giovedì 24 dicembre 2009

Il Giornale ci illumina sul nucleare

Il governo sta spingendo molto sul nucleare, è noto. Siccome quelli che non vedono di buon occhio il ritorno a questa forma di produzione di energia sono parecchi, ecco che anche Il Giornale si fionda a perorare la causa. E lo ha fatto mirabilmente ieri, con un ottimo articolo a firma Franco Battaglia dal titolo emblematico: "I rischi delle scorie nucleari? Tutte bufale". Voi sapete che il tasto su cui battono di più i detrattori del nucleare è proprio il problema delle scorie. Vediamo cosa scrive Il Giornale.

Quando nacque il movimento antinucleare, negli anni Settanta del secolo scorso, gli attivisti strillavano che una eventuale esplosione in un reattore nucleare avrebbe causato 100.000 morti immediati. Quando, alla fine, l'esplosione ci fu (a Chernobyl) i morti furono 3. E furono 3 perché quella di Chernobyl non fu un’esplosione nucleare, né poteva esserlo: per ragioni tecniche che spiegherò un’altra volta, un'esplosione nucleare in un reattore nucleare è impossibile.

Ora, spero di non dire troppe castronerie - non sono un esperto di fisica -, ma mi pare che il Battaglia faccia (volutamente?) un po' di confusione. Innanzitutto nessuno, tantomeno gli attivisti degli anni '70, ha mai parlato di "esplosione nucleare", e non c'è bisogno che ci spieghi lui perché. Non mi pare infatti che esista una "esplosione nucleare", ma semmai, eventualmente, una esplosione del reattore. Basta vedere l'elenco di tutti gli incidenti a centrali nucleari dal '57 ad oggi: si è trattato sostanzialmente di fuoriuscita incontrollata di materiale radioattivo. Chi ha mai parlato di esplosione? Solo nel caso di Chernobyl ci fu realmente un'esplosione (non nucleare), e fu provocata dalla fusione del combustibile con il conseguente scoperchiamento del reattore e la fuga in aria di combustibile polverizzato, scorie e materiali radioattivi. E non ci furono, come dice sempre l'articolista, 3 morti, ma almeno 65, più l'infinita serie di patologie connesse i cui effetti si protraggono sulla popolazione ancora oggi. Ma per lui sono solo 3: un modo come un altro per indorare la pillola del nucleare.

Poi, come da titolo, comincia il corposo pistolotto sulla non pericolosità delle scorie nucleari. Non faccio il copia e incolla integrale - sarebbe troppo lungo -, avete il link sopra lo potete leggere da soli. Segno solo alcune cose.

I disinformatori in servizio permanente effettivo cambiarono mantra: quello delle scorie - stanno ripetendo, come un disco rotto - è un problema irrisolto. Lo hanno ripetuto talmente tante di quelle volte che è diventata una verità data, urbi et orbi, per assodata. Ma è una delle tante leggende metropolitane, perché l’allocazione sicura dei rifiuti radioattivi è invece un problema di ingegneria semplicissimo e facilmente risolvibile.

Beh, la cosa è rincuorante. Andiamo avanti.

Innanzitutto, senza sapere né leggere né scrivere, basta guardare i fatti. Avete mai visto qualche cittadino francese o giapponese additare il problema da cui la Francia o il Giappone - che pure hanno quasi 60 reattori nucleari ciascuno - dovrebbero essere assillati, nel caso fosse, quello delle cosiddette scorie, come un problema veramente irrisolto?

Forse i cittadini francesi non sono assillati dal problema delle scorie perché magari non sanno cosa sta succedendo. Ne sa qualcosa ad esempio l'inchiesta di Libération che risale a metà ottobre scorso. Se non c'è nessun problema perché è scoppiato lo scandalo dell'EDF, l'azienda nucleare francese scoperta a trasportare illegalmente scorie radioattive in Siberia? Se non c'era nessun problema se le potevano tenere in qualche deposito di stoccaggio sul territorio. Ecco cosa scriveva in proposito internazionale.it:

Un recente documentario girato dalla tv Arté insieme a un giornalista di Libération mette in luce che uno dei grossi problemi del nucleare rimane lo smaltimento delle scorie. La Francia avrebbe stoccato il 13 per cento dei rifiuti radioattivi che provengono dalla sua filiera nucleare in un remoto villaggio della Siberia, chiuso alla stampa.

Secondo questa inchiesta, dal 1990 sono stati trasportati in questo parcheggio nucleare a cielo aperto 108 tonnellate di uranio provenienti dalle centrali francesi.

