Aggiornamento 27/05/2007: il documentario della BBC che ho linkato nell'articolo è stato rimosso dalla relativa pagina di GoogleVideo. E' comunque reperibile in altri posti (tipo youtube) digitando il nome in qualsiasi motore di ricercaIeri sera ho visto, come vi avevo detto nel post precedente,
Sex, Crimes and Vatican, il documentario che rivela testimonianze su abusi sessuali all'interno della Chiesa Cattolica, prodotto e realizzato l'anno scorso dalla BBC e censurato nel nostro paese.
L'argomento è di quelli, come dire, "infiammabili", che divide chi ha visto il video tra chi sostiene che si tratti di una grossa bufala montata ad arte per gettare fango e discredito sulla Chiesa, e chi invece ritiene che sia la prova provata di ciò che avviene da tempo all'interno di alcuni ambienti cattolici. Di questo però parlerò dopo.
Il primo aspetto che voglio prendere in esame di questa faccenda riguarda la censura, un argomento di cui ho parlato spesso sia su questo blog che sul mio sito internet. A prescindere infatti dalla veridicità o meno del documentario in questione, rimane il fatto che il tentativo di bloccarne la messa in onda rappresenta un grosso autogol del Vaticano o di chi comunque voleva impedirne la diffusione via etere. La questione ora pare chiusa in quanto la Rai
ha acquistato il documentario che manderà in onda la prossima settimana nella trasmissione di Santoro. Ma fino a oggi ancora si discuteva dell'opportunità o meno di mandarlo in onda. E tutto questo mentre
quasi 600.000 persone l'hanno già acquisito dalla rete grazie anche al lavoro di alcuni blogger che si sono presi la briga di inserire i sottotitoli in italiano.
Questo fatto rappresenta a mio modestissimo parere la prova di come la censura oggi sia anacronistica e priva di senso (e sostanzialmente inutile). Nel ventunesimo secolo non si può più pretendere di impedire la messa in onda di notizie e documenti "scomodi". Non si può più pretendere di "smontare" le tesi riportate nei documentari in questo modo. Le notizie vanno date nella loro interezza, poi sarà il pubblico a valutare se si tratti di bufale o no. Scusate, non vi fa un pò ridere il fatto che alcuni signori stiano lì a discutere sull'opportunità o meno di mandare in onda in tv un documento quando questo è già di pubblico dominio in rete (prova questa che grazie a internet non siamo più obbligati a sottostare ai capricci e agli umori dei direttori di rete, Rai o Mediaset che siano). A mio modesto parere, poi, se il Vaticano non avesse avuto nulla da temere dalla messa in onda di questo documentario, perché tutto questo casino?
Ma veniamo al documentario vero e proprio. In esso sono riportate alcune testimonianze (molto ben documentate) di fatti di pedofilia commessi da alcuni preti cattolici in Inghilterra, Stati Uniti e Brasile, e delle presunte coperture architettate dal Vaticano per cercare di "lavare in casa i panni sporchi". L'Avvenire si è scagliato conto questo documentario definendolo "
Infame calunnia". Cito dall'articolo in questione:
[...] Confidando magari che qualche organo di informazione, più o meno clandestino, non faccia troppo lo schizzinoso, e rilanci generosamente il tutto, offrendo al proprio pubblico come sicuro il cibo ampiamente avariato. [...]Io non so se "offro come sicuro del cibo ampiamente avariato". Per il momento mi limito semplicemente a riportare le cose come sono.
Qui c'è il video di Google e
qui c'è l'articolo dell'Avvenire. Ognuno poi si farà una sua idea. Voglio comunque sottolineare alcuni aspetti della questione.
Sempre dall'articolo dell'Avvenire che ho citato prima:
[...] Si tratta di un pot-pourri di affermazioni e pseudo-testimonianze che furono apertamente sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese, la quale invitò l'augusta Bbc a "vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell'attaccare senza motivo Benedetto XVI [...]Beh, francamente non mi pare che sia esattamente come dice l'Avvenire.
Innanzitutto il documentario è prodotto da Panorama (non c'entra niente con la nota rivista italiana), che è la redazione d'inchiesta della BBC, redazione della quale mi pare si possa dire tutto tranne che sia di dubbia reputazione (se qualcuno sa o ha notizie di bufale messe in giro dalla BBC me lo può tranquillamente segnalare nei commenti). In secondo luogo non si tratta di "pseudo-testimonianze", ma di testimonianze delle quali ho trovato in rete precisi riscontri (mi sono preso la briga di indagare nel mio piccolo su ognuno dei fatti riportati nel documentario): dalla vicenda
O'Grady a
Colm O'Gorman, dal caso
Patrick Wall, il benedettino che si dimise pur di non applicare le direttive del
Crimen Sollecitationis, alla vicenda in Brasile di Padre Tarcisio, rinchiuso in galera per aver violentato un bambino di 5 anni (ne parlò a suo tempo anche il Corriere in
questo articolo).
