Può darsi benissimo che Letizia Moratti (foto) abbia ragione. In fondo l'equazione è abbastanza facile e viene tutto sommato spontanea. Se io sono un ucraino, un marocchino, un senegalese, un nigeriano, un cinese, un pakistano, e mi trovo bene nel mio paese d'origine, chi me lo fa fare di prendere su e fuggire in un altro? Se lo faccio è perché non ho lavoro, perché c'è la miseria, oppure perché magari sono un delinquente che ha la polizia alle calcagna e cerco rifugio da un'altra parte.
Insomma, è abbastanza logico che se uno sta bene e non ha problemi nel suo paese, ci rimane. Se emigra, invece, c'è qualcosa che non va. La Moratti, però, visto oltretutto che ha parlato in una università, avrebbe potuto (e dovuto) suffragare le sue parole con qualche dato. Insomma, non si può dire "I clandestini che non hanno un lavoro regolare, normalmente delinquono" senza spiegare su cosa si basa questa affermazione, altrimenti è una generalizzazione di stampo propagandistico che lascia il (brutto) tempo che trova e che accontenta giusto quelli abituati a ragionare con la pancia.
In attesa che l'illustre sindachessa di Milano integri le sue affermazioni con qualche dato, vale la pena ricordare che, probabilmente, tra le centinaia di migliaia di irregolari in giro per le nostre città ci sono anche quelli che fanno i muratori in nero nei cantieri, quelli che scaricano le navi nei porti, quelli che raccolgono ortaggi nelle nostre campagne spaccandosi la schiena per un euro al giorno (vedi Rosarno). E può darsi pure che ci siano parecchie badanti che accudiscono e cambiano il pannolone a tanti vecchietti padani (che magari votano pure Lega).
Insomma, se è vero che molti clandestini "normalmente" delinquono, è anche vero che molti, non clandestini, dicono "normalmente" un certo numero di fesserie.
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Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminadetto questo io me ne vado.
RispondiEliminanon rimetterò più piede qui.
addio
Ohhh, e ci voleva tanto?