martedì 10 novembre 2009

Il "vulnus" di Minzolini



Anche il direttore del tg1 può esprimere il suo pensiero, ci mancherebbe. Certo, di fronte a simili dichiarazioni, fatte per di più in diretta al tg1 delle 20, forse sarebbe stato opportuno un cotraddittorio, ma tant'è. Anche perché se ci fosse stato qualcuno, lì, in grado di replicare, forse gli avrebbe fatto notare che alcune cosine non sono proprio corrispondenti al vero. Il buon Minzolini, quello che censurava le vicende di Berlusconi perché le riteneva gossip, dice:

Qualche giorno fa, il procuratore di Palermo Antonino Ingroia ha giudicato “pericolosa” la politica del governo sulla Giustizia. Un’analisi sorprendente, per un magistrato che si è dato un obiettivo ancora più improprio: quello, sono parole sue, di “ribaltare il corso degli eventi”.

Ecco, diciamo che Antonio Ingroia, il magistrato preso di mira da Scodinz... Minzolini non ha proprio detto così. Se n'è accorto Daniele Tommaso, che nel suo blog ha riportato la frase esatta detta di Ingroia - frase tra l'altro presa da Libero. Questa (il neretto è mio):

“Dobbiamo riuscire a ristabilire un contatto con la parte migliore della società e dell’opinione pubblica. L’opinione pubblica non c’è più, perché parte di questo disegno è distruggere l’opinione pubblica, trasformandola in soggetti sui quali viene riversato il pensiero unico, la verità unica. Il dispregio dell’opinione altrui, dei fatti: trasformare tutti i fatti in opinioni, in modo che tutto sia opinabile e nulla sia vero. Di fronte a questo quadro, che fare? Avere consapevolezza che si può ribaltare il corso degli eventi.”

Ora provate a comparare la frase estrapolata da Minzolini e la frase corretta pronunciata da Ingroia, e mettele a confronto. Secondo voi che operazione ha voluto fare il direttore del tg1? Andiamo avanti.

Dice sempre il Minzolini:

Un programma politico che Ingroia ha giustificato con la difesa della Costituzione. Solo che la Costituzione che vuole salvaguardare Ingroia, almeno su un punto sostanziale, non è quella originale. Nella Carta, infatti, assieme all’autonomia della magistratura, i padri costituenti, cioè i vari De Gasperi e Togliatti, inserirono l’istituto dell’immunità parlamentare. Non lo fecero perché erano dei “malandrini” ma perché consideravano quella norma necessaria per evitare che il potere giudiziario arrivasse a condizionare il potere politico.

In primo luogo il presunto "programma politico" di Ingroia esiste solo nella testa di Minzolini, visto che allo stato attuale il magistrato non risulta iscritto a nessun partito né ha presentato programmi di alcun tipo; ma il bello viene dopo, quando si tira in ballo l'immunità parlamentare, argomento tornato in voga in quest'ultimo periodo. Secondo Minzolini i padri costituenti "consideravano quella norma necessaria per evitare che il potere giudiziario arrivasse a condizionare il potere politico". Questa balla plateale è un vecchio cavallo di battaglia di ogni politico, che viene puntualmente tirata fuori ogniqualvolta torna alla ribalta l'argomento immunità.

I padri costituenti avevano sì originariamente introdotto l'immunità parlamentare, quella che poi fu abrogata nei primi anni '90 sull'onda di Mani Pulite, ma la loro concezione di questo istituto era totalmente diversa da quello che intende Minzolini (e soprattutto da quella che vuole dare da intendere a chi segue il tg1). L'immunità, in origine, venne infatti introdotta per evitare quello che in latino viene indicato come fumus persecutionis, ossia azioni giudiziarie non suffragate da prove e indirizzate principalmente ai reati di opinione dei parlamentari. Non prendeva minimamente in esame cose come corruzione, finanziamento illecito, collusioni con mafia e altre simpatiche cosette - vi immaginate un De Gasperi che sottoscrive un provvedimento del genere?

Ma questo Minzolini ovviamente non lo dice. Lui dice che bisogna ripristinare al più presto questa benedetta immunità e basta. E si spinge pure oltre, adducendo il fatto che esiste già in tutti i paesi europei. Anche qui mi appoggio al buon Tommaso, il quale ha cercato un po' e ha riportato quello che ha trovato:

Inghilterra: “Parliamentary immunity from criminal prosecution is not enjoyed by Members of Parliament under the Westminster system. This lack of criminal immunity is derived from the key tenet of the British Constitution that all are equal before the law.” Solo immunità civile, per i membri del Parlamento Inglese: sono tutti uguali davanti alla legge, loro.

Germania: “i parlamentari non sono responsabili né civilmente né penalmente, nè possono essere soggetti a un’inchiesta, a causa di qualsiasi dichiarazione o opinione fatta in parlamento, o nell’esercizio della loro funzione di rappresentante. Però, deve essere osservato che in Germania la calunnia è esclusa da questa libertà di espressione.” Quindi, rientra nell’immunità la sola libertà di espressione nell’esercizio di funzioni. Ed è, ovviamente, escluso il caso di processi già pendenti all’assunzione della carica: ma li non ti votano, se hai conti aperti con la giustizia, quindi il problema non si pone mai.

Spagna: esiste l’autorizzazione a procedere, ma le Cortes hanno la buona abitudine di concederla sempre, escluso il caso di procedimento giudiziario palesemente persecutorio. I parlamentari vengono giudicati da una sezione apposita del tribunale penale.

Unione europea: “Il Protocollo di Bruxelles dell’8 aprile 1965 ha riconosciuto ai parlamentari europei le medesime immunità e prerogative di cui godono gli appartenenti al Parlamento del loro Paese.” Esiste quindi una semplice parificazione.

Ecco. Quando ero piccolo, ricordo, mio nonno si metteva tutte le sere alle 20 davanti alla tv. Perché c'era il tg1, il tg della Rai. Un appuntamento che non si poteva saltare. Un tg che andava in onda quando ancora la politica non era entrata in Rai. La tv era ancora in bianco nero e direttore all'epoca era Emilio Rossi, giornalista, una laurea in giurisprudenza e una in filosofia, con all'"attivo" pure una gambizzazione da parte delle BR.

Oggi, 2009, c'è Augusto Minzolini, maturità classica, che non si fa nessun problema a censurare ciò di cui parla il mondo intero, che non esita a difendere a spada tratta il lodo Alfano e che confeziona editoriali come quello che avete sentito sopra.

L'informazione del terzo millennio.

2 commenti:

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