Nel mio post in cui accennavo all'aggressione al papa, l'avevo buttata lì così, come prima di due opzioni su cosa mi auguravo non succedesse all'indomani del fattaccio. Speravo, insomma, che non scappasse fuori il suonato di turno pronto ad addebitare il tutto al clima di odio imperante. Mi sbagliavo. Il presidente del Consiglio, infatti, a chi gli chiedeva quale fosse stata la sua reazione in merito a quanto successo a Ratzinger ha prontamente dichiarato: «Credo quella di tutti gli italiani: di preoccupazione e di incredulità. Ho pensato che davvero dobbiamo contrastare tutte queste fabbriche di menzogne, di estremismo e anche di odio».
Ecco qua. Ormai è fatta, ci siamo dentro tutti. L'Italia è divisa in modo netto e distinto tra chi odia e chi ama. Tra chi lavora in nome dell'odio e chi in nome dell'amore. Poco importa che in entrambi i casi di cronaca dell'ultimo periodo si sia trattato di squilibrati che hanno agito esclusivamente in preda alla loro follia, completamente sganciati da qualsiasi forma di organizzazione. Non vuol dire niente: si strumentalizza il tutto (papa compreso) e si diffonde l'idea che entrambi sono il frutto della campagna di odio orchestrata da... da chi? Boh, non si sa, e d'altra parte Berlusconi non lo dice. Lui si affida al potere evocativo delle immagini. Pensate ad esempio alle "fabbriche di odio e di menzogne"; cosa vi viene in mente? Lavorando un po' di fantasia si potrebbe quasi immaginare che ci siano dei posti oscuri e tetri in cui, clandestinamente, i fomentatori dell'odio lavorano incessantemente per produrre odio e menzogne in quantità industriale da riversare sulla popolazione - qualcosa tipo il complotto delle scie chimiche, per rendere un po' l'idea :-) -.
Ma queste sono balle e fantasia. Un po' più prosaicamente ci aveva pensato il buon Cicchitto, all'indomani dell'attentato a Berlusconi, ad indicare con chiarezza chi sono i responsabili del clima di odio imperante: Repubblica, Espresso, il Fatto e quel terrorista mediatico che risponde al nome di Marco Travaglio. Questi sono i colpevoli. Colpevoli di cosa? Di raccontare. Ecco che alcune cose appaiono improvvisamente molto più chiare. Il terrorista, lo spargitore di odio è semplicemente chiunque racconti le cose, sveli gli altarini, metta in piazza gli scheletri nell'armadio. Perché Repubblica, Il Fatto e Travaglio portano odio? Perché raccontano cose che danno fastidio. Questo, per Berlusconi e la sua orchestra, è l'odio.
Inculcare nella collettività l'idea che chi fa informazione sia un mascalzone è tra l'altro un'ingegnosa furbata. Perché? Semplicemente perché impedisce di approfondire, di entrare nel merito. Fateci caso: oltre a strillare ai 4 venti di odio e di terrorismo mediatico, avete mai sentito qualche trombettiere di palazzo entrare nel merito? Avete mai sentito qualcuno di questi dire: ok, alcuni giornali e alcuni giornalisti raccontano certe cose: vediamo se è vero e come possiamo, eventualmente, sbugiardarli? No, perché non possono. Berlusconi, se ricordate, la sera stessa in cui la Consulta bocciò il lodo Alfano disse: I processi che mi scaglieranno sul piatto sono autentiche farse: "io sottrarrò qualche ora alla cura della cosa pubblica per andare là e sbugiardarli tutti". E infatti, all'indomani, erano già in pista il legittimo impedimento, il lodo Alfano costituzionale, il processo breve e l'immunità parlamentare. E allora? Non esiste la questione dell'odio e dell'amore, è solo fumo negli occhi. Esiste semplicemente chi si allinea e chi no.
Berlusconi ha contribuito incessantemente a creare questa sorta di dicotomia fin dal primo giorno in cui è sceso in politica. Chi lo asseconda e la pensa come lui è bravo, è italiano, lavora nel nome dell'amore e della verità; chi la pensa diversamente è automaticamente un comunista, un anti-italiano, un istigatore all'odio, senza vie di mezzo. Berlusconi non concepisce l'idea che una persona "per bene" (qualunque cosa voglia dire) possa pensarla diversamente, è una cosa fuori da ogni logica. La sua logica.
(fonte immagine: voglioscendere.it)
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Fra l'altro il Papa, dopo essere caduto anche abbastanza violentemente, si è rialzato e ha detto messa come se niente fosse e in seguito si è ben guardato dal lamentarsi; portavoce e cardinali vari non hanno minimamente insistito sul fatto né si sono atteggiati a vittime (e un cardinale molto anziano, in realtà, si è pure rotto il femore). In breve: tutti hanno tagliato corto, dimostrando se non altro classe e intelligenza.
RispondiEliminaBerlusconi, invece, si è subito rivelato per quello che è: un volgare piazzista, privo di stile e privo di scrupoli.
Scusa la sincerità, ma ormai mi ha stancata. Non me la sento di definirlo diversamente.
Saluti
Non me la sento di definirlo diversamente.
RispondiEliminaAnche perché è impossibile... :-)
Io mi,e vi, faccio una domanda:
RispondiEliminaChi avrà il coraggio di rimettere a posto tutti i danni provocati da questi anni di malgoverno.
Berlusconi è la feccia che risale dal pozzo(Indro Montanelli)
Mi pare che non ci sia niente altro da dire
Maurizio
San Leo,o meglioNapoli
(sono 10 giorni che non svuotano il cassonetto)
Sì, era il "berlusconismo", ma il concetto non cambia. ;)
RispondiEliminaComplimenti per il tuo blog...perché non mi inserisci tra i tuoi amici e mi linki?? Te ne sarò grata
RispondiEliminagrazie!!!
Grazie. Mi dispiace, non faccio scambio link.
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