mercoledì 30 dicembre 2009

A molta gente, nonostante tutto, piace informarsi

Chi l'ha detto che le persone non si interessano a quello che succede nel nostro paese? Dove sta scritto che le italiche genti si azzuffano solo quando è ora di mettersi in coda per il cinepanettone? L'anno vecchio che se ne sta andando annovera tra i suoi bilanci anche quello della stagione televisiva appena trascorsa, e si scopre così che tra le trasmissioni più seguite non ci sono solo isole, fattorie, fratelli e idiozie correlate, ma un posto di rilievo lo occupano pure le cosiddette trasmissioni di approfondimento politico e di attualità.

Alcuni dati li ha riportati ieri Repubblica in questo articolo, dove si scopre, dati auditel alla mano, che tra le trasmissioni più seguite ci sono Annozero, Ballarò e Porta a porta. Intendiamoci, si tratta molto spesso di trasmissioni caratterizzate da urla, strepiti e azzuffamenti verbali piuttosto sgradevoli, tutta roba che non sfigurerebbe affatto al confronto di certe zuffe all'interno della casa, ma il tutto è controbilanciato dal fatto che molte cose che vengono raccontate non si leggono facilmente altrove - i motivi sono noti.

D'altra parte è probabilmente il forte seguito che hanno queste trasmissioni il motivo principale degli innumerevoli "imprevisti" strani che si sono verificati, in particolar modo quest'anno, al momento della partenza (ricordate, solo per citarne alcuni, la questione del contratto di Travaglio ad Annozero, della copertura legale di Report della Gabanelli, i problemi sempre di contratto per Fazio e il suo Chetempochefa?). Adesso è abbastanza chiaro il motivo. Queste trasmissioni sono nonostante tutto molto seguite, raccontano fatti che in genere sono sistematicamente censurati dal restante planetario dell'informazione allineata e quindi danno fastidio. E' stato lo stesso Cicchitto, se ricordate, all'indomani dell'aggressione a Berlusconi, a indicare espressamente Annozero come uno dei mandanti morali del clima di odio che avrebbe portato il Tartaglia all'insano gesto. Eh sì, perché da noi, per uno strano gioco di manipolazione di parole e di concetti, l'informazione è considerata semplicemente "terrorismo mediatico".

1 commento:

  1. speriamo che la voglia di informarsi (veramente) non venga meno col nuovo anno... :-)

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