Cuori in Atlantide
Ieri sera ho guardato Cuori in Atlantide, film con Anthony Hopkins tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King di parecchi anni fa. Quel romanzo lo lessi da giovane, e ricordo che mi piacque: un'ottima trama e mai noioso. Il film, invece, è di una noia mortale e lento all'inverosimile. Mia moglie si è addormentata dopo un quarto d'ora, io sono arrivato fino alla fine ma molto faticosamente. È che non imparo mai la lezione: mai guardare la trasposizione cinematografica di un romanzo che mi è piaciuto.
Commenti
Insopportabile, ad esempio, mi è stata la visione de “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson. A parere mio, un carnevale di bassa qualità, alla faccia degli osanna di pubblico e critica.
Il film è solitamente una semplificazione del testo scritto, e solo la mano di un vero autore di cinema può dargli autonomia e riscatto.
Vedi Stanley Kubrick alle prese con lo stesso Stephen King, e Ridley Scott con Philip K. Dick.
Ma sono casi abbastanza rari.
Oltre la bravura registica o meno, il punto è che un buon lettore dotato di sufficiente immaginazione si fa il proprio film personale, quando legge le pagine del romanzo.
Ciò che viene proiettato sullo schermo gli sembrerà il più delle volte inadeguato.
Poco definito.
Dozzinale.
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Tanti suoi romanzi sono meccanismi narrativi perfetti, e gli si perdonano anche le prolissità ( dico “It”, che ho adorato quand'ero ragazzo ).
Ma sai, penso che in ogni caso anche una descrizione pignola del personaggio, se non estenuante tanto da far imprecare e mollare la lettura, venga metabolizzata dal lettore nel corso della lettura, nelle pagine successive. Distorta, personalizzata.
Quella che è più difficile da rappresentare sullo schermo ... è l'emozione di un attimo estrusa dall'anima del personaggio.
La vera carne ... esserne capaci, credo possa essere definito come un dono.
Anche la trama più cerebrale deve coagulare lì.