Alfano se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Penso di poter affermare con una certa sicurezza che certe sue dichiarazioni passeranno alla storia. Fra 100 o 200 anni i libri ne riporteranno qualcuna, sono sicuro. E senza ombra di dubbio ci sarà quella odierna. La mafia «si può combattere senza andare in tv o a fare convegni», ha detto con la sicurezza che solitamente contraddistingue il fiero ministro della Giustizia, che, proseguendo, "ha sollecitato i magistrati a stare lontani dalla ribalta dei mezzi di informazione".
Chissà se qualcuno ha spiegato al ministro che i magistrati quando sono al di fuori delle loro funzioni sono persone come tutte le altre. Liberi cittadini che hanno tutto il diritto, al pari dei politici, che in quanto a passerelle televisive non hanno probabilmente rivali, di andare in tv a parlare liberamente. E invece no: i magistrati stiano lontani dai mezzi di informazione. Guai! Visto infatti che la televisione è notoriamente il mezzo di disinformazione per antonomasia, non si può correre il rischio che un Ingroia o un Caselli vadano lì a spiegare alla massa dei beoti che cos'è in realtà quello che viene spacciato per processo breve, oppure che cos'è il ddl sulle intercettazioni.
Troppo rischioso: qualcuno, compreso Alfano, potrebbe capire cosa c'è dietro.
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