mercoledì 29 settembre 2021

Differenze

Per qualche motivo i morti sul lavoro fanno rumore, nel senso che ogni decesso provoca veementi reazioni, tanto indignate quanto inutili, da parte della politica e dei sindacati, mentre dei 50/60 decessi giornalieri per covid sembra non importare più niente a nessuno.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Onestamente se esiste questa realtà , in me prevale sempre quella che sento io ad uno stato interiore, guai se non annullassi queste differenze, credo avvenga in maniera automatica.Poi se ci pensi troppo a ciò che fa comodo alla politica corri perfino il rischio di annullare te stesso e se ipotizzi che anche questo rientra in un piano politico passi pure per complottista:)


Buona serata


L.

Andrea Sacchini ha detto...

Beh, dal punto di vista psicologico i complottisti mi hanno sempre affascinato. Chissà se anche io risulterei affascinante a me stesso? :-)

Gas75 ha detto...

La piaga delle "morti bianche" è ben precedente al covid, io personalmente non riesco a farci l'abitudine nel concepire che una persona muoia mentre svolge il proprio dovere di far campare la propria famiglia.

Andrea Sacchini ha detto...

Neppure io. Ma continuo a chiedermi i motivi per cui alle morti per covid di si abitua, diventano routine, mentre le morti bianche fanno rumore. Anche tra i morti di covid ci sono tanti che fanno il proprio dovere di far campare la propria famiglia.
Forse uno dei motivi sta nel fatto che le morti per covid vengono considerate ineluttabili mentre le morti bianche evitabili.

Gas75 ha detto...

Io credo che si inneschi un meccanismo di protezione: se il "rumore" prodotto dalle morti in massa fosse proporzionale a quello per le morti singole, probabilmente alcuni di noi impazzirebbero. E quindi, ci si abitua alla cosa.
Se hai due minuti guardati questo spezzone che ho caricato tempo fa da un episodio di Star Trek.

Andrea Sacchini ha detto...

Sono al lavoro. Appena ho un attimo ci do un'occhiata.

Sari ha detto...

I lavoratori sono carne da macello, pagano le tasse anche per chi non lo fa e continuano a pagare tutto quel che fa comodo ad ogni forma di potere.
E' morto un lavoratore? Ehhh ce ne sono tanti...
Scusa la crudezza e, comunque, buongiorno.

Sara ha detto...

Io trovo che invece si dia troppa importanza al covid, mentre le morti sul lavoro e per incidenti stradali, vengano classificate come fatalità. Poi non parliamo di quelli che restano invalidi.

Andrea Sacchini ha detto...

Molto bello. Ma temo sia infattibile, nel senso che se provassimo per ogni persona che muore lo stesso dolore che proviamo per le persone care, questo dolore sarebbe insopportabile e ne verremmo sopraffatti.

Andrea Sacchini ha detto...

La crudezza non mi ha mai infastidito, per cui non devi scusarti di niente.
E comunque hai ragione.

Buon pomeriggio, Sari.

Andrea Sacchini ha detto...

Credo che questa giornaliera divulgazione del numero di infettati, di deceduti, alla fine produca assuefazione. Forse basterebbe un report settimanale che evidenzi l'andamento della pandemia in forma più generica.

Sara ha detto...

Purtroppo nella malattia subentra anche la sfortuna, i morti sul lavoro e per strada secondo me potrebbero essere di gran lunga ridotti se si rispettassero le regole di sicurezza.

Gas75 ha detto...

Lo so che è utopico, ma credo la Storia sarebbe fatta di molte meno guerre, dato che il dolore per le proprie perdite avrebbe il sopravvento sulla vittoria.

Anonimo ha detto...

Ci ritorno su questo post perché ho trovato particolarmente interessante il seguito , tra te e Gas.

Una morte violenta ha una casistica minore di eventi , e magari colpisce con la stessa immediatezza a livello psicologico le persone, mentre le morti da covid come dicevi te stanno avendo un effetto di assuefazione nonostante gli alti numeri e la lunga durata della pandemia.

Non stiamo a discutere delle responsabilità che ci sono dietro entrambe le cause di morte , perchè forse ti servirebbe aprire un altro blog, ;-), nel senso che ci sono tante riflessioni che meriterebbero approfondimenti a 360' e dovremmo fare un porta a porta anche con i nostri politici.

Ma guardando quel video di cui Gas accennava, se si provasse empatia con le persone che soffrono , lavorando su quella possibilità di annullare la "prima differenza" che facciamo tra le persone a noi care e quelle piú distanti , magari le stesse di cui ci occupiamo perchè subiscono violenza, maltrattamenti ...è davvero cosí utopico?