“Come e perché le scorie francesi sono arrivate in Siberia?”, chiede Libé. I container vengono imbarcati a Le Havre fino a San Pietroburgo, poi sono caricati a bordo di un treno che li porta fino al complesso atomico di Tomsk-7, in Siberia. In questo impianto l’uranio viene sottoposto a un processo di arricchimento, il 10 per cento dell’uranio trattato viene rispedito in Francia e reintrodotto nel processo di produzione di energia. Il resto, il 90 per cento del materiale che arriva in Siberia, non è riutilizzabile, diventa di proprietà dell’impresa russa Tenex e rimane stoccato a cielo aperto.

Beh, insomma, non mi pare che questa inchiesta sia il sintomo che con le scorie non c'è alcun problema. Ma andiamo avanti.

Esso, però [l'Uranio-238, ndr], sia chiaro, non è rifiuto prodotto dalla centrale, ma è presente in natura, e dalla natura è stato prelevato per essere poi utilizzato. E non è neanche rifiuto in sé, perché, pur non essendo fissile, l'U-238 è però fertile, cioè è ottimo combustibile per i reattori cosiddetti «veloci», come lo sono alcuni reattori della ventura IV generazione.

Certo, peccato che i reattori che ha in programma di costruire il governo siano quelli obsoleti di III generazione, non quelli di IV, attualmente solo in fase di studio. Ma fa niente...

Un'altra scemenza che viene detta e a pappagallo ripetuta è che le scorie radioattive sarebbero pericolose per migliaia di anni. Chi la dice non capisce che è, questo, un pregio e non un difetto dei rifiuti radioattivi: la pericolosità dei rifiuti radioattivi diminuisce nel tempo, fino ad esaurirsi del tutto; al contrario di ciò che accade per i (mille volte più voluminosi) rifiuti tossici altamente pericolosi che già produciamo, la cui pericolosità è, invece, per sempre.

Quindi non sono pericolose per migliaia di anni?

Dato che le scorie radioattive, al contrario dei rifiuti convenzionali, decadono nel tempo, si osserva che i prodotti di fissione sono pericolosi per circa 300 anni, gli attinidi minori per circa 10.000, il plutonio per circa 250.000. (fonte)

Proseguiamo.

L'allocazione sicura dei rifiuti radioattivi, lungi dall'essere un problema irrisolto, è invece, dicevo, un problema di ingegneria semplicissimo e facilmente risolvibile. Ma esso diventa un problema risolto a una sola condizione: che si individui il sito per un deposito, anche solo di superficie, di questi rifiuti, e si metta in cantiere la sua rapida realizzazione.

Visto che l'allocazione sicura dei rifiuti radioattivi è un problema di ingegneria semplicissimo, il Battaglia potrebbe spiegarci come mai "al 2003 tuttavia non esisteva al mondo alcun deposito geologico definitivo in esercizio" (fonte), e come mai pure gli americani abbiano dovuto rinunciare al progetto Yucca Mountain, il sito più sicuro del mondo, a 160 km da las Vegas, in pieno deserto del Nevada, abbandonato - con relativo scandalo al seguito - per infiltrazioni di acqua. Non si sa (anzi, si sa eccome). Ma ecco la perla finale.

...un deposito di rifiuti radioattivi non è, come irresponsabilmente strillano gli ambientalisti, una discarica radioattiva, ma è un centro di radioprotezione a tecnologia avanzata, e gli abitanti vicini a esso - oltre a godere dei benefici per la presenza di tal centro e per gli inevitabili compensi da chi vi alloca i propri rifiuti radioattivi - potranno vantarsi di essere, senza alcun dubbio, i cittadini meglio radioprotetti del Paese.

Ok, a questo punto sono convinto anch'io: il nucleare, almeno nella versione proposta dal governo, è una fregata.

2 commenti:

Maurizio ha detto...

Sono sgomento,tralasciando il problema del referendum,al giornalista consiglierei un giro a Cernobil e dintorni.
Così, per vedere l'effetto che fa.
Poi lo porterei al centro del sarcofago del reattore 4,e vedere l'effetto che fa.
Ma non ci sarebbe neanche bisogno di portarlo di persona.
Girano sul web video altamente esaurienti sugli effetti dell'esplosione del reattore.

Ma la domanda che mi pongo è:
Per far bollire un pentolone di acqua,devo mettere a rischio la vita di migliaia di persone?

Buon Natale Andrea,a te e tutta la famiglia.

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie, anche a voi. Per quanto riguarda la questione nucleare, va segnalato, come fa giustamente Mario Tozzi nella parte finale del video, che non ci sono solo aspetti negativi, ma allo stato attuale questi ultimi sono di gran lunga superiori a quelli positivi.

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