Sono appena rientrato da una delle mie quotidiane passeggiate e ho deciso di raccontarla, mettendo in conto che dei posti dove vado quando passeggio alla maggior parte dei miei 32 lettori non possa fregare di meno. Mi è venuta l'idea ispirandomi alla bravissima Romina, la quale, nel suo blog, ama scrivere post in cui illustra fotograficamente i percorsi delle sue camminate corredandoli di pregevoli descrizioni. Quella che vado a illustrare qui di seguito è la mia camminata "standard", diciamo così, cioè quella che faccio abitualmente. A volte, naturalmente, l'itinerario varia, perché qua la campagna è vasta e le possibilità di attraversarla sono molteplici. Camminando in modo tranquillo si copre in circa un'oretta; camminando in modo sostenuto ci si riesce in tre quarti d'ora. Piccola avvertenza: sono da sempre assolutamente negato per l'arte della fotografia, le mie foto sono spesso scure, sfuocate e chi più ne ha più ne metta; per una evidente e incolmabile tara mia non sono mai riuscito a fare foto decenti, quindi vi prego di essere comprensivi in questo senso. Cercherò di compensare le manchevolezze visive con le descrizioni. Le immagini sono di formato medio e si ingrandiscono cliccandoci sopra.
Allora, uscendo dal cancello di casa mia il primo scoglio da superare è l'attraversamento della Santarcangiolese. La Santarcangiolese è la provinciale abbastanza trafficata che parte da Santarcangelo e dopo aver attraversato il comune di Poggio Torriana si congiunge alla Marecchiese, la statale che parte da Rimini e si inoltra nella Valmarecchia.
Una volta di là si imbocca via Santa Maria e ci si imbatte subito nella struttura dell'ex Unicem. L'Unicem è un ex cementificio del gruppo Buzzi dismesso ormai da parecchi anni e lasciato in stato di abbandono. Fu costruito negli anni a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento e ci lavorò anche mio nonno. Oggi, come detto, si trova in stato di degrado e abbandono. Le discussioni su cosa fare nell'area ex Unicem si protraggono dall'epoca della sua chiusura ma, a tutt'oggi, non si è ancora presa una decisione. C'è chi vorrebbe costruire centri commerciali, chi appartamenti, chi parchi e aree verdi. Mentre si continua a non decidere, il degrado avanza.
Nella foto qui sopra (scura, naturalmente) si vede l'ingresso del piazzale su cui sostavano i camion che, quando il cementificio era attivo, attendevano di caricare il cemento. Ora è deserto e circondato da erbacce. Qualcuno ha messo dei birilli di segnalazione che descrivono un percorso, probabilmente sono i ragazzini della zona che vengono a farci la gincana con le bici o coi motorini. Nella foto qui sotto, la vista laterale del piazzale con l'ingresso che era utilizzato dai camion per entrare all'interno dello stabilimento.
Oltrepassato il piazzale, si abbandona la strada asfaltata e, superata la sbarra, ci si inoltra sulla stradina sterrata che va verso il fiume Marecchia. Qui comincia la campagna.
L'ex cementificio per buona parte della sua vita funzionò a carbone, poi, alla fine degli anni Sessanta, fu convertito all'energia elettrica, e allo scopo fu costruita nelle sue immediate adiacenze una centrale elettrica che serviva proprio a fornirgli l'elettricità necessaria. Naturalmente la suddetta centrale elettrica ha seguito la stessa sorte del cementificio, e oggi è infestata di arbusti e erbacce, come si vede nelle due immagini qui sotto.
Qui di seguito, altre immagini dello stato in cui versa l'ex cementificio.
Continuando a camminare, la stradina sterrata si immette sulla pista ciclabile e pedonale, realizzata alcuni anni fa, che costeggia il fiume Marecchia. Parte da Rimini e si inoltra lungo la Valmarecchia fino al santuario della Madonna di Saiano ma anche oltre, non so bene neppure io di preciso dove finisca. Nel punto in cui la stradina sterrata si congiunge alla ciclabile, sorge un vecchio frantoio. È uno dei tanti in cui ci imbatte sul percorso della ciclabile e che servivano per lavorare e caricare sui camion la ghiaia che veniva estratta dal Marecchia per fare il cemento. Naturalmente anche qui regnano degrado e abbandono.
Racconto efficace: leggendolo si ha l'impressione di fare la camminata insieme a te.
RispondiEliminaGrazie Siu ;-)
EliminaTi trovi esattamente nel mezzo, da una parte il degrado dall'altra la bellezza.
RispondiEliminaPurtroppo non il mondo perfetto non esiste.
Eliminail degrado dell'abbandono è diverso dal degrado sporcizia
RispondiEliminaHanno una caratteristica in comune: l'incuria.
EliminaCiao, Andrea, e grazie per la citazione inaspettata.��
RispondiEliminaLa tua passeggiata è bella, soprattutto perché hai la fortuna di trovarti in collina e d'incontrare un castello sul tuo cammino. I segni di degrado, piccoli o grandi, ormai si trovano ovunque, persino nei quartieri signorili delle città.
Spero che tu scriva altri post come questo, perché è piacevole scoprire posti nuovi, sconosciuti ai più. Anche soltanto un sentiero o una casa vecchia o uno scorcio particolare.
Buona giornata.
A dire il vero questo tipo di post non è il mio preferito, preferisco quelli brevi, non organizzati, in cui esterno brevemente i pensieri che mi passano per la testa in un preciso momento. La stesusra di questo ha richiesto tre ore, tra selezione delle foto, caricamento, stesura del testo e rilettura. Decisamente troppo. Invecchiando sto diventando sempre più pigro e questa cosa si riverbera anche nel blog. Magari ne scriverò altri così, ma più brevi e mirati.
EliminaCiao Romina, buona serata ;-)
Che bella idea!! Quasi quasi la rubo 🤗
RispondiEliminaTogli il "quasi quasi" e comincia subito ;-)
Elimina