televisione: sembrava la fine del mondo. Mio figlio all'epoca aveva appena cinque anni che trottolava in giro, per combinazione c'era mia madre in casa. Abbiamo cominciato a misurare molti eventi su quello.
RispondiEliminaAnche mia figlia maggiore, all'epoca, aveva cinque anni, la piccola quattro. E anche per noi ha quella tragedia ha rappresentato uno spartiacque: un prima e un dopo.
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