I giornali sembrano piuttosto restii a dare importanza a queste vicende. Sì, spulciando un po' si trovano articoli in merito - sabato ne hanno ad esempio parlato Repubblica, Stampa, Corriere e Unità -, ma solo dopo aver scansato i vari Brenda, Meredith, influenza, ecc... Eppure non si tratta di vicende di poco conto. Un articolo profetico in questo senso l'ha pubblicato La Stampa a metà del mese; un pezzo dal titolo molto chiaro: Il processo Dell'Utri è l'incubo di Berlusconi. Vi si legge tra le altre cose:
Negli ultimi giorni Berlusconi parla poco, anzi niente, in pubblico, ma nelle conversazioni private è sempre un fiume in piena. E ieri a uno dei suoi interlocutori ha segnalato gli articoli dell’Unità dedicati a un pentito di mafia Gaspare Spatuzza, che accusa Dell’Utri e chiama in causa il premier come nuovi referenti politici di Cosa Nostra nel ‘93 al termine della sanguinosa campagna stragista a Roma, Firenze e Milano. Il timore del Cavaliere è che da Palermo gli arrivi un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa.
E' ovviamente ancora un'ipotesi, intendiamoci, ma gli sviluppi non sono certo tranquillizzanti (per il cavaliere). Voi sapete che è in corso a Palermo il processo d'appello a Marcello Dell'Utri, attualmente senatore nelle file del Pdl e con già sul groppone una condanna in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il sonno, Berlusconi, ha probabilmente cominciato a perderlo seriamente da venerdì scorso, con il deposito agli atti del processo delle dichiarazioni rese nell'estate scorsa ai magistrati di Firenze dall'ultimo grande pentito di mafia Gaspare Spatuzza. Dichiarazioni che, pur essendo al vaglio degli inquirenti, per la loro gravità farebbero perdere il sonno a chiunque. Per non sbagliare ne riporto qualcuna presa da questo articolo del Corriere di sabato scorso:
«Ritengo di poter escludere categoricamente — spiega l’ex uomo d’onore —, conoscendoli assai bene, che i Graviano si siano mossi nei confronti di Berlusconi e Dell’Utri attraverso altre persone. Non prendo in considerazione la possibilità che Graviano abbia stretto un patto politico con costoro senza averne personalmente parlato». Che avevano chiuso l’accordo, ha raccontato Spatuzza, glielo spiegò lo stesso Giuseppe Graviano, facendogli i nomi dell’attuale capo del governo e del suo principale collaboratore in Sicilia. Ma quando un pm gli chiede se Graviano potesse essere arrivato a quei due «attraverso un’altra persona, senza conoscere loro », Spatuzza reagisce deciso: «No, no! Non esiste! Non trattano con le mezze carte. Hanno avuto sempre nella vita i contatti diretti».
Insomma, secondo il pentito, che il 4 dicembre prossimo sarà nuovamente ascoltato a Torino (per motivi di sicurezza), i referenti della nuova trattativa tra stato e mafia sarebbero proprio loro due. Scriveva La Stampa sabato:
Nelle carte, l'ex reggente del mandamento di Brancaccio fa continui riferimenti ai propri referenti, i capicosca Filippo e Giuseppe Graviano, come fonti delle proprie informazioni su quella che, senza mezzi termini, definisce una trattativa con Silvio Berlusconi e Dell'Utri, per avere una sorta di copertura politica sulle stragi ancora da compiere: dopo gli obiettivi già attaccati si doveva colpire ancora, dare quello che il boss definisce «il colpo di grazia»: il devastante attentato all'Olimpico di Roma, contro i carabinieri. Racconta a verbale Spatuzza: «Gli infedeli erano Berlusconi e Dell'Utri... Prima gli hanno fatto fare le stragi e poi si sono accreditati come coloro che avevano la possibilità di farli smettere...».
Nel frattempo gli house organ di casa hanno fiutato il "pericolo", e già ieri il buon Sallusti sul Giornale pubblicava un bell'articolone dal titolo emblematico: Il prossimo "scoop"? Il premier mafioso. Ovviamente nessuno ha mai scritto da nessuna parte che il premier sia un mafioso, ma occorre preparare il terreno e soprattutto avvisare gli attenti lettori del Giornale del nuovo colpo (lo chiamano "scoop") che potrebbe arrivare dai pericolosi magistrati comunisti di Firenze e Palermo.
Comunque sia, la sentenza d'appello del processo Dell'Utri si avvicina, e tutto questo materiale, che la Stampa indica come "voci che agitano la politica romana", è adesso agli atti del processo Dell'Utri. Le successive mosse dei pm che indagano su questa storia dipenderanno quindi dall'esito del nuovo interrogatorio del pentito il 4 dicembre. Fino ad allora, sarà il caso che qualcuno, nei palazzi romani, prenda qualche camomilla la sera.
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