giovedì 23 settembre 2021

La mia camminata tipo, tra degrado e colline

Sono appena rientrato da una delle mie quotidiane passeggiate e ho deciso di raccontarla, mettendo in conto che dei posti dove vado quando passeggio alla maggior parte dei miei 32 lettori non possa fregare di meno. Mi è venuta l'idea ispirandomi alla bravissima Romina, la quale, nel suo blog, ama scrivere post in cui illustra fotograficamente i percorsi delle sue camminate corredandoli di pregevoli descrizioni. Quella che vado a illustrare qui di seguito è la mia camminata "standard", diciamo così, cioè quella che faccio abitualmente. A volte, naturalmente, l'itinerario varia, perché qua la campagna è vasta e le possibilità di attraversarla sono molteplici. Camminando in modo tranquillo si copre in circa un'oretta; camminando in modo sostenuto ci si riesce in tre quarti d'ora. Piccola avvertenza: sono da sempre assolutamente negato per l'arte della fotografia, le mie foto sono spesso scure, sfuocate e chi più ne ha più ne metta; per una evidente e incolmabile tara mia non sono mai riuscito a fare foto decenti, quindi vi prego di essere comprensivi in questo senso. Cercherò di compensare le manchevolezze visive con le descrizioni. Le immagini sono di formato medio e si ingrandiscono cliccandoci sopra.

Allora, uscendo dal cancello di casa mia il primo scoglio da superare è l'attraversamento della Santarcangiolese. La Santarcangiolese è la provinciale abbastanza trafficata che parte da Santarcangelo e dopo aver attraversato il comune di Poggio Torriana si congiunge alla Marecchiese, la statale che parte da Rimini e si inoltra nella Valmarecchia. 

Una volta di là si imbocca via Santa Maria e ci si imbatte subito nella struttura dell'ex Unicem. L'Unicem è un ex cementificio del gruppo Buzzi dismesso ormai da parecchi anni e lasciato in stato di abbandono. Fu costruito negli anni a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento e ci lavorò anche mio nonno. Oggi, come detto, si trova in stato di degrado e abbandono. Le discussioni su cosa fare nell'area ex Unicem si protraggono dall'epoca della sua chiusura ma, a tutt'oggi, non si è ancora presa una decisione. C'è chi vorrebbe costruire centri commerciali, chi appartamenti, chi parchi e aree verdi. Mentre si continua a non decidere, il degrado avanza.


Nella foto qui sopra (scura, naturalmente) si vede l'ingresso del piazzale su cui sostavano i camion che, quando il cementificio era attivo, attendevano di caricare il cemento. Ora è deserto e circondato da erbacce. Qualcuno ha messo dei birilli di segnalazione che descrivono un percorso, probabilmente sono i ragazzini della zona che vengono a farci la gincana con le bici o coi motorini. Nella foto qui sotto, la vista laterale del piazzale con l'ingresso che era utilizzato dai camion per entrare all'interno dello stabilimento.


Oltrepassato il piazzale, si abbandona la strada asfaltata e, superata la sbarra, ci si inoltra sulla stradina sterrata che va verso il fiume Marecchia. Qui comincia la campagna.


L'ex cementificio per buona parte della sua vita funzionò a carbone, poi, alla fine degli anni Sessanta, fu convertito all'energia elettrica, e allo scopo fu costruita nelle sue immediate adiacenze una centrale elettrica che serviva proprio a fornirgli l'elettricità necessaria. Naturalmente la suddetta centrale elettrica ha seguito la stessa sorte del cementificio, e oggi è infestata di arbusti e erbacce, come si vede nelle due immagini qui sotto.



Qui di seguito, altre immagini dello stato in cui versa l'ex cementificio.




Continuando a camminare, la stradina sterrata si immette sulla pista ciclabile e pedonale, realizzata alcuni anni fa, che costeggia il fiume Marecchia. Parte da Rimini e si inoltra lungo la Valmarecchia fino al santuario della Madonna di Saiano ma anche oltre, non so bene neppure io di preciso dove finisca. Nel punto in cui la stradina sterrata si congiunge alla ciclabile, sorge un vecchio frantoio. È uno dei tanti in cui ci imbatte sul percorso della ciclabile e che servivano per lavorare e caricare sui camion la ghiaia che veniva estratta dal Marecchia per fare il cemento. Naturalmente anche qui regnano degrado e abbandono.




