domenica 12 settembre 2021

Ma qualcuno controlla il Green pass?

Un giorno, speriamo presto, finiremo anche di parlare di Green pass, perché nella vita tutto passa e anche lui inevitabilmente passerà. Ma fino a quel giorno con questo benedetto documento verde dovremo farci i conti, perché possederlo o non possederlo è ciò che fa la differenza tra vivere una vita normale e una vita da pària. 

In realtà non so se sia davvero così, almeno per ciò che riguarda l'accesso ai locali pubblici. Non sono un frequentatore assiduo di ristoranti, pizzerie e compagnia bella, ma capita che a volte ci vada, specialmente nei bar (colazione con cappuccino e brioche, la mattina presto prima di andare al lavoro, è un rituale al quale rinuncio con fatica). Bene, a me il Green pass non l'ha mai chiesto nessuno. L'unica volta che è successo è stato in una pizzeria di Cesena in cui mi sono recato un sabato sera in agosto con alcuni amici. Per il resto, niente. Oppure mi è stato chiesto sulla fiducia. "Lei ha il Green pass?" "Sì, glielo mostro." "No, non ha importanza."

Come non ha importanza? E allora cosa me lo chiedi a fare? È come se a un posto di blocco la polizia mi chiedesse se ho la patente di guida ma senza volerla vedere. Questa cosa nella giornata di oggi mi è successa ben due volte, in un bar a Santarcangelo e in un ristorante a Porretta Terme. In entrambi i casi i gestori si sono limitati a chiedere a me e a mia moglie se avessimo il Green pass ma senza volerlo controllare. A questo punto che differenza fa averlo o non averlo?

Ora, non dico che questa cosa sia la regola, non pretendo che la mia esperienza sia generalizzata, ma qualche domanda e qualche perplessità mi sorgono. Tutte le discussioni, le proteste, le litigate sui social e fuori a causa del Green pass a cosa servono se poi all'atto pratico nessuno lo controlla?

Vabbe', Green pass o non Grenn pass, mi sono capitati tra capo e collo tre giorni di ferie e ne ho approfittato per scappare da Santarcangelo e rifugiarmi tra i boschi dell'Appennino tosco-emiliano, sulle montagne del Corno alle Scale. Ho con me il mio fidato Green pass, ma so già che tanto non me lo chiederà nessuno. Queste qui sotto sono alcune immagini di Porretta Terme. 

24 commenti:

Pier ha detto...

Anche a me è capitato un controllo sulla fiducia... Hai il green-pass? Sì - fine -
Avendone copia sullo smartphone pensavo di doverlo esibire continuamente, invece sembra sia solo un'aggiunta alle molte scocciature burocratiche da svicolare quando possibile.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, in effetti è così. La classica gestione della faccenda all'italiana, mi verrebbe da dire.

Luigi ha detto...

Stessa cosa a me, nessuno mi ha mai chiesto niente in nessun locale, neppure all'interno..

Claudia Turchiarulo ha detto...

Ne parlavo proprio ieri con mio fratello.
Nella città in cui vivo, Monopoli (Bari) me lo chiedono ovunque, anche se alcuni si accontentano del sì sulla fiducia, come dici tu.
A mio fratello, invece, che abita a Fasano (Br) non l'ha mai chiesto nessuno, nemmeno per scherzo.
Giusto ieri sera, per cenare in una pizzeria, gliel'hanno chiesto e si è quasi stupito.
Quella del green pass, a mio avviso, è una sonora beffa, perché i controlli non saranno mai abbastanza.
Ma anche solo per dare concettualmente fastidio ai no-vax, per me può essere una buona idea. 😅

Sara ha detto...

Nell'Istituto dove lavoro lo controlliamo tassativamente.

Gwendalyne ha detto...

A me qualche volta l'hanno chiesto, l'ultima proprio oggi a pranzo al ristorante – in un caso mi hanno detto "passo dopo a controllarlo", e sto ancora aspettando ;-) – ma solo una volta, al concerto di Niccolò Fabi, ho dovuto esibire anche la carta d'identità. Siccome nessuno di costoro conosceva il mio nome e cognome, il green pass avrebbe potuto benissimo appartenere a una donna qualsiasi all'incirca della mia età... :-/

Andrea Sacchini ha detto...

Anche secondo me i controlli sanno di beffa. Ed è abbastanza curiosa questa cosa, perché in caso di irregolarità le sanzioni sono piuttosto pesanti sia per i gestori dei locali che per i clienti non in regola. Evidentemente i primi immaginano che le probabilità si essere controllati e sanzionati da parte delle forze dell'ordine sono talmente basse che non si prendono la briga di fare controlli sui clienti.

Andrea Sacchini ha detto...

È un istituto scolastico?

Andrea Sacchini ha detto...

Viene da sorridere a sentire certe cose, anche se c'è poco da sorridere. Sa così tutto di farsa...

Romina ha detto...

A me non l'ha ancora chiesto nessuno perché non frequento ristoranti e simili, ma in biblioteca l'hanno chiesto a mio padre. Comunque immaginavo che la faccenda sarebbe stata impostata all'italiana.

Buona vacanza a Porretta. Questo è un buon periodo per le ferie.:)

Franco Battaglia ha detto...

A Roma, per adesso, pizzerie e ristoranti servono praticamente solo all'aperto, quindi senza obbligo di green pass.. a breve però, con l'abbassarsi delle temperature e il ritorno del maltempo, sarà un'altra musica.. almeno spero!