Sintetizzando se fossimo un po piú protettivi tra tutti noi , avendo uno scopo di pace e non di guerra, immedesimandoci in tante situazioni di aiuto e di bisogno , saremmo oggi qui a chiederci il perchè di queste differenze?

Molte volte la parola utopia diventa essa stessa una forma implicita di assuefazione, un po come la raccolta differenziata fatta di buon proposito per proteggere l'ambiente ed ognuno da farla correttamente mette nell'umido le scatolette di tonno e ti dice pure :ma tu credi davvero alla raccolta differenziata , non sai che tutti quei sacchetti finiscono assieme?L'utopia quindi diventa tale quando dal nostro ci spegniamo perchè in fondo non è che poi tanto ci crediamo, ci si rassegna al tanto va cosí da sempre..Si può fare la "differenza" quando davvero si vuole e in modo costruttivo, io la chiamo speranza adesso piú che utopia:)



Ti ringrazio e buona serata


L.

Andrea Sacchini ha detto...

Sintetizzando se fossimo un po piú protettivi tra tutti noi , avendo uno scopo di pace e non di guerra

Sì, sarebbe bello. Purtroppo le cose non stanno così. In natura non esistono il proteggersi a vicenda, la comprensione, la bontà, l'empatia verso altri esseri umani. Queste sono cose che si imparano, quando vengono insegnate, attraverso l'educazione; sono prodotti cuturali. In natura esistono il dolore, la pena, la sofferenza inflitta agli uomini da altri uomini. Se vivessimo in un mondo perfetto ogni genitore le insegnerebbe ai suoi figli e si vivrebbe in una specie di paradiso terrestre. Ma la realtà ben diversa, purtroppo.

Buona serata a te.

sinforosa c ha detto...

L’ho notato anch’io, forse dipende dal fatto che sul lavoro, con tutte le regole che dovrebbero essere messe in atto, non dovrebbero esserci morti. Chissà!
sinforosa

Anonimo ha detto...

Si , comprendo perfettamente ciò che scrivi e ti ringrazio molto .So perfettamente che in natura esiste il bene e il male ed è proprio per questo che si arriva ad un punto in cui ti chiedi cosa volesse dire Marco Aurelio con queste parole?:

“Ormai è necessario che tu comprenda di quale mondo sei parte, Chi sia Colui che governa il mondo e che di Lui tu sei l’emanazione. Che un limite di tempo è stato a te prescritto. E se non saprai approfittarne per fare in te serenità e luce, quel limite passerà e non ti sarà concesso ripetere.

Io ho dedotto questo, che a prescindere se crediamo in un essere supremo o meno (Chi , Colui), possiamo essere d'accordo che in questa lotta tra bene e male siamo tutti coinvolti e dal momento in cui siamo consapevoli della nostra essenza dovremmo anche essere in grado di schierarci da quella parte di mondo di cui ci sentiamo di appartenere affrontando il valore che possa avere la nostra vita prima di
che divenga morte...


Mi chiedo anche cosa volesse dire Italo Calvino con queste altre parole?

:L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà;
se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.


E ho dedotto che , forse il paradiso a cui tu accennavi esisteva prima del nostro arrivo sulla terra, poi abbiamo prosciugato e inquinato ogni sorta di giacimento ancorandoci al potere che abbiamo dato al denaro e si è aperto l'Inferno...

Sono tempi e epoche diverse è vero, ma non vedo "differenza" però , nonostante tutto , tra questi due scritti ...

Ognuno di noi con la propria unicità e autenticità potrà arrivare benissimo a comprendere da che parte stare .Ovvio che se esistesse un solo lato di medaglia , nemmeno questi grandi ne avvrebbero scritto.

Grazie a te...


L.

Andrea Sacchini ha detto...

Non dovrebbero, è vero. In realtà, spesso succede che le basilari regole di sicurezza non vengano rispettate e che i controlli siano carenti, purtroppo.

UnUomo.InCammino ha detto...

A me pare che le morti sul lavoro, in stragrande maggioranza di maschi, facciano poca notizia.
È una carneficina che non raccogli gli interessi del pensiero unico di moda.
Quanti sono i femminicidi rispetto ai morti sul lavoro? Un quindicesimo? Eppure si parla quindici volte di più di femminicidi che si morti sul lavoro.
Dovrei recuperare dati e fare qualche conto, ma rischio.di non sbagliarmi di molto.

Andrea Sacchini ha detto...

A me pare che entrambe le tipologie di decessi facciano notizia ogni volta che accadono, e francamente non vedo l'utilità di stilare una specie di classifica di visibilità tra di esse.

UnUomo.InCammino ha detto...

In questa pagina si discute di importanza (o, se preferite, di classifica) di morti sul lavoro rispetto a morti dovute al virus Corona.

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