Ieri ho concluso la tre giorni sull'Appennino tosco-emiliano facendo una veloce tappa a Modena, prima di rientrare nella mia amata Santarcangelo. I portici del centro storico di Modena assomigliano un po' a quelli di Bologna: stessa fattura, stessa umanità che vi cammina sotto, fatta di giovani annoiati, signore con la borsa della spesa, persone che parlano al cellulare in tutte le lingue del mondo e qualche mendicante. Come in tutte le grandi città ho notato quella lieve forma di degrado fatto di biciclette male in arnese abbandonate, accenni di sporcizia lungo i viali più periferici, persone che camminano sotto gli anonimi palazzoni con fare sospettoso e lievemente intimorito, come se si guardassero dal pericolo imminente di essere aggredite da qualcuno. Su uno dei grandi viali che dalla stazione degli autobus, dove ho parcheggiato, conducono al centro storico mi sono imbattuto in una rissa tra alcuni giovani, e lì mia moglie mi ha sollecitato ad accelerare il passo.
Per motivi di tempo mi sono limitato a visitare Piazza Grande, Palazzo Ducale e il duomo: bellissimi. Il duomo, in particolar modo, in stile romanico e con la Ghirlandina di fianco, mi ha ricordato vagamente il bellissimo duomo di Bergamo, che visitai in luglio mentre trascorrevo qualche giorno in Val Seriana.
Alcune immagini del duomo e di Piazza Grande.
Prima di arrivare a Modena ho fatto tappa a Pàvana. Pàvana è un piccolo borgo appenninico, poche case, che si trova sulla Porrettana a una manciata di chilometri da Pistoia. Qui, anni fa, si è ritirato a vivere Francesco Guccini, uno dei miei miti musicali e letterari di sempre, e io sono venuto in questo posto semi-sperduto proprio con la speranza di vederlo e magari strappargli un autografo e un selfie. Purtroppo, niente da fare.
Inizialmente mi sono recato al mulino di proprietà della sua famiglia che si trova fuori Pàvana, tra i boschi, e fiancheggia il fiume Limentra, dove so che abita e dove ha registrato e inciso il suo ultimo album in studio prima del ritiro dall'attività musicale: L'ultima Thùle. Purtroppo il mulino, raggiunto dopo una abbastanza impegnativa scarpinata, l'ho trovato chiuso e una signora lì nei paraggi mi ha detto che Guccini non abita più lì da tempo ma nella sua casa nel borgo di Pàvana. Sono quindi risalito in auto e mi sono fermato nell'unico bar della frazione, che dà sulla Porrettana, uno di quei piccoli e anonimi bar che all'occorrenza vendono anche giornali e qualche genere alimentare, con i due o tre vecchi di paese di fuori al tavolino che giocano a carte e parlano di come si stava bene ai loro tempi, tipo gli avventori dei bar di certi romanzi di Marco Malvaldi.
Sono entrato e ho notato subito, appesa a una parete, una fotografia in cui si vedono Guccini e Ligabue al banco del bar che ridono e bevono qualcosa. Ho chiesto alla ragazza del bar dove abiti Guccini e lei, con l'aria leggermente contrita, mi ha indicato la casa che si vede dalla vetrata del bar dall'altra parte della strada. Poi mi ha detto che Francesco, da quando abita lì, ha sempre ricevuto chiunque si presenti alla sua porta per autografi, foto, chiacchiere. Purtroppo, da quando è comparso il covid, sua moglie l'ha segregato in casa (sorride) e non riceve più nessuno. D'altra parte ha ormai più di ottant'anni. Sono uscito dal bar e mi sono avvicinato al cancello aperto, mi sono inoltrato lungo il vialetto, sperando magari di vederlo di fuori, ma niente da fare. Sono stato tentato di arrivare al portone e suonare, ma poi, a malincuore, alla fine ho deciso di lasciare perdere. Pazienza.
Come consolazione mi sono fatto fare da mia moglie una foto davanti all'entrata del suo mulino. Magrissima consolazione.
11 commenti:
Ti mancava poco...credo gli sarebbero piaciute quattro chiacchiere, ma magari sono solo rimandate a quando la situazione si alleggerisce.
La consecutio temporum...
Chissà... speriamo.
Oddio, dove?
La mia nel commento!
Cosa vuoi che sia... e poi, a orecchio, ci sta bene anche il tempo presente "alleggerisce".
https://youtu.be/AUzZ9AqYuwE
Natale a Pavana mi sembra che sia il suo ultimo brano uscito.
Lo trovo bellissimo. Una canzone di ricordi è un bel modo di chiudere una carriera.
E sta parlando anche uno che non ha mai apprezzato molto le canzoni in dialetto.
Ma Guccini è sempre Guccini.
Anche la sua socialità e la sua disponibilità con i fan fanno di lui il grande artista che è.
Nel corso degli anni ho assistito ad alcuni suoi concerti (il primo quando avevo 16 anni, a Bologna) e posso confermare che non se l'è mai "tirata". Dopo ogni spettacolo si poteva andare tranquillamente in prossimità del palco e farsi fare autografi, foto ecc. Sta anche qui la sua grandezza.
Una piccola correzione: la piazza della foto è Piazza Roma, quella dove c'è il Palazzo Ducale, non Piazza Grande, che è quella di fianco al Duomo. Se mi dicevi qualcosa avrei volentieri cercato di vederti. La tua descrizione di Modena come una Bologna in minore mi sembra sostanzialmente corretta. Se torni ti faccio fare volentieri un giro di ricognizione un po' più ampio. Ogni città credo abbia i suoi piccoli angoli e scorci particolari, le sue piccole chicche nascoste che solo chi ci abita conosce e che spesso fanno la differenza.
Grazie della correzione, Giorgio. Purtroppo avevo i tempi abbaatanza stretti, ma la prossima volta che capiterò da quelle parti mi farò vivo.
Scusa se ho tardato a risponderti; purtroppo i tuoi commenti, non ho ancora capito perché, Gmail li considera spam e quindi a volte li leggo con parecchio ritardo.
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