A questo punto si imbocca la ciclabile pedonale verso monte, direzione Torriana, e dopo un centinaio di metri compare sulla destra un piccolo aereoporto. Oddio, il temine aereoporto credo sia improprio, diciamo che si tratta di un complesso formato da una pista di decollo e atterraggio ricoperta di erba e alcuni hangar su un lato. Qui si ritrovano nei fine settimana gli appassionati di volo ultraleggero: piccoli aerei monoposto, alianti e altro. Qualche anno fa, proprio su questa pista, precipitò un elicottero militare del Settimo Vega, di stanza a Rimini, durante una esercitazione. Il pilota, accortosi dell'avaria del velivolo, riuscì fortunatamente ad allontanarsi dal centro abitato e a dirigersi verso la campagna, venendo a schiantarsi proprio su questa pista. Qui c'è il video e qui l'articolo che ne parla. Fortunatamente nessuno ci lasciò le penne e i quattro componenti dell'equipaggio riportarono solo ferite (uno dei quattro rimase ferito piuttosto gravemente). Da queste parti gli elicotteri dell'Esercito di stanza a Rimini vengono spesso a fare esercitazioni, e a noi che abitiamo qui questa cosa non lascia particolarmente tranquilli. Ma questo è. Nelle due foto qui sotto si vede il piccolo "aereoporto".



A questo punto la mia camminata prosegue per alcune centinaia di metri, dopodiché la ciclabile segue il suo tragitto verso Torriana mentre io la abbandono e torno verso la Santarcangiolese. In questo tratto ci si imbatte in un ex casello ferroviario. Ai primi del Novecento esisteva una linea ferroviaria che collegava Santarcangelo a Urbino. Fu costruita nel 1909 per motivi militari e rimase funzionante fino al 1933, anno in cui ne fu abbandonata la costruzione. Sul suo percorso sono rimasti i caselli ferroviari che all'epoca regolavano i passaggi a livello e le strutture delle stazioni che si trovavano sul percorso. I caselli, molti dei quali in buono stato di conservazione, sono poi diventati normali abitazioni ancora oggi abitate, come quella che si vede nella due foto qui sotto. A questo link si trova invece la storia dell'antica ferrovia Santarcangelo - Urbino.



A questo punto attraverso nuovamente la Santarcangiolese e comincio a salire in collina. Imbocco via Ripa Bianca e dopo un paio di centinaia di metri comincio a intravvedere la struttura dell'antico palazzo Marcosanti.


Si tratta di un antico complesso fortilizio la cui costruzione risale alla metà del 1200. Nel corso dei secoli è stato più volte modificato, restaurato,  ma la struttura di base rimane quella originaria del XIII secolo. Ha una storia lunga e articolata e nel corso dei secoli ha cambiato infinite volte proprietà: è appartenuto ai Borgia, ai Malatesta, allo stato Pontificio, ai vari ducati della zona. È situato nel punto più alto delle colline circostanti e dalla sua posizione è possibile vedere le valli del Marecchia e dell'Uso. Nelle giornate terse si può osservare e scrutare senza difficoltà il tratto di costa che va da Cesenatico a Rimini. Oggi è proprietà di una facoltosa famiglia di Milano. La sua storia è raccontata nei dettagli in questa pagina di Wikipedia.



Di fianco al castello c'è una piccola chiesetta votiva, la cui costruzione è molto posteriore a quella del palazzo.


Oltrepassato palazzo Marcosanti ci si imbatte nella casa in cui abita "la marchigiana" (ne avevo parlato qui). 


Stamattina la signora non c'è, quindi niente chiacchiere di rito, proseguo verso casa. Circa duecento metri dopo, svoltando a destra si imbocca la via in discesa alla fine della quale, sull'intersezione con la Santarcangiolese, c'è casa mia. La mia camminata tipo è finita e il mio racconto anche.



10 commenti:

  1. Racconto efficace: leggendolo si ha l'impressione di fare la camminata insieme a te.

    RispondiElimina
  2. Ti trovi esattamente nel mezzo, da una parte il degrado dall'altra la bellezza.

    RispondiElimina
  3. il degrado dell'abbandono è diverso dal degrado sporcizia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hanno una caratteristica in comune: l'incuria.

      Elimina
  4. Ciao, Andrea, e grazie per la citazione inaspettata.��
    La tua passeggiata è bella, soprattutto perché hai la fortuna di trovarti in collina e d'incontrare un castello sul tuo cammino. I segni di degrado, piccoli o grandi, ormai si trovano ovunque, persino nei quartieri signorili delle città.
    Spero che tu scriva altri post come questo, perché è piacevole scoprire posti nuovi, sconosciuti ai più. Anche soltanto un sentiero o una casa vecchia o uno scorcio particolare.
    Buona giornata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A dire il vero questo tipo di post non è il mio preferito, preferisco quelli brevi, non organizzati, in cui esterno brevemente i pensieri che mi passano per la testa in un preciso momento. La stesusra di questo ha richiesto tre ore, tra selezione delle foto, caricamento, stesura del testo e rilettura. Decisamente troppo. Invecchiando sto diventando sempre più pigro e questa cosa si riverbera anche nel blog. Magari ne scriverò altri così, ma più brevi e mirati.
      Ciao Romina, buona serata ;-)

      Elimina
  5. Che bella idea!! Quasi quasi la rubo 🤗

    RispondiElimina

Il post sentenza

La sbornia post sentenza OpenArms ha dato la stura a dichiarazioni giubilanti che a tratti sembrano leggermente fuori dalla realtà. Cominci...