giovedì 2 settembre 2021

Ultima estate con la sua ombra


Stamattina sono venuti gli addetti e hanno tagliato il cipresso che stava in fondo al giardino, vicino al cancello. Ci è dispiaciuto, naturalmente, specialmente a mia mamma, ma non si poteva procrastinare oltre: la base del tronco si era infradiciata da tempo ed era molto elevato il rischio di caduta in occasione di giornate di vento forte. Oltretutto, prospiciente al mio giardino passa la Santarcangiolese, una strada molto trafficata, per cui non si poteva rischiare.

Dispiace, naturalmente. Quel cipresso era già lì quando mio nonno comprò l'appezzamento di terra su cui poi fu costruita la casa in cui abito tuttora. Mi ha visto nascere, crescere e diventare adulto, e se fosse rimasto al suo posto ancora un po' mi avrebbe probabilmente visto da vecchio. E sicuramente mi sarebbe pure sopravvissuto. Mia mamma conserva ancora parecchie foto in bianco e nero in cui si vede lei, bambina, e il cipresso sullo sfondo. 

È stata l'ultima estate, questa, in cui la sua ombra ha portato un po' di sollievo nelle lunghe e implacabili giornate estive. Peccato.

12 commenti:

Sari ha detto...

Che grande tristezza la caduta di un albero... questo tuo poi... Mi auguro che almeno un ciocco rimanga nel giardino, sedile per piccoli o supporto per un vaso fiorito.
Ciao.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, certo, alcuni ciocchi li useranno i miei per metterci sopra i vasi dei gerani. Altri li porterà a casa sua il moroso di mia figlia più grande, che li lavorerà e ci tirerà fuori qualcosa.
Ciao Sari.

MAX ha detto...

Sei molto vicino alla strada …è una statale molto trafficata?
L’albero oltre all’ombra ti faceva anche da difesa dalle eventuali macchine che sbandavano .
Forse in passato prima della muretta di recinzione.
Ne so qualcosa io che ho abitato con i miei praticamente in statale .
La notte sentivi il rumore delle macchine e dei camion passare .
E gli alberi mi ha difeso la casa dagli incidenti.
Ciao

Andrea Sacchini ha detto...

È una provinciale discretamente trafficata, purtroppo. Fortunatamente, di macchine che sono venute a sbatterci contro non ho memoria, ma l'ombra che faceva ci mancherà.

giorgio giorgi ha detto...

Caro Andrea, panta rei... tutto scorre... dobbiamo farcene una ragione. Un giorno mi è venuto da pensare a tutto quello che era sparito nel corso degli anni nella mia città da quando ero bambino... poi per fortuna non ci ho mai più pensato...

Andrea Sacchini ha detto...

Il guaio, caro Giorgio, è che a volte non si può fare a meno di pensarci. La mente e la memoria è come se vivessero di vita propria.

siu ha detto...

Dover abbattere un albero è una cosa sempre molto triste, per tanti e profondi motivi...
Non ti resta, ogni volta che ti ritroverai a rimpiangere la sua ombra, che immaginare i danni che avrebbe potuto provocare schiantandosi (non oso neanche pensarci...).
Insomma bene così, la vita continua... E pace all'albero che fu, di cui in famiglia continuerete a far vivere alcune parti che lo terranno vicino a voi.

Andrea Sacchini ha detto...

In effetti è triste, c'è poco da fare. Non era solo un albero, ma un testimone che ha accompagnato buona parte della nostra vita.

Sara ha detto...

Le conifere devono stare lontane dai passaggi, dalle case...

Andrea Sacchini ha detto...

Non sapevo questa cosa. Comunque quando mio nonno comprò il terreno il cipresso c'era già, e la strada all'epoca aveva forse nemmeno un cinquantesimo del traffico di oggi.

Gas75 ha detto...

Non sono gli alberi a stare vicini alle case, ma le case a essere costruite vicine agli alberi preesistenti.
Chi ha commissionato l'abbattimento ha previsto la piantumazione di un nuovo albero?

Andrea Sacchini ha detto...

L'abbattimento l'ha commissionato mio padre, dopo parere favorevole di due esperti interpellati e in seguito all'ottenimento del permesso di abbattimento rilasciato dal Comune.

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