Quindi, di tutte le testimonianze riportate nel documento esistono precisi riscontri, basta cercare un pò in rete. Il goffo tentativo del quotidiano della CEI di buttarla sul "sono tutte balle" mi pare perciò un pò patetico. Oppure, se proprio vuole, dica chiaramente dove sono queste balle citandole caso per caso come ho fatto io. Insomma, se ritiene che la BBC abbia torto dica chiaramente dove senza nascondersi dietro a generici tentativi di far passare tutto come paccottiglia. Leggo poi più avanti nell'articolo:
[...] ll pezzo forte del servizio infatti consisteva (e ancora consiste) nell'accusa rivolta a Joseph Ratzinger di essere stato niente meno che il responsabile massimo della copertura di crimini pedofili commessi da sacerdoti in varie parti del globo, in quanto "garante" per 20 anni - da quando fu nominato prefetto vaticano - del testo Crimen sollicitationis, che è un'istruzione emanata in realtà dal Sant'Uffizio il 16 marzo 1962. Da notare la data: nel 1962 infatti Joseph Ratzinger non era certo prefetto della futura Congregazione per la dottrina della fede [...]Questa è se vogliamo l'unica inesattezza riportata effettivamente nel documentario. Dove, prima, viene comunque correttamente detto che nel 1962 la Chiesa inviò a tutti i Vescovi del mondo
questo documento (approvato da Giovanni XXIII), col quale venivano impartite istruzioni su come comportarsi davanti a casi di pedofilia o abuso sessuale commesso da preti. Solo più avanti nel filmato viene riportata questa inesattezza. Rimane comunque il fatto che nel 2001 Ratzinger firmò ed emanò il seguito di tale documento.
Al di là comunque dei particolari, vorrei precisare che ho scritto questo articolo non con l'intenzione di dare contro alla Chiesa o ai preti o a Ratzinger (col quale, sinceramente, ho poco a che spartire), ma solamente per evidenziare come la censura oggi non serva sostanzialmente a niente (specialmente quella televisiva, che come abbiamo visto è facilmente bypassabile), e che chi vi si appella in nome di chissà quale autorevole diritto a decidere la circolazione o meno della libera informazione è destinato a fallire nei suoi intenti miseramente.
In più considero da sempre la pedofilia come uno dei reati più gravi e abbietti di cui si possa macchiare una persona (
ho scritto spesso di questa cosa anche quando non c'entravano i preti). Quando quindi a compiere questi atti sono proprio quelli che dovrebbero in qualche modo tutelare l'integrità dei bimbi e dei ragazzi (insegnanti, educatori, genitori e, come in questo caso, preti), la cosa diventa difficilmente tollerabile.
Naturalmente va detto per correttezza che la piaga dei preti pedofili riguarda una percentuale esigua di tutto l'insieme (la cosa va giustamente precisata, altrimenti sembra che si voglia fare di ogni erba un fascio). Ma proprio perché di percentuale esigua si tratta, la Chiesa avrebbe dovuto fin da subito prendere misure ferme e decise contro chi si è macchiato di tali nefandezze, e non fare opera di copertura e insabbiamento spostando a destra e a manca tra le varie parrocchie i responsabili.
Ma purtroppo questo atteggiamento è piuttosto radicato nel modus operandi della Chiesa. L'ultimo esempio l'abbiamo avuto poco tempo fa, con la nota vicenda
della piccola parrocchia alla periferia di Firenze. Come dimenticare poi la
trasmissione delle Iene dell'anno scorso che ha messo in evidenza un livello di omertà all'interno del clero da far paura, quando si tratta di denunciare casi di abusi sessuali?
Adesso, comunque sia, questo video andrà in onda (salvo imprevisti dell'ultima ora) in una trasmissione televisiva, dove sarà presente un'ampia rappresentanza delle parti tirate in causa nel filmato. Speriamo che questo serva a fornire finalmente un tipo di informazione il più obiettivo possibile, e speriamo che tutta questa storia serva di lezione a chi ancora non ha capito che è finita l'epoca in cui qualcuno decide arbitrariamente cosa possiamo vedere e cosa no.