Umberto Eco, più o meno a partire dal minuto 2:00 di questo suo intervento, osserva una cosa molto interessante. Noi, oggi, in letteratura tendiamo a distinguere tra i cosiddetti classici e i best sellers, ascrivendo i primi a tutta quella serie di libri, generalmente appartenenti a un passato più o meno remoto, che possono essere inseriti in un canone e che sono considerati seri e fondamentali per la nostra cultura; i secondi a quel genere letterario contemporaneo prevalentemente composto da libri più "leggeri" che in genere si leggono per diletto.
Qual è l'osservazione di Eco? Che anche quelli che oggi consideriamo classici in passato sono stati best sellers. Lo era la Bibbia, lo erano I promessi sposi, e lo erano anche molti testi che poi, per qualche motivo, non sono sopravvissuti. Della poetica di Aristotele, ad esempio, ci sono arrivate alcune tragedie di Sofocle mentre altre sono andate perdute; nel 1700 a Dante non lo poteva vedere più nessuno, tanto che ci è mancato poco che cadesse per sempre nel dimenticatoio e via dicendo. E i motivi per cui certi classici sono arrivati a noi e altri no, è spesso da addebitare al caso o alla fortuna.
Certamente le implicazioni di queste osservazioni non sono di poco conto, perché da esse potrebbe conseguire che tra i classici di domani potremmo trovare Fabio Volo, e ad accostare un libro di Volo a Madame Bovary di Flaubert o a Delitto e castigo di Dostoesvkij può capitare di avvertire un pelino di stridore. Ma se è vero che molti di quelli che oggi consideriamo classici sono arrivati fino a noi anche per caso o fortuna, non è effettivamente da escludere che i posteri potrebbero annoverare Volo tra i suddetti classici.
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Condivido la riflessione.
RispondiEliminaAggiungo che tanti libri che noi oggi annoveriamo tra i classici, non piacquero sempre e a tutti i critici quando furono pubblicati. È successo, ad es. a Svevo, Fitzgerald o la Dickinson soprattutto a inizio carriera, quindi voglio dire... un autore dei nostri giorni può non sembrarci fornito di tutti i requisiti (che poi quali sarebbero?) Perché i suoi libri diventino un domani dei classici senza tempo, ma in realtà non possiamo saperlo :-D
Magari proprio su volo non rischierei la scommessa..., su moccia neanche però chi può dire che direzione prenderà la cultura?
Ai posteri l'ardua sentenza ;-)
Già, ai posteri l'ardua sentenza. Peccato che, come diceva Guccini, "noi non ci saremo" :)
EliminaCerto oggi un autore ha possibilità diverse rispetto al passato per farsi conoscere, si comprano libri per scopi diversi e sono scritti spesso da non-scrittori.
RispondiEliminaVerissimo. Io, ad esempio, che sono l'ultimo su questo pianeta che dovrebbe farlo, qualche anno fa ho cominciato a scrivere quello che nelle mie intenzioni voleva essere un romanzo. Ho scritto sei capitoli, che dovrei ancora avere archiviati in qualche cartella, e poi mi sono fermato chiedendomi: Ma cosa sto facendo? :-)
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