L'atteggiamento di chi chiede scusa è sempre da apprezzare. Scusarsi significa riconoscere di aver fatto un errore, magari di aver detto una parola di troppo, una parola fuori posto che può avere offeso la sensibilità di qualcuno. Carlo Giovanardi si è scusato per le parole dette sul caso Cucchi. Prendiamo atto, sperando magari per il futuro che prima di dire qualcosa rifletta un po' di più, specie se in merito a vicende così tragiche.
Detto questo, una domanda sorge spontanea: cosa succede quando siamo in mano allo Stato? Ieri, nel giorno in cui il ministro si scusava, l'Ansa riportava la notizia di un altro caso, ancora tutto da approfondire, che presenta comunque alcune analogie con quello di Stefano. Caso, questo, che, nonostante ci sia un'inchiesta in corso che dovrebbe servire a fare luce piena, sembra ingarbugliarsi ancora di più. Ci sono discrepanze ad esempio tra quanto dichiarato dai medici del carcere Regine Coeli e quelli dell'ospedale Fatebenefratelli. Poi è all'improvviso uscito fuori un testimone, un clandestino di 31 anni, che racconta che Stefano "sarebbe stato picchiato da 2 agenti di polizia penitenziaria mentre era nella cella del palazzo di Giustizia di Roma" - cosa che escluderebbe quindi le responsabilità sia del carcere romano che dell'ospedale. Insomma ogni giorno si aggiunge un tassello che invece di chiarire la vicenda la complica ancora di più.
Una cosa sola è certa: Stefano è morto - palazzo di giustizia, carcere o ospedale che sia - mentre era nelle mani dello stato, nel luogo cioè in cui ogni cittadino dovrebbe avere meno timore per la sua incolumità. E quello di Stefano è solo l'ultimo caso conosciuto, se si esclude la vicenda del ragazzo di Parma venuta fuori ieri. Un caso che ne segue molti altri, tragici, che in questi ultimi anni sono balzati agli onori della cronaca (Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino, Riccardo Rasman), e che hanno tutti come comune denominatore una responsabilità più o meno diretta da parte dello Stato.
Il nostro stato di diritto.
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riguardo a Giovanardi sta proprio qui, nel mio davanzale, più tardi gli chiederò perché ha fatto quella sparata. Glielo domanderò prima di pulire il davanzale dalla sua presenza "fecale".
RispondiEliminaPurtroppo qui è pieno di piccioni che distribuiscono copie di Giovanardi e di altri per tutti i davanzali.
Per il resto io diffido dello Stato e dei suoi servi.
Giorni fa apparve un articoletto in un giornale locale. c'era scritto: "fermato magistrato dalla polizia: viaggiava a fari spenti a tarda notte. Prontamente scortato dai militi".
ecco: prontamente scortato. Fosse stato un comune cittadino lo avrebbero prontamente multato.
invece è stato prontamente scortato, dopo avergli suggerito di accendere i fari.
l'ingiustizia ha messo radici forti in Italia. molto forti.
Purtroppo qui è pieno di piccioni che distribuiscono copie di Giovanardi e di altri per tutti i davanzali.
RispondiElimina??
Per il resto io diffido dello Stato e dei suoi servi.
Io no (ancora). Certo, il caso Cucchi e tutti gli altri pongono seri interrogativi, ma non si può pensare che siano la regola. Altrimenti saremmo messi veramente male.
lo so mi è uscito male. Tentavo di fare un paragone improprio tra Giovanardi e il guano di piccione!
RispondiEliminaa proposito:
hanno deciso di stanziare 100 milioni di euro per le forze dell'ordine. Serviranno per consentirgli di usare mezzi più moderni per picchiare i detenuti?
fonte:
http://sfoglia.ilmessaggero.it/view.php?data=20091112&ediz=20_CITTA&npag=1&file=FINANZIARIA_21.xml&type=STANDARD
Speriamo di no. Sarebbe già un buon inizio cominciare a pagare gli straordinari.
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