lunedì 7 dicembre 2009

Una telefonata (di Bagnasco) può servire

La finanziaria 2010 è a buon punto. Tra le novità dell'ultima ora la proroga degli incentivi auto anche per il prossimo anno, mentre il famoso "Patto per la salute" stipulato tra governo e regioni obbligherà i contribuenti di Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Calabria e Sicilia a versare circa 56 euro pro capite in più rispetto all'anno precedente per tentare di tappare qualche buco nella loro disastrata sanità.

Tra le pieghe di tutta la manovra si scoprono anche altre cose interessanti. Sono ricomparsi ad esempio i 130 milioni di euro per le scuole paritarie precedentemente tagliati da Tremonti. Il superministro dell'economia era per la verità abbastanza reticente a reintrodurli, ma la fonte persuasiva è stata di tutto rispetto.

Alla fine Giulio Tremonti ha ceduto, non avendo per altro molte vie di fuga. Così, con il maxi-emendamento di ieri alla legge finanziaria le scuole paritarie hanno riottenuto quei 130 milioni di euro volati via con i tagli orizzontali del ministero dell’Economia alle tabelle che accompagnavano la manovra di bilancio triennale. Per sciogliere la resistenza del ministro è sceso in campo anche il presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco che prima con una telefonata al premier, Silvio Berlusconi poi in un colloquio diretto con Tremonti ha segnalato il rischio di chiusura di molti istituti con una taglio del 25% dei contributi pubblici alla libertà di educazione dei cittadini.

Bagnasco è preoccupato e ha ragione: il rischio che il 25% delle scuole private frequentate dai figli di persone benestanti possa chiudere mette paura. Specialmente se si pensa che quei soldi avrebbero potuto parzialmente essere utilizzati per restituire i libri gratuiti agli alunni delle elementari della scuola pubblica.

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