domenica 6 maggio 2007

Tra l'indignazione e lo schifo

Il Corriere pubblica il video della lapidazione della ragazza iraqena colpevole di essersi innamorata di un musulmano



Ci sono almeno tre cose che mi fanno schifo di questa storia:
  1. che la ragazza sia stata lapidata
  2. che il video sia stato messo in circolazione su internet
  3. che il Corriere ci abbia aggiunto la pubblicità
E sinceramente delle tre non so quale sia la peggiore. La lapidazione è una di quelle pratiche barbare ancora in voga in alcune zone del pianeta, e consiste nell'uccidere una persona, immobilizzata, tramite il lancio di pietre. Nel caso in questione la ragazza è stata uccisa dagli stessi familiari (che evidentemente non sono familiari ma belve assetate di sangue).

Nonostante sia ormai abituato a sentirne di tutti i colori, ancora provo indignazione davanti a queste cose: la ragazza - almeno stando a quanto riportano le fonti di informazione (in questo caso il Corriere) - è stata portata fuori di casa, immobilizzata, presa a calci e pugni e infine uccisa con una pietra in testa: davanti a due poliziotti (ma cosa ci sta a fare la polizia in Iraq?) e alla folla, che invece di muovere un dito riprende la scena coi telefonini.

Già, i telefonini, ancora loro, capaci di trasformare una tragedia come questa in un evento mediatico spettacolare da diffondere in rete come si diffonde una scampagnata in bicicletta. E io che pensavo fosse aberrante la storia delle tartarughe.

Il Corriere poi ci ha messo del suo, inserendo subito prima del filmato uno spezzone pubblicitario della Fineco (la cui effige accompagna poi tutto il filmato, come vedete dall'immagine sopra): un pò come i messaggi promozionali prima delle trasmissioni televisive. Bello no? Un pò di pubblicità prima della morte. Ma mandare tutti a cagare no?

Non so voi, ma certe volte penso proprio che abbia ragione Jacopo Fo.

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