martedì 4 maggio 2010

La Francia scoppia di scorie

Chissà se il buon Scajola è stato messo al corrente di quanto sta accadendo in Francia sul fronte del nucleare. Vabbé che adesso tra i vari Anemone, Zampolini e appartamenti con vista sul Colosseo ha le sue belle gatte da pelare, ma forse sarebbe bene che un'occhiata a cosa sta succedendo oltralpe la desse.

Anzi, ancora meglio, più di Scajola sono gli italiani che dovrebbero drizzare le orecchie. In pratica, scriveva ieri Rainews24, in Francia sta seriamente rischiando di saltare l'intero piano nucleare perché non si sa dove mettere le scorie. "Secondo il programma elaborato dal governo di Parigi, il primo sito pubblico di stoccaggio delle scorie nucleari a basso livello di radioattivita' ma di lunga durata sarebbe dovuto entrare in funzione nel 2019. Ma sembra ormai inevitabile, anticipa oggi il quotidiano economico Les Echos, un rinvio della scadenza a causa dell'impossibilita' di trovare un comune disponibile ad ospitare un simile impianto tra quelli individuati come adatti dal ministero dell'Ambiente".

Qui da noi, in Italia, neanche a parlarne, ovviamente. Anzi, se non fosse per le indiscrezioni dei verdi non sapremmo neppure dove il governo ha intenzione di costruire le centrali, figurarsi i siti di stoccaggio delle scorie. A tal proposito, sarebbe interessante che i vari Berlusconi, Scajola e Prestigiacomo, che continuano allegramente a cianciare di nucleare, facessero mente locale e andassero indietro nel tempo fino al 2003, anno che sarà ricordato per le rivolte di Scanzano Jonico, in Basilicata, e della Sardegna tutta. In quell'anno, infatti, il governo Berlusconi decise di allestire in questi posti due bei cimiteri nucleari. Forse qualcuno si ricorda cosa successe in quell'occasione. Adesso è tutto dimenticato; in Italia si tende a dimenticare alla svelta. E per accelerare il processo di rimozione del passato scomodo si punta naturalmente - indovinate un po'? - sulla televisione.

Come è noto, infatti, molti italiani, nonostante i mirabolanti racconti di chi ci governa, continuano a non vedere di buon occhio il ritorno al nucleare. Ecco quindi che Berlusconi ha già trovato la soluzione: gli spot televisivi. Un paese serio, amministrato da un governo serio, davanti a un progetto importante (anche in termini di investimenti) come la scelta del tipo di approvvigionamento energetico futuro, informerebbe adeguatamente la popolazione, organizzerebbe dibattiti, interpellerebbe scienziati. Troppo rischioso: meglio gli spot televisivi. Sugli italiani fanno più riuscita.

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