Mariella ha detto...

A me lo hanno sempre chiesto, ovunque sia andata a cena, se volevo stare al chiuso. Perfino in vacanza. Il mio bar, quello dove tutte le mattine prendo caffè, ai clienti abituali lo chiede la prima volta e poi, chiaramente basta. Vero è che vedo pochi fermarsi all'interno e sedere per far colazione. Vedremo cosa succederà tra un paio di mesi quando ci ai potrà trannere solo all'interno. Insomma il rigore l'ho riscontrato ovunque e ne sono contenta.

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie. Abbiamo scelto l'appennino tosco-emiliano perché da queste parti non siamo mai venuti, pur essendo un posto relativamente vicino a casa. In genere si tende a pensare che vacanza in montagna sia sinonimo di Trentino, Val d'Aosta ecc., mentre invece si possono trovare autentiche bellezze e pace e tranquillità anche in posti meno... "blasonati".
Ciao, Romina :-)

Andrea Sacchini ha detto...

Mah, chissà. Le premesse non sono delle più incoraggianti, ma magari là a Roma siete più... disciplinati :-)

Andrea Sacchini ha detto...

Mi fa piacere saperlo. Segno che esistono anche locali e gestori che prendono seriamente il tutto.

MAX ha detto...

Mah..?
Proprio stamane una mia collega infermiera si lamentava ( lei c’ha il Greenpass) che nell’asilo privato dove manda la figlia hanno mandato una circolare che da oggi le mamme/nonni/ conoscenti senza Greenpass non possono portare i figli nell’asilo.
Mia moglie che ha un ristorante chiede il Greenpass, quelli senza ( lo ammettono quando prenotano) stanno in terrazzo finora .
Quando sarà freddo o si vaccinano ( se sono idonei a farlo) o vanno a mangiare da un altra parte.
A me l’ha chiesto anche in bar.
E siccome è scaduto faccio la colazione al bancone o fuori finché il comitato scientifico non decide di prorogarlo altri tre mesi o di farmi una dose di vaccino ex novo

Guchi chan ha detto...

Sono stata a mangiare fuori due volte da che è obbligatorio, d'accordo che eravamo all'esterno, ma in entrambi i casi abbiamo dovuto attraversare i locali, e nessuno ci ha chiesto niente. Sigh. Mi sa che è la solita cosa all'italiana: tante nuove leggi e regole e nessuno che le faccia rispettare perchè nessuno vuole rogne, fondamentalmente.

Ranzz ha detto...

Nel locale dove mangio tutti i giorni, perché prende i buoni pasto, me l'hanno chiesto la prima volta. Poi, l'altro giorno mi succede che entro, saluto il personale, vado a sedermi al tavolo che mi indicano, e un cretino comincia a piantar pista dicendo "Ecco, a me l'avete chiesto e a lui no!". La titolare del ristorante gli risponde: "È un cliente abituale, gliel'abbiamo già chiesto l'altra volta.", ma niente, ha continuato a dare in escandescenza. C'è voluto un poliziotto per fargli capire che non c'è bisogno di star lì a chiederlo a tutti i clienti abituali, per i quali la situazione non cambia così di botto.

Anonimo ha detto...

Forse si impara semplicemente a capire che tutte le normative non avranno mai un comune consenso, e qui ad esempio , non è tanto il "controllo" sul green pass che deve suscitarci malessere , delusione ... quanto invece la facilità con cui spesso questo controllo ci sfugge di mano ad un livello individuale, impersonando emendamenti autorevoli , assumendo atteggiamenti aggressivi verbalmente e fisicamente ... comportamenti che ahimè danno una forma sostanziale a quella che è stata la nostra scelta, magari anche fatta inizialmente a tutela dell'altro ma fallendo miseramente in seguito , ad un livello umano e quindi a danno di un incapacità di gestire la "tolleranza" , o buon senso, chiamiamolo come vogliamo .

Per farla breve , penso che come un pò in tutte le cose, tutto ciò sia piú una sfida con noi stessi , un dare seguito a ciò che di natura siamo , e purtroppo non sempre ne usciamo bene.

Rannzz è una gran testimonianza qui..

Buonaserata e grazie


L.

Andrea Sacchini ha detto...

Anche questa distinzione tra consumare al banco e sedersi al tavolo mi sembra abbastanza priva di senso. Comunque, a questo punto...

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, fondamentalmente è questo il motivo, anche se poi dipende, perché in caso di controlli (ma qualcuno 'sti controlli li fa? Boh...) sono rogne non da poco sia per il titolare che per il cliente. Mah!

Andrea Sacchini ha detto...

Ci poteva arrivare anche da solo al fatto che sei un cliente abituale, senza bisogno che la titolare lo specificasse. Il fatto poi che abbia continuato a protestare pure dopo la spiegazione, la dice lunga sulle capacità intellettive del tipo.

Andrea Sacchini ha detto...

Più che una sfida con noi stessi, credo che provvedimenti come l'obbligo del Green pass servono a capire come siamo, qual è la nostra indole. E, come dici tu, spesso non ne usciamo bene.
Buona serata.

Andrea Sacchini ha detto...

Comunque anche ieri, in un ristorante sui monti del Corno alle Scale, stessa musica: Green pass sulla fiducia. Oggi ci spostiamo e andiamo a visitare Modena, vediamo se la gente di città è più disciplinata :-)

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