Don Evaldo, come si sa, è l’economo della congregazione del Preziosissimo Sangue. Per venti anni ha sovrainteso alle donazioni dei fedeli finalizzate alle missioni in Africa. Il suo conto corrente presso la filiale romana della Banca delle Marche in via Ciamarra (stessa filiale dove ha il conto Anemone, segnala la Guardia di Finanza) è stato messo a disposizione dell’imprenditore che poteva versare e prelevare contanti a suo piacimento, evitando così occhi indiscreti e segnalazioni a Bankitalia. «Era un deposito fiduciario», ha spiegato al primo interrogatorio, con disarmante candore, il sacerdote. Nell’occasione l’arzillo prete-banchiere ha aperto il suo computer e sciorinato le contabilità, quella ufficiale e quella parallela. E’ venuto fuori che alla data del 31 dicembre 2009, Anemone aveva «parcheggiato» sul conto di don Evaldo, pronti alla bisogna, ben 475mila euro. In cambio, Diego Anemone aveva concesso, bontà sua, che gli interessi maturati, pari a 5.438 euro, andassero «a sostegno dei bambini nell’Africa».
Speriamo che i giudici, nel giudicare Anemone, mettano tra le eventuali attenuanti la sua vena filantropica verso i bambini dell'Africa.
Credo ci sarà un crollo dell'8 % alla Chiesa Cattolica.
RispondiEliminaMi piacerebbe una "reprimenda" a questo "religioso".
Il Vaticano è "una spelonca di ladri"?
O va bene così?
Umboc
E' già da qualche anno, fortunatamente, che il gettito dell'otto per mille alla chiesa cattolica è in calo. Molti italiani cominciano a svegliarsi